Volo Sabena 571

dirottamento palestinese di un volo passeggeri belga
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Il volo Sabena 571, operato dalla compagnia di bandiera belga Sabena, era un volo passeggeri di linea da Bruxelles a Tel Aviv passando per Vienna. L'8 maggio 1972 un Boeing 707 passeggeri che operava su questa rotta, il cui comandante era il pilota britannico Reginald Levy, DFC, fu dirottato da quattro membri dell'organizzazione Settembre Nero, un gruppo terroristico socialista palestinese. Seguendo le loro istruzioni, il capitano Levy fece atterrare l'aereo all'aeroporto di Lod (in seguito aeroporto internazionale Ben Gurion)[1] (com.te pil. Reginald Levy[2]).

Volo Sabena 571
Il Boeing 707 coinvolto nel dirottamento fotografato nel 1966.
Tipo di eventoDirottamento aereo
Data8 maggio 1972
LuogoTel Aviv, Israele
StatoBandiera d'Israele Israele
Coordinate32°00′34″N 34°53′08″E / 32.009444°N 34.885556°E32.009444; 34.885556
Numero di volo571
Tipo di aeromobileBoeing 707-329
OperatoreSabena
Numero di registrazioneOO-SJG
PartenzaAeroporto di Bruxelles-National, Bruxelles, Belgio
Scalo intermedioAeroporto di Vienna-Schwechat, Vienna, Austria
DestinazioneAeroporto di Tel Aviv, Tel Aviv, Israele
Occupanti101
Passeggeri94 (inclusi i 4 sequestratori)
Equipaggio7
Vittime3 (2 dirottatori + 1 passeggero)
Feriti3 (2 passeggeri + 1 incursore)
Sopravvissuti98
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Israele
Volo Sabena 571
Dati estratti da Aviation Safety Network[1]
voci di incidenti aerei presenti su Wikipedia
Operazione Isotopo
parte conflitto arabo-israeliano

I soldati israeliani poco dopo aver liberato i prigionieri.
Data9 maggio 1972
Luogoaeroporto di Lod, Israele
Esitomissione riuscita, tutti i 90 ostaggi liberati
Schieramenti
Comandanti
Ehud BarakAli Taha Abu Snina
Effettivi
16 incursori4 dirottatori
Perdite
1 ferito:
Benjamin "Bibi" Netanyahu
2 dirottatori uccisi
2 dirottatrici arrestate
1 passeggera deceduta qualche giorno più tardi a causa delle ferite riportate
Voci di crisi presenti su Wikipedia

Il dirottamento modifica

Il sequestro era stato pianificato da Ali Hassan Salameh (alias "il Principe Rosso" di Settembre Nero) ed eseguito da un manipolo di due uomini e due donne, armati di pistole, bombe a mano e cinture esplosive con a capo Ali Taha Abu Snina. Gli altri membri erano, rispettivamente, Abed al-Aziz Atrash, Rima Tannous e Theresa Halsa, che viaggiavano fingendo di essere due coppie sposate.[2][3]. Venti minuti dopo il decollo da Vienna[2], i sequestratori irruppero nella cabina di pilotaggio e il comandante Levy comunicò ai passeggeri il fatto all'interfono con il seguente messaggio: «Come potete vedere, abbiamo amici a bordo[2]». Il comandante riuscì a tenere nascosta ai sequestratori la presenza, tra i passeggeri, della propria moglie.

Subito dopo aver preso il comando, i dirottatori separarono gli ostaggi ebrei dagli altri e li mandarono sul retro dell'aereo. Dopo l'atterraggio, i dirottatori pretesero il rilascio di 315 terroristi palestinesi detenuti nelle prigioni israeliane, e minacciarono di far saltare in aria l'aereo con i suoi passeggeri. Il capitano Levy riuscì ad inviare agli israeliani un messaggio in codice chiedendo aiuto. Il ministro della difesa Moshe Dayan e il ministro dei trasporti Shimon Peres, che sarebbe diventato primo ministro e poi presidente di Israele, condussero i negoziati coi dirottatori mentre si preparava un'operazione di salvataggio, chiamata in codice "operazione Isotopo". Nel frattempo il comandante Levy, nel tentativo di mantenere la calma e guadagnare tempo, parlò di tutto coi sequestratori, dalla navigazione al sesso, mentre i passeggeri e l'equipaggio aspettavano di essere salvati.

Alle 16 del 9 maggio 1972 prese avvio l'operazione di salvataggio: una squadra di 16 commandos Sayeret Matkal, condotta da Ehud Barak e che comprendeva Benjamin Netanyahu, entrambi futuri primo ministro di Israele, si avvicinarono all'aereo camuffati da tecnici aeronautici in tuta bianca.[2][4] Avendolo immobilizzato durante la notte precedente, convinsero i dirottatori che il sistema idraulico aveva bisogno di riparazioni. Quindi assaltarono l'aereo, uccidendo i due dirottatori di sesso maschile nel giro di due minuti, catturando le due dirottarici donna e liberando tutti i 90 passeggeri.[5] Tre passeggeri furono feriti durante il conflitto a fuoco, uno dei quali, la ventiduenne Miriam Anderson, morì in seguito per le ferite. Anche Netanyahu fu ferito nell'operazione quando un altro membro del commando, Marko Ashkenazi, accidentalmente lo colpì mentre stava mirando a Theresa Halsa, una delle sequestratrici. Il proiettile attraversò il corpo di lei e penetrò nel bicipite di Netanyahu.[6]

Conseguenze modifica

Halsa e Rima Tannous furono infine condannate all'ergastolo - Halsa per 220 anni. Vennero liberate nel novembre 1983, in uno scambio di prigionieri dopo la guerra del Libano del 1982.[6]

Sabena continuò ad usare l'aereo per altri cinque anni, fino al suo acquisto da parte dell'Israel Aircraft Industries. Alla fine fu venduto all'Aeronautica israeliana servendo come aereo spia per molti anni, partecipando alla maggior parte delle operazioni a lungo raggio dell'aeronautica.

Il capitano Levy, un veterano della Royal Air Force che prese parte alle missioni di bombardamento strategico sulla Germania durante la seconda guerra mondiale e anche nel ponte aereo di Berlino, si era unito a Sabena nel 1952. Si ritirò nel 1982; morì in seguito ad un attacco di cuore, in un ospedale vicino a casa sua a Dover, il 1º agosto 2010. Il dirottamento avvenne il giorno del suo 50º compleanno.[2]

Note modifica

  1. ^ a b Harro Ranter, ASN Aircraft accident Boeing 707-329 OO-SJG Tel Aviv-Lod International Airport (TLV), su aviation-safety.net. URL consultato il 28 febbraio 2020.
  2. ^ a b c d e f (EN) Dennis Hevesi, Reginald Levy Is Dead at 88; Hailed as a Hero in a ’72 Hijacking, in New York Times, 4 agosto 2010. URL consultato il 31 ottobre 2017.
  3. ^ (EN) David Samuels, In a Ruined Country, in The Atlantic, settembre 2005. URL consultato il 31 otrtobre 2017.
  4. ^ 2 Who Share a Past Are Rivals for Israel's Future, su select.nytimes.com.
  5. ^ (EN) Reginald Levy obituary, su the Guardian, 23 agosto 2010. URL consultato il 21 marzo 2021.
  6. ^ a b (EN) Four hijackers and three Israeli PMs: the incredible story of Sabena flight 571, su the Guardian, 11 novembre 2015. URL consultato il 21 marzo 2021.

Bibliografia modifica

  • Philip Baum, Violence in the Skies. A History of Aircraft Hijacking and Bombing, Chichester (West Sussex), Summersdale, 2016, ISBN 9781849538381.
  • Reginald Levy e Alex L. Schiphorst, From Night Flak to Hijack. It’s a Small World, The History Press, 2015, ISBN 978-0-7509-6104-2.

Voci correlate modifica

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Collegamenti esterni modifica

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