Léon Moussinac (Migennes, 19 gennaio 1890Parigi, 10 marzo 1964) è stato uno scrittore, critico cinematografico e giornalista francese.

Léon Moussinac nel 1934

Biografia

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Léon Moussinac nel 1907
 
Foto di gruppo del Liceo Charlemagne nel 1906-1907 (Léon Moussinac è il terzo in piedi da sinistra)
 
La copertina del libro Nascita del cinema (Naissance du cinéma, 1925)
 
Targa commemorativa di Léon Moussinac, a Parigi

Léon Moussinac, critico, teorico del cinema francese e del teatro, oltre che animatore culturale, nacque a Migennes il 19 gennaio 1890, figlio di un ispettore ferroviario e sindacalista, che morì quando Léon aveva diciassette anni.[1]

Costretto a lavorare per mantenere la famiglia, continuò però i suoi studi, ottenendo dapprima una laurea in giurisprudenza e poi frequentando la facoltà di letteratura.[1]

Fu uno dei pionieri della critica e della teoria del cinema, e tra i maggiori rappresentanti di quel movimento teorico di riconoscimento della nuova forma artistica e della sua missione che si diffuse in Francia negli anni venti.[2]

Dopo aver terminato i suoi studi umanistici, si avvicinò al mondo della critica, incominciando dal 1909 con la pubblicazione di articoli su La Revue Française, ma la sua collaborazione fu sospesa per otto anni a causa del servizio militare, prima di leva e successivamente nella prima guerra mondiale.[1]

I suoi primi articoli riguardanti il cinema furono pubblicati nel 1919 in Le Film, una rivista fondata da Louis Delluc.[1]

Soprattutto studiò l'innovazione apportata dal cinema che Moussinac giudicava assieme all'amico Ricciotto Canudo, una "settima arte", capace di integrare le peculiarità delle altre arti in una forma nuova e contemporanea.[2]

Nel 1921 fu tra i fondatori a Parigi, insieme a Canudo, del CASA (Club des Amis du septième art), diventato poi il Ciné-Club de France, che ebbe il compito di proiettare importanti opere di cineasti francesi e stranieri, quali Louis Delluc, Jean Renoir, Alberto Cavalcanti, Jean Epstein, Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, in numerosi teatri di Parigi.[1]

Dal 1920 al 1927 curò la prima rubrica dedicata interamente al cinema sull'importante rivista letteraria Mercure de France,[2][3] curò la prima mostra specificamente dedicata al cinema, al Musée Galliera nel marzo 1924,[1] e organizzò convegni internazionali.[3]

Inoltre, negli stessi anni scrisse nella rivista fondata da Canudo (1922), La Gazette des sept arts, e firmò la voce Cinégraphie per il famoso Manifeste des Sept Arts.[2][4]

In quel periodo scrisse: «mentre la nostra passione per il cinema è radicata nelle sue tremende possibilità espressive da un punto di vista artistico, comanda anche il nostro interesse a causa dell'importante ruolo che è chiamato a svolgere nel campo dell'educazione.»[1]

Moussinac si impegnò anche alla promozione del cinema sovietico in Francia, ed essendo iscritto al Partito Comunista Francese, dal 1922 al 1933 collaborò con il giornale del partito L'humanité.[2][3]

Nel 1927, dopo un soggiorno in Unione Sovietica e dopo aver conosciuto Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, pubblicò il libro Le cinéma soviétique (1928) e in seguito la raccolta di scritti e testimonianze Sergej Michajlovič Ėjzenštejn (1964).[2]

Divulgò con intelligenza gli sviluppi dell'arte del teatro da La scenografia teatrale (La décoration théâtrale, 1922) a Trattato sulla regia (Traité de la mise en scène, 1948).[3][5]

Nei suoi primi saggi teorici sul cinema, intitolati Nascita del cinema (Naissance du cinéma, 1925) e Cinema: espressione sociale (Cinéma: expression sociale, 1926), Moussinac, influenzato dalle teorie del regista cinematografico e critico Louis Delluc e dal regista e teorico del cinema Jean Epstein, attribuì all'arte cinematografica, date le modalità particolari di coinvolgimento dello spettatore, la capacità di trasmettere l'immagine della contemporaneità.[2]

A differenza di Canudo infatti, Moussinac vide nel cinema una tendenza realista, che descrive la realtà e le sue contraddizioni.[2]

Dopo il suo soggiorno sovietico, gli studi e le teorie cinematografiche di Moussinac si aggiornarono e in Panoramique du cinéma (1929), focalizzò l'attenzione nel montaggio, attività di sintesi di scienza e arte, messo in evidenza dal cinema.[2]

Soprattutto ricevette l'influenza dell'opera di Dziga Vertov, cui dedicò numerosi saggi sostenendo le grandi potenzialità del cinema per rappresentare la realtà in modo creativo.[2]

Durante la seconda guerra mondiale partecipò alla Resistenza francese, dopo di che ottenne incarichi importanti: dal 1946 al 1959 fu direttore dell'École Nationale supérieure des Arts Décoratifs, mentre dal 1947 al 1949 fu direttore generale dell'Institut des Hautes Études Cinématographiques (1947-49).[2][5]

In quegli anni pubblicò L'età ingrata del cinema (L'âge ingrat du cinéma, 1946), e nel corso della sua carriera fu anche romanziere e poeta, regista teatrale e cultore di arti applicate.[3][5]

Léon Moussinac morì a Parigi il 10 marzo 1964.[2]

  • La scenografia teatrale (La décoration théâtrale, 1922), saggio;
  • Ultima ora (Dernière heure, 1923), poesie;
  • Nascita del cinema (Naissance du cinéma, 1925), saggio;
  • Cinema: espressione sociale (Cinéma: expression sociale, 1926), saggio;
  • Il padre Giulio (Le Père Juillet, 1927), tragedia;
  • Il cinema sovietico (Le cinéma soviétique, 1928), saggio;
  • Panoramica del cinema (Panoramique du cinéma, 1929), saggio;
  • Prima la testa (La Tête la première, 1931), romanzo;
  • Evento vietato (Manifestation interdite, 1935), romanzo;
  • I campi di Moe (Les Champs-de-Moë, 1945), romanzo;
  • Poemi impuri: 1934-1944 (Poèmes impurs: 1934-1944, 1945), poesie;
  • Lame clandestine (Aubes clandestines, 1945), poesie;
  • L'età ingrata del cinema (L'âge ingrat du cinéma, 1946), saggio;
  • La statua del sale (Les Statues de sel, 1947), novelle;
  • Trattato sulla regia (Traité de la mise en scène, 1948), saggio;
  • Sergej Michajlovič Ėjzenštejn (1964), saggio.
  1. ^ a b c d e f g (EN) Léon Moussinac and L'Humanité as a Cinematic Force, su journals.openedition.org. URL consultato il 31 marzo 2019.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l Léon Moussinac, in Enciclopedia del cinema, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2003-2004. URL consultato il 31 marzo 2019.
  3. ^ a b c d e Moussinac, Léon, su sapere.it. URL consultato il 31 marzo 2019.
  4. ^ Drammaturgia e arte totale: l'avanguardia internazionale : autori, teorie, opere, su books.google.it. URL consultato il 31 marzo 2019.
  5. ^ a b c Léon Moussinac, in le muse, VIII, Novara, De Agostini, 1967, p. 137.

Bibliografia

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  • (EN) R. Abel, French film theory and criticism. A history/anthology, Princeton, 1988.
  • A. Boschi, Teorie del cinema. Il periodo classico 1915-1945, Roma, 1998.
  • (FR) Marie-Cécile Bouju, Léon Moussinac, éditeur engagé (1935-1939), in Annales des amis de Louis Aragon et Elsa Triolet, n. 9, 2007.
  • (FR) (a cura di) M. Ciment e J. Zimmer, La critique de cinéma en France, Parigi, 1997.
  • (FR) Jean Picart le Doux, Jean Picart le Doux, Parigi, Éditions Cercle d'art, 1964.
  • (FR) Christophe Gauthier, La passion du cinéma : cinéphiles, ciné-clubs et salles spécialisées à Paris de 1920 à 1929, Parigi, Association française de recherche sur l'histoire du cinéma : École des chartes, 1999.
  • (FR) N. Ghali, L'avant-garde cinématographique en France dans les années vingt. Idées, conceptions, théories, Parigi, 1995.
  • (FR) Georges Sadoul, Prefazione a L'âge ingrat du cinéma, Parigi, Éditeurs français réunis, 1967.
  • (FR) Société des amis de Louis Aragon et Elsa Triolet, David d'Angers et Aragon : Léon Moussinac, Rambouillet, Société des amis de Louis Aragon et Elsa Triolet, 2007.
  • (FR) Jacky Tronel, Léon Moussinac, l'ami d'Aragon, in Arkheia, n. 21, Montauban, 2009.
  • (FR) Valérie Vignaux, François Albéra, Pascal Ory e Léon Moussinac, Léon Moussinac, Parigi, Association française de recherche sur l'histoire du cinéma, 2014.
  • (FR) Valérie Vignaux, Un intellectuel communiste et Léon Moussinac, critique et théoricien des arts, Parigi, Association française de recherche sur l'histoire du cinéma, 2014.

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