Ferrovia Lugano-Cadro-Dino

ferrovia svizzera a scartamento ridotto

La ferrovia Lugano-Cadro-Dino (LCD), talvolta citata come tranvia[1], era una breve linea ferroviaria a scartamento metrico, che collegava la città di Lugano con i piccoli centri montani posti sul versante orientale della valle del Cassarate.

Lugano-Cadro-Dino
Stati attraversatiBandiera della Svizzera Svizzera
InizioLugano
FineDino
Attivazione1911
Soppressione1970
GestoreLCD
Lunghezza7,834 km
Scartamento1000 mm
Elettrificazione1000 V CC
Ferrovie

Fu in esercizio dal 1911 al 1970.

Storia modifica

In seguito alla costruzione della ferrovia Lugano–Tesserete, che serviva il versante occidentale della valle del Cassarate, anche i paesi del versante orientale si attivarono per essere collegati a Lugano da una linea ferroviaria.

La Società per la Ferrovia Elettrica Lugano-Cadro-Dino (Sonvico), in sigla LCD, costituita il 29 dicembre 1908[2], iniziò pertanto i lavori di costruzione della linea, che venne attivata il 2 gennaio 1911 per la tratta urbana di Lugano dalle caratteristiche tranviarie, e il successivo 27 giugno per la tratta extraurbana, più specificamente ferroviaria.

La linea fu interessata sin dall'inizio da un intenso traffico vicinale e turistico, a cui si sommava l'intensissimo traffico nella tratta urbana, effettuato con mezzi tranviari.

I problemi per la linea iniziarono negli anni sessanta, quando l'aumento del traffico automobilistico rese difficile la convivenza dei treni sulla sede stradale. Pertanto, dal 1º gennaio 1965 fu soppresso il servizio urbano di Lugano, sostituito da un'autolinea dell'azienda dei trasporti municipale, precipitando la LCD in una grave crisi a causa della riduzione degli introiti (i viaggiatori passarono da 1.064.807 nel 1964 a 475.164 l'anno successivo). La tratta urbana continuò comunque ad essere percorsa dai treni extraurbani.

Dal 27 settembre 1967, a causa dei problemi viabilistici, il capolinea luganese fu arretrato in piazza Indipendenza, abbandonando la stazione sul lungolago, che fino ad allora aveva consentito un comodo interscambio con la navigazione lacuale, apprezzato soprattutto dai turisti.

Il 7 giugno 1969 la LCD fu assorbita dalla LT[3], che eserciva la ferrovia Lugano–Tesserete da poco sospesa; la LT, che mutò ragione sociale nel 1971 in Autolinee Regionali Luganesi (ARL)[4], decise la chiusura della ferrovia e la sua sostituzione con un'autolinea.

Le ultime corse ferroviarie furono effettuate il 30 maggio 1970.

Caratteristiche modifica

La linea, a scartamento metrico, era lunga 7,834 km, di cui i primi due in sede stradale e il resto in sede propria. La linea era elettrificata a corrente continua alla tensione di 1.000 V; la pendenza massima era del 40 per mille.

Percorso modifica

 Stazioni e fermate 
     
0,0 Lugano Piazza Manzoni 272 m s.l.m.
 
0,5 Lugano Piazza Indipendenza 275 m s.l.m.
 
Lugano Corso Elvezia
 
Lugano Ospedale
 
Lugano Ponte Madonnetta
 
1,6 Lugano La Santa (deposito) 282 m s.l.m.
 
2,0 Lugano La Santa 286 m s.l.m.
 
2,3 Scarpino 303 m s.l.m.
 
2,9 Viganello 322 m s.l.m.
 
3,3 Viarnetto 348 m s.l.m.
 
3,9 Pregassona 351 m s.l.m.
 
4,6 Ventuno 374 m s.l.m.
 
5,2 Soragno 394 m s.l.m.
 
5,8 Davesco 412 m s.l.m.
 
7,1 Cadro 456 m s.l.m.
 
7,8 Dino-Sonvico 482 m s.l.m.
Manuale · Legenda · Convenzioni di stile

La linea aveva inizio sul lungolago di Lugano, di fronte al debarcadero centrale, quindi percorreva in sede stradale riva Albertolli, corso Elvezia, via Madonnetta e via La Santa, raggiungendo l'omonima stazione nel quartiere di Viganello, dove era posta la rimessa delle vetture.

Da qui iniziava la tratta ferroviaria, che guadagnava quota con due stretti tornanti, seguendo poi a breve distanza la strada cantonale, a mezza costa sul fianco della valle.

Materiale rotabile modifica

All'apertura la LCD possedeva quattro motrici a due assi, due rimorchiate (di cui una "giardiniera") e di un carro merci aperto (utilizzato talvolta per il trasporto dei passeggeri). Tra il 1943 e il 1948 le motrici della dotazione originaria vennero modificate con l'installazione di un truck a tre assi orientabili e del comando multiplo, di cui venne dotata anche la motrice Be 4/4 9, acquistata nuova nel 1955.

Elettromotrici modifica

Tipo Numerazione Costruzione Perv. LCD Origine Radiazione Note Immagine
CFe 2/2
poi BDe 2/3
1–4 1911 - - ? Trasformate tra il 1943 e il 1948 con telaio SLM ad assi orientabili  
Ce 2/2
poi Be 2/2
5 1896 1913 Rete tranviaria di Lugano 1951 Demolita nel 1953
Ce 2/2
poi Be 2/2
6–8 1910 1951-53 Chiasso-Mendrisio 1968 Fuori servizio dal 1965-68
Be 4/4 9 1955 - - ? Ceduta alla MOB[5]  
Be 4/4 10 1937 1940 BMB ?

Rimorchiate modifica

Tipo Numerazione Costruzione Perv. LCD Origine Radiazione Note Immagine
C2
poi B2
11 1911 - - ? con lucernario  
C2
poi B2
12 1910 1953 Chiasso-Mendrisio 1963
C2
poi B2
21 1911 - - Giardiniera, conservata alla Blonay-Chamby[6]  
C2
poi B2
31 1889 1930 RhB ? Nuova cassa nel 1951
C
poi B
41 1945 - - ? Identica alle rimorchiate B 211-212 della ferrovia Vevey-Blonay-Les Pléiades
C
poi B
42 1946 - - ? Costruita con pezzi provenienti da tram della rete di Lucerna
L 51 1911 - - ? Carro merci aperto

Note modifica

  1. ^ In Svizzera le tranvie (al pari delle ferrovie a scartamento ridotto, delle ferrovie a cremagliera e delle funicolari) erano considerate, ai sensi dell'art. 2 capoverso 1 della legge federale sulle ferrovie del 20 dicembre 1957, ferrovie secondarie.
  2. ^ Ufficio di Lugano, in Foglio ufficiale svizzero di commercio, Berna, 17 novembre 1909, p. 1912. URL consultato il 27 gennaio 2020.
  3. ^ Società per la Ferrovia Elettrica Lugano-Cadro-Dino (Sonvico), in Foglio ufficiale svizzero di commercio, Berna, 14 settembre 1971, p. 2252. URL consultato il 27 gennaio 2020.
  4. ^ Società per la Ferrovia Elettrica Lugano-Tesserete, in Foglio ufficiale svizzero di commercio, Berna, 6 marzo 1972, p. 582. URL consultato il 27 gennaio 2020.
  5. ^ (DE) Be 4/4 1001, su x-rail.ch, 10 gennaio 2022.
  6. ^ (FR) C 21 Lugano Cadro Dino, su blonay-chamby.ch, 10 gennaio 2022.

Bibliografia modifica

  • (FR) Sébastien Jacobi, La suppression du LCD, in Bulletin du personnel des CFF, Berna, Ferrovie Federali Svizzere, giugno 1970, p. 115. URL consultato il 10 gennaio 2022.
  • Adriano Betti Carboncini, Binari ai laghi, Salò, Editrice Trasporti su Rotaie, 1992, pp. 226-231, ISBN 88-85068-16-2.
  • Martin Schweizer (a cura di), FERROVIA ELETTRICA LUGANO-CADRO-DINO, Estratto del giornale TRAM, 2006.
  • Antonio Gili (a cura di), UN TRAM CHE SI CHIAMA ... NOSTALGIA, flyer della mostra 29 settembre - 29 ottobre 2006 alla Galleria Baumgartner, Mendrisio 2006.
  • Alberto Polli, Angelo Ghirlanda, C'era una volta... la Lugano-Cadro-Dino, Fontana edizioni, Pregassona 2010.

Voci correlate modifica

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Collegamenti esterni modifica

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