Dagabur (sommergibile)

Il Dagabur è stato un sommergibile della Regia Marina.

Dagabur
Descrizione generale
TipoSommergibile di piccola crociera
ClasseAdua
ProprietàRegia Marina
CantiereTosi, Taranto
Impostazione16 aprile 1936
Varo22 novembre 1936
Entrata in servizio9 aprile 1937
Destino finalesperonato e affondato dal cacciatorpediniere HMS Wolverine l’11 agosto 1942
Caratteristiche generali
Dislocamento in immersione856,397 t
Dislocamento in emersione697,254 t
Lunghezzafuori tutto 60,18 m
Larghezza6,45 m
Pescaggio4,66 m
Profondità operativa80 m
Propulsione2 motori diesel FIAT da 1400 CV totali
2 motori elettrici Magneti Marelli da 800 CV totali
Velocità in immersione 7,5 nodi
Velocità in emersione 14 nodi
Autonomiain emersione: 2200 mn a 14 nodi
o 3180 mn a 10 nodi
in immersione:7,5 mn alla velocità di 7,5 nodi
o 74 mn a 4 nodi
Equipaggio4 ufficiali, 32 sottufficiali e marinai
Armamento
Armamento[1]
informazioni prese da [1]
voci di sommergibili presenti su Wikipedia

Nell'agosto-settembre 1937 fu impiegato in Mar Egeo, prendendo parte alla guerra di Spagna, senza tuttavia conseguire alcun risultato[2].

Nel 1938 fu dislocato a Tobruk, mentre due anni dopo fu trasferito dapprima a Taranto e poi ad Augusta[3].

All'ingresso in guerra dell'Italia era comandante del Dagabur il tenente di vascello Domenico Romano[3].

Nel corso del 1940 e dei primi mesi del 1941 il sommergibile operò sia in funzione offensiva nel golfo di Taranto, che, con compiti offensivi, nelle acque della Libia e della Tunisia[3].

Il 29 marzo 1941 fu inviato, unitamente ad altri due sommergibili, tra Alessandria d'Egitto e Capo Krio: le tre unità – disposte ad intervalli di una sessantina di miglia – avrebbero dovuto formare uno sbarramento a copertura della squadra da battaglia impegnata nell'operazione «Gaudo», poi sfociata nel disastro di Capo Matapan[4]. Alle 20.27 del 30 il Dagabur avvistò – in posizione 33°47' N e 25°24' E – l'incrociatore leggero HMS Bonaventure (che stava scortando, insieme a tre cacciatorpediniere, due trasporti), e, trovandosi in posizione e condizioni ideali per il lancio (la sagoma della nave era perfettamente riconoscibile perché era controluce proprio mentre tramontava il sole, inoltre l'incrociatore procedeva a bassa velocità), alle 20.37 lanciò due siluri, udendo due forti scoppi: non esistono notizie sull'esito, ma è probabile che il Bonaventure sia stato danneggiato[4][3]. A rendere impossibile l'accertamento del risultato vi è il fatto che, poche ore dopo, la nave britannica fu silurata ed affondata dal sommergibile Ambra, in agguato 60 miglia a sudest del Dagabur[4].

Assunse poi il comando dell'unità il capitano di corvetta Alberto Torri[3].

Il 14 dicembre dello stesso anno il Dagabur attaccò il sommergibile britannico Talisman: ne derivò uno scontro in superficie con reciproco cannoneggiamento e lancio di siluri, che si concluse con un nulla di fatto[5][3].

Successivamente ne divenne comandante il tenente di vascello Renato Pecori[3].

Affondamento

modifica

Ad inizio agosto 1942 lasciò Cagliari[3] e fu inviato a sud di Ibiza e Maiorca ed a settentrione dell'Algeria, in un'area compresa tra i meridiani 1°40' E e 2°40' E[6]. Il 10 agosto gli fu ordinato di segnalare l'avvistamento di unità nemiche, e di portarsi all'attacco solo dopo: era infatti iniziata l'operazione britannica «Pedestal», volta a rifornire Malta, operazione poi sfociata nella Battaglia di mezzo agosto, e si rendeva necessario che il convoglio inglese venisse attaccato da numerosi sommergibili[6][3]. L'11 avvistò a sud delle Baleari la Forza «Bellows» britannica, formata dalla portaerei Furious e da otto cacciatorpediniere, e manovrò per avvicinarsi in superficie, ma, avvistato, fu speronato dal cacciatorpediniere HMS Wolverine ed affondò senza sopravvissuti, nel punto 37°18' N e 1°58' E[6][3]. Anche il Wolverine subì gravi danni nella collisione, dovendo fare ritorno, scortato ed assistito, a Gibilterra[6][3].

Con il Dagabur s'inabissarono il comandante Pecori, altri 5 ufficiali e 39 fra sottufficiali e marinai[7].

Il sommergibile aveva effettuato in tutto 23 missioni di guerra, percorrendo un totale di 17.364 miglia in superficie e 3888 in immersione[8].

  1. ^ Da Navypedia.
  2. ^ Giorgerini, p. 196.
  3. ^ a b c d e f g h i j k Regio Sommergibile Dagabur, su xmasgrupsom.com. URL consultato il 12 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2012).
  4. ^ a b c Giorgerini, pp. 281-291.
  5. ^ Giorgerini, p. 302.
  6. ^ a b c d Giorgerini, pp. 333-334.
  7. ^ Caduti
  8. ^ Attività Operativa

Bibliografia

modifica
  • Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, Milano, Mondadori, 1994, ISBN 88-04-33878-4.

Voci correlate

modifica
  Portale Marina: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Marina