François Gédigier

montatore francese

François Gédigier (Parigi, 1957[1]) è un montatore francese. Ha montato tutti i film di Patrice Chéreau a partire da La regina Margot (1994).[1]

Biografia modifica

Secondo dei due figli di un rappresentante del settore dell'abbigliamento e di una segretaria,[1][2] Gédigier abbandona gli studi a 17 anni per «recitare, fare d'assistente e dare una mano con le luci» in un teatro nei pressi di Montparnasse.[2] Si avvicina poi al cinema recitando nei cortometraggi di un amico che studiava all'INSAS, la scuola nazionale belga di cinema.[2]

Il suo primo lavoro è quello di apprendista montatore del film Diva (1981),[2] rivelatosi poi un cult di molta importanza per il cinema francese di quel decennio.[3] Gédigier ricorderà così la sua esperienza in cabina di montaggio: «Beineix era pieno d'energia nervosa, era il suo primo film [...] tutta l'équipe era giovane e fresca [...] non capivo granché di montaggio, ma avrei fatto qualunque cosa per il film con lo stesso piacere, compreso andare alla ricerca di zucche per tutta Parigi perché Beineix aveva letto che Hitchcock le usava per ricreare il suono di un accoltellamento».[2] Grazie alla montatrice di Diva Marie-Josèphe Yoyotte,[2] Gédigier trova lavoro alla Gaumont come apprendista di Albert Jurgenson al montaggio dei film La capra e La vita è un romanzo, un fatto che lo formerà come montatore.[2][4]

Ispirato da un altro suo mentore, Yann Dedet, comincia a lavorare da solo come montatore del suono, tra cui nel Mahābhārata di Peter Brook.[4] Montando nei weekend liberi i cortometraggi di Pascale Ferran, Gédigier coglie l'opportunità di montare il suo primo lungometraggio, La Vie des morts d'Arnaud Desplechin, compagno di corso della Ferran all'IDHEC, un'esperienza che ricorderà come: «un vero piacere: niente pressione, niente soldi e imparai tantissimo».[5] Il successo di quest'ultimo lo orienta definitivamente verso il montaggio cinematografico e spinge Desplechin a volerlo di nuovo l'anno seguente per La Sentinelle.[5] La prima chiamata da parte di un regista "importante" è di Patrice Chéreau per il film TV teatrale Le Temps et la Chambre (1992), per il quale imparerà a montare con AVID.[5]

Di Chéreau monterà anche il seguente La regina Margot (1994): «fui molto sorpreso nel sentirmi offrire un film così costoso e importante, avendo io montato giusto due lungometraggi», dichiarerà Gédigier.[6] Per il film, riceverà nel 1995 la prima delle sue tre candidature al Premio César per il miglior montaggio.[7] Ormai lanciato, lavora tra gli anni novanta e duemila con registi-simbolo del cinema d'autore francese di quel periodo come Desplechin, Mathieu Amalric e Noémie Lvovsky, mentre continua il proprio sodalizio con Chéreau,[1] di cui monterà tutti i lungometraggi fino alla sua morte, avvenuta nel 2013.[8] Grazie a Humbert Balsan,[6] nel 1999 viene chiamato per lavorare a Dancer in the Dark di Lars von Trier, le cui scene musical si sono dimostrate particolarmente impegnative da montare, in quanto girate con 100 videocamere digitali simultaneamente.[6][9]

È sposato con la scrittrice Marie Desplechin.[10]

Filmografia modifica

Cinema modifica

Televisione modifica

Riconoscimenti modifica

Note modifica

  1. ^ a b c d Crittenden, p. 65.
  2. ^ a b c d e f g Crittenden, p. 66.
  3. ^ (EN) Ryan Gilbey, Jean-Jacques Beineix obituary, in The Guardian, 16 gennaio 2022. URL consultato il 30 aprile 2022.
  4. ^ a b Crittenden, p. 67.
  5. ^ a b c Crittenden, p. 68.
  6. ^ a b c Crittenden, p. 69.
  7. ^ (FR) François Gédigier, su academie-cinema.org, Académie des César. URL consultato il 9 maggio 2022 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2022).
  8. ^ (FR) Lucile Castanier, Interview avec un monteur: François Gédigier, su cinepsis.fr, 15 febbraio 2020. URL consultato il 9 maggio 2022.
  9. ^ Crittenden, p. 70.
  10. ^ (FR) Raphaëlle Rérolle, Quand il s'agit d'une réalité proche de la mienne, in Le Monde, 21 febbraio 2013. URL consultato il 9 maggio 2022.

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN21823349 · ISNI (EN0000 0004 6411 9430 · LCCN (ENno2003003519 · GND (DE1062427866 · J9U (ENHE987010650099705171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2003003519