American Gigolò

film del 1980 diretto da Paul Schrader
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American Gigolò (American Gigolo) è un film del 1980 scritto e diretto da Paul Schrader, interpretato da Richard Gere e Lauren Hutton.

American Gigolò
Richard Gere e Lauren Hutton in una scena del film
Titolo originaleAmerican Gigolo
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1980
Durata117 min
Generedrammatico, thriller
RegiaPaul Schrader
SoggettoPaul Schrader
SceneggiaturaPaul Schrader
ProduttoreJerry Bruckheimer
Produttore esecutivoFreddie Fields
FotografiaJohn Bailey
MontaggioRichard Halsey
MusicheGiorgio Moroder
ScenografiaEd Richardson, George Gaines
CostumiGiorgio Armani, Alice Rush, Bernardene Mann
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

La pellicola diede immensa popolarità a Gere, consacrandolo come sex symbol. È stato inoltre uno dei primi film hollywoodiani mainstream a includere scene di nudo maschile frontale del protagonista. La sua colonna sonora, composta da Giorgio Moroder e comprendente il singolo Call Me dei Blondie, ha ricevuto una nomination ai Golden Globes.

TramaModifica

Julian Kay è un gigolò, amato da numerose donne facoltose di mezza età per la sua prestanza fisica e per l'eleganza. Inizialmente alle dipendenze di Anne, una maîtresse di origini svedesi, si ritrova a lavorare saltuariamente anche per Leon, un magnaccia afroamericano attivo nel giro dei gay club.

Seduto in un bar in attesa di una cliente, Julian incontra per caso Michelle Stratton, moglie del senatore californiano Charles Stratton, della quale presto si innamora. Leon nel frattempo induce Julian a concedere una prestazione ad una coppia depravata, i Rheyman. La signora Rheyman viene tuttavia uccisa in modo cruento quella stessa notte e Julian viene indicato tra gli indiziati, incalzato dal detective Sunday. Abbandonato da tutti, il protagonista capisce di essere oggetto delle macchinazioni del senatore Stratton, aiutato da Leon e dal compagno di quest'ultimo (probabile autore del delitto).

Incapace di difendersi, Julian incontra direttamente il senatore e, alla ricerca della verità, mette alle strette Leon, che accidentalmente precipita dalla finestra dopo un'accesa discussione con Julian. Quest'ultimo viene a questo punto arrestato con l'accusa di omicidio, dalla quale verrà però scagionato grazie a una cameriera che lo aveva visto tentare di salvare Leon. Michelle, resasi conto del cinismo del marito, candidato al ruolo di governatore della California, e dell'amore sincero che prova per Julian, fornisce infine a Julian un alibi per salvarsi dall'accusa di omicidio.

ProduzioneModifica

Il regista Paul Schrader affermò che il film Diario di un ladro del 1959 del regista francese Robert Bresson aveva influenzato notevolmente la sceneggiatura del film. Schrader ha anche rivisto vari temi di questo film per il suo film The Walker del 2007, affermando che l'idea per quel film è nata mentre si chiedeva cosa sarebbe successo al personaggio di Julian Kaye.

Gli abiti indossati da Richard Gere furono disegnati dallo stilista italiano Giorgio Armani, mentre la borsa indossata da Lauren Hutton, poi diventata iconica, è stata disegnata da Bottega Veneta. La red Clutch è stata poi rivisitata nel 2016.[1]

CastModifica

Inizialmente la parte di Julian Kay fu assegnata a Christopher Reeve, che però la rifiutò nonostante gli fosse stato offerto circa un milione di dollari. La parte di Julian Kay fu anche assegnata a John Travolta, che rifiutò[2]. Così la parte del protagonista venne assegnata definitivamente a Richard Gere.

Glenn Close in un'intervista a Variety, ricordando i suoi esordi, racconta di un provino negli anni '70 con John Travolta per questo film. Nella stanza dell'audizione John si trovava disteso su un letto insieme a 8 addetti ai lavori. Glenn quando arrivò era molto agitata, non ricordava le battute e non sapeva cosa fare. Solo oggi dice di sapere che il gioco era quello di cercare di sedurlo per vedere se c'era chimica tra di loro, non importavano le battute. Lei, timida, trovò questa situazione molto imbarazzante. Il provino non andò bene.

Colonna sonoraModifica

La colonna sonora del film, creata nel 1979 da Giorgio Moroder, contiene le seguenti canzoni:

  1. Call me - Blondie
  2. Love and Passion - Cheryl Barnes
  3. Night Drive - Giorgio Moroder
  4. Hello Mr. W.A.M. (Finale) - basata sul concerto di Wolfgang Amadeus Mozart
  5. The Apartment - Giorgio Moroder
  6. Palm Springs Drive - Giorgio Moroder
  7. Night Drive (Ritornello) - Giorgio Moroder
  8. The Seduction - James Last

Altri brani che si sentono nel film sono Take Off Your Uniform di John Hiatt[3] e The Love I Saw in You Is Just a Mirage di Smokey Robinson & The Miracles[3], quest'ultimo accompagna la scena in cui Julian sceglie alcuni vestiti dal suo guardaroba canticchiando il pezzo in sottofondo.

DistribuzioneModifica

La pellicola è stata distribuita nelle sale cinematografiche italiane nel mese di agosto del 1980.[4]

Data di uscitaModifica

Alcune date di uscita internazionali nel corso del 1980 sono state:

AccoglienzaModifica

Il film guadagnò complessivamente quasi 30 milioni di dollari (contro un budget di soli 5 milioni di dollari) divenendo un gran successo al botteghino.

Riferimenti all'epocaModifica

A proposito della roadster Mercedes-Benz 450 SL (R107), diventata una vera e propria icona dell'epoca, la si trova - come rimando al film - citata a conclusione di una metafora proprio sugli anni ottanta: "Gli anni ’80 sono stati come una lunghissima festa su un transatlantico mentre da una qualche parte nella lontana Europa dell’Est o su qualche isoletta dimenticata da Dio qualcuno può far comparire improvvisamente un iceberg e far sprofondare tutto in un lunghissimo inverno nucleare. Ma se a questa festa posso arrivarci guidando una Mercedes SL450 cabrio è già qualcosa."[8]

RiconoscimentiModifica

NoteModifica

  1. ^ (EN) The Washington Times http://www.washingtontimes.com, Lauren Hutton revisits ‘American Gigolo’ for Bottega Veneta, su The Washington Times. URL consultato il 31 dicembre 2020.
  2. ^ CinemAvvenire.it
  3. ^ a b dati ricavati dalla scheda del film su IMDb [1]
  4. ^ Spettacoli - Cinema, in Stampa Sera, n. 218, 1980, p. 29.
  5. ^ (EN) In And Around Town, in New York Magazine, vol. 13, n. 5, 1980, p. 12.
  6. ^ Spettacolo, cultura e varietà - Prime visioni a Torino, in La Stampa, n. 189, 1980, p. 12.
  7. ^ Cinema - Prime Visioni a Roma - American Gigolò (prima), in L'Unità, n. 196, 1980, p. 11.
  8. ^ massimopiccolo, GliAltriOttanta – American Gigolò (la nascita di un mito)., su 315 on 44 street, 17 agosto 2019. URL consultato il 19 agosto 2019.

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Collegamenti esterniModifica

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