Viaggio nella Luna

cortometraggio del 1902 realizzato da Georges Méliès
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Viaggio nella Luna (Le Voyage dans la Lune) è un film muto del 1902 scritto, prodotto, montato, musicato, scenografato e diretto da Georges Méliès. Assieme al Viaggio attraverso l'impossibile è uno dei suoi film più famosi ed è uno dei capolavori del cinema ai suoi esordi.[1] Il film è liberamente basato sui romanzi dei due padri del genere fantascientifico[2] Dalla Terra alla Luna di Jules Verne[3] e I primi uomini sulla Luna di H. G. Wells.[4] Inoltre è stata d'ispirazione anche l'operetta Le Voyage dans la Lune (1875) di Jacques Offenbach.[5]

Viaggio nella Luna
Titolo originaleLe voyage dans la Lune
Paese di produzioneFrancia
Anno1902
Durata15 min (varie versioni)
Dati tecniciB/N, colorato a mano
rapporto: 1,33:1
film muto
Generefantascienza, commedia
RegiaGeorges Méliès
SoggettoJules Verne, H. G. Wells
SceneggiaturaGeorges Méliès
ProduttoreGeorges Méliès
Casa di produzioneStar-Film
FotografiaMichaut, Lucien Tainguy
MontaggioGeorges Méliès
Effetti specialiGeorges Méliès
MusicheGeorges Méliès
ScenografiaGeorges Méliès, Claudel
Interpreti e personaggi

È in genere considerato il primo film di fantascienza,[1] benché preceduto da alcune opere dello stesso regista.[6] Una delle scene iniziali del film, la navicella spaziale che si schianta sull'occhio della Luna (che presenta un volto umano), è entrata nell'immaginario collettivo ed è una delle sequenze che hanno fatto la storia del cinema.

Trama modifica

Film completo restaurato

Il film, diviso complessivamente in 17 scene (dette “quadri”) racconta di un immaginario viaggio nella Luna effettuato a bordo una navicella a forma di proiettile lanciata da un gigantesco cannone; saranno gli astronomi stessi a intraprendere il viaggio. Mentre un gruppo di ballerine festeggia l'evento (Méliès, quale uomo di spettacolo, ben conosceva l'importanza delle ballerine negli spettacoli d'intrattenimento), il proiettile arriva sulla Luna, conficcandosi direttamente nell'occhio della faccia dell'astro e provocandogli una visibile irritazione.

Una volta scesi, i viaggiatori incontrano i Seleniti, vengono catturati e presentati al loro Re. Riescono a scappare, e ripartono facendo cadere il proiettile verso il basso, verso la Terra (secondo un'intuitiva legge di gravità, secondo cui la Terra si trova in basso rispetto alla luna, e quindi, per tornare sulla terra, basta "cadere" dalla luna), finendo in mare e venendo poi riportati in un porto.

Primo quadro: il Congresso di astronomi modifica

In una sala con tutti gli strumenti per l'astronomia dipinti sullo sfondo, sono riuniti i dotti astronomi (alcuni in toga, altri con vistosa capigliatura di riccioli bianchi, altri ancora con cappello a punta da mago), su un palco a gradinate. A sinistra si trova una lavagna con il disegno della terra e della luna e un banco con tre giovani assistenti dai vistosi cappelli a punta.

 
Primo quadro: il Congresso di astronomi

Arrivano altri insigni astronomi e poi sei ballerine con cannocchiali e telescopi, che danno gli strumenti ai dotti della prima fila. Il presidente, vestito come Mago Merlino e riconoscibile per la barba più lunga di tutti, arriva alla riunione venendo applaudito dagli astanti. Invitati tutti a sedersi, il presidente va in cattedra e inizia a spiegare il suo progetto di viaggio verso la Luna, aiutato dai disegni sulla lavagna. Tutti gli danno vistosamente ragione gesticolando, annuendo e applaudendo. Un membro anziano però si alza perché disapprova il progetto: inizia così un'accesa diatriba col presidente, che termina quando quest’ultimo caccia il dissidente tirandogli in faccia tutte le sue carte e libri. Ritrovata l'unanimità, il progetto viene approvato e il presidente, con un capitano dell'esercito e quattro compagni scelti dal congresso, si prepara al viaggio vestendosi con gli abiti portati dagli inservienti (da maghi si abbigliano quindi come "scienziati", in una commistione tra scienza e magia). Il gruppo scelto quindi si avvia in fila verso la missione.

Secondo quadro: fabbricazione della navicella modifica

 
Secondo quadro: fabbricazione della navicella

La seconda inquadratura mostra l'officina dove si sta assemblando la navicella-proiettile, con vari maniscalchi vistosamente all'opera: chi batte sull'incudine, chi mette i chiodi sulla navicella, chi pialla, chi martella. Il gruppo di astronomi arriva e ispeziona la navicella in costruzione, provando a entrarvi e creando qualche guaio: uno di loro cade dentro una tinozza. Uno dei lavoratori suggerisce allora agli astronomi di andare a vedere uno straordinario spettacolo dalla cima dell'edificio. Allora, mentre tutti riprendono il lavoro, gli astronomi salgono su una scala (in parte tagliata dall'inquadratura).

Terzo quadro: veduta della città (Parigi) modifica

Il gruppo, arrivato sul balcone sul soffitto, assiste a una spettacolare vista della città (dipinta), animata dal fumo di numerose ciminiere. Più vicino si vede un'apertura che è il bacino di fusione della navicella: dopo un segnale, attraverso due condutture, inizia a colarvi l'acciaio liquido, che fa sbuffare una folata di fiamme e vapore. Un astronomo ha visto tutto col cannocchiale.

 
Terzo quadro: veduta della città (Parigi)

Quarto quadro: imbarco modifica

Sopra i tetti dipinti della città si trova la terrazza dove c'è l'imbocco del cannone che sparerà il proiettile sulla luna; alla presenza di un ufficiale e di numerose ballerine-aiutanti vestite alla marinara, gli scienziati, che si inchinano all'inizio verso il pubblico, vengono imbarcati sulla navicella (uno di essi scivola) e chiusi. Poi l'astronave viene sospinta all'interno del cannone dalle ballerine, che salutano allegramente alzandosi e sollevando il cappello, nel puro stile dell'avanspettacolo.

 
Quarto quadro: imbarco

Quinto quadro: lancio modifica

La scena successiva mostra quanto in realtà sia enorme il cannone, del quale si era vista solo l'imboccatura, procedendo sullo sfondo per vari chilometri e puntando dritto sulla luna, che appare in cielo contornata dalle nuvole, oltre un suggestivo paesaggio dipinto. Mentre le ballerine si dispongono nella nuova inquadratura dietro il generale, questi si prepara a dare il segnale e un artificiere sale su una scaletta con in mano l'innesco. Al segnale si dà il fuoco e il cannone spara, mentre un gruppo di persone corre verso il balcone per dare il saluto agli esploratori.

 
Quinto quadro: lancio

Sesto quadro: la faccia della luna modifica

Questo quadro, composto da due momenti sfumati, è il primo che mostra un trucco di tipo cinematografico (finora si era assistito a effetti speciali di tipo "teatrale"): la luna dipinta si ingrandisce nella cornice delle nuvole (doppia esposizione con "carrello" nella parte interna per ingrandire il soggetto), poi si trasforma in una vera e propria faccia (trucco di montaggio) che si muove, finché, quando è ormai in primo piano, il proiettile arriva conficcandosi direttamente nel suo occhio spiaccicandosi all'improvviso e facendola lamentare.

 
Sesto quadro: la faccia della luna. Il razzo si schianta sull'occhio della Luna

Settimo quadro: allunaggio modifica

La navicella arriva dolcemente al suolo (si tratta di un overlap, cioè di una discrepanza temporale, perché già nella scena precedente si era visto l'allunaggio, anche se da una diversa prospettiva), poi si apre per far uscire gli astronomi, che si trovano nel roccioso e aspro paesaggio lunare. Esultanti, iniziano a guardarsi attorno, gesticolando con entusiasmo.

Quando sono scesi tutti, alzano le mani e la navicella scompare (trucco dell'arresto della ripresa, una sorta di montaggio per far sparire/apparire oggetti e personaggi, che verrà usato anche dopo); poi si mettono da un lato e mentre la scena si modifica (trucco teatrale), assistono estasiati al sorgere della terra.

Mentre questi stanno per darsi all'esplorazione, un'esplosione li blocca e le fiamme cominciano a scaturire. Quando le fiamme si sono spente, ormai ripresi dalla paura, gli astronomi decidono di riposarsi dalla fatica e, prese delle coperte, si sdraiano in terra a dormire. Nel frattempo compaiono nel cielo visioni di una stella cometa (trucco della sovrimpressione), delle sette stelle dell'Orsa Maggiore con facce di donne in ciascuna (trucco dell'esposizione multipla) e infine di stelle e pianeti, ciascuno con personaggi animati (composti secondo l'estetica tipica dell'Art Nouveau) che sembrano guardare e indicare gli astronomi. Dopo che una neve stellare conclude la visione, gli scienziati si svegliano infreddoliti e ripartono, scendendo all'interno di un cratere.

 
Settimo quadro: allunaggio

Ottavo quadro: interno della Luna modifica

Il cratere conduce a una stupenda grotta nell'interno della luna, con funghi giganti e una cascata che alimenta un fiume. Gli astronomi, estasiati dalla visione, attraversano il fiume tramite un tronco posto a traverso. Mentre il presidente compara la dimensione del suo ombrello con quella di un fungo gigante, l'ombrello stesso si trasforma in fungo (trucco dell'arresto della ripresa) che inizia a crescere magicamente (trucco teatrale). Dietro al fungo appare un Selenita, un abitante della Luna, che saltella freneticamente facendo capriole da acrobata, spaventando gli scienziati. Il presidente lo colpisce con l'ombrello e questo svanisce in una nuvola di fumo (trucco dell'arresto della ripresa). Tenta di fuggire ma il capitano lo blocca continuamente. Un secondo arriva e viene fatto sparire: intanto i seleniti arrivano a piccoli gruppi, che circondano gli astronomi, il presidente e il capitano, catturandoli.

 
Ottavo quadro: interno della Luna

Nono quadro: il re dei Seleniti modifica

La scena successiva è ambientata alla corte del re dei Seleniti, un grande mostro con le chele da granchio al posto delle mani, seduto su uno splendido trono e circondato dalle sette donne-stelle dell'Orsa. Da una porta in un muro magnificamente decorato entra al cospetto del re, dopo un suo gesto, un gruppo di Seleniti guerrieri provvisti di lucerne e armi (lance e un'ascia), seguiti dagli astronomi con le mani legate. Il presidente però riesce a liberarsi e si getta contro il re (che nel frattempo è stato sostituito da un manichino), afferrandolo e gettandolo a terra, facendolo svanire in una fumata, tra la costernazione generale e le guardie impietrite. Liberati i colleghi, scappano tutti via verso destra, inseguiti dalle guardie e dal popolo dei Seleniti, che nel correre non manca di effettuare alcune capriole.

 
Nono quadro: il re dei Seleniti

Decimo quadro: fuga modifica

Nel paesaggio lunare, gli astronomi fuggono precipitosamente, mentre il presidente si difende dai Seleniti che lo rincorrono con l'ombrello, facendone scoppiare un paio, ma l'esercito (una ventina di comparse) li insegue a breve distanza.

 
Decimo quadro: uccisione di un selenita

Undicesimo quadro: partenza modifica

La navicella proiettile, che si trova in cima a uno sperone di roccia, viene raggiunta dagli astronomi tranne il presidente, intento a lottare con un selenita che gli ha preso la giacca. Con un calcio nel sedere, questi riesce a liberarsi di lui facendolo scoppiare con la consueta fumata.

Il presidente allora chiude la nave e, aggrappandosi a una corda legata alla punta della navicella, la fa cadere giù dallo sperone, mentre un selenita si aggrappa al posteriore della navicella. Caduta via la navicella, arriva l'esercito dei Seleniti che manifesta eloquentemente la sua rabbia e insoddisfazione.

 
Undicesimo quadro: partenza

Dodicesimo e tredicesimo quadro: precipitazione modifica

La navicella precipita dal cielo, col professore aggrappato alla corda davanti e il selenita nascosto dietro. La navicella precipita così sulla Terra, finendo nel mare, in cui entra con uno sbuffo (sovrimpressione).

Quattordicesimo quadro: fondo del mare modifica

La navicella cade nel profondo del mare (filmato attraverso un acquario per mostrare un viavai di pesci) e poi risale da sola la corrente.

Quindicesimo quadro: ritorno modifica

La navicella-proiettile viene rimorchiata da una nave a vapore (trucco teatrale con scenografia in movimento), che la riconduce sana e salva in un porto. Sulla nave si vede il Selenita, trascinato sulla Terra, che si dimena.

 
Quindicesimo quadro: la navicella viene rimorchiata da una nave a vapore

Sedicesimo quadro: accoglienza modifica

Questi ultimi due quadri non compaiono in tutte le versioni in circolazione, poiché fino a poco tempo fa si credevano perduti.

L'astronave viene portata in trionfo e gli esploratori sono accolti dalle autorità, tra numerose ballerine festanti. Un sindaco (o re) si congratula con gli scienziati e li incorona uno per uno. Arriva però il Selenita trasportato sulla Terra, che sta lottando con una guardia, ma alla fine si mette a ballare con gli altri, nella festa generale.

Diciassettesimo quadro: la statua modifica

L'ultima scena mostra l'inaugurazione di una statua celebrante l'impresa. Le ballerine fanno un girotondo attorno alla statua, nella gioia generale.

Produzione modifica

Il film venne girato nel 1902[7] negli studi della Star Film di Méliès presso Montreuil, vicino a Parigi. Costò la considerevole cifra di 10.000 franchi, spesi soprattutto per i costumi dei Seleniti e per le ricche scenografie dipinte.

Il film fu girato con una cinepresa fissa ed è privo di didascalie.[2]

Caratteristiche modifica

 
La neve stellare (impressione multipla)

Il filmato, girato a 16 fotogrammi al secondo, è muto, in bianco e nero (ma esistettero sicuramente versioni colorate a mano) ed è composto come "film a quadri", cioè come una serie di scene a inquadratura fissa (con sfondi diversi e durata variabile), inanellate una all'altra per comporre una storia. Non è il primo film a quadri di Méliès (erano già stati girati almeno L'affaire Dreyfus, Cendrillon, Jeanne d'Arc e Barbe-Bleu), ma è uno dei più famosi per via della ricchezza di effetti speciali, il notevole grado di inventiva, la ricchezza di personaggi e la perfetta integrazione ludico/narrativa. Méliès seppe infatti sfruttare tutte le possibilità tecniche allora disponibili, combinandole con precisione meccanica.

Le inquadrature spesso non sono perfette e tagliano fuori alcuni elementi sui lati: questo perché la cinepresa di tipo Lumière, che Méliès adoperava, non era ancora dotata di mirino, per cui l'inquadratura era spesso basata solo sul buon senso e l'esperienza dell'operatore.

La messinscena ricorda una farsa teatrale, dove però la scenografia cambia al ritmo di poche decine di secondi, con un ritmo quindi giocosamente "frenetico" per l'epoca e lo stile di un allegro balletto.

Nelle opere di Méliès la componente di attrattiva per il pubblico era ancora sostanzialmente l'uso degli effetti speciali e la visione di mondi magici resi incredibilmente reali grazie alla fotografia in movimento della recente scoperta del cinematografo. Si parla infatti di questo primo periodo della storia del cinema come "cinema delle attrazioni", dove cioè erano il movimento e gli effetti speciali il principale motivo di richiamo, non ancora la narrazione di storie. Non si può comunque affermare che le opere di Méliès siano assolutamente estranee a forme narrative (come d'altra parte non lo erano i filmati anteriori dei Fratelli Lumière); anzi, soprattutto in Méliès, la storia era spesso un collante per dare senso all'intera rappresentazione.

Le scene senza commento sonoro o didascalie risultano piuttosto difficili nella comprensione. Il pubblico però all'epoca era aiutato dalla figura dell'imbonitore, cioè un narratore fisicamente presente in sala che spiegava e coloriva con battute il senso della storia mostrata. Questa figura gradualmente sparì dalle rappresentazioni cinematografiche successive.

Distribuzione modifica

Durante la distribuzione in Italia è stato citato anche con il titolo Dalla Terra alla Luna, come il romanzo omonimo di Jules Verne, a cui è ispirato.[8]

Accoglienza modifica

Fu la prima opera di finzione cinematografica a conoscere un successo mondiale. Fu anche oggetto di una massiccia opera di pirateria, operata innanzitutto da Thomas Edison, che lo distribuì personalmente in America controtipando illegalmente una copia.[9]

Restauro modifica

Il film fu distribuito, come per altre pellicole di Méliès, sia in bianco e nero che a colori. L'unica copia di quest'ultimo tipo di cui sia nota l'esistenza è quella donata nel 1993 alla Filmoteca de Cataluña da un anonimo. La pellicola era in condizioni prossime alla decomposizione: per questo motivo, nel 1999 fu intrapresa un'accurata opera di restauro ultimata solamente nel 2011 e costata complessivamente 400 000 euro[10], presso i laboratori di Technicolor di Los Angeles. La versione restaurata fu presentata per la prima volta al Festival di Cannes 2011[11], a 18 anni dalla sua scoperta e 109 dalla data d'uscita originale, con una nuova colonna sonora firmata dalla band francese AIR. Il film è poi uscito allegato all'album omonimo della band in una edizione limitata[12] e separatamente in formato DVD e Blu-Ray.

Rifacimento modifica

Il film del 1908 Excursion dans la lune di Segundo de Chomón[13][14] è un rifacimento scena per scena del capolavoro di Méliès.[15]

Il film d'animazione del 1914 A Trip to the Moon, scritto e diretto da Vincent Whitman, è andato perduto; non ci sono elementi per dire che fosse direttamente legato a Méliès, anche se probabilmente era influenzato dal famoso film.[15]

Influenza culturale modifica

  • Il film Il giro del mondo in 80 giorni del 1956 contiene un lungo estratto della pellicola di Méliès.
  • Il videoclip della canzone Tonight, Tonight del gruppo degli Smashing Pumpkins prende ispirazione da questo film e rende omaggio al regista citando il suo nome sulla fiancata della nave a vapore che recupera la navicella (S.S. Méliès)[16]
  • Il videoclip della canzone Heaven for Everyone dei Queen utilizza spezzoni presi da questo film, insieme ad altri tratti da Viaggio attraverso l'impossibile (1904) e da L'éclipse du soleil en pleine lune (1907)[17].
  • Una breve sequenza del film appare nel videoclip di French Kissin' in the U.S.A. di Debbie Harry del 1986.
  • Il film Domani si balla! (1983) di Maurizio Nichetti rende omaggio al cinema di Méliès e in particolare a questo film. Nella pellicola di Nichetti, una televisione privata comincia a trasmettere una stranissima musica, proveniente da un altro pianeta, che scatena in chiunque la senta un'irrefrenabile voglia di ballare. Le scene iniziali del film ritraggono lo spazio siderale e i suoi abitanti secondo lo stile del film di Méliès, come ad esempio i visi umani che si affacciano dalle stelle a cinque punte. Gli abitanti del misterioso pianeta non sono dissimili dai seleniti di Viaggio nella Luna, non parlano (se non con scritte sovrapposte allo schermo) e si muovono saltando e ballando. Inoltre, come i seleniti di Méliès esplodono in una nuvola di fumo quando sono colpiti, gli extraterrestri di Nichetti fanno una medesima vita allorché sono colpiti dalle "parole" che arrivano dal pianeta Terra.
  • Il film Hugo Cabret (2011) di Martin Scorsese parla (non come storia principale) di Georges Méliès e della creazione e montaggio del suddetto film.
  • Nella serie animata I Simpson episodio 21 della 21ª stagione è presente un episodio di Grattachecca e Fichetto che è una parodia del film.
  • Nella serie animata Futurama, nel secondo episodio della 1ª stagione, Bender infila una bottiglia nell'occhio di un funzionario del lunapark travestito da Luna, richiamando evidentemente la scena più nota del film.
  • Nella storia Viaggio nella Luna pubblicata in due parti su Topolino nei numeri 3488 e 3489 viene fatta una parodia del film con protagonisti Paperone, Pico de Paperis, Paperino, Archimede e Brigitta.

Note modifica

  1. ^ a b Roberto Chiavini e Gian Filippo Pizzo, Dizionario dei personaggi fantastici, Gremese Editore, 1996, p. 61, ISBN 978-88-7742-047-3.
  2. ^ a b Bruno Lattanzi e Fabio De Angelis (a cura di), Viaggio nella Luna, in Fantafilm. URL consultato il 6 marzo 2016.
  3. ^ Sandro Bernardi, L'avventura del cinematografo, Marsilio Editori, Venezia 2007. ISBN 978-88-317-9297-4, pag. 33.
  4. ^ (EN) Thierry Lefebvre, A Trip to the Moon: A Composite Film, in Fantastic Voyages of the Cinematic Imagination: Georges Méliès's Trip to the Moon, Matthew, 2011, pp. 50, 58, ISBN 9781438435817.
  5. ^ Costa, 2013, pp. 34-35.
  6. ^ In precedenti cortometraggi Méliès aveva già affrontato il tema della scienza fantastica ispirandosi alla letteratura coeva, come ne La lune à un mètre, del 1898.
  7. ^ Cfr. filmato della versione in b/n con commento didascalico in lingua francese
  8. ^ La Nazione, 7-8 dicembre 1902. Cfr. Costa, 2013, pp. 32-33.
  9. ^ Mereghetti, Dizionario dei Film, Baldini Castoldi Dalai, 2008.
  10. ^ David Robinson, Catalogo Giornate del Cinema Muto 2011 (PDF), su cinetecadelfriuli.org, 135-136. URL consultato il 22 gennaio 2015.
  11. ^ (FR) A Trip to the Moon – a return journey, Festival di Cannes, 20 maggio 2011. URL consultato il 22 gennaio 2015.
  12. ^ (EN) BIOGRAPHY, Aircheology, su aircheology.com. URL consultato il 22 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2015).
  13. ^ Excursion dans la lune, su fantafilm.net. URL consultato il 24 gennaio 2015.
  14. ^ (FR) Excursion dans la lune de Segundo de Chomón (1908), su scifi-movies.com. URL consultato il 24 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 28 gennaio 2015).
  15. ^ a b A Trip to the Moon and The Astronomer's Dream, su weirdwildrealm.com. URL consultato il 24 gennaio 2015.
  16. ^   Jonathan Dayton e Valerie Faris, The Smashing Pumpkins - Tonight, Tonight, su YouTube, 2 agosto 2011. URL consultato il 24 gennaio 2015.
  17. ^   David Mallet, Queen - Heaven For Everyone (Official Video), su YouTube, 15 ottobre 2013. URL consultato il 24 gennaio 2015.

Bibliografia modifica

  • Richard Abel, A Trip to the Moon as an American Phenomenon, in Matthew Solomon (a cura di), Fantastic Voyages of the Cinematic Imagination: Georges Méliès's Trip to the Moon, Albany, State University of New York Press, 2011, pp. 129–142, ISBN 978-1-4384-3581-7.
  • David A. Cook, A History of Narrative Film, New York, W. W. Norton & Company, 2004, ISBN 0-393-97868-0.
  • Antonio Costa, Viaggio sulla luna / Voyage dans la lune, Milano-Udine, Mimesis, 2013, ISBN 9788857516240.
  • Ken Dancyger, The Technique of Film and Video Editing: History, Theory, and Practice, New York, Focal Press, 2007, ISBN 978-0-240-80765-2.

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