Ferdinando di Savoia-Genova (generale)
Ferdinando Maria Alberto Amedeo Filiberto Vincenzo di Savoia, I duca di Genova (Firenze, 15 novembre 1822 – Torino, 10 febbraio 1855), è stato un nobile e militare italiano, capostipite del ramo cadetto dei Savoia-Genova.
Ferdinando di Savoia-Genova | |
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Ferdinando di Savoia-Genova ritratto da Felice Barucco, Castello di Racconigi | |
I Duca di Genova | |
In carica | 27 aprile 1831 – 10 febbraio 1855 |
Predecessore | Titolo creato |
Successore | Tommaso |
Nome completo | Ferdinando Maria Alberto Amedeo Filiberto Vincenzo di Savoia-Genova |
Trattamento | Altezza reale |
Altri titoli | Senatore del Regno di Sardegna[1] |
Nascita | Firenze, 15 novembre 1822 |
Morte | Torino, 10 febbraio 1855 (32 anni) |
Sepoltura | Cripta reale di Superga, Torino |
Dinastia | Savoia-Genova |
Padre | Carlo Alberto di Savoia |
Madre | Maria Teresa di Toscana |
Consorte | Elisabetta di Sassonia |
Figli | Margherita Tommaso |
Religione | Cattolicesimo |
Firma |
Biografia
modificaInfanzia
modificaFerdinando di Savoia nacque a Firenze il 15 novembre 1822, figlio di Carlo Alberto di Savoia e di Maria Teresa d'Asburgo-Toscana. Era fratello minore di Vittorio Emanuele di Savoia, futuro re d'Italia. Con l'ascesa di suo padre al trono di Sardegna, nel 1831, venne nominato duca di Genova.
Dalla vittoria di Peschiera alla nomina a Re di Sicilia
modificaDopo che, il 23 marzo 1848, il Regno di Sardegna ebbe dichiarato guerra all'Impero austriaco, Carlo Alberto diede il comando dell'artiglieria a Ferdinando e, assistito dal generale Agostino Chiodo, lo incaricò di dirigere l'assedio di Peschiera.
Il 18 maggio aprì il fuoco sulle truppe austriache presenti a Peschiera del Garda. Dopo tre giorni di bombardamenti, l'esercito sabaudo mise immediatamente in seria difficoltà le forze nemiche. Il 26 maggio Ferdinando propose la resa incondizionata al generale von Rath, ma, dopo le ventiquattro ore di tempo concessegli, Rath rifiutò tale resa e continuò la sua resistenza, grazie all'appoggio assicuratogli dal generale Josef Radetzky, proveniente da Rivoli Veronese.
Il 29 maggio si ebbe la battaglia di Curtatone e Montanara; da Rivoli giunse una colonna di militari austriaci, ma fu loro impedito di giungere a destinazione, poiché quest'area era ben protetta da volontari italiani. Gli austriaci furono quindi costretti ad indietreggiare. Giunta a Carlo Alberto la notizia della resa austriaca, il re raggiunse immediatamente Peschiera del Garda, dove rese omaggio al figlio Ferdinando, cui conferì la medaglia d'oro al valore militare.
Nella notte tra l'11 e il 12 luglio 1848 il parlamento siciliano, nel corso della Rivoluzione siciliana del 1848, nominò Ferdinando Re di Sicilia con il nome di "Alberto Amedeo I"[2], per differenziarlo dal precedente re Ferdinando II di Borbone[3]. Tuttavia egli rinunciò al trono del regno di Sicilia per non abbandonare l'esercito piemontese impegnato nella prima guerra d'indipendenza in una situazione ancora fragile e in quei giorni sconfitto a Custoza.
Nel marzo 1849 si distinse nella battaglia della Bicocca contro gli austriaci, dove era comandante della 4ª Divisione.[4]
Matrimonio
modificaA Dresda, il 22 aprile 1850, sposò Elisabetta di Sassonia (1830-1912), figlia del re di Sassonia Giovanni e di sua moglie, Amalia Augusta di Baviera. Il loro matrimonio fu frutto di un accordo dinastico ed è stato generalmente ritenuto privo di vero amore.
Ultimi anni e morte
modificaDurante la guerra di Crimea del 1855 avrebbe dovuto assumere il comando del Corpo di spedizione piemontese ma la sua salute in declino non gli permise di accettare l'incarico. La sua salute non migliorò e morì a Torino il 10 febbraio 1855. Riposa nella cripta reale della basilica di Superga, sulle alture del capoluogo piemontese.
A lui è dedicata una delle due statue ottocentesche che affiancano l'ingresso del Palazzo Civico a Torino ed il ponte di corso Giulio Cesare che attraversa il fiume Stura di Lanzo, nonché la statua equestre in Piazza Solferino.
Fino alla fine della seconda guerra mondiale, Torino gli aveva dedicato anche un corso nel quartiere Crocetta, l'attuale corso Stati Uniti.
A Palermo gli è stata intitolata una via con il nome che avrebbe dovuto prendere da re di Sicilia, corso Alberto Amedeo.
Discendenza
modificaDal matrimonio tra Ferdinando e Elisabetta di Sassonia nacquero:
- Margherita di Savoia (1851-1926); sposò il cugino Umberto I di Savoia, con cui ebbe un figlio, Vittorio Emanuele III di Savoia, e fu la prima regina consorte d'Italia.
- Tommaso di Savoia-Genova (1854-1931); sposò Isabella di Baviera, con cui ebbe sei figli.
Ascendenza
modificaGenitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Vittorio Amedeo II di Savoia-Carignano | Luigi Vittorio di Savoia-Carignano | ||||||||||||
Cristina Enrichetta d'Assia-Rotenburg | |||||||||||||
Carlo Emanuele di Savoia-Carignano | |||||||||||||
Giuseppina Teresa di Lorena-Armagnac | Luigi III Carlo di Lorena-Brionne | ||||||||||||
Luisa di Rohan-Rochefort | |||||||||||||
Carlo Alberto di Savoia | |||||||||||||
Carlo di Sassonia | Augusto III di Polonia | ||||||||||||
Maria Giuseppa d'Austria | |||||||||||||
Maria Cristina di Curlandia | |||||||||||||
Francesca Korwin-Krasińska | Stanislao Korwin-Krasiński | ||||||||||||
Anna Humiecka | |||||||||||||
Ferdinando di Savoia-Genova | |||||||||||||
Leopoldo II d'Asburgo-Lorena | Francesco I di Lorena | ||||||||||||
Maria Teresa d'Austria | |||||||||||||
Ferdinando III di Toscana | |||||||||||||
Maria Ludovica di Borbone-Napoli | Carlo III di Spagna | ||||||||||||
Maria Amalia di Sassonia | |||||||||||||
Maria Teresa d'Asburgo-Toscana | |||||||||||||
Ferdinando I delle Due Sicilie | Carlo III di Spagna | ||||||||||||
Maria Amalia di Sassonia | |||||||||||||
Luisa Maria Amalia di Borbone-Napoli | |||||||||||||
Maria Carolina d'Austria | Francesco I di Lorena | ||||||||||||
Maria Teresa d'Austria | |||||||||||||
Onorificenze
modificaNote
modifica- ^ A norma dell'art. 34 dello Statuto Albertino: «I Principi della Famiglia Reale fanno di pien diritto parte del Senato. Essi seggono immediatamente dopo il Presidente. Entrano in Senato a vent'un anno, ed hanno voto a venticinque».
- ^ Lorenzo Isnardi, Vita di Sua Altezza Reale Il Principe Ferdinando di Savoia, duca di Genova [by L. Isnardi], 1857, p. 197, Provenienza dell'originale: Oxford University. URL consultato il 28 ottobre 2018.
- ^ Alberto Amedeo, re di Sicilia a sua insaputa | www.palermoviva.it, su palermoviva.it, 3 settembre 2020. URL consultato il 29 dicembre 2020.
- ^ museotorino.it
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ferdinando di Savoia, duca di Genova
Collegamenti esterni
modifica- Paola Bianchi, SAVOIA GENOVA, Ferdinando di, I duca di Genova, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 91, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2018.
Preceduto da: | Duca di Genova | Succeduto da: |
nuovo titolo | Ferdinando di Savoia dal 1831 al 1855 |
Tommaso di Savoia, secondo duca di Genova |
Controllo di autorità | VIAF (EN) 73760125 · SBN MUSV025697 · BAV 495/57736 · CERL cnp01418006 · LCCN (EN) nr97017901 · GND (DE) 101811470X · BNE (ES) XX1695819 (data) |
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