Murad I
Murad I (مراد الأول in turco ottomano, soprannominato Hüdavendigâr, "guerriero di Dio"; Bursa, 29 giugno 1326 – Piana dei Merli, 15 giugno 1389) fu un sultano dell'Impero ottomano dal 1359 al 1389.
Murad I | |
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Sultano dell'Impero ottomano | |
In carica | marzo 1362 – 15 giugno 1389 |
Predecessore | Orhan I |
Successore | Bayezid I |
Nome completo | Murad Hüdavendigâr |
Trattamento | Padiscià |
Nascita | Bursa, 29 giugno 1326 |
Morte | Piana dei Merli, 15 giugno 1389 |
Dinastia | Ottomana |
Padre | Orhan I |
Madre | Nilüfer Hatun |
Consorte | Gülçiçek Hatun Tamara Hatun Paşa Melek Hatun Maria Hatun Altre |
Figli | Bayezid I Yakup Çelebi Savcı Bey Altri |
Religione | Islam |
Firma | ![]() |
BiografiaModifica
Murad I era figlio di Orhan I e di Nilüfer Hatun, una concubina dell'harem. Salì al trono alla morte del padre, nel 1359. Rafforzò lo Stato favorendo l'immigrazione di elementi turchi nella città di Adrianopoli (Edirne in turco), di recente conquistata, ed ampliò i confini dell'impero in Europa, sottomettendo al dominio ottomano quasi tutta la zona dei Balcani, costringendo in tal modo Bisanzio a pagargli tributi.
Fu Murad a fondare tutte quelle istituzioni che permisero alla tribù dei Turchi Osmanli di organizzarsi in un'entità statale. Adottò il titolo di sultano nel 1383, istituì il corpo militare dei giannizzeri e il sistema di reclutamento del devşirme (devshirme), quale forma di tributo per le terre cristiane di recente conquista che imponeva loro di mandare giovani ragazzi con lo scopo di formare un gruppo di schiavi convertiti. Organizzò inoltre il governo del Divano, il sistema dei timar (feudi di servizio) assegnati ai timarioti[1] e la figura del giudice militare, il kazasker. Creò le nuove province di Anadolu (Anatolia) e Rumeli (Rumelia, nei Balcani).
Murad combatté contro il potente emirato dei Karamanidi in Anatolia e contro Serbi, Bulgari e Ungheresi in Europa. La sua politica aggressiva nei Balcani portò alla formazione di una coalizione cristiana guidata da re Luigi I d'Ungheria, che però fu sconfitta nella battaglia di Maritsa il 26 settembre 1371 dal luogotenente del sultano, Lala Şâhin Paşa, primo governatore (beylerbey) di Rumelia. Nel 1366 il regno serbo fu costretto a pagare tributi al sultano e nel 1385 Sofia venne conquistata dall'esercito ottomano.
Nel 1389 l'esercito di Murad sconfisse l'armata cristiana nella battaglia di Kosovo Polje, grazie anche al contributo di Evrenos Bey, ma all'inizio o subito dopo di essa (le fonti sono discordi) Murad I venne assassinato dal cavaliere dello zar Lazar Hrebeljanović, Milos Obilic.
FamigliaModifica
ConsortiModifica
Murad I aveva almeno sette consorti:[2][3][4][5][6]
- Gulçiçek Hatun. Concubina schiava.
- Kera Tamara Hatun. Principessa bulgara, figlia dello zar Ivan Alessandro di Bulgaria. Rinomata per la sua bellezza, fu obbligata a sposare Murad quando questi conquistò la Bulgaria.
- Paşa Melek Hatun. Figlia di Kızıl Murâd Bey.
- Fülane Hatun. Figlia di Costantino di Kostendil, sposò Murad nel 1372. Due sue sorelle sposarono due figli di Murad, Bayezid I e Yakub Çelebi.
- Fülane Hatun. Figlia di Cândâroğlu Süleyman II Paşah e della sua prima moglie, sposò Murad nel 1383.
- Maria Hatun. Nata Maria Paleologa, era figlia dell'imperatore bizantino Giovanni V e di sua moglie Elena Cantacuzena. Sposò Murad nel 1386, mentre due sue sorelle sposarono i suoi figli Bayezid I e Yakub Çelebi.
- Fülane Hatun. Figlia di Ahî Seyyid Sultân, sposò Murad nel 1366.
FigliModifica
Murad I aveva almeno cinque figli:[2][3][5][6]
- Bayezid I (1360 - 1403) - con Gulçiçek Hatun. Sultano ottomano.
- Yakub Çelebi (c. 1362 - 20 giugno 1389). Annegato per ordine di Bayezid.
- Savci Bey (c. 1364 - novembre 1385). Fatto giustiziare da suo padre dopo che si ribellò contro di lui. Aveva un figlio, Murad Bey, che alla morte del padre fuggì in Ungheria.
- Ibrahim Bey (c. 1365 - c. 1385). Sepolto nel mausoleo Osman I.
- Yahşi Bey (? - prima del 1389)
FiglieModifica
Murad I aveva almeno quattro figlie:[2][3][5][6]
- Özer Hatun. Sposata con figli. Suo nipote Mehmed Bey ricopriva un posto a corte nel 1426.
- Mihriali Hatun. Nel 1389 era sposata con Saruhânoğlu Hızır Bey.
- Devlet Sultan Hatun. Sposò Karamânoglu Turgut Bey, da cui ebbe un figlio, Mahmud Bey.
- Nefise Melek Sultan Hatun (c. 1363 - dopo il 1400). Venne data in sposa a Karamânoğlu Alâeddîn Alî Bey nel tentativo fallito di fermare la guerra. Ebbe da lui almeno tre figli: Mehmed II Bey (1379-1423), Alaeddin Ali Bey (1381-1424) e Oğuz Bey (probabilmente morto in tenera età). Rimasta vedova nel 1387, tornò a vivere a Bursa, ma alla morte di Bayezid I tornò a Karaman, dove suo figlio era salito al trono.
NoteModifica
- ^ I titolari di questi feudi, legati esclusivamente alla persona assegnataria e non trasferibili per successione ereditaria o alienazione, erano tenuti a prestare servizio come soldati di cavalleria su richiesta del sultano. Si formò così il corpo degli Spahi, cavalieri particolarmente capaci e combattivi, che furono impiegati massicciamente in battaglia fino al diciottesimo secolo e la cui esistenza come istituzione si estinse per vari motivi.
- ^ a b c Nikolay Antov - The Ottoman Wild West
- ^ a b c Mustafa Çağatay Uluçay - Padişahların Kadınları ve Kızları
- ^ Jennifer Lawler - Encyclopedia of the Byzantine Empire
- ^ a b c Yılmaz Öztuna, Devletler ve Hanedanlar Cilt 2
- ^ a b c Necdet Sakaoğlu - Bu Mülkün Kadın Sultanları
BibliografiaModifica
- Ducas, Historia turco-bizantina 1341-1462, a cura di Michele Puglia, 2008, il Cerchio, Rimini, ISBN 88-8474-164-5
Altri progettiModifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Murad I
Collegamenti esterniModifica
- Muràd I, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Ettore Rossi, MURĀD I, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1934.
- Murad I, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Murād I, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Murad I, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 89105909 · ISNI (EN) 0000 0000 7820 0839 · CERL cnp00572417 · LCCN (EN) n83230195 · GND (DE) 122922778 · BNF (FR) cb14976381t (data) · J9U (EN, HE) 987007276381005171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n83230195 |
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