Enrico Ricci

politico italiano

Enrico Ricci (Roma, 28 ottobre 1891Forte Capuzzo, 9 dicembre 1940) è stato un militare e politico italiano, ufficiale pruridecorato del Regio Esercito nelle due guerre mondiali, e Consigliere nazionale della Camera dei fasci e delle corporazioni dal 23 marzo 1939 al 9 dicembre 1940.

Enrico Ricci

Consigliere nazionale della Camera dei fasci e delle corporazioni
Durata mandato23 marzo 1939 –
9 dicembre 1940
LegislaturaXXX
Gruppo
parlamentare
PNF

Dati generali
Professioneindustriale
Enrico Ricci
NascitaRoma, 28 ottobre 1891
MorteForte Capuzzo, 9 dicembre 1940
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale
ArmaArtiglieria
CorpoBombardieri
Anni di servizio1911-1940
GradoMaggiore
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale
CampagneArbegnuoc
Campagna del Nord Africa
BattaglieBattaglia di Vittorio Veneto
Decorazionivedi qui
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Biografia modifica

Nacque a Roma il 28 ottobre 1891, figlio di Antonio e Luigia Galassi.[1] Dopo aver partecipato alla guerra italo-turca, all'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia si arruolò volontario nel Regio Esercito venendo assegnato all'arma di artiglieria, corpo dei bombardieri. Nel corso del servizio si distinse brillantemente, tanto da venire decorato con una medaglia d'argento e due di bronzo al valor militare, e una croce al merito di guerra.

Con l'inizio della guerra d'Etiopia partì per l'Africa Orientale come centurione della 219ª Legione CC.NN. "Vittorio Veneto" al comando del Console Enzo Emilio Galbiati, inquadrata nella 6ª Divisione CC.NN. "Tevere". Durante le operazioni belliche fu insignito della medaglia d'argento al valor militare per essersi distinto nel duro combattimento di Las Addas dove, rimasto gravemente ferito il suo superiore, egli assunse il comando di un centinaio di uomini, che per un giorno e mezzo presidiarono la linea ferroviaria, sostenendo l’attacco di oltre tremila armati abissini.

Nel 1939 venne eletto Consigliere Nazionale alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni come rappresentante degli industriali grafici, componente della Corporazione della Carta e della Stampa.[2]

Invalido di guerra, dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia si sottopose ad una operazione chirurgica per poter rientrare volontariamente in servizio attivo. Combatté sul fronte francese, e poi fu trasferito in Africa Settentrionale Italiana, in forza al 21º Reggimento artiglieria di corpo d'armata. Assegnato a Forte Capuzzo, sul confine libico-egiziano, cadde in combattimento il 9 dicembre 1940, nel corso di una missione di ricognizione ad Halfaya (Marmarica).[1]

Onorificenze modifica

«Comandante di una batteria bombarde, sotto intenso e preciso fuoco nemico, assolse brillantemente il suo compito dando esempio di serenità e coraggio. Ultimato il tiro, volontariamente s'aggregò a una pattuglia di collegamento e con essa sfidò più volte la morte, incurante di se solo preoccupato del successo delle nostre armi. Cortelazzo, 2-5 luglio 1918
«Combattente e decorato della grande guerra, comandante di una batterie di camicie nere partecipava con i propri uomini appiedati ad aspra azione di soccorso di un presidio che stava per essere sopraffatto. Durante la marcia notturna, benché fatto ripetutamente a vivo fuoco nemico. Persisteva nell'intento fino a raggiungere la posizione già perduta che riconquistava con impetuoso assalto. La difendeva quindi strenuamente per quindici ore consecutive, contro il nemico imbandalzito del precedente successo e forte per numero e posizione. Primo fra i primi, fu sempre di esempio ai propri legionari per slancio, sprezzo de pericolo ed ardire. Moggio-Les Addas 6-7 luglio 1936
«Invalido di guerra, benché smobilitato, otteneva, dopo domande e insistenza, la riammissione in servizio e partiva per l'Africa Settentrionale. Comandante l'artiglieria in una ridotta avanzata, era impareggiabile animatore di costante esempio di coraggio. Ferito a morte da mitraglia mentre volontariamente eseguiva una rischiosa ricognizione fuori dalle nostre posizioni in una zona percorsa da carri armati avversari, esprimeva la soddisfazione di chiudere la sua vita sul campo als servizio della Patria. Marmarica, 9 dicembre 1940
— Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 1948.[3]
«Comandante di una sezione di bombarde intensamente battute dal tiro avversario, con fermezza e coraggio seppe far riparare più volte i guasti subiti dall'appostamento e mantenere le armi in grande efficienza. Castagnevizza, 18-20 agosto 1917
«Comandante di una batteria di bombarde, dopo aver assolto lodevolmente il suo compito, partecipò volontario a una pattuglia di collegamento che per le vicende dell'azione divenne la più avanzata avanguardia delle colonne operanti, contribuendo con l'esempio della sua calma serena, del suo grande entusiasmo e del suo ardimento singolare, a infonderle slancio nello svolgimento delle successive operazioni tendenti alla riconquista di una profonda zona di litorale. Basso Piave, 30 ottobre-Tagliamento, 4 novembre 1918
«Comandante valoroso e capace, animatore instancabile, colpito da mitragliamento aereo durante una ricognizione oltre le nostre linee per la quale si era offerto volontario, trovava gloriosa morte sul campo. Necb e Madam, 9 dicembre 1940
— Regio Decreto 22 gennaio 1942.[4]

Note modifica

Annotazioni modifica

Fonti modifica

  1. ^ a b Camera dei Deputati.
  2. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.92 del 22 aprile 1938, pag.1539.
  3. ^ Registrato alla Corte dei conti il 29 marzo 1948 – Esercito, registro 6, foglio 402.
  4. ^ Bollettino Ufficiale 1942, dispensa 26, pagina 1874.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

  • Ricci, Enrico, su Camera dei Deputati. URL consultato il 24 gennaio 2023.
Controllo di autoritàVIAF (EN65151302862548661993