San Martino in Rio
San Martino in Rio (Sân Martèin Grand in dialetto reggiano[4]) è un comune italiano di 8 217 abitanti della provincia di Reggio Emilia in Emilia-Romagna.
San Martino in Rio comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Paolo Fuccio (Partito Democratico) dal 5-6-2016 (2º mandato dal 5-10-2021) |
Territorio | |
Coordinate | 44°44′N 10°47′E / 44.733333°N 10.783333°E |
Altitudine | 36 m s.l.m. |
Superficie | 22,72 km² |
Abitanti | 8 217[1] (30-6-2023) |
Densità | 361,66 ab./km² |
Frazioni | Gazzata, Marzano, Osteriola, Stiolo, Trignano |
Comuni confinanti | Campogalliano (MO), Correggio, Reggio Emilia, Rubiera |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 42018 |
Prefisso | 0522 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 035037 |
Cod. catastale | I011 |
Targa | RE |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 394 GG[3] |
Nome abitanti | sammartinesi |
Patrono | san Martino di Tours |
Giorno festivo | 11 novembre |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Geografia fisica Modifica
San Martino in Rio si trova nella pianura Padana, a 15 km ad est di Reggio Emilia. Il territorio comunale, oltre che dal capoluogo, è formato dalle frazioni di Gazzata, Marzano, Osteriola, Stiolo, Trignano per un totale di 22,65 chilometri quadrati. Confina a nord e ad ovest con Correggio, ad est con il comune modenese di Campogalliano e a sud con Rubiera e Reggio Emilia.
Storia Modifica
Carlo Magno donò queste terre alla Chiesa di Reggio Emilia, che a sua volta, tramite il vescovo Niccolò Maltraversi, nel 1050, le cedette a Bonifacio di Canossa. Nel 1115 la contessa Matilde di Canossa, figlia di Bonifacio, infeudò il territorio alla famiglia reggiana franca dei Roberti. Il castello fu distrutto nel 1157 dall'imperatore Federico Barbarossa e i Roberti lo ricostruirono circondandolo con un fossato sempre pieno di acqua, ponte levatoio e fortificandolo con mura e due poderose torri. Nel 1353 i Gonzaga assediarono e distrussero il castello, che, con l'aiuto dei Visconti, venne nuovamente ricostruito.
Nel 1368 i Roberti, con l'investitura imperiale di Carlo IV, si assicurarono il possesso del feudo fino al 1400, anno in cui iniziarono gli scontri con gli Estensi, che portarono la famiglia dei Roberti ad abbandonare nel 1420 San Martino in Rio, denominato San Martino de' Roberti ed al ritorno in Franconia.
Divenuto centro di una Signoria indipendente per un ramo cadetto degli Este con Sigismondo I d'Este (1501-1507), San Martino in Rio, chiamato allora San Martino d'Este, esercitava la sovranità anche sui territori di Campogalliano, Castellarano, Prato di Correggio, Lemizzone, Gazzata, Stiolo e Trignano; con Filippo I d'Este, la Signoria fu elevata a Marchesato ed infine nel 1747, con Carlo Filiberto II d'Este, il territorio divenne Principato dell'Impero.
La linea sigismondina degli Este di San Martino, iniziata nel 1501, si estinse nel 1752 con la morte senza eredi maschi di Carlo Filiberto II d'Este.
Il 12 aprile 1753, con rogito Ferrari, i territori di San Martino in Rio e Campogalliano vennero ceduti dalla Camera Ducale d'Este alla vedova di Carlo Filiberto, Teresa Sfondrati, per la durata di tre anni. Nel 1756 il contratto si rinnovò in favore della figlia Anna Ricciarda, che l'anno precedente aveva sposato il principe Alberico Barbiano di Belgiojoso. Il contratto stipulato verrà rinnovato, sempre con rogito Ferrari, nel 1758 e prolungato fino alla fine del 1767, dopo il quale anno il territorio sarebbe tornato definitivamente alla Camera Ducale[5].
Il territorio di San Martino in Rio venne successivamente concesso in feudo al marchese Paolo Rango d'Aragona. La Rocca Estense perde l'aspetto di fortezza militare per divenire residenza signorile.
Molti edifici cittadini furono gravemente danneggiati dal violento terremoto del 20 maggio 2012.
Nell'aprile del 2019 il Comune è stato insignito della Medaglia di Bronzo al Valor Militare a commemorazione dei combattenti, dei caduti che durante la Guerra di Liberazione sono stati protagonisti di straordinarie pagine di eroismo, e dei tragici eventi del marzo-aprile 1944 che portarono alla Liberazione[6].
Simboli Modifica
Lo stemma del Comune di San Martino in Rio è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 12 ottobre 1960.[7]
«D'argento, al San Martino vestito al naturale, aureolato d'oro, calcante un elmo aperto d'acciaio, montato su di un cavallo passante dal mantello bruno al naturale in atto di dividere il manto rosso con un mendicante attraversante, inginocchiato, su un terreno erboso ed implorante, con le braccia levate, soccorso e carità.[8]»
Il gonfalone è stato concesso con D.P.R.del 1º novembre 1960.[7]
«Drappo partito di bianco e di azzurro…[9]»
Onorificenze Modifica
— 25 settembre 2018[10]
Monumenti e luoghi d'interesse Modifica
Architetture civili Modifica
Architetture militari Modifica
- Rocca Estense
Architetture religiose Modifica
- Collegiata dei Santi Martino e Venerio
- Chiesa di San Carlo dei Frati Cappuccini
- Chiesa di San Rocco
Cultura Modifica
Istruzione Modifica
Musei Modifica
- Archivio Henghel Gualdi
- Museo dell'agricoltura e del mondo rurale
- Pinacoteca Coppelli
- Museo dell'automobile e Scuderia San Martino
- In questo comune si trova il Bar Mario descritto da Luciano Ligabue nell'omonima canzone.[11]
Società Modifica
Evoluzione demografica Modifica
Abitanti censiti[12]

Etnie e minoranze straniere Modifica
Al 31 dicembre 2017 gli stranieri residenti nel comune sono 685, pari all'8,4% della popolazione. Le nazionalità più numerose sono[13]:
Amministrazione Modifica
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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20 giugno 1985 | 27 settembre 1993 | Ilio Patacini | PCI, PDS | Sindaco | [14] |
27 settembre 1993 | 14 giugno 2004 | Marco Mariani | Sindaco | [14] | |
14 giugno 2004 | 31 maggio 2005 | Giorgio Panari | lista civica | Sindaco | [14] |
30 maggio 2006 | 5 giugno 2016 | Oreste Zurlini | centro-sinistra: Uniti per San Martino | Sindaco | [14] |
5 giugno 2016 | in carica | Paolo Fuccio | centro-sinistra: Uniti per San Martino | Sindaco | [14] |
Note Modifica
- ^ Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani 1996, GARZANTI, Milano, p. 583.
- ^ Clinio Cottafavi, San Martino in Rio - Ricerche storiche, Atesa Editrice, 1885, pp. 121-125.
- ^ Redazione, Medaglia di bronzo al Valor Militare per il Comune di San Martino in Rio, su Sassuolo 2000. URL consultato il 24 maggio 2019.
- ^ a b Ufficio araldico, San Martino in Rio, su dati.acs.beniculturali.it, Archivio centrale dello Stato, Fascicoli comunali, busta 189, fascicolo 2883.6. URL consultato il 26 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2016).
- ^ Stemma del Comune di San Martino in Rio, su dati.emilia-romagna.it. URL consultato il 26 marzo 2021.
- ^ Comune di San Martino in Rio – (RE), su araldicacivica.it. URL consultato il 26 marzo 2021.
- ^ Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 187 del 10-08-2019
- ^ Corriere della Sera
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Bilancio Demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2017 per sesso e cittadinanza, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 12 luglio 2018.
- ^ a b c d e http://amministratori.interno.it/
Bibliografia Modifica
- Dante Colli, Alfonso Garuti e Romano Pelloni, Piccole Capitali Padane, Modena, Artioli Editore, 1996, ISBN 88-7792-048-3.
Altri progetti Modifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Martino in Rio
Collegamenti esterni Modifica
Controllo di autorità | VIAF (EN) 157303157 · SBN UBOV071154 · LCCN (EN) n2003048309 · GND (DE) 4586814-1 · J9U (EN, HE) 987007489298205171 |
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