Consiglio di fedeltà

Il Consiglio di fedeltà (in arabo: هيئة البيعة Hay'at al-bay'ah), nota anche come Commissione di fedeltà o Istituzione di fedeltà, è l'organismo responsabile della determinazione della futura successione al trono dell'Arabia Saudita. È stato istituito nel 2006 dal re Abd Allah. Al momento della sua formazione, la funzione prevista dal consiglio era quella di nominare un principe ereditario, ogni volta che un nuovo re fosse succeduto al trono.[1]

L'emblema dell'Arabia Saudita.

Storia modifica

In precedenza, il capo 2 della legge fondamentale, promulgata da Fahd, stabiliva che la nomina del prossimo in linea era prerogativa esclusiva del re:

«Il re sceglie l'erede al trono e adempie i suoi doveri per ordine reale.»

La nomina di un successore da parte del re era solitamente fatta con una qualche forma di consenso informale da parte dei membri della famiglia reale.[2] Tuttavia, dopo che il principe Abd Allah è succeduto a Fahd, le battaglie sul futuro della monarchia si sono intensificate, in particolare tra il sovrano e i Sudairi, tra cui defunti principi Sultan e Nayef.[1][3] A causa della crescente incertezza della successione al di là del principe Sultan, il sovrano ha creato l'istituto di diritto della fedeltà nel 2006, che ha formalmente istituito il Consiglio di fedeltà.[4] Il consiglio ha dato maggiore influenza alla famiglia reale sulla scelta dell'erede al trono.

Un diplomatico dell'ambasciata americana a Riyad, ha descritto il consiglio come una "codificazione delle regole non scritte che hanno governato la selezione dei governanti sauditi dalla morte del re Abd al-Aziz nel 1953".[5]

Il ruolo del consiglio sarebbe dovuto entrare in vigore una volta che il defunto principe Sultan fosse salito al trono. Tuttavia, nel 2009, quando era gravemente malato di cancro, il defunto principe Nayef è stato nominato secondo vice-primo ministro (un incarico che lo metteva di fatto nella seconda posizione nella linea di successione al trono), presumibilmente per mantenere la carica di principe ereditario all'interno della fazione Sudairi.[6] Questo ha portato alla incertezza sul ruolo del consiglio.[1] La nomina del defunto principe Nayef è stata apertamente criticata dal principe Talal.[6][7]

Il consiglio presumibilmente ha adempiuto ai suoi doveri per la prima volta quando il principe Sultan è morto nel mese di ottobre del 2011. Una settimana dopo, il re Abd Allah ha annunciato che il consiglio aveva scelto Nayef come nuovo principe ereditario[8], in seguito il consiglio ha giurato fedeltà a Nayef; che egli effettivamente sia stato scelto dal Consiglio è poco chiaro.[9]

Disfunzionalità simili di questo organo sono state osservate anche per quanto riguarda la nomina di Salman bin 'Abd al-'Aziz alla carica di principe ereditario nel mese di giugno 2012.[10] Il principe Talal ha dichiarato che i principi del consiglio non sono stati consultati sulla successione del principe Salman e che il consiglio è diventato inefficace.[11]

Ruolo modifica

Ai sensi della legge del Consiglio di fedeltà, il re nomina un massimo di tre candidati alla carica di principe ereditario, l'organo seleziona poi uno di loro come principe ereditario.[4] Se il consiglio respinge tutti i candidati del re, può nominare un proprio candidato, il principe ereditario sarà poi deciso da un voto del consiglio.

Il consiglio ha anche la possibilità di dichiarare il re incapace: nel caso in cui il monatca perda definitivamente la sua capacità di esercitare i suoi poteri, esso proclamerà sovrano il principe ereditario;[1][4] se sia il re che il principe ereditario diventano inabili permanentemente, esso formerà un consiglio di governo transitorio di cinque membri con l'incarico di assumere temporaneamente l'amministrazione del regno. L'organo ha inoltre il potere di selezionare un nuovo re entro sette giorni[4] Nonostante tutte queste descrizioni legali dettagliate, il consiglio forse non è mai stato attivato.[12]

Membri modifica

I membri del consiglio sono i figli sopravvissuti di re ʿAbd al-ʿAzīz, i nipoti i cui padri sono morti, incapaci o non disposti ad assumere il trono ed un figlio del re ed uno del principe ereditario in carica.[4] Attualmente è composto da 30 membri: 9 figli superstiti di ʿAbd al-ʿAzīz e suoi 19 nipoti, ognuno dei quali rappresenta i suoi figli deceduti o inabili.[7]

Tuttavia, la linea di Ḥamūd bin ʿAbd al-ʿAzīz non è rappresentata in seno al consiglio, in quanto è morto senza figli.[13] Uno dei figli del re ʿAbd al-ʿAzīz, il principe Fawwāz, era un membro in seno al consiglio, ma morì nel 2008 senza figli. Un nipote di Turkī I bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd, Turkī b. Fayṣal, è morto il 28 febbraio 2009 ed è stato sostituito da suo fratello, ʿAbd Allāh b. Fayṣal b. Turkī. Anche Bandar bin Musāʿid ha sostituito suo fratello, ʿAbd Allāh b. Musāʿid.[14][15]

Il principe Ṭalāl si è dimesso dal consiglio tre settimane dopo la nomina di Nāyef a principe ereditario nel novembre 2011, pertanto uno dei suoi figli può prendere posizione in seno al consiglio, in futuro.[16] Nel mese di dicembre 2011, Saʿūd b. Nāyef è stato nominato membro in quanto suo padre, il principe ereditario, non poteva più avere un seggio in seno al consiglio a causa della sua nomina.[17]

Il consiglio fino al 2017 era presieduto dal principe Mishʿal, che non era inserito nella linea di successione.[1] I membri devono prestare giuramento di fedeltà al re.[18]

Figli di ʿAbd al-ʿAzīz[18]
  • Principe 'Abd al-Ilah, consigliere di re Salman
  • Principe Mamdouh, ex governatore della provincia di Tabuk ed ex direttore del centro di studi strategici saudita
  • Principe Mashhur
  • Principe Muqrin, ex principe ereditario ed ex primo vice-primo ministro dell'Arabia Saudita
Nipoti di ʿAbd al-ʿAzīz[18]
Pronipoti di re ʿAbd al-ʿAzīz[18]

Gli unici a non essere rappresentati sono i defunti principi Fawwāz e Ḥamūd, il primo aveva un unico figlio adottivo mentre il secondo aveva una figlia naturale.

A giugno del 2017, 31 su 34 membri hanno approvato la scelta di Mohammad bin Salman come principe ereditario.[21]

Le motivazioni alla base della sua formazione modifica

La fondazione del Consiglio è stata vista come un modo per diminuire l'influenza dei fratelli Sudairi, che potrebbero essere facilmente messi in minoranza in seno all'organo.[1][7] Nonostante questo, i Sudairi si dice abbiano influenza su più della metà dei membri del consiglio.[6]

Note modifica

  1. ^ a b c d e f Simon Henderson, After King Abdullah: Succession in Saudi Arabia (PDF) [collegamento interrotto], in Policy Focus #96, Washington Institute for Near East Policy, August 2009. URL consultato il 2 maggio 2011.
  2. ^ Simon Henderson, New Saudi Rules on Succession: Will They Fix the Problem?, in Policy Watch #1156, Washington Institute for Near East Policy, 25 ottobre 2006. URL consultato il 3 maggio 2011.
  3. ^ Still murky, The Economist, 25 novembre 2010. URL consultato il 2 maggio 2011.
  4. ^ a b c d e The Allegiance Institution Law, su saudiembassy.net, Royal Embassy of Saudi Arabia, Washington, DC, 20 ottobre 2006. URL consultato il 2 maggio 2011.
  5. ^ James B. Smith, 09RIYADH1434:Saudi Succession:Can the Allegiance Commission Work?, su cablegatesearch.net, 28 ottobre 2009. URL consultato il 22 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2012).
  6. ^ a b c Keys to the kingdom: Inside Saudi Arabia's royal family, The Independent, 29 marzo 2009. URL consultato il 3 maggio 2011 (archiviato il 7 maggio 2011).
  7. ^ a b c When kings and princes grow old, The Economist, 15 luglio 2010. URL consultato il 2 maggio 2011 (archiviato il 30 aprile 2011).
  8. ^ P.K. Abdul Ghafour, Allegiance Commission ensures smooth succession, in Arab News, 29 ottobre 2011. URL consultato il 21 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2011).
  9. ^ How Saudi Arabia picks its kings, in Gulf News, Riyadh, Reuters, 17 giugno 2012. URL consultato l'11 August.
  10. ^ Nathaniel Kern, Matthew M. Reed, The Crown Prince and the Allegiance Council, su mepc.org, Middle East Policy Council, 21 giugno 2012. URL consultato il 25 settembre 2012.
  11. ^ Saudi Allegiance council ineffective: Saudi prince Talal, in Islam Times, 21 giugno 2012. URL consultato il 22 giugno 2012.
  12. ^ Neil MacFarquhar, Saudis Seek a Crown Prince and Talk of Other Successors, in The New York Times, Beirut, 17 giugno 2012. URL consultato l'11 agosto 2012.
  13. ^ Talal Kapoor, The Kingdom: Succession in Saudi Arabia (part six), su datarabia.com, Datarabia, 1º aprile 2008. URL consultato l'11 maggio 2012.
  14. ^ Nathaniel Kerr, Matthew M. Reed, Change and succession in Saudi Arabia, su mepc.org, Middle East Policy Center, 15 novembre 2011. URL consultato il 6 aprile 2012.
  15. ^ Saudi Succession Developments (PDF), su foreignreports.com, Foreign Reports Inc., 28 ottobre 2011. URL consultato il 25 aprile 2012.
  16. ^ Asma Alsharif, Senior Saudi royal resigns from Allegiance Council, Reuters, 26 novembre 2011. URL consultato il 18 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  17. ^ P.K. Abdul Ghafour, Saudi Arabia Seeks Global Backing for Palestinians, su eurasiareview.com, Arab News, 6 dicembre 2011. URL consultato il 29 aprile 2012.
  18. ^ a b c d King Abdullah names members of the Allegiance Commission, Royal Embassy of Saudi Arabia, Washington, DC, 10 dicembre 2007. URL consultato il 3 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2012).
  19. ^ https://worldview.stratfor.com/article/will-khashoggis-killing-force-mohammed-bin-salman-cede-some-control
  20. ^ Meet the Next Generation of Saudi Rulers, su foreignpolicy.com.
  21. ^ Saudi Arabia's Mohammed bin Salman appointed Crown Prince, su english.alarabiya.net.

Voci correlate modifica