Publio Fiori

politico italiano

Publio Fiori (Roma, 25 marzo 1938) è un politico italiano.

Publio Fiori

Ministro dei trasporti e della navigazione
Durata mandato10 maggio 1994 –
17 gennaio 1995
PresidenteSilvio Berlusconi
PredecessoreRaffaele Costa
SuccessoreGiovanni Caravale

Sottosegretario di Stato al Ministero delle poste e delle telecomunicazioni
Durata mandato28 giugno 1992 –
28 aprile 1993
PresidenteGiuliano Amato
PredecessoreRaffaele Costa
SuccessoreOmbretta Fumagalli Carulli

Sottosegretario di Stato al Ministero della Salute
Durata mandato28 aprile 1993 –
10 maggio 1994
PresidenteCarlo Azeglio Ciampi
PredecessoreLuciano Azzolini
SuccessoreGiulio Conti

Vicepresidente della Camera dei deputati
Durata mandato6 giugno 2001 –
27 aprile 2006
PresidentePier Ferdinando Casini

Deputato della Repubblica Italiana
LegislaturaVIII, IX, X, XI, XII, XIII, XIV
Gruppo
parlamentare
VIII-XI: DC
XII-XIV: AN
CircoscrizioneLazio 1
CollegioRoma (VIII, IX, X, XI); Roma-Trieste (XII, XIII e XIV)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDC (1958-1993)
AN (1995-2005)
DCA (2005-2006)
Rinascita DC (2006-2011)
Rinascita Popolare (dal 2011)
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
ProfessioneAvvocato dello Stato

Nel corso della sua carriera è stato vicepresidente della Camera dei deputati, sottosegretario al Ministero delle poste e delle telecomunicazioni, sottosegretario alla Sanità e ministro dei trasporti e della navigazione.

La militanza politica modifica

 
Publio Fiori nel 1979

Laureato in giurisprudenza, la sua esperienza politica ha inizio nella Democrazia Cristiana, partito nel quale ha militato fino al suo scioglimento.

Il 2 novembre 1977 un gruppo di fuoco delle Brigate Rosse, formato da Prospero Gallinari, Barbara Balzerani, Bruno Seghetti e Rita Algranati gli tese un agguato; Fiori, che era armato, tentò di reagire ma venne gravemente ferito alle gambe e al torace[1][2].

L'iscrizione alla P2 modifica

Publio Fiori per molto tempo risulta iscritto nella lista degli appartenenti alla P2, scoperta nel 1981. Solo nel 2001, il tribunale di Roma, con sentenza n. 20537/01, ha escluso l'appartenenza di Publio Fiori alla loggia massonica P2 (tessera 1878).[3]

Dalla DC ad AN modifica

Dal primo luglio del 1992 è sottosegretario al Ministero delle poste e delle telecomunicazioni nel governo Amato I, mentre il 6 maggio dell'anno successivo entra nel governo Ciampi come sottosegretario alla Sanità. A luglio del 1993, allorquando l'assemblea organizzativa della Democrazia Cristiana (guidata all'epoca dal segretario Mino Martinazzoli) sceglie di aprirsi verso i contributi della sinistra e del PDS, decide di abbandonare il partito.

Fiori, infatti, è situato sulle posizioni della destra-DC e sostiene che la tradizione democristiana non possa fondersi con quella post-comunista. La diatriba si apre principalmente negli ambienti romani dove, alle elezioni amministrative d'autunno, Fiori sceglie di supportare la destra e la candidatura a sindaco di Gianfranco Fini, alla guida di un Movimento Sociale Italiano che aveva già iniziato quel rinnovamento liberaldemocratico che alcuni mesi più tardi lo porterà a confluire in Alleanza Nazionale.

Così, nel 1995, con la svolta di Fiuggi, Fiori è tra i fondatori di AN, dopo essere stato ministro dei trasporti e della navigazione nel primo governo Berlusconi.

Il ritorno al centrismo modifica

La storia politica di Fiori in Alleanza Nazionale, però, finisce nel 2005, in rotta di collisione con alcune scelte "laiche" del leader Fini (in particolare per la posizione sul referendum in materia di fecondazione assistita). Così sostiene il ritorno a posizioni neo-democristiane e neo-centriste, aderendo nel novembre dello stesso anno alla Democrazia Cristiana per le Autonomie, partito fondato da Gianfranco Rotondi, di cui viene nominato presidente. Una delle prime dichiarazioni di Fiori è stata:

«Il vero Centro siamo noi. La nuova DC è un partito che mi piace, perché riscopre valori e storie e ispirandosi al principio delle autonomie, credo sia in grado di raccogliere nel territorio tutti quelli che, organizzati in associazioni od altro, vogliono recuperare un senso popolare della politica diverso da quello attuale.»

A luglio 2006, divorzierà dalla Democrazia Cristiana per le Autonomie dopo essere stato deferito al collegio dei probiviri con l'accusa di aver convocato illecitamente un congresso nazionale del partito[4].

La nascita di Rifondazione DC modifica

Approfittando del clima politico in cui si dibatte sulla possibile costituzione di un soggetto politico centrista in contrapposizione al bipolarismo, Fiori fonda il partito Rifondazione DC il 1º ottobre 2006. Fiori ne viene eletto segretario nazionale (per acclamazione), mentre Clelio Darida ne è presidente del consiglio nazionale.

Il nuovo partito pone in atteggiamento critico nei confronti della sinistra e del governo Prodi II, schierandosi contro la finanziaria 2007. Il soggetto politico tuttavia non decolla e si vede costretto, per rafforzarsi, alla promozione di una federazione di partiti di ispirazione democristiana. Il 10 ottobre 2010 ed il 10 aprile 2011, il progetto prende vita con la celebrazione in Roma delle prime due assemblee nazionali dei movimenti di ispirazione cattolica.[5]

Il progetto della Federazione Democristiana modifica

All'inizio del 2007 il partito si federa con i Popolari UDEUR di Clemente Mastella e la Democrazia Cristiana di Giuseppe Pizza e fonda la Federazione Democristiana con l'obiettivo in prospettiva di costituire un polo di centro di ispirazione democristiana e di predisporre liste unitarie per le elezioni europee del 2009.

Note modifica

  1. ^ P.Gallinari, Un contadino nella metropoli, pp. 170-171.
  2. ^ S.Mazzocchi, Nell'anno della tigre, pp. 84-85.
  3. ^ Dossier: Dalla P2 a Forza Italia e il piano rinascita Archiviato il 28 marzo 2010 in Internet Archive., punto 4 ("Forza italia e la P2: ricorsi storici e analogie"), da indymedia.org.
  4. ^ Dc, segretario contro presidente "Fiori vuole spaccare il partito" - Politica - Repubblica.it, su repubblica.it. URL consultato il 15 gennaio 2022.
  5. ^ Federazione dei Democratici Cristiani

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Collegamenti esterni modifica

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