La culla e la sepoltura

La culla e la sepoltura o La culla e il sepolcro (La cuna y la sepultura) è un'opera, divisa in due parti, di carattere filosofico dello scrittore e poeta spagnolo Francisco de Quevedo (1634). La prima parte si chiama Culla e vita, la seconda Morte e sepolcro o Dottrina per morire è più breve rispetto alla prima.

La culla e la sepoltura
Titolo originaleLa cuna y la sepultura
Altro titoloLa culla e il sepolcro
AutoreFrancisco de Quevedo
1ª ed. originale1634
Generetrattato
Lingua originalespagnolo

Edizioni modifica

La prima edizione definitiva esce a Madrid nel 1634, anche se la scrittura di essa è precedente, nel 1615 i primi abbozzi e ancora nella primavera del 1630 uscì a Saragozza un'edizione ulteriormente elaborata. Da quella definitiva ci saranno altre edizioni, due edizioni nel 1634 a Madrid ed a Siviglia, due nel 1635 a Barcellona e Valencia. Nel secolo XVII usciranno poi una dozzina di edizioni, la prima edizione critica è del 1932.

Culla e vita modifica

La prima parte del trattato si chiama Culla e vita e si compone di un proemio e di cinque lunghi capitoli.

  • I capitolo, fra gli argomenti parla della schiavitù dell'uomo in senso fisico e quindi del corpo, parlava poi del concetto della "morte come vita e della vita come morte", come se all'inizio di uno stato corrispondesse anche l'inizio dell'altro.
  • II capitolo, parla dei pericoli del mondo, che secondo lo scrittore sono: la bellezza (che si richiude con il tempo al nulla), la ricchezza e gli onori.
  • III capitolo parla della morte, esprimendone timore
  • IV capitolo, parla della sapienza, che specifica non essere la «scienza».
  • V capitolo, narra delle verità che conducono alla vita cristiana, esprimendo e sintetizzando le idee esposte nei quattro precedenti con preghiere finali.

Dottrina per morire modifica

Influenzata dall'Epistole di San Paolo ritorna a parlare della morte, parlandone come se fosse una sorta di liberazione ma con tratti più cupi.

Stile e fonti modifica

Lo stile è semplice talvolta severo, fra le sue fonti:

Collegamenti esterni modifica

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