Ozzano Taro
Ozzano Taro è una frazione di Collecchio, in provincia di Parma.
Ozzano Taro frazione | |
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Chiesa di San Pietro | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Provincia | Parma |
Comune | Collecchio |
Territorio | |
Coordinate | 44°42′34.88″N 10°08′27.1″E |
Altitudine | 198 m s.l.m. |
Abitanti | 1 130[2] |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 43044 |
Prefisso | 0521 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
La località dista 7,21 km dal capoluogo.[1]
Geografia fisica
modificaLa frazione sorge in posizione pressoché pianeggiante nella val di Taro, ai piedi dei primi rilievi appenninici, sulla sponda destra del fiume.[3]
Origini del nome
modificaSecondo alcune ipotesi il nome della località, nota come Alciano nell'XI secolo[3] e Alzano o Vozzano nel XV,[4] potrebbe aver origine dall'etrusco hunt, ossia "cinque", pari alla distanza dalla via del Sale.[3]
Altri storici ritengono invece che il toponimo derivi dal latino Altianus, col significato di "luogo alto" rispetto al fiume Taro.[3]
Storia
modificaLa più antica testimonianza dell'esistenza di un insediamento umano a Ozzano Taro risale al 1005, quando il vescovo di Parma Sigefredo II donò al monastero di San Paolo le terre che possedeva ad Alciano, Gaiano e Madregolo.[3]
Nel 1230[5] fu menzionata per la prima volta l'originaria cappella, dipendente dalla pieve di Fornovo.[3]
Nel 1495 si svolse a Gualatica, all'epoca detta anche Aqualatula, Rualadga o Gualadga, la cosiddetta battaglia di Fornovo, che oppose l'esercito del re di Francia Carlo VIII di Valois, accampato sulla sponda sinistra del Taro, e la Lega Antifrancese guidata dai milanesi e dai veneziani, acquartierata sulla destra; il minuscolo borgo, scomparso successivamente a causa dell'erosione da parte delle acque del fiume, sorgeva a pochissima distanza da Alzano, in corrispondenza del guado di collegamento con Felegara.[4]
Nel 1709 il duca di Parma Francesco Farnese investì Domenico Manara del titolo marchionale e gli assegnò i feudi di Ozzano, Sivizzano e Triano;[6] i suoi eredi ne mantennero i diritti fino alla loro abolizione sancita da Napoleone per il ducato di Parma e Piacenza nel 1805;[7][8] successivamente la frazione fu unita al comune di Fornovo di Taro.[3]
Tra il 1860 e il 1865 furono intraprese alcune campagne di ricerca di petrolio nella zona di Ozzano, che tuttavia si concentrarono negli anni seguenti nei pressi di Vallezza.[9]
Nel 1909 la frazione si separò da Fornovo di Taro per aggregarsi a Collecchio.[3]
Monumenti e luoghi d'interesse
modificaChiesa di San Pietro
modificaMenzionata per la prima volta nel 1141, la chiesa, dedicata a san Pietro apostolo, fu completamente ricostruita in stile barocco tra il 1750 e il 1756; restaurata a più riprese, fu ristrutturata internamente nel 1964; il luogo di culto conserva alcune opere di pregio, tra cui i dipinti raffiguranti la Madonna col Bambino e santi e il Battesimo di Gesù, risalenti al XVII secolo, e la Madonna dell'Umiltà, realizzata nel XVIII secolo.[10][11]
Cultura
modificaMusei
modificaMuseo Ettore Guatelli
modificaCollocato all'interno del podere Bellafoglia, il museo espone una ricchissima collezione di oggetti di uso quotidiano, utilizzati dalle famiglie contadine del Parmense fino agli inizi del XX secolo.[12]
Economia
modificaL'economia del paese è legata alla presenza di due importanti industrie, sorte tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX:[3] lo stabilimento Rodolfi Mansueto S.p.A., che produce dal 1896 conserve e altri prodotti alimentari,[13] e lo stabilimento Newlat Food, nato nel 1920 come industria conserviera, acquisito nel 1927 dalla Carlo Erba per la produzione di prodotti alimentari dietetici e per qualche decennio anche farmaceutici,[14] acquistato nel 1976 dalla Plasmon e alienato nel 2015 dalla Kraft alla Newlat S.p.A.[15]
A Ozzano Taro ha inoltre sede dal 1983 la cantina Monte delle Vigne; la tenuta si estende sulle colline poste tra Gaiano e Fornovo di Taro su una superficie di 60 ettari, di cui 40 ricoperti da vigneti.[16]
Infrastrutture e trasporti
modificaOzzano Taro è attraversata da nord-est a sud-ovest dalla strada statale 62 della Cisa e dalla ferrovia Pontremolese, che serve la frazione attraverso la stazione omonima.
Note
modifica- ^ a b La Frazione di Ozzano Taro, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 1º febbraio 2017.
- ^ [1]
- ^ a b c d e f g h i Ozzano Taro, su comune.collecchio.pr.it. URL consultato il 1º febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2018).
- ^ a b Pezzana, p. 296.
- ^ Capitulum seu Rotulus Decimarum della diocesi di Parma
- ^ Manara, Prospero Valeriano, su treccani.it. URL consultato il 7 ottobre 2018.
- ^ Molossi, p. 244.
- ^ L'eredità napoleonica. Il Codice (PDF), su treccani.it. URL consultato il 1º febbraio 2017.
- ^ I pionieri a Vallezza, su museodelpetrolio.it. URL consultato il 1º febbraio 2017.
- ^ Chiesa di San Pietro Apostolo "Ozzano Taro, Collecchio", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 2 febbraio 2018.
- ^ GiudaPiù, p. 9.
- ^ Il Museo del quotidiano, su museoguatelli.it. URL consultato il 1º febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2017).
- ^ Storia, su rodolfimansueto.com. URL consultato il 1º febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2017).
- ^ Ozzano Taro, su newlat.it. URL consultato il 1º febbraio 2017.
- ^ La Kraft vende lo stabilimento di Ozzano, in parma.repubblica.it, 6 ottobre 2015. URL consultato il 1º febbraio 2017.
- ^ Tegoni
Bibliografia
modifica- Infoturismo, in GuidaPiù, Collecchio, Reggio Emilia, Gruppo GuidaPiù srl, 2007.
- Lorenzo Molossi, Vocabolario topografico dei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia Ducale, 1832-1834.
- Angelo Pezzana, Storia della città di Parma, Tomo quinto, Parma, Reale Tipografia, 1859.
- Paolo Tegoni, Malvasia, un diario mediterraneo, Parma, Associazione Culturale Terrae - Opificio Culturale Enogastronomico, 2022, ISBN 9788894650716.
Voci correlate
modificaAltri progetti
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