Inaco

divinità fluviale e re di Argo nella mitologia greca

Inaco (in greco antico: Ἴναχος?, Ínachos) è nella mitologia greca uno dei re di Argo e una divinità fluviale.

Inaco
Io riconosciuta dal padre Inaco, dipinto di Victor Honoré Janssens, XVII sec.
Nome orig.Ἴναχος
Caratteristiche immaginarie
SpeciePotamoi
SessoMaschio
ProfessioneRe di Argo

Mitologia

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Inaco, sposò Melia e divenne padre di Io che fu amata da Zeus e trasformata in mucca a causa della gelosia di Era. Secondo la leggenda (riportata da diversi autori, seppur in maniera incidentale, quali Pindaro, Simonide, Pausania) Inaco, impazzito di rabbia alla trasformazione della figlia, maledisse Zeus e fu per questo da lui trasformato in un fiume. Sulla trasformazione di Io esistono due versioni nella mitologia greca, una che sembra risalire a Erodoto, l'altra ripresa da Eschilo nelle Supplici.

Secondo la versione erodotea, che è poi probabilmente anche quella considerata nell'Inaco di Sofocle, è Zeus stesso a trasformare Io per rendere Era innocua. La dea però chiede in dono la giovenca e vi pose Argo come guardiano. Altrimenti, nella versione delle Supplici, fu Era a trasformare Io in giovenca per gelosia e Zeus si unì a lei in forma di toro. Ugualmente Argo fu posto da Era come suo guardiano.

Hermes, inviato da Zeus, riuscì ad uccidere Argo (nell'Inaco di Sofocle indossando il cappello dell'invisibilità di Ade, altrimenti anche con un flauto che avrebbe fatto addormentare il cent'occhi, nella versione di Bacchilide), ed Era allora fece tormentare Io da un tafano che la costrinse a lunghe dolorose peregrinazioni (che lei stessa racconta a Prometeo nel Prometeo incatenato di Eschilo) fino alle sponde del Nilo, in Egitto, dove diede alla luce Epafo (lett: generato dal tocco di Zeus, epafé), progenitore della stirpe degli Egizi da cui discendono le stesse Danaidi ed infine anche Eracle.

Kerenyi riporta una versione secondo cui Inaco ebbe anche una figlia di nome Micene da cui poi prese il nome l'omonima città.[1]

Albero genealogico

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Localizzazione del fiume Inaco

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Secondo varie testimonianze e teorie ad oggi ci sono tre fiumi che potrebbero corrispondere a quello del mito:

  • Inaco, il fiume che scorre (sebbene sia un fiume a rischio di prosciugamento), scendendo dalle montagne del Pindo e diventa un affluente dell'Acheloo.
  • Inaco Argivo sorge invece nelle alture tra l'Argolide e l'Arcadia, di cui una parte era chiamata Artemysion ed un'altra Lyrceion e scorre attraverso la regione della città di Lyrceia (all'incirca 70 km a nord ovest di Argo)[2].
  • Inaco epirota scorreva invece nell'Argolide e la considerazione che si tratti dei due luoghi dello stesso fiume è riportata da Strabone, nella citazione dell'opera Inaco di Sofocle che costituisce il fr.271 Radt. Pearson invece, riporta il monte Lacmo (che si trova a Nord Est dell'Epiro), poiché da lì sorge l'Inaco epirota' che scava una lunga valle parallela al Pindo (catena di monti tra la Tessaglia e l'Epiro) e scende verso sud scorrendo poi attraverso le alte terre dei Perrebi (una tribù epirota). Infine taglia il territorio dell'Argo d'Anfilochia posto al confine con l'Acarnania e si getta nell'Acheloo. L'acheloo tra l'altro sorge anch'esso dal monte Lacmo, dividendo l'Acarnania dall'Etolia[2].
  1. ^ Carl Kerenyi, Gli dei e gli eroi della Grecia. Il racconto del mito, la nascita delle civiltà, Milano, Il Saggiatore, 2010, p. 292, ISBN 978-88-565-0131-5.
  2. ^ a b (EN) The Fragments of Sophocles, Pearson.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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