L'affare della Sezione Speciale

film del 1975 diretto da Constantin Costa-Gavras
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L'affare della Sezione Speciale (Section spéciale) è un film del 1975 diretto da Costa-Gavras, vincitore ex aequo del premio per la miglior regia al 28º Festival di Cannes.[1]

L'affare della Sezione Speciale
Una scena del film
Titolo originaleSection spéciale
Lingua originalefrancese, inglese, tedesco
Paese di produzioneFrancia, Italia, Germania Ovest
Anno1975
Durata118 min
Dati tecniciEastmancolor
rapporto: 1,66:1
Generedrammatico
RegiaCosta-Gavras
SoggettoHervé Villeré
SceneggiaturaCosta-Gavras e Jorge Semprún
ProduttoreJacques Perrin, Giorgio Silvagni

Costa-Gavras, Michèle Ray-Gavras (non accreditati)
Claude Heymann (associato)

Produttore esecutivoGérard Crosnier
Casa di produzioneK.G. Productions, Les Productions Artistes Associés, Reggane Films, Goriz Films, Janus Film und Fernsehen
FotografiaAndréas Winding
MontaggioFrançoise Bonnot
MusicheÉric Demarsan
ScenografiaMax Douy
CostumiHélène Nourry
TruccoMaud Begon

Antoine Garabedian (capo trucco, hair stylist
Simone Knapp (hair stylist)

Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Trama modifica

Francia, agosto 1941. Durante l'occupazione nazista, un giovane ufficiale di Marina tedesco viene assassinato a Parigi da un gruppo di giovani comunisti. Il governo collaborazionista di Vichy cerca di placare i tedeschi, emanando una legge che sanziona duramente i delitti politici. Alla legge viene posta una data anteriore all'attentato di Parigi e, in spregio ai più elementari valori giuridici, ad essa è attribuita efficacia retroattiva.

Allo scopo di dare una parvenza di legalità a quella che è in effetti una rappresaglia, all'indomani della sua approvazione, la legge è applicata presso la corte d'appello di Parigi, dove è istituita un'apposita "Sezione speciale". Questa Sezione è costituita da giudici politicamente schierati con la destra più conservatrice, per la maggior parte troppo ambiziosi, codardi o inumani per rifiutarsi di applicare una legge giuridicamente ripugnante. La Sezione, che giudica in unico grado e quindi senza alcuna possibilità di impugnare le sue decisioni, è quindi chiamata a giudicare dodici prevenuti già in carcere per le più varie imputazioni, sempre di carattere politico, e uno di questi è già stato condannato dal tribunale di Parigi per i medesimi reati, ma a una pena ben più lieve di quelle che vengono comminate dalla nuova legge. Il mandato assegnato alla Sezione dal governo di Vichy, è di condannare sei imputati alla pena di morte. Grazie al coraggio di alcuni dei giovani avvocati nominati di ufficio e alla fermezza di uno dei magistrati giudicanti, la Sezione non riesce a condannare a morte che tre degli imputati. Ma una nota alla fine del film ci avverte che anche quelli "sfuggiti" alla condanna alla pena capitale saranno in seguito uccisi in carcere o moriranno in campo di concentramento.

Produzione modifica

Co-produzione tra Francia, Italia e Germania Ovest, il film fu prodotto dalle francesi K.G. Productions, Les Productions Artistes Associés e Reggane Films insieme a Janus Film und Fernsehen e Goriz Films.

Uno dei produttori del film fu l'attore Jacques Perrin che, per sé, si ritagliò il ruolo del giovane avvocato che difende uno degli imputati.

Distribuzione modifica

Il film, distribuito dall'United Artists, uscì nelle sale francesi il 23 aprile 1975.

Critica modifica

La sceneggiatura[2] di Jorge Semprún dimostra come le fiamme del totalitarismo debbano essere nutrite, anche con sangue innocente: è in special modo conveniente per il governo se gli accusati sono completamente sacrificabili, anche se vistosamente innocenti[3].

Riconoscimenti modifica

Note modifica

  1. ^ (EN) Awards 1975, su festival-cannes.fr. URL consultato il 18 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2013).
  2. ^ Sondertribunal: nach dem Buch von Hervé Villeré = Section speciale. [serial online]. 1975;Available from: Bibliotheksverbund Bayern, Ipswich, MA. Accessed November 5, 2015.
  3. ^ Giampiero Buonomo L'esule spagnolo figlio della borghesia intellettuale, in L'Ago e il filo, settembre 2011, pagina 29.

Collegamenti esterni modifica

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