Blocco orientale

espressione riferita all'Unione Sovietica ed ai suoi alleati durante la guerra fredda

Blocco orientale (anche blocco sovietico, blocco comunista, blocco socialista) era l'espressione usata - durante la guerra fredda - per riferirsi all'Unione Sovietica e ai suoi alleati dell'Europa centrale e dell'Europa orientale (Bulgaria, Cecoslovacchia, Germania Est, Ungheria, Polonia, Romania e, fino agli anni sessanta, l'Albania), contrapposto politicamente al blocco occidentale. La locuzione è anche utilizzata come sinonimo di Patto di Varsavia, che era un'alleanza militare guidata dall'Unione Sovietica, o di Comecon, che era un'organizzazione economica internazionale di Stati comunisti.

L'Europa ai tempi della cortina di ferro: in blu i paesi della NATO, in rosa quelli del Patto di Varsavia, in grigio quelli indipendenti e in verde la Jugoslavia (paese non allineato).

DescrizioneModifica

La Jugoslavia non fece mai parte del Patto di Varsavia. Nonostante fosse uno Stato socialista, il capo Maresciallo Tito giunse al potere attraverso i suoi sforzi di resistenza partigiana durante la seconda guerra mondiale, prima che l'avanzata delle truppe sovietiche raggiungesse il confine jugoslavo e perciò il Paese non fu occupato dall'Armata Rossa. Il governo jugoslavo si dichiarò governo neutrale durante la guerra fredda, difatti la Jugoslavia fu uno dei fondatori del Movimento dei Non-Allineati e attuò una particolare forma di socialismo.

 
I tre grandi: Il Primo ministro britannico Winston Churchill, il Presidente statunitense Franklin D. Roosevelt e il Segretario Generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica Iosif Stalin alla conferenza di Jalta, nel febbraio 1945.

Anche il governo albanese stalinista giunse al potere indipendentemente dall'Armata Rossa, quindi l'Albania ruppe con l'Unione Sovietica all'inizio degli anni sessanta, in conseguenza della rottura russo-cinese, alleandosi con la Repubblica Popolare Cinese.

Le nazioni facenti parte del blocco orientale furono tenute nella sfera di influenza sovietica con l'uso della forza militare: l'Ungheria fu invasa dall'Armata Rossa nel 1956 dopo che aveva ribaltato il governo filo-sovietico in favore di una democrazia indipendente da Mosca; la Cecoslovacchia fu invasa nel 1968 dopo un periodo di liberalizzazione noto come Primavera di Praga e quest'ultima invasione era conforme alla dottrina Brežnev.

Verso la fine degli anni ottanta, l'Unione Sovietica gradualmente smise di intromettersi negli affari interni delle nazioni del blocco orientale. La sospensione della dottrina Brežnev da parte di Michail Gorbačëv, in favore della cosiddetta "dottrina Sinatra", ebbe effetti drammatici in Europa Orientale in quel periodo. Il blocco orientale giunse quindi alla fine con il collasso dell'Unione Sovietica e la caduta di tutti i regimi filo-sovietici dell'Europa orientale nel 1989 (vedi Rivoluzioni del 1989).

Anche prima di questo periodo, i paesi del Patto di Varsavia non agirono sempre tutti insieme come blocco. Per esempio, l'invasione del 1968 della Cecoslovacchia fu condannata dalla Romania, che si rifiutò di prendervi parte.

Il 28 giugno 1991 venne dichiarato sciolto il Comecon ed il 1º luglio il Patto di Varsavia; questi due eventi sancirono, quantomeno simbolicamente, la fine dell'influenza sovietica nell'Europa orientale e, quindi, la scomparsa del blocco orientale stesso.

Si stima che dopo la caduta del blocco orientale siano stati registrati 7 milioni di decessi prematuri in Europa orientale, di cui circa 4 milioni solo in Russia.[1] Dopo la caduta dell'URSS, la Russia ha registrato il più grande calo dell'aspettativa di vita in tempo di pace della storia.[2] La povertà è salita alle stelle dopo la caduta dell'URSS e alla fine degli anni '90 il numero di persone che vivevano al di sotto della soglia di povertà internazionale è passato dal 3% del 1987-88 al 20%, ovvero circa 88 milioni di persone. Solo il 4% della regione viveva con 4 dollari al giorno o meno, ma nel 1994 questo numero è salito al 32%. La criminalità, l'uso di alcol, l'uso di droghe e i suicidi sono saliti alle stelle dopo la caduta del blocco orientale.[3]

Nazioni del Blocco orientaleModifica

 
Francobollo sovietico raffigurante le bandiere e i popoli dei paesi del blocco orientale

NoteModifica

  1. ^ (EN) Aytalina Azarova, Darja Irdam e Alexi Gugushvili, The effect of rapid privatisation on mortality in mono-industrial towns in post-Soviet Russia: a retrospective cohort study, in The Lancet Public Health, 1º maggio 2017.
  2. ^ Life expectancy of Russian men falls to 58, su BMJ : British Medical Journal.
  3. ^ Alexei Izyumov, Human Costs of Post-communist Transition: Public Policies and Private Response, in Review of Social Economy, 2010.
  4. ^ Dal 1976, prima come Vietnam del Nord.

Voci correlateModifica

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