Gaetano Bonicelli

arcivescovo cattolico italiano (1924-)

Gaetano Bonicelli (Vilminore di Scalve, 13 dicembre 1924) è un arcivescovo cattolico italiano, dal 23 maggio 2001 arcivescovo emerito di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino.

Gaetano Bonicelli
arcivescovo della Chiesa cattolica
L'arcivescovo Bonicelli nel 2023 per il 75º anniversario del suo sacerdozio
Omnibus omnia factus
 
TitoloSiena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino
Incarichi attualiArcivescovo emerito di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino (dal 2001)
Incarichi ricoperti
 
Nato13 dicembre 1924 (99 anni) a Vilminore di Scalve
Ordinato diacono2 agosto 1947 dal vescovo Adriano Bernareggi (poi arcivescovo)
Ordinato presbitero22 maggio 1948 dal vescovo Adriano Bernareggi (poi arcivescovo)
Nominato vescovo10 luglio 1975 da papa Paolo VI
Consacrato vescovo26 agosto 1975 dal cardinale Antonio Poma
Elevato arcivescovo28 ottobre 1981 da papa Giovanni Paolo II
 

Biografia modifica

Nasce a Vilminore di Scalve, in provincia e diocesi di Bergamo, il 13 dicembre 1924 da Cristina e Francesco, emigrato nel 1926 in Costa d'Oro[1]. È cugino del vescovo Silvio Cesare Bonicelli.

Formazione e ministero sacerdotale modifica

Frequenta i primi quattro anni delle scuole elementari nel paese natale mentre il quinto anno da privatista. Manifestata nel 1935 l'intenzione di voler diventare sacerdote, compie gli studi del primo anno di ginnasio con don Gianmaria Duci, parroco di Sant'Andrea, frazione di Vilminore. Superati gli esami di integrazione, inizia a frequentare il seminario presso la Villa "Beato Barbarigo" a Clusone. Nel 1938 comincia la IV ginnasio nel vecchio seminario diocesano di Bergamo; lì prosegue gli studi[1].

Nel maggio 1947 è ordinato suddiacono; nell'estate di quell'anno viene prescelto per ricevere in anticipo l'ordinazione diaconale, in modo da poter prestare il servizio liturgico in duomo. Il 2 agosto successivo[1], pertanto, è ordinato diacono dal vescovo Adriano Bernareggi, che il 22 maggio 1948 lo ordina anche presbitero, nella cattedrale di Bergamo.

Dopo l'ordinazione è nominato vicario parrocchiale di Almenno San Salvatore, dove si occupa dell'oratorio[1]. Nel 1951, in seguito alla perdita della voce, viene inviato come studente all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove conosce padre Agostino Gemelli, che lo invia all'Università della Sorbona a Parigi per frequentare i corsi di sociologia religiosa; rimane in Francia due anni (1954-1955)[1]. Si laurea in Scienze politiche e sociali alla Cattolica[2]; due anni più tardi viene pubblicata la sua tesi.

Tornato a Bergamo, il nuovo vescovo Giuseppe Piazzi lo nomina direttore dell'ufficio sociologico e statistico della diocesi. Nello stesso anno diventa aiuto assistente delle ACLI; qui collabora con mons. Bartolomeo Santo Quadri, che gli affida il compito di seguire le associazioni all'estero. L'8 agosto 1956, giorno del disastro di Marcinelle, giunge in missione in Belgio. In seguito alla nomina a viceassistente delle ACLI, si trasferisce a Roma. Nel 1965 diventa direttore nazionale delle Opere per l'emigrazione ed il turismo[2].

Nell'ottobre 1972 è nominato segretario aggiunto della Conferenza Episcopale Italiana, mentre nel febbraio 1973 direttore dell'Ufficio delle comunicazioni sociali della stessa conferenza[2]; diventa così portavoce del cardinale presidente Antonio Poma.

Ministero episcopale modifica

Il 10 luglio 1975 papa Paolo VI lo nomina vescovo ausiliare di Albano e vescovo titolare di Musti; il 26 agosto successivo riceve l'ordinazione episcopale, nella cattedrale di Bergamo, dal cardinale Antonio Poma, co-consacranti gli arcivescovi Clemente Gaddi ed Enrico Bartoletti.

L'11 giugno 1977 lo stesso papa lo nomina vescovo di Albano; succede al dimissionario Raffaele Macario. Nel 1981 inizia la visita pastorale alla diocesi.

Il 28 ottobre 1981 papa Giovanni Paolo II lo nomina ordinario militare per l'Italia e arcivescovo titolare di Italica; succede a Mario Schierano, dimessosi per raggiunti limiti di età. In quanto ordinario militare, riceve il grado di generale di corpo d'armata[3]. Trascorre per due volte il Natale in Libano, accanto ai militari italiani, durante la guerra civile[1].

Il 14 novembre 1989 lo stesso papa lo nomina arcivescovo metropolita di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino; succede a Mario Jsmaele Castellano, dimessosi per raggiunti limiti di età. Il 14 gennaio 1990 prende possesso dell'arcidiocesi.

Il 23 gennaio 1994, nella cattedrale di Siena, conferisce l'ordinazione episcopale a Giovanni De Vivo, già vicario generale dell'arcidiocesi e nominato vescovo di Pescia.

Il 23 maggio 2001 papa Giovanni Paolo II accoglie la sua rinuncia, presentata per raggiunti limiti di età[4]; gli succede Antonio Buoncristiani, fino ad allora vescovo di Porto-Santa Rufina. Rimane amministratore apostolico dell'arcidiocesi fino all'ingresso del successore, avvenuto il 24 giugno seguente.

Si ritira presso la casa del pellegrino attigua al santuario della Madonna dei Campi di Stezzano.

Nel 2009 riceve la VII edizione del Premio Internazionale Bonifacio VIII "per una cultura della Pace", conferitogli dall'Accademia Bonifaciana di Anagni, su proposta del rettore presidente Sante De Angelis e del presidente del Comitato scientifico Elio Sgreccia.

Genealogia episcopale e successione apostolica modifica

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Opere modifica

Onorificenze modifica

Note modifica

  1. ^ a b c d e f Piero Bonicelli, Una chiesa sta al passo dei tempi senza segnare il passo..., su araberara.it, 21 marzo 2008. URL consultato il 1º febbraio 2019.
  2. ^ a b c Il Segretario Aggiunto Mons. Bonicelli nominato Vescovo, su chiesacattolica.it, Conferenza Episcopale Italiana, 15 luglio 1975. URL consultato il 1º febbraio 2019.
  3. ^ Legge 1 giugno 1961, n. 512, articolo 2
  4. ^ Rinunce e nomine. Rinuncia dell'Arcivescovo di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino (Italia) e nomina del successore, su press.vatican.va, 23 maggio 2001. URL consultato il 1º febbraio 2019.
  5. ^ L'Ordine Costantiniano e l'Episcopato cattolico, su constantinianorder.net. URL consultato il 17 aprile 2020.

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN31347743 · ISNI (EN0000 0001 1933 4228 · SBN CFIV101869 · BAV 495/96051 · LCCN (ENn2001096996 · GND (DE1011569280 · WorldCat Identities (ENlccn-n2001096996