Bosio I Sforza

nobile italiano

Bosio I Sforza, VIII conte di Santa Fiora (Montegiovi, 1411Parma, 14 marzo 1476[1]), è stato un condottiero e capitano di ventura italiano.

Bosio I Sforza
Conte di Cotignola e Santa Fiora
Stemma
Stemma
In carica1451 –
1476
PredecessoreCecilia Aldobrandeschi
SuccessoreGuido Sforza
TrattamentoConte
Altri titoliSignore di Castell'Arquato
NascitaMontegiovi, 1411
MorteParma, 14 marzo 1476
DinastiaSforza
PadreGiacomo Attendolo
MadreAntonia Salimbeni
ConiugiCecilia Aldobrandeschi
Griselda Di Capua
FigliAnastasia
Guido
Cassandra
Costanza
Francesco
ReligioneCattolicesimo
Bosio I Sforza
NascitaMontegiovi, 1411
MorteParma, 1476
Dati militari
Forza armataMercenari
GradoCondottiero
BattaglieBattaglia di Caravaggio (1448) ed altre
voci di militari presenti su Wikipedia

Fu conte di Cotignola e Santa Fiora e signore di Castell'Arquato.

Duomo di Milano, lapide di Bosio I Sforza

Biografia modifica

Bosio nacque nel 1411 a Montegiovi da Giacomo Attendolo ed Antonia Salimbeni. Bosio fu un capitano di ventura che dedicò gran parte della sua vita al mestiere delle armi: nel 1430 divenne governatore di Orvieto per il papa, poi combatté col fratello Francesco I Sforza per la conquista del Milanese contro i Da Correggio (1452), contro Jacopo Piccinino (1455) ed in favore del re del Regno di Napoli Ferrante d'Aragona (1460). Ottenne in premio dei suoi servigi il titolo di conte di Cotignola, il feudo di Castell'Arquato ed altri feudi (1466).[2] Morì a Parma nel 1476.

Discendenza modifica

Bosio I sposò nel 1439 Cecilia Aldobrandeschi, VII contessa di Santa Fiora, che gli portò in dote la contea sovrana omonima in Maremma. Divenne così il capostipite del ramo della famiglia Sforza di Santa Fiora (ramo estintosi nel 1712) e di quello collaterale degli Sforza-Cesarini, duchi di Segni, tuttora esistente. Ebbero due figli[3]:

Nel 1464 si risposò Griselda Di Capua ed ebbero tre figli:

  • Cassandra, morta giovane;
  • Costanza (1466-11 maggio 1546)[5], andata in sposa in prime nozze, il 29 agosto 1482, al cugino Filippo Maria Sforza; in seconde nozze, il 21 maggio 1497, al gentiluomo borgognone Claude de Palud, conte di Ruppe e Parvapetra e barone di Varambon e Villenoxel (m. 28 novembre 1517)[6][4].
  • Francesco (?-1523), cavaliere.

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni
Giovanni Attendolo Muzio Attendolo  
 
 
Muzio Attendolo Sforza  
Elisa Petraccini  
 
 
Bosio I Sforza  
Cecco Salimbeni  
 
 
Antonia Salimbeni  
 
 
 
 

Note modifica

  1. ^ Vincenzo Forcella, Iscrizioni delle chiese e degli altri edifici di Milano dal secolo VIII ai giorni nostri Volumi 1-2, 1889.
  2. ^ Bosio Sforza nell'Enciclopedia Treccani
  3. ^ Pompeo Litta, Attendolo di Cotignola in Romagna, in Famiglie celebri d'Italia, Torino, 1835.
  4. ^ a b c MILAN in Medieval Lands
  5. ^ Salvatore Spinelli, La Ca' Granda (l'Ospedale maggiore di Milano) nel quinto centenario dalla fondazione, 12 aprile 1456, Consiglio degli istituti ospitalieri, 1956, p. 181.
  6. ^ Caterina Santoro, Gli Sforza. La casata nobiliare che resse il Ducato di Milano dal 1450 al 1535, Lampi di stampa, 1999, p. 415.

Bibliografia modifica

  • Pompeo Litta, Attendolo di Cotignola in Romagna, in Famiglie celebri d'Italia, Torino, 1835.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica