Mardin
Mardin comune metropolitano | |
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(TR) Mardin (AR) ماردين (SYR) ܡܶܪܕܺܝܢ (KU) Mêrdîn | |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | Anatolia Sud Orientale |
Provincia | Mardin |
Distretto | Artuklu |
Amministrazione | |
Sindaco | Februniye Akyol |
Territorio | |
Coordinate | 37°18′47″N 40°44′06″E / 37.313056°N 40.735°E |
Altitudine | 1 083 m s.l.m. |
Superficie | 8,891 km² |
Abitanti | 86 948 (2012) |
Densità | 9 779,33 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 47xxx |
Prefisso | +90(0)482 |
Fuso orario | UTC+2 |
Targa | 47 |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
Mardin (in arabo: ماردين; in siriaco ܡܶܪܕܺܝܢ, Merdīn, Mārdīn; in curdo: Mêrdîn) è una città del sud-est della Turchia, capitale dell'omonima provincia.
È nota per la sua architettura araba e per la sua posizione strategica. La sua altitudine, infatti (1083 metri s.l.m.), le consente di dominare la sottostante regione dai suoi contrafforti rocciosi. A meridione della provincia di Mardin si apre il territorio siriano[1].
La sua popolazione, di 86.948 persone, è assai eterogenea, contando arabi, assiri e curdi.[2] Circa metà della popolazione è di etnia araba.[3]
Mardin è un vocabolo aramaico che significa "fortezza".
Dal 2014 la città è guidata dal sindaco Februniye Akyol, la prima ed unica donna sindaco di religione cristiana della Turchia.
StoriaModifica
Le prime popolazioni a insediarsi nell'area furono cristiani della Chiesa d'Oriente, che vi giunsero nel III secolo. Fino al XVIII secolo la religione predominante a Mardin rimase quella siro-orientale. Così afferma Simo Parpola:[4]
«Dal terzo secolo in poi gli Assiri si convertirono al cristianesimo in numero sempre maggiore, anche se la religione assira continuò ad esistere. Per esempio ad Harran persistette almeno fino al X secolo; a Mardin fino al XVIII secolo.» |
Mardin rimase cristiana durante il dominio islamico califfale, tra il VII e il XII secolo e anche durante il periodo artuqide (dinastia turca che governò l'Anatolia orientale e la Mesopotamia settentrionale tra il XII e il XIV secolo.
La regione artuqide di Mardin cadde in mano mongola nel 1394, anche se i Mongoli non governarono mai direttamente l'area. Mardin fu più tardi dominata dal Sultanato turco degli Ak Koyunlu («Quelli del Montone Bianco»).
La madrasa Kasımiye fu edificata da Sultan Kasım, figlio del sultano degli Ak Koyunlu, Cihangir, tra il 1457 e il 1502.
NoteModifica
- ^ Mardin, Turkey Archiviato il 17 ottobre 2010 in Internet Archive., dal sito planetware.com
- ^ Encyclopaedia of the Orient - Mardin, su lexicorient.com. URL consultato il 1º gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2008).
- ^ Ayse Guc Isik, 2013.The Intercultural Engagement in Mardin Archiviato il 15 febbraio 2020 in Internet Archive.. Australian Catholic University. p. 46.
- ^ "Assyrian Identity in Ancient Times and Today", Journal of Assyrian Academic Studies (consultabile in formato PDF [1]).
BibliografiaModifica
- Jean-Baptiste Tavernier, (1692), Les six voyages, I:187
- Carsten Niebuhr, (1778), Reisebeschreibung, Copenaghen, II:391-398
- Albert Socin, (1904), Der Arabische Dialekt von Mōsul und Märdīn, Leipzig.
- Pietro della Valle, (1843), Viaggi, Brighton, I:515
- Hugo Makas, (1926), Kurdische Texte im Kurmanji-Dialekte aus der Gegend von Mardin, Pietroburgo/Leningrado.
- Hasan Shumaysani, (1987), Madinat Mardin min al-fath al-'arabi ila sanat 1515, Beirut, 'Ālam al-kutub.
- Otto Jastrow, (1969), "Arabische Textproben aus Mardin und Asex", in Zeitschrift der Deutschen Morgenländischen Gesellschaft (ZDMG) 119, pp. 29–59.
- Otto Jastrow, (1992), "Lehrbuch der Turoyo-Sprache" in Semitica Viva – Series Didactica, Wiesbaden, Otto Harrassowitz.
- Hans-Jürgen Sasse, (1971), Linguistische Analyse des Arabischen Dialekts der Mhallamīye in der Provinz Mardin (Südossttürkei), Berlin.
- Lemma «Mārdīn» in "The Encyclopaedia of Islam" (Vladimir Minorsky), Leiden, E. J. Brill, 1991.
- Rosie Ayliffe et al, (2000) The Rough Guide to Turkey, London, Rough Guides.
- Michaela Wittich, (2001), Der arabische Dialekt von Azex, Wiesbaden, O. Harrassowitz.
- George Grigore, (2007), L'arabe parlé à Mardin. Monographie d'un parler arabe périphérique, Bucarest, Editura Universitatii din Bucuresti, ISBN 978-973-737-249-9 [2]
- Andrea Riccardi (2015), La strage dei cristiani. Mardin, gli armeni e la fine di un mondo, Bari, Editori Laterza, collana Storia e Società, ISBN 9788858120293
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Mardin
Collegamenti esterniModifica
- Foto della città, su tulpart.com.
- Portale informazioni della città di Mardin, su e-mardin.com. URL consultato il 1º gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2010).
- Informazioni meteorologiche di Mardin, su turkeyforecast.com. URL consultato il 1º gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2008).
- Guida di Mardin e album fotografico, su anatolia.luwo.be.
- Primo Simposio Internazionale sulla storia di Mardin, su mardin.gov.tr. URL consultato il 1º gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2007).
- Istanbul'daki Mardinliler Egitim ve Dayanisma Vakfi, su marev.org.tr.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 167838613 · LCCN (EN) n96029011 · GND (DE) 4100494-2 · WorldCat Identities (EN) lccn-n96029011 |
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