Luigi Giuseppe di Borbone-Vendôme

generale francese
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Luigi Giuseppe di Borbone-Vendôme, detto Il Gran Vendôme (Parigi, 1º luglio 1654Vinaròs, 11 giugno 1712), fu VI duca di Vendôme, duca di Beaufort, duca di Mercœur, duca d'Étampes e conte di Penthièvre dal 1669, conte di Dreux e principe d'Anet e di Martigues.

Luigi Giuseppe di Borbone-Vendôme
Luigi Giuseppe in un ritratto equestre di Henry Scheffer
Duca di Vendôme
Stemma
Stemma
In carica1669 –
1712
PredecessoreLuigi
SuccessoreFilippo
TrattamentoSua Altezza Serenissima
NascitaParigi, 1º luglio 1654
MorteParigi, 11 giugno 1712 (57 anni)
DinastiaBorbone-Vendôme
PadreLuigi di Borbone-Vendôme
MadreLaura Mancini
ConsorteMaria Anna di Borbone
ReligioneCattolicesimo
Luigi Giuseppe di Borbone
SoprannomeLe Grand Vendôme
NascitaParigi, 1º luglio 1654
MorteVinaròs, 11 giugno 1712
ReligioneCattolicesimo
Dati militari
Paese servito Regno di Francia
Forza armataEsercito francese
ArmaCavalleria
GradoGenerale
GuerreGuerra d'Olanda
Guerra della Grande Alleanza
Guerra di successione spagnola
BattaglieAssedio di Condé
Assedio di Cambrai
Battaglia di Steinkeerke
Battaglia della Marsaglia
Battaglia di Luzzara
Battaglia di Cassano d'Adda
Battaglia di Calcinato
Battaglia di Castiglione
Battaglia di Oudenaarde
Battaglia di Brihuega
Battaglia di Villaviciosa
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Biografia modifica

Figlio primogenito di Luigi di Borbone-Vendôme (1612-1669) e di Laura Mancini (1636-1657), nipote del cardinale Mazarino, entrò nell'esercito francese all'età di diciotto anni iniziando la sua carriera agli ordini del Grand Turenne nella Guerra d'Olanda.
Prese parte agli assedi di Condé e di Cambrai e nel 1678 aveva già raggiunto il grado di Maresciallo di Campo. Nel 1681 fu nominato Governatore della Provenza.
Nel 1688 ottenne il grado di luogotenente generale e riprese a combattere nella Guerra della Lega d'Augusta (o Guerra della Grande Alleanza). Diede un notevole contributo alla vittoria delle truppe francesi agli ordini del Maresciallo di Francia Luxembourg nella battaglia di Steenkerque (3 agosto 1692). Partecipò poi alla campagna d'Italia del maresciallo Nicolas Catinat combattendo, fra l'altro, la battaglia della Marsaglia (4 ottobre 1693) vinta dai francesi contro Vittorio Amedeo II di Savoia. Gli fu affidata quindi l'armata contro la Spagna con la quale invase la Catalogna ed occupò la città di Barcellona (9 agosto 1697) quando fu nominato viceré di Catalogna.

Nel corso della Guerra di successione spagnola fu comandante dell'Armata franco-spagnola scesa in Italia, dove fu sconfitto a Luzzara (15 agosto 1702) dal cugino primo Eugenio di Savoia-Soissons.[1]

Nell'autunno 1703 invase il Trentino, cercando inutilmente di inoltrarsi in Austria attraverso il Tirolo, ed occupò allo scopo varie piazzeforti in Piemonte. Tornato in Italia il Vendôme si prese la rivincita sul cugino sconfiggendolo a Cassano d'Adda (16 agosto 1705), dopo che il fratello Filippo di Vendôme (1655-1727), detto Il priore, l'aveva già perduta.[2] Il 19 aprile 1706 sconfisse nuovamente il cugino Eugenio presso Calcinato, paese a sud del lago di Garda, e cercò nuovamente di raggiungere l'Austria varcando l'Adige, ma senza successo poiché fu richiamato in patria per essere inviato a combattere nelle Fiandre.

Nel 1708 gli fu affidato un esercito forte di 80 000 uomini sotto il comando in capo di Luigi di Francia duca di Borgogna con il quale venne subito in disaccordo. Egli riuscì ad occupare Gand, Bruges e Plassendal ma non riuscì ad impedire la pesante sconfitta di Oudenaarde, ad opera del cugino principe Eugenio di Savoia e di John Churchill, 1º Duca di Marlborough (11 luglio 1708).

A seguito di questa sconfitta, dovuta non solo alla bravura degli avversari, ma anche alle liti fra i due comandanti francesi, Luigi Giuseppe fu sospeso dal comando e rimase inattivo per circa due anni. Nel 1710, essendo nuovamente in bilico i rapporti tra Francia e Spagna, il re lo inviò nuovamente nei Pirenei. Egli riportò Filippo V a Madrid ed ottenne la sua ultima vittoria militare il 10 settembre di quell'anno a Villaviciosa de Tajuña (località del municipio di Brihuega) contro le truppe del generale Guido von Starhemberg. Nello stesso anno sposò Maria Anna di Borbone, Mademoiselle de Montmorency, figlia di Enrico III Giulio di Borbone-Condé e nipote del Gran Condé. La coppia non ebbe figli[3] ed alla sua morte, avvenuta due anni dopo, gli subentrò nel titolo il fratello Filippo di Borbone-Vendôme.

Personalità modifica

Detestando i bastardi reali legittimati, il duca di Saint-Simon, nelle sue Mémoires, diede di lui un ritratto al vetriolo:

«Era di taglia ordinaria per la sua altezza, un po' grosso, ma vigoroso, forte e sveglio; un viso forte e nobile e l'aria altezzosa (...); soprattutto era un cortigiano ammirabile, che sapeva come tener fede a tutti i suoi vizi pur tenendosi al riparo dal re per la sua nascita; lucido nell'arte, con una scelta misurata nel contempo, era avaro all'eccesso (...) familiare e popolare con la gente comune, nascondeva la propria vanità ed era volgare in amore; fondamentalmente era orgoglioso, un orgoglio che voleva tutto, divorando ogni cosa»

Infatti, se egli fu uno dei più grandi generali di Luigi XIV, il duca di Vendôme era rinomato per la sua grossolanità. Il marchese d'Argenson, futuro ministro degli esteri di Luigi XV, annoterà sul suo diario come egli portò agli eccessi in maniera «prodigiosa» il suo « libertinaggio, la trascuratezza e la pigrizia».

Divenne anche noto per la sua manifesta omosessualità. Saint-Simon lo accusò di dedicarsi al «vizio» degli «abitanti di Sodoma».

Il Vendôme è raffigurato nel dipinto ex voto anonimo La partenza delle truppe del generale Vendôme, realizzato a seguito del suo passaggio nel Basso Sarca del 1703.

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Enrico IV di Francia Antonio di Borbone-Vendôme  
 
Giovanna III di Navarra  
Cesare di Borbone-Vendôme  
Gabrielle d'Estrées Antoine d'Estrées  
 
Françoise Babou de La Bourdaisière  
Luigi di Borbone-Vendôme  
Filippo Emanuele di Lorena Nicola di Lorena  
 
Giovanna di Savoia-Nemours  
Francesca di Lorena  
Maria del Lussemburgo Sebastiano di Lussemburgo-Martigues  
 
Marie de Beaucaire  
Luigi Giuseppe di Borbone-Vendôme  
Paolo Mancini Lorenzo Mancini  
 
Olimpia Massimo  
Michele Lorenzo Mancini  
Vittoria Capocci Vincenzo Capocci  
 
Lucrezia Glorieri  
Laura Mancini  
Pietro Mazzarino Girolamo Mazzarino  
 
Margherita de Franchis-Passavera  
Girolama Mazzarini  
Ortensia Bufalini Ottavio Bufalini  
 
Francesca Belloni  
 

Onorificenze modifica

Successioni modifica

Preceduto da: Duchi di Vendôme Succeduto da:
Luigi di Borbone-Vendôme
(1665 – 1669)
 
Luigi Giuseppe di Vendôme
(1669 – 1712)
Filippo di Borbone-Vendôme
(1712 – 1717)

Note modifica

  1. ^ In realtà la battaglia ebbe alterne vicende e la vittoria fu considerata tale dagli austriaci essendo riuscito Eugenio di Savoia a rimanere padrone del campo e ad evitare che i francesi liberassero Mantova dall'assedio delle truppe imperiali. I due condottieri erano cugini primi per parte di madre: Laura Mancini, madre del Vendôme, era sorella di Olimpia Mancini, madre di Eugenio.
  2. ^ Nell'ottobre dello stesso anno si oppose fermamente alla decisione del giovane Duca de la Feuillade, nuovo comandante delle truppe franco-spagnole affiancatogli da Luigi XIV, di interrompere i lavori preparatori per l'assedio di Torino, ma senza successo. Il Vendôme scrisse al re:

    «Se Vostra Maestà tralascia la presente occasione di prendere Torino, non la ritroverà giammai …»

    offrendosi egli stesso di assumere il comando delle truppe assedianti. Il Re gli rispose che un assedio nelle condizioni del momento sarebbe stato contro le regole, al che egli rispose furibondo:

    «Vostra Maestà resti pure servito di farmi spiccare la testa dal busto, se io non prendo Torino contro le regole!»

  3. ^ Luigi Giuseppe era già anziano quando si sposò, ed era notoriamente omosessuale, come viene rivelato nelle famosissime memorie del Duca di Saint Simon, ossia Louis de Rouvroy de Saint-Simon.

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN138152682580423312315 · ISNI (EN0000 0000 5934 0203 · CERL cnp01090797 · LCCN (ENno99032806 · GND (DE1026455197 · BNE (ESXX1363756 (data) · BNF (FRcb10656947t (data)