Governo Badoglio II

61º esecutivo del Regno d'Italia

Il governo Badoglio II è stato il sessantunesimo esecutivo del Regno d'Italia, il secondo guidato da Pietro Badoglio.

Governo Badoglio II
StatoItalia (bandiera) Italia
Presidente del ConsiglioPietro Badoglio
(Militare)
CoalizioneUnità nazionale:

Comitato di Liberazione Nazionale (CLN): PCI, PLI, PSIUP, DC, Pd'A, PDL, Militari, Indipendenti

LegislaturaNessuna Legislatura
(Periodo costituzionale transitorio)
Giuramento22 aprile 1944
Dimissioni6 giugno 1944
Governo successivoBonomi II
18 giugno 1944

Esso, nato in seguito alla svolta di Salerno (con cui il Partito Comunista Italiano di Palmiro Togliatti accettò di collaborare con Pietro Badoglio, capo del governo dal 25 luglio 1943, e la monarchia sabauda), è stato in carica dal 22 aprile[1] al 18 giugno 1944 (sebbene già dimissionario dal precedente 6 giugno), per un totale di 57 giorni (ovvero un mese e 27 giorni)[2] durante il cosiddetto Periodo costituzionale transitorio, essendo stato il primo esecutivo aperto ai sei partiti politici antifascisti riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN). Di seguito, il comunicato di nomina:

«Pietro Badoglio può finalmente formare il secondo esecutivo: un governo d’unità nazionale antifascista appoggiato dal CLN, con molti leader che assumono la carica di ministro. Palmiro Togliatti (PCI): vicepresidente. Ministri senza portafogli: Benedetto Croce (PLI), Carlo Sforza (indipendente, indicato dal Partito d'Azione), Giulio Rodinò di Miglione (DC), Pietro Mancini (PSIUP). Interno: Salvatore Aldisio (DC). Grazia e Giustizia: Vincenzo Arangio-Ruiz (PLI). Agricoltura e Foreste: Fausto Gullo (PCI). Commercio, Industria e Lavoro: Attilio Di Napoli (PSIUP). Lavori Pubblici: Alberto Tarchiani (Pd'A). Comunicazioni: Francesco Cerabona (PDL). Educazione Nazionale: Adolfo Omodeo (Pd'A). Finanze: Quinto Quintieri (PDL). Il secondo governo Badoglio, si caratterizza anche per la presenza, al di là dei singoli titolari dei Ministeri, dei cinque ministri senza portafoglio che, in realtà, sono i garanti del nuovo governo: Benedetto Croce, Pietro Mancini, Giulio Rodinò; Carlo Sforza, Palmiro Togliatti. Essi, in rappresentanza di cinque dei sei partiti costituenti il Comitato di Liberazione Nazionale (la Democrazia del Lavoro decise di non partecipare al governo), sono i veri arbitri della partita politica fra Governo, Corona e Alleati. Antonio Palo[3]»

Il giuramento dei ministri nelle mani del Re avvenne a Villa Episcopio a Ravello[4].

Diede le dimissioni il 6 giugno 1944[5], immediatamente dopo la liberazione di Roma dall'occupazione nazi-fascista.

In questo governo, tramite regio decreto, sono state disposte alcune modifiche di ministeri. Tra le varie, nello specifico:

Compagine di governo

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Appartenenza politica

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Partito Presidente Ministri Commissari Sottosegretari Totale
Militare 1 6 1 - 8
Partito Socialista Italiano[6] - 2 2 2 6
Partito d'Azione - 2 1 1 4
Partito Comunista Italiano - 2 - 2 4
Partito Liberale Italiano - 3 - 1 4
Indipendente (politica) - 1 - 3 4
Democrazia Cristiana - 2 - 1 3
Partito Democratico del Lavoro (Italia) - 1 - 2 3

Composizione

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Carica Titolare Sottosegretari
Presidenza del Consiglio dei ministri Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio
Presidente del Consiglio dei Ministri, Primo Ministro Segretario di Stato[7]   Pietro Badoglio (Militare) Renato Morelli (PLI)
Ministri senza portafoglio Sottosegretario
Ministri senza portafoglio   Palmiro Togliatti (PCI) Carica non assegnata
  Benedetto Croce (PLI)
  Carlo Sforza (Indipendente)
  Giulio Rodinò di Miglione (DC)
  Pietro Mancini (PSIUP)
Ministero Ministri Sottosegretario
Affari esteri Pietro Badoglio (Militare)
Ad interim
Carica non assegnata
Africa Italiana Pietro Badoglio (Militare)
Ad interim
Carica non assegnata
Interno   Salvatore Aldisio (DC)
Grazia e Giustizia   Vincenzo Arangio-Ruiz (PLI) Nicola Lombardi (PDL)
Finanze   Quinto Quintieri (PLI) Antonio Pesenti (PCI)
Guerra   Taddeo Orlando (Militare) Mario Palermo (PCI)
Aeronautica   Renato Sandalli (Militare) Carica non assegnata
Marina   Raffaele de Courten (Militare) Domenico Albergo[8] (PSIUP)
Agricoltura e Foreste   Fausto Gullo (PCI) Gino Bergami (Indipendente)
Industria, Commercio e Lavoro   Attilio Di Napoli (PSIUP) Francesco Sansonetti (PSIUP)
Lavori Pubblici   Alberto Tarchiani (Pd'A) Adolfo Cilento (PDL)
Comunicazioni   Francesco Cerabona (PDL)
Pubblica Istruzione[11]   Adolfo Omodeo (Pd'A) Angelo Raffaele Jervolino (DC)
Alti commissariati
Sardegna   Pietro Pinna Parpaglia (Militare)
Sicilia   Francesco Musotto (PSIUP)
Epurazione nazionale del Fascismo   Tito Zaniboni (PSIUP)
(fino al 2 giugno 1944)
  Carlo Sforza (Indipendente)
(dal 2 giugno 1944)
Aggiunto   Mario Berlinguer (Pd'A)
(dal 2 giugno 1944)

Cronologia

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  1. ^ Presidenza del Consiglio dei Ministri. Comunicazioni, in "Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia", Parte prima, Serie speciale, n. 23, 29 aprile 1944, pp. 149-150., su gazzettaufficiale.it.
  2. ^ Verbali del Consiglio dei ministri. Luglio 1943-maggio 1948, edizione critica a cura di Aldo G. Ricci, III, Governo Bonomi. 18 giugno 1944-12 dicembre 1944, Roma, Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, 1994, p. IX.
  3. ^ Video del secondo governo Badoglio
  4. ^ Verbali del Consiglio dei ministri. Luglio 1943-maggio 1948, edizione critica a cura di Aldo G. Ricci, II, Governo Badoglio. 22 aprile 1944-18 giugno 1944, Roma, Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, 1994, p. X.
  5. ^ Verbali del Consiglio dei ministri. Luglio 1943-maggio 1948, edizione critica a cura di Aldo G. Ricci, II, Governo Badoglio. 22 aprile 1944-18 giugno 1944, Roma, Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, 1994, p. XXIX.
  6. ^ Ufficialmente Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP).
  7. ^ Capo del Governo Primo Ministro Segretario di Stato” fino al 3 giugno 1944 (Decreto-legge 16 maggio 1944, n. 136).
  8. ^ Con delega alla Marina Mercantile.
  9. ^ Con delega per le Ferrovie.
  10. ^ Con la delega per le Poste e i Telegrafi.
  11. ^ Fino al 29 maggio 1944, Ministero dell'educazione nazionale.

Bibliografia

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  • Parlamenti e Governi d’Italia (dal 1848 al 1970) - Vol. II - Francesco Bartolotta - Vito Bianco Editore - 1971

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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