Enrico V di Brunswick-Lüneburg

duca di Brunswick-Lüneburg e principe di Brunswick-Wolfenbüttel
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Enrico V di Brunswick-Lüneburg, detto il Giovane (Wolfenbüttel, 10 novembre 1489Wolfenbüttel, 11 giugno 1568), fu duca di Brunswick-Lüneburg e principe di Brunswick-Wolfenbüttel dal 1514 fino alla sua morte. È conosciuto per il grande numero di guerre a cui partecipò.

Enrico V
Ritratto del duca Enrico V di Brunswick-Lüneburg
Duca di Brunswick e Lüneburg
Principe di Wolfenbüttel
Stemma
Stemma
In carica1514 –
1568
PredecessoreEnrico IV
SuccessoreGiulio
NascitaWolfenbüttel, 10 novembre 1489
MorteWolfenbüttel, 11 giugno 1568 (78 anni)
Casa realeWelfen
PadreEnrico IV di Brunswick-Lüneburg, detto “il Vecchio”
MadreCaterina di Pomerania-Wolgast
ConiugiMaria di Württemberg
Sofia di Polonia
FigliMargherita
Caterina
Maria
Carlo Vittorio
Filippo
Giulio
Clara
ReligioneCattolicesimo
Enrico V di Brunswick-Lüneburg
NascitaWolfenbüttel, 10 novembre 1489
MorteWolfenbüttel, 11 giugno 1568
ReligioneCattolicesimo
Dati militari
Paese servitoImpero Spagnolo
GuerreGuerra dei contadini tedeschi
Guerra della Lega di Cognac
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Biografia

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Enrico o Arrigo[1] nacque nel 1489[2] nella regione della Bassa Sassonia, in Germania, da Enrico IV di Brunswick-Lüneburg, conosciuto con l'appellativo di "Enrico il Vecchio", e Caterina di Pomerania-Wolgast. Divenne duca alla morte del padre in battaglia nel 1514 e presto entrò in conflitto con il vescovato di Hildesheim, contro il quale perse la Battaglia di Soltau Heath nel 1519. Nel 1521, l'imperatore Carlo V lo chiamò al suo servizio come comandante delle sue truppe. Nel 1523, il vescovato dovette cedere molti territori a Wolfenbüttel.

Nel 1525, partecipò alla guerra dei contadini tedeschi e nel 1528 assistette l'Imperatore nelle sue campagne contro Francia e Italia, ove, su ordine di Carlo V, giunse nel veronese alla guida di oltre diecimila uomini e attaccò Lazise il 18 maggio,[3] distruggendo la pieve di San Martino che da quel momento venne abbandonata.[4][5]

Mentre Enrico inizialmente di rivolse al protestantesimo e sostenne le fazioni della Confessione di Augusta nel 1530, egli si rivolse ai cattolici. Venne coinvolto nei conflitti con l'Elettorato di Sassonia e protestò a lungo quando Calenberg, parte del Brunswick-Lüneburg, si votò al protestantesimo. Nel 1541, con un pretesto, Enrico attaccò la città protestante di Goslar, e quando, nel 1542, l'Elettore di Sassonia e il Langravio d'Assia andarono in aiuto della città di Goslar come membri della Lega di Smalcalda, si impossessarono dell'intero principato di Wolfenbüttel. Per la sua restituzione, Enrico chiese aiuto a Carlo V, che gli disse di rivolgersi alla Lega di Smalcalda; nel 1544 questa pose sotto sequestro tutte le sue terre in attesa del giudizio definitivo. L'anno seguente, Enrico ricorse alle armi e fu imprigionato, sin quando l'imperatore non pagò il riscatto del suo rilascio nel 1547. Nel frattempo, i principi alleati del duca di Brunwick, con il supporto di Carlo V, entrarono in guerra contro l'Elettore di Sassonia e il Langravio d'Assia, per riconquistare il controllo di parte di Wolfenbüttel.[6] Per rientrare in possesso dei suoi beni Enrico chiese anche l'aiuto all'arcivescovo di Brema.[7]

Tuttavia, nel 1550 Volrad di Mansfeld occupò Wolfenbüttel ed Enrico dovette rifugiarsi a Metz. Ma Mansfeld presto lasciò l'assedio ed Enrico poté fare ritorno in patria. Nel 1553 si alleò con Maurizio di Sassonia, contro Alberto Alcibiade di Brandeburgo-Kulmbach, che aveva attaccato Wolfenbüttel. Questo conflitto culminò nella Battaglia di Sievershausen, nella quale i due figli maggiori di Enrico vennero uccisi. La battaglia, comunque, si concluse con la vittoria di Enrico.

È questione dibattuta se Enrico si convertì al protestantesimo sotto l'influenza dell'unico figlio rimastogli, Giulio. Morì nel 1568.

Matrimoni ed eredi

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Enrico sposò nel 1515 Maria (m. 1541), figlia di Enrico di Württemberg. Da questo matrimonio nacquero i seguenti figli che raggiunsero l'età adulta:

Nel 1556 si risposò con Sofia Jagellona (m. 1575), figlia del Re Sigismondo I di Polonia, dalla quale non ebbe figli. Ebbe un'amante, Eva von Trotte, da cui ebbe dieci figli.

Ascendenza

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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Guglielmo di Brunswick-Lüneburg Enrico di Brunswick-Lüneburg  
 
Sofia di Pomerania  
Guglielmo IV di Brunswick-Lüneburg  
Cecilia di Brandeburgo Federico I di Brandeburgo  
 
Elisabetta di Baviera-Landshut  
Enrico IV di Brunswick-Lüneburg  
Bodo VII di Stolberg-Werningerode  
 
 
Elisabetta di Stolberg-Werningerode  
 
 
 
Enrico V di Brunswick-Lüneburg  
Vartislao IX di Pomerania-Wolgast  
 
 
Eric II di Pomerania-Wolgast  
Sofia di Sassonia-Lauenburg Eric IV di Sassonia-Lauenburg  
 
Sofia di Brunswick-Wolfenbüttel  
Caterina di Pomerania-Wolgast  
Boghislao IX di Pomerania-Stolp  
 
 
Sofia di Pomerania-Stolp  
Maria di Masovia Siemowit IV di Masovia  
 
Alessandra di Lituania  
 

Onorificenze

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  1. ^ Storia della Casa d'Austria da Rodolfo di Apsburgo [!] alla morte di Leopoldo 2. Di Guglielmo Coxe. Traduzione di Paolo Emilio Campi. Volume 1. [-6.], 1824. URL consultato il 2 novembre 2023.
  2. ^ Benedetto Varchi, Storia fiorentina di Benedetto Varchi, Società ed. delle Storie del Nardi e del Varchi, 1843. URL consultato il 2 novembre 2023.
  3. ^ Accademia di agricoltura scienze lettere arti e commercio di Verona, Vol. 85. - Atti e memorie dell'Accademia di agricoltura scienze lettere arti e commercio di Verona, Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona, 1º gennaio 1910. URL consultato il 2 novembre 2023.
  4. ^ Versione Stampabile Scheda Sintetica, su chieseitaliane.chiesacattolica.it. URL consultato il 2 novembre 2023.
  5. ^ Chiesa Santi Zenone e Martino di Lazise TourismLazise, su TourismLazise, 11 dicembre 2020. URL consultato il 2 novembre 2023.
  6. ^ Etienne Bonnot de Condillac, Corso di studj: pte. 2.: Storia moderna, Nella stamperia del Ministero della segretario di stato, 1815. URL consultato il 2 novembre 2023.
  7. ^ Austria, Storia generale della casa d'Austria dalla sua origine fino ai giorni nostri, 1833. URL consultato il 2 novembre 2023.

Bibliografia

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  • Gianfranco Benini, Le Chiese di Verona (Guida storico-artistica), Arte e Natura Libri, Firenze (1988)
  • Gabriele Zweilawyer, I padroni dell'acciaio, Zhistorica (2017) ISBN 9788894257205

Voci correlate

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Altri progetti

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Controllo di autoritàVIAF (EN23720275 · ISNI (EN0000 0000 5489 379X · SBN BVEV054985 · BAV 495/67838 · CERL cnp01381475 · LCCN (ENn88652087 · GND (DE119024918 · BNE (ESXX5139070 (data) · BNF (FRcb146005275 (data) · J9U (ENHE987007278389705171