Adige
L'Adige (AFI: /ˈadiʤe/[1]; anticamente anche Adice, /ˈadiʧe/[2]; Etsch in tedesco e in dialetto sudtirolese, Adesc in ladino, Ades in trentino, Àdese in veneto, in latino Athesis, in greco antico: Άθεσης?, Áthesēs) è un fiume dell'Italia nordorientale, per lunghezza – circa 410 km – il secondo fiume italiano dopo il Po, il terzo per ampiezza di bacino dopo Po e Tevere, il quarto per volume d'acque dopo Po, Ticino e Tevere, con 235 m³/s di portata media annua presso la foce.
Adige | |
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L'Adige a Verona | |
Stato | Italia |
Regioni | Trentino-Alto Adige Veneto |
Lunghezza | 410 km |
Portata media | 235 m³/s alla foce |
Bacino idrografico | 12 200 km² |
Altitudine sorgente | 1 550 m s.l.m. |
Nasce | nei pressi del lago di Resia 46°50′07.3″N 10°30′54.61″E |
Affluenti | rio Ram (Rambach); Passirio (Passer); Isarco (Eisack); Noce; Avisio; Fersina; Leno; Alpone |
Sfocia | Mare Adriatico 45°09′44.64″N 12°19′47.64″E |
Nasce presso il passo Resia (Reschenpass) nell'Alta Val Venosta (Obervinschgau) in Alto Adige e sfocia nel mare Adriatico presso i comuni di Chioggia e Rosolina, nelle rispettive frazioni di Cavanella d'Adige e di Rosolina Mare, dopo aver attraversato le città di Trento, Rovereto, Verona, Legnago, Cavarzere, lambendo Merano, Bolzano e Rovigo, passando interamente per le regioni Trentino-Alto Adige e Veneto. La valle in cui scorre assume vari nomi: val Venosta tra la sorgente e Merano, valle dell'Adige tra Merano e Trento, Vallagarina tra Trento e Verona, e quindi val Padana tra Verona e la foce, con un'ampia area destra del fiume vicino alla foce che fa anche parte del Parco Delta del Po MAB UNESCO (Riserva della biosfera).
Il bacino idrografico
modificaComplessivamente il suo bacino idrografico è di 12 000 km² (che lo rendono il terzo in Italia per ampiezza dopo il Po e il Tevere): di questi ben 7.200 sono in provincia di Bolzano, nel cui territorio scorre per 140 km (oltre 1/3 del suo percorso complessivo), mentre i restanti sono suddivisi tra le province di Trento, di Verona, di Padova, di Rovigo e di Venezia.
I suoi principali affluenti sono:
- il rio Ram (Rambach) presso Glorenza (Glurns) (BZ);
- il Passirio (Passer) presso Merano (Meran) (BZ);
- l'Isarco (Eisack) presso Bolzano (Bozen) (BZ);
- il Noce presso Zambana (TN);
- l'Avisio presso Lavis (TN);
- il Fersina presso Trento (TN);
- il Leno presso Rovereto (TN);
- l'Alpone presso Albaredo d'Adige (VR).
Nel suo tratto iniziale, il rio Ram (Rambach) scorre nella val Monastero, politicamente appartenente alla Svizzera (Cantone dei Grigioni).
Portate medie mensili
modificaAmbiente
modificaIl fiume Adige percorre soprattutto zone pianeggianti o montuose, con climi alpini, continentali e miti in estate o primavera. Sulle sue sponde è quasi sempre presente una striscia di vegetazione, incluse piante di latifoglie e arbusti, di un verde acceso, donatogli appunto dalle acque del fiume.
Storia
modificaIl fiume è stato protagonista di alcune devastanti alluvioni. Già in epoca romana la sua idrografia subì una variazione: Plinio il Vecchio[3] non cita più il Po di Adria perché l'Adige aveva subito una rotta ed era confluito nella Filistina e in altri due canali, chiamati il Fossone e la Carbonaria (Po di Goro).[4]
Successivamente la rotta della Cucca, la catastrofica alluvione del VI secolo (589), secondo le cronache di Paolo Diacono, provocò morte e distruzione a Verona e nelle campagne. Vi è la notizia di altri fenomeni di questo tipo in passato: tra i più gravi sono da ricordare le inondazioni del 1882, del 1966 e del 1981.
Il 9 novembre 1046 il corso del fiume venne sbarrato per oltre dieci giorni a seguito di una frana causata da un violento terremoto nella media valle dell'Adige.[5]
Nel 1474, vicino a Castel Firmiano presso Bolzano, l'Adige in piena - chiamato nel documento «wasszer Etsch» - aveva inondato e distrutto le vie di passaggio, al che i duchi d'Austria misero in atto misure di ripristino delle comunicazioni viarie.[6]
Nel 1858 il corso del fiume fu deviato dal centro della città di Trento con uno spostamento del corso verso ovest: si trattò di rettificare il percorso che invece in origine faceva un'ansa verso est, fin quasi sotto alle mura del castello del Buonconsiglio. Tale operazione, che nei progetti doveva servire ad evitare inondazioni e piene nel centro della città, di fatto trasformò profondamente la zona del tracciato originale.
Nel settembre 1882 il fiume ruppe gli argini in nove punti a Bolzano e a San Michele all'Adige, e inondò la parte nord della città di Trento; la piena provocò anche un'alluvione a Verona e un'alluvione in Polesine. Proprio per salvare la città di Verona da possibili inondazioni, nella prima metà del XX secolo fu progettato, costruito e completato nel 1959 un tunnel scolmatore (Galleria Adige-Garda) che congiunge l'Adige in località Mori con il lago di Garda in località Nago-Torbole e che è in grado di convogliare le acque in eccesso dal fiume al lago. A causa della notevole differenza di temperatura e qualità delle acque, si fece ricorso al travaso delle acque molto raramente, soltanto quando strettamente necessario. Il tunnel venne usato infatti soltanto 13 volte tra il 1960 e il 2023: nel 1960, 1965, 1966 (due volte), 1976, 1980, 1981, 1983, 2000, 2002, 2018, 2022 e 2023. L'utilizzo dello scolmatore deve essere coordinato con il livello del lago di Garda e del fiume Mincio per evitare problemi.
Nel novembre 1966 la città di Trento conobbe la più grande alluvione della sua storia: buona parte della città e circa 5.000 ettari di campagna furono sommersi da circa due metri d'acqua. In seguito all'alluvione, gli argini vennero alzati di circa un metro. Nel luglio 1981 gli argini cedettero nei pressi di Salorno che fu sommersa assieme alle campagne circostanti.
Nel 2019 la portata massima che può transitare nel fiume era pari a 2.500 m³/s ed era corrispondente a un tempo di ritorno di 200 anni.
Nel corso del medioevo l'Adige fu anche teatro di importanti azioni militari, come nel 1439, quando le flotte congiunte dei Visconti e dei Gonzaga, allora in guerra contro Venezia, riuscirono a risalire il fiume e prima assediarono Legnago e poi gettarono un ponte di barche fortificato a valle di Verona per bloccare i rifornimenti alla città, mentre nel 1487, sempre lungo l'Adige, a Calliano i veneziani furono sconfitti dall'esercito del duca Sigismondo d'Austria[7].
Informazioni e curiosità
modificaLungo le rive del fiume, sfruttando le strade degli argini, si sviluppa la ciclopista della valle dell'Adige, una delle più lunghe presenti in Italia, che unisce la provincia di Verona con quella di Bolzano.
Ogni anno nel mese di ottobre nel tratto compreso tra Borghetto (TN) e Pescantina (VR) si svolge l'Adige marathon, una gara canoistica sia a livello agonistico che amatoriale.
Il percorso dell'Adige (galleria fotografica)
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La vera sorgente dell'Adige, in un bunker dello sbarramento Passo Resia
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La falsa sorgente dell'Adige
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Nei pressi di Naturno, con la linea ferroviaria Merano-Malles in primo piano
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A Trento, vista dal monte Calisio
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Il fiume nell'alto veronese
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Il percorso in Vallagarina visto dal Corno d'Aquilio; sullo sfondo il Garda
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Adige a Chiusa
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Il fiume nei pressi di San Giovanni Lupatoto
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A sud di Bonavigo fra Orti e il Santuario Madonna di San Tommaso Beckett
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All'entrata della provincia di Rovigo a nord di Badia Polesine
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A San Martino di Venezze, località Penisola
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La foce del fiume
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La foce a Rosolina Mare
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La nuova torretta a Rosolina Mare che permette di vedere la foce dell'Adige
Filmografia
modificaMauro Vittorio Quattrina "L'Adige di carta". Docufilm narrato in "prima persona" da Berto Barbarani interpretato da Stefano Paiusco - 2019 -
Note
modifica- ^ Luciano Canepari, Adige, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, ISBN 88-08-09344-1.
- ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Adige", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
- ^ Naturalis historia, III.
- ^ Braccesi, braccesi.
- ^ 9 novembre 1046 Media valle dell'Adige, su Catalogue of Strong Italian Earthquakes, INGV (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2017).
- ^ Hannes Obermair, Bozen Süd - Bolzano Nord. Scritturalità e documentazione archivistica della città di Bolzano fino al 1500, vol. 2, Bolzano, Città di Bolzano, 2008, p. 156, n. 1151, ISBN 978-88-901870-1-8.
- ^ Fabio Romanoni, La guerra d’acqua dolce. Navi e conflitti medievali nell’Italia settentrionale, Bologna, CLUEB, 2023, pp. 63;74;87, ISBN 978-88-31365-53-6.
Bibliografia
modifica- (DE) Helmut Gritsch, Schiffahrt auf Etsch und Inn, in Alpenübergänge vor 1850, a cura di Uta Lindgren, Stoccarda: Steiner, 1987, pp. 47–63. ISBN 3-515-04847-2
- (DE) Peter Ortner, Christoph Mayr, Die Etsch. Natur- und Kulturbild eines Alpenflusses, Bolzano: Athesia, 1984. ISBN 3-515-04847-2
- Eugenio Turri, L'Adige: il fiume, gli uomini, la storia, Verona: Cierre, 1997. ISBN 88-85923-40-2
- Lorenzo Braccesi, Hellenikòs kolpos: supplemento a Grecità adriatica, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2001, ISBN 978-88-8265-153-4.
- (DE) Kurt Werth, Geschichte der Etsch zwischen Meran und San Michele. Flussregulierung, Trockenlegung der Möser, Hochwasser, Lana: Tappeiner, 2003. ISBN 88-7073-334-3
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikiquote contiene citazioni sull'Adige
- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «Adige»
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'Adige
Collegamenti esterni
modifica- Adige, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Arrigo Lorenzi, ADIGE, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1929.
- Àdige, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Adige River, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Adolfo Cecilia, Adige, in Enciclopedia dantesca, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1970.
- Adige, su rovigobox.it. URL consultato il 10 marzo 2011.
- Alluvione del 1882 (PDF), su sistemazionemontana.provincia.tn.it. URL consultato il 18 novembre 2006 (archiviato dall'url originale il 5 settembre 2006).
- Alluvione del 1966 (PDF), su sistemazionemontana.provincia.tn.it. URL consultato il 18 novembre 2006 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2011).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 233668530 · LCCN (EN) sh85000874 · GND (DE) 4015629-1 · BNE (ES) XX5434405 (data) · BNF (FR) cb17157861f (data) · J9U (EN, HE) 987007292819905171 |
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