Elisabetta Ludovica di Baviera

regina consorte di Prussia
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Elisabetta Ludovica di Baviera (Monaco di Baviera, 13 novembre 1801Dresda, 14 dicembre 1873), nata principessa di Baviera[3], divenne regina di Prussia come consorte di Federico Guglielmo IV di Prussia (1795-1861).

Elisabetta Ludovica di Baviera
Joseph Karl Stieler, Ritratto di Elisabetta Ludovica di Baviera, regina di Prussia, Palazzo di Sanssouci
Regina consorte di Prussia
In carica7 giugno 1840 –
2 gennaio 1861
PredecessoreLuisa di Meclemburgo-Strelitz
SuccessoreAugusta di Sassonia-Weimar-Eisenach
Nome completo(DE) Elisabeth Ludovika, Prinzessin von Bayern
Altri titoliPrincipessa reale di Baviera
NascitaMonaco di Baviera, 13 novembre 1801
MorteDresda, 14 dicembre 1873
SepolturaFriedenskirche, parco di Sanssouci, Potsdam[1]
Casa realeWittelsbach per nascita
Hohenzollern per matrimonio
PadreMassimiliano I Giuseppe di Baviera
MadreCarolina di Baden
Consorte diFederico Guglielmo IV di Prussia
Religionecattolicesimo,
poi protestantesimo[2]

Biografia

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Elisabetta era figlia del re Massimiliano I di Baviera (1756-1825) e della sua seconda moglie Carolina di Baden (1776-1841)[3][4]. Aveva una sorella gemella, Amalia Augusta, divenuta regina di Sassonia come consorte di Giovanni di Sassonia.

Matrimonio

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Principessa ereditaria

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Il 29 novembre del 1823[3] sposò Federico Guglielmo[4], futuro re di Prussia, figlio maggiore di Federico Guglielmo III di Prussia e di Luisa di Meclemburgo-Strelitz.

Giunto in Baviera per cercare moglie, Federico Guglielmo mostrò interesse per Ludovica, la quale però mostrava di tenere particolarmente alla religione del suo paese d'origine, quella cattolica. Federico Guglielmo però desiderava avere una moglie protestante. L'ostinazione della futura sposa finì per convincere il futuro sovrano. Le famiglie raggiunsero un compromesso che prevedeva che Ludovica praticasse il cattolicesimo con discrezione[5]. La sposa doveva inoltre apprendere le basi della religione protestante. Nel 1830, finì per convertirsi alla religione protestante di sua spontanea volontà[6].

La coppia non ebbe figli.

Elisabetta condivise con il marito gli interessi intellettuali e anche la passione per le arti grafiche. Divenuta regina consorte di Prussia nel 1840, non provava invece nessun interesse per la vita politica del Paese: infatti si interessò attivamente solo a preservare l'amicizia che univa la Prussia all'Impero austriaco.

Si dedicò completamente a Federico Guglielmo nel periodo della sua lunga infermità. All'inizio era ostile alla moglie britannica di suo nipote, Vittoria, principessa reale, conosciuta all'interno della famiglia come Vicky, ma la loro relazione si sciolse quando Vicky si prese cura di Elisabetta e la confortò durante i primi dolorosi giorni della sua vedovanza. Elisabetta non dimenticò mai la gentilezza di Vicky e nella sue volontà spezzò la tradizione, lasciando a Vicky i suoi gioielli. Questi gioielli dovevano essere lasciati in eredità alla regina in carica, (Augusta di Sassonia-Weimar, cognata di Elisabetta); questo era un reato per il quale Augusta non perdonò mai Vicky.

Dopo la morte del marito, avvenuta il 2 gennaio 1861, visse nelle residenze di Sanssouci, Charlottenburg e Stolzenfels, occupandosi di opere di carità in memoria del marito.

Elisabetta morì a Dresda[4] il 14 dicembre del 1873 mentre era in visita alla sorella gemella Amalia. È sepolta a Potsdam accanto al marito[1].

Ascendenza

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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Cristiano III del Palatinato-Zweibrücken Cristiano II del Palatinato-Zweibrücken-Birkenfeld  
 
Caterina Agata di Rappoltstein  
Federico Michele di Zweibrücken-Birkenfeld  
Carolina di Nassau-Saarbrücken Luigi Cratone di Nassau-Saarbrücken  
 
Enrichetta Filippina di Hohenlohe-Langenburg  
Massimiliano I Giuseppe di Baviera  
Giuseppe Carlo del Palatinato-Sulzbach Teodoro Eustachio del Palatinato-Sulzbach  
 
Maria Eleonora d'Assia-Rotenburg  
Maria Francesca del Palatinato-Sulzbach  
Elisabetta Augusta Sofia del Palatinato-Neuburg Carlo III Filippo del Palatinato  
 
Ludwika Karolina Radziwiłł  
Elisabetta Ludovica di Baviera  
Carlo Federico di Baden Federico di Baden-Durlach  
 
Amalia di Nassau-Dietz  
Carlo Luigi di Baden  
Carolina Luisa d'Assia-Darmstadt Luigi VIII d'Assia-Darmstadt  
 
Carlotta di Hanau-Lichtenberg  
Carolina di Baden  
Luigi IX d'Assia-Darmstadt Luigi VIII d'Assia-Darmstadt  
 
Carlotta di Hanau-Lichtenberg  
Amalia d'Assia-Darmstadt  
Carolina del Palatinato-Zweibrücken-Birkenfeld Cristiano III del Palatinato-Zweibrücken  
 
Carolina di Nassau-Saarbrücken  
 
  1. ^ a b Hartmut, ed. Dorgerloh, Palaces and Gardens in Potsdam: 18-Church of Peace (PDF), in Palaces and Gardens, Prussian Palaces and Gardens Foundation Berlin-Brandenburg, 18 agosto 2011, p. 4. URL consultato il 10 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2010).
    «The Church of Peace was built from 1845–54, based upon Italian models. King Frederick William IV and Queen Elisabeth were laid to rest here.»
  2. ^ Hans Herzfeld, Frederick William IV, in Encyclopædia Britannica. Encyclopædia Britannica Online, Encyclopædia Britannica Inc, 2012. URL consultato il 10 gennaio 2012.
    «His marriage in 1823 to Elizabeth of Bavaria, a convert to Lutheranism, proved happy, although they had no children»
  3. ^ a b c Darryl Lundy, Genealogia della principessa Elisabetta Ludovica di Baviera, su thepeerage.com, thePeerage.com, 10 maggio 2003. URL consultato il 23 settembre 2009.
  4. ^ a b c Obituary: Elisabeth, Dowager Queen of Prussia (PDF), in The New York Times, 16 dicembre 1873.
  5. ^ (DE) Michaela (sr. ed.) Blankart, Elisabeth Prinzessin von Bayern, in Official Website of the House of Hohenzollern, General Administration to The Royal House of Prussia, 2003. URL consultato il 10 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2012).
    «Allerdings galt es vor der Eheschließung noch die Einwände Friedrich Wilhelms III. zu überwinden, der den Übertritt der Prinzessin zum evangelischen Glauben gefordert hatte. Festen Willens erklärte sie ihm jedoch, dass sie lieber zu gegebener Zeit aus innerer Überzeugung konvertieren würde. Eine vierjährige unglückliche Vermählungsgeschichte mit nervenaufreibenden politischen, diplomatischen und theologischen Beratungen, die das Brautpaar nur noch enger aneinander band, mündete schließlich in einer Sinneswandlung Friedrich Wilhelms III. Unter der Voraussetzung, dass Elise nach der Eheschließung möglichst umgehend ihren Übertritt öffentlich vollziehe, gab er schließlich nach. Am 16. November 1823 wurde sie nach katholischem Ritus per procurationem in der Hofkapelle der Münchener Residenz getraut. Ende November traf sie in Berlin ein, wo man ihr einen begeisterten Empfang bereitete, der jedoch durch ein Unglück auf der Notbrücke neben der noch nicht fertiggestellten Schinkelschen Schlossbrücke überschattet wurde, bei dem 22 Menschen den Tod fanden. Dem Brautpaar, das am 29. November von Bischof Eylert in der Schlosskapelle getraut werden sollte, verschwieg man den schrecklichen Vorfall.»
  6. ^ (DE) Stiftung Preußische Schlösser und Gärten Berlin-Brandenburg, Elisabeth Ludovika von Bayern, in Prussian Palaces and Gardens Foundation Berlin-Brandenburg, Potsdam, Brandenburg, Germany, Ministerium für Wissenschaft, Forschung und Kultur des Landes Brandenburg. URL consultato il 10 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 10 febbraio 2012).
    «Auch nachdem sie am 5. Mai 1830 zur Freude des Königs ihre Konversion vollzogen hatte, wurde ihr immer wieder nachgesagt, sie sei heimlich Katholikin geblieben und beeinflusse ihren Gemahl in dieser Richtung; Gerüchte, die der Wahrheit völlig entbehrten.»

Bibliografia

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  • Moritz Freiherr von Bissing: Elisabeth Königin von Preußen, Berlin 1974.
  • Ludovika Hesekiel: Elisabeth Luise, Königin von Preußen (Berlin 1881).
  • Dorothea Minkels: "Porträts der preußischen Königin Elisabeth in der Sammlung des Stadtmuseums Berlin." in: Jahrbuch 2004/5 Stadtmuseum Berlin, pg. 278-304.
  • Alfred v. Reumont: Elisabeth, Königin von Preußen (Berlin 1874)
  • Dorothea Minkels: Elisabeth von Preußen. Königin in der Zeit des AusMÄRZens. Norderstedt 2008.

Altri progetti

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Controllo di autoritàVIAF (EN15563745 · ISNI (EN0000 0000 6675 2935 · BAV 495/348087 · CERL cnp00398219 · LCCN (ENnr93051622 · GND (DE118688634 · BNF (FRcb156965148 (data) · J9U (ENHE987007260879605171