Arcidiocesi di Berea

L'arcidiocesi di Berea (in latino Archidioecesis Beroeensis) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Berea
Sede arcivescovile titolare
Archidioecesis Beroeensis
Patriarcato di Antiochia
Sede titolare di Berea
Mappa della diocesi civile d'Oriente (V secolo)
Arcivescovo titolaresede vacante
IstituitaXIX secolo[1]
StatoSiria
RegioneSiria
Arcidiocesi soppressa di Berea
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

Storia modifica

Berea è l'antico nome romano dell'odierna città siriana di Aleppo. Come tutte le sedi episcopali della provincia romana della Siria Prima, essa dipendeva direttamente dal patriarca di Antiochia, che la elevò, come molte altre diocesi della provincia, al rango di sede arcivescovile autocefala, come documentato da una Notitia Episcopatuum datata alla seconda metà del VI secolo.[2]

Sono diversi i vescovi conosciuti di questa sede. Il primo noto è Eustazio che, tra la fine del 324 o l'inizio del 325 divenne patriarca di Antiochia; questo trasferimento venne approvato al concilio di Nicea del 325.[3]

Probabilmente ad Eustazio succedette Ciro, che subì la persecuzione dell'imperatore Costanzo II per la sua lealtà alla fede cattolica e fu scacciato dalla sua sede dagli ariani.[4]

Dopo il sinodo di Seleucia del 359 Melezio fu trasferito a Berea dalla sede di Sebastea[5] e l'anno successivo divenne patriarca di Antiochia. Al concilio di Antiochia del 363 prese parte il vescovo Anatolio.[6]

Teodoto, amico di san Basilio, fu vescovo di Berea durante le persecuzioni dell'imperatore Valente.[7] A lui seguì Acacio, che governò la sede per oltre cinquant'anni: era presente al concilio di Costantinopoli del 381[8] e si fece rappresentare da Paolo di Emesa a quello di Efeso del 431[9], dove appoggiò il partito di Nestorio contro Cirillo di Alessandria.

Teoctisto, succeduto a Acacio, fu presente ai sinodi di Antiochia del 445 e del 448, fu tra i padri del concilio di Calcedonia nel 451[10] e sottoscrisse la lettera dei vescovi della Siria Prima all'imperatore Leone (458)[11]; si sono tramandate due lettere di Teodoreto di Cirro indirizzate a Teoctisto[12].

Pietro assistette alla consacrazione di Severo di Antiochia nel 512. Secondo la cronaca di Denis di Tell-Mahre un vescovo di Berea, Antonino, fu esiliato dall'imperatore Giustino I nel 518, per essersi rifiutato di riconoscere le decisioni di Calcedonia.[13] Ultimo vescovo noto è Megas che assistette al sinodo di Costantinopoli convocato dal patriarca Mena nel 536.[14]

La sede fu soppressa con l'arrivo degli Arabi. La presenza cristiana nella città però non venne meno; numerose sono infatti oggi le circoscrizioni ecclesiastiche di riti e confessioni cristiane diverse che hanno la loro sede nella città di Aleppo. Tra queste, sei diocesi della Chiesa cattolica:

Dal XIX secolo Berea è annoverata tra le sedi arcivescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 16 luglio 1974.

Cronotassi modifica

Arcivescovi greci modifica

Arcivescovi titolari modifica

  • Moisés Ferreira Coelho † (12 febbraio 1932 - 16 agosto 1935 succeduto arcivescovo della Paraíba)
  • Edward Myers † (20 gennaio 1951 - 13 settembre 1956 deceduto)
  • Felipe Santiago Hermosa y Sarmiento † (17 dicembre 1956 - 20 gennaio 1971 dimesso)
  • Domenico Picchinenna † (29 maggio 1971 - 16 luglio 1974 succeduto arcivescovo di Catania)

Note modifica

  1. ^ La sede titolare è già menzionata negli Annuari pontifici della seconda metà dell'Ottocento.
  2. ^ Echos d'Orient X, 1907, pp. 93 e 144.
  3. ^ Patrologia Latina, t. XXIII, col. 692; Sozomeno, De viris illustribus 85.
  4. ^ Patrologia Greca, t. XXV, coll. 648 e 700.
  5. ^ Socrate Scolastico, Historia ecclesiastica II, XLIV; Patrologia Greca, t. LXVII, coll. 356-357.
  6. ^ Mansi, Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, t. III, col. 372.
  7. ^ Patrologia greca, t. XXXII, col. 661.
  8. ^ Mansi, op. cit., t. III, col. 568.
  9. ^ Patrologia Greca, t. LXVII, col. 1568.
  10. ^ Mansi, op. cit., t. VI, coll. 951, 980, 1068 e 1084.
  11. ^ Mansi, op. cit., t. VII, col. 549.
  12. ^ Patrologia Greca, t. LXXXIII, coll. 1209-1212 e 1352-1353.
  13. ^ Assemani, Bibliotheca orientalis, t. II. 1721, p. 327.
  14. ^ Mansi, op. cit., t. VIII, coll. 919, 927, 975 e 1143.
  15. ^ L'appartenenza di Teodoto alla sede di Berea è messa in dubbio da studi successivi. Infatti, lo stesso vescovo, menzionato in una lettera di san Basilio del 372, è inserito anche nelle cronotassi dei vescovi di Nicopoli di Armenia. Inoltre, un'iscrizione trovata nei pressi di Aleppo e datata al 372 menziona il vescovo Antioco. (EN) Ernest Honigmann, The Patriarcate of Antioch: A Revision of Le Quien and the Notitia Antiochena, Traditio, vol. 5 (1947), p. 143.

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

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