Governo Crispi III

30º Governo del Regno d'Italia

Il Governo Crispi III è stato il trentesimo esecutivo del Regno d'Italia, il terzo guidato da Francesco Crispi.

Governo Crispi III
StatoItalia (bandiera) Italia
Presidente del ConsiglioFrancesco Crispi
(Sinistra storica)
CoalizioneSinistra storica, Indipendenti
LegislaturaXVIII
Giuramento15 dicembre 1893
Dimissioni5 giugno 1894
Governo successivoCrispi IV
14 giugno 1894

Esso, nato in seguito alle dimissioni del governo precedente, è stato in carica dal 15 dicembre 1893[1] al 14 giugno 1894 (sebbene gia dimissionario dal precedente 5 giugno), per un totale di 181 giorni, ovvero 5 mesi e 30 giorni.

Compagine di governo

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Appartenenza politica

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Partito Presidente Ministri Sottosegretari Totale
Sinistra storica 1 3 4 8
Indipendente (politica) - 8 7 15

Situazione parlamentare

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NOTA: Ai tempi del Regno d'Italia, poiché secondo lo Statuto Albertino il governo rispondeva nei fatti al solo Re, la fiducia parlamentare in senso moderno non era obbligatoria (ed in tal senso vari sono stati i casi di formazione di un governo palesemente privo di tale supporto). La prassi di determinare la sopravvivenza dell’esecutivo in base al supporto parlamentare, dunque, si è andata sviluppando solo successivamente, specie con l’ascesa dei partiti di massa e con l’introduzione del sistema proporzionale, in tempi molto più tardi rispetto all’unità, ed ufficialmente solo con la Costituzione della Repubblica Italiana. Per questo motivo, il grafico sottostante espone, secondo ricostruzioni e dichiarazioni, nonché secondo la composizione del governo, l’eventuale supporto che questo avrebbe o ha ottenuto.

Camera Collocazione Partiti Seggi
Camera dei deputati[2] Maggioranza DEM (323), IND (35)
358 / 508
Opposizione PLC (93), ER (56), PSRI (1)
150 / 508

Composizione

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Carica Titolare Sottosegretario
Presidenza del Consiglio dei ministri Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio
Presidente
del Consiglio dei ministri
  Francesco Crispi
(Sinistra storica)
Carica non assegnata[3]
Ministero Ministri Sottosegretario
Affari Esteri   Alberto Blanc (Indipendente)[4] Pietro Antonelli
Agricoltura, Industria e Commercio   Paolo Boselli (Indipendente)[4] Giulio Adamoli
Lavori Pubblici   Giuseppe Saracco (Sinistra storica) Leone Romanin Jacur
Interno   Francesco Crispi
(Sinistra storica)
Roberto Galli
Pubblica Istruzione   Guido Baccelli
(Sinistra storica)
Settimio Costantini
Guerra   Stanislao Mocenni
(Indipendente)[5]
Giacomo Bogliolo
Marina   Enrico Costantino Morin
(Indipendente)[6]
Luciano Serra
Finanze   Sidney Sonnino
(Indipendente)[4]
Antonio Salandra
Tesoro Sidney Sonnino (Indipendente)[4]
Ad interim
Grazia e Giustizia e Culti   Vincenzo Calenda di Tavani
(Indipendente)[5]
Edoardo Daneo
Poste e Telegrafi   Maggiorino Ferraris
(Indipendente)[4]
Luigi Rava

Cronologia

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  • 15 dicembre - Il governo giura dinnanzi al Re.
  • 21 maggio - In seguito alla discussione sui provvedimenti finanziari predisposti dal ministro Sidney Sonnino per fronteggiare la grave situazione del paese, consistenti in un aumento dell’imposta fondiaria e nella creazione di nuove imposte, viene depositato un ordine del giorno a firma di Felice Cavallotti per dichiarare il dissenso della Camera dei Deputati sulla materia e per spingere il governo a muoversi per altri mezzi, specie con tagli radicali alla spesa. Questo viene firmato da molti altri deputati.
  • 2 giugno - Il Presidente del Consiglio Crispi, nel tentativo di disinnescare la situazione propone un ordine del giorno di mediazione, istituendo una commissione parlamentare ad hoc per consigliare il governo. Tale mozione, sebbene sia stata successivamente approvata, facendo così sopravvivere il governo, con 225 favorevoli (214 contrari, 6 astenuti).
  • 5 giugno - Nonostante l’approvazione dell’ordine del giorno, il Presidente Crispi, conscio di un rilevante assottigliamento della maggioranza, rassegna le dimissioni dinnanzi al Re. Questi dunque, accettatele, conferisce in virtù dell’assenza di un’esplicita sfiducia il mandato esplorativo nuovamente a Crispi.
  • 14 giugno - Con il giuramento del nuovo esecutivo termina ufficialmente l’esperienza di governo.
  1. ^ IL NUOVO MINISTERO, su archiviolastampa.it, 16 dicembre 1893, p. 1.
    «I ministri presteranno alle ore 15 giuramento nelle mani del Re. (Per telegramma da Roma). 15, ore 15,20»
  2. ^ Viene qui riportata la situazione parlamentare solo di questa camera (e non anche del Senato del Regno) poiché, sebbene entrambe partecipassero al processo di controllo del rapporto con l'esecutivo, per convenzione costituzionale in caso di disaccordo era la decisione della camera bassa a prevalere, risultando essere la posizione ufficiale del Parlamento nella sua totalità.
  3. ^ Poiché all'epoca del Regno d'Italia la figura del Presidente del Consiglio era vista come una figura mediatrice e coordinatrice piuttosto che dirigenziale rispetto all’esecutivo, e dunque senza una costituzione autonoma, il detentore era più identificato con il ministero da egli detenuto piuttosto che dalle sue funzioni, e per questo non vi era mai stata la necessità di nominare un sottosegretario specifico, ma il Capo di governo si serviva del proprio sottosegretario ministeriale.
  4. ^ a b c d e Tecnicamente facente parte della Destra storica, si spostò tra gli indipendenti ed all’appoggio della Sinistra storica (per quanto non ne fece parte) ai fini della formazione dell’esecutivo.
  5. ^ a b Affiliato alla Sinistra storica, solo ai fini della formazione del governo.
  6. ^ Nominato nel governo, pur non essendo della Sinistra storica o dei suoi alleati, per via dei suoi meriti nel campo navale e militare.

Bibliografia

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  • Francesco Bartolotta, Parlamenti e Governi d'Italia dal 1848 al 1970, 2 Voll., Vito Bianco editore, Roma, 1971, II Vol., pp. 81–83.

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