Ricostruzione filologica dei sinogrammi più diffusi

Nelle tabelle sottostanti, è indicata la ricostruzione filologica dei sinogrammi più diffusi fino al livello HSK4 (B2) di cinese e con un'appendice che integra i caratteri HSK4 con i kanji fino al livello C1 di giapponese (penultimo livello JLPT). Ogni livello di HSK ha la sua sotto-pagina, ragion per cui questa è la pagina madre. Viene offerta un'introduzione a tutta la ricostruzione e al corretto utilizzo dello Shuowen Jiezi (说文解字, 100 d.C. circa, epoca Han) di Xu Shen (许慎), affiancata a una breve trattazione degli errori più diffusi nella filologia dei caratteri e a un'altra breve trattazione dei nomi dei principali stili calligrafici cinesi.

Introduzione modifica

La ricostruzione non è basata su storytelling basati sul significato (solo) moderno del carattere o sulla sua apparenza immediata e superficiale. Contemporaneamente, non è basata su mnemotecniche che partono per esempio dalla pronuncia del carattere. Questi modi di spiegare i caratteri, basati su storytelling, mnemotecnica o sull'etimologia folk, sono infatti avulsi dallo studio delle versioni originali sulle ossa oracolari (periodo Shang) e sui bronzi (periodo Shang e Zhou), laddove attestate, e non tengono in considerazione il significato originale.

La ricostruzione è invece basata sulla lettura critica di fonti che parlano di filologia e non di mnemotecnica, come lo Shuowen Jiezi 说文解字 di Xu Shen 许慎 di epoca Han (100 d.C. circa), autore che comunque non ha consultato le ossa oracolari dal momento che sono state disseppellite secoli dopo e che in punti sporadici commette degli errori di interpretazione. Non ha potuto nemmeno consultare i bronzi del periodo Shang e Zhou. La ricostruzione parte con tutti i caratteri dell'HSK1, seguita poi da quelli dell'HSK2, dell'HSK3 e dell'HSK4 senza ripetizioni. In sintesi, viene trattato e ricostruito l'HSK4 integrale, che grossomodo corrisponde a un B2 (i caratteri nuovi nell'HSK5 e 6 sono pochi, ragion per cui al livello C1 e C2 i caratteri nuovi diminuiscono). La trattazione viene unita anche a quella dei 214 radicali Kangxi che compaiono volta per volta, anche se nell'articolo che parla dei radicali Kangxi è presente la ricostruzione della lista integrale e una breve presentazione dei radicali Shuowen (cioè quelli usati da Xu Shen). Dopo il livello HSK4, è presente un gruppo di kanji che compare nel penultimo livello integrale del JLPT (C1) ma non compare nell'HSK4 (sono caratteri molto diffusi in giapponese e in buona parte anche in cinese). La scelta di basarsi sull'HSK e sul JLPT è giustificata dal fatto che questi sono gli hanzi e kanji più diffusi nel cinese moderno standard e giapponese moderno (molti di loro sono in comune tra le due lingue). Molti di loro sono diffusi pure in coreano e vietnamita, le altre due lingue sino-xeniche dopo il giapponese.

La ricostruzione riguarda la grafia, tale per cui si svolge un esercizio focalizzato sulla paleografia, che a sua volta si può collegare occasionalmente a conoscenze storico-culturali sulla Cina o a conoscenze tecniche su argomenti come l'agricoltura e le tecnologie primitive (i caratteri cinesi sono attestati a partire dal 1250 a.C. circa). Non viene trattata la derivazione etimologica della parola (comunque esistono dei dizionari che spiegano anche l'etimologia e includono la pronuncia in antico cinese e il paragone con vocaboli di molte lingue come ad esempio il birmano, il laotiano, il khmer, il thai, le lingue austronesiane parlate in Oceania, il tibeto-birmano, le radici ricostruite in proto-sino-tibetano.... Oltre ai dizionari celebri di autori come Schuessler e Sagart, si aggiunge il dizionario online STEDT a cura di Matisoff, che ha ricostruito il proto-tibeto-birmano). Nella descrizione, si offre la versione tradizionale, le versioni arcaiche vicine al disegno originale e l'origine filologica. A questi caratteri, ne vengono collegati e spiegati altri solitamente diffusi e vengono aggiunte alcune informazioni utili sulla pronuncia arcaica in Primo Cinese Medio (e.g. Baxter, 2011), in larga misura ricavabili dalle pronunce conservative delle lingue sino-xeniche (coreano, giapponese in lettura on e vietnamita, aventi gli hanja accanto al kana, kanji e han tu', che sono parte del sistema chu Nom) e dei dialetti cinesi conservativi, come il cantonese, lo shanghainese, l'hakka e gli hokkien (famiglia Minnan, es. Amoy hokkien, hokkien taiwanese). Nella prima tabella, le spiegazioni sono più abbondanti. Dalla seconda tabella, diventano leggermente più rapide poiché le basi vengono date come sufficientemente assodate. La ricostruzione della grafia non corrisponde a quella etimologica, che comunque vi si può affiancare e coinvolge la pronuncia in cinese antico (es. Baxter-Sagart, 2014). Da sinogrammi molto stilizzati si origina il sillabario/kana giapponese.

Breve avvertenza sullo Shuowen Jiezi (Xu Shen) e sugli errori diffusi in filologia dei caratteri modifica

Il cinese antico è indissolubilmente legato alla prima attestazione della scrittura cinese (a partire dal 1250 a.C. circa, periodo Shang), ragion per cui la lingua e la scrittura come periodo sono strettamente collegate. I caratteri in origine sono nati per scrivere sulle piastre delle tartarughe e sulle scapole di bue messe a crepare sul fuoco per effettuare predizioni sul futuro più o meno remoto. Dai primi caratteri attestati nelle ossa oracolari (periodo Shang e Zhou) e nei bronzi Shang e Zhou, si vedono le versioni originali di molti caratteri diffusi sia in passato che oggi, da cui si può ricostruire la composizione (molti altri caratteri, comunque ricostruibili, sono attestati a partire dal periodo degli Stati Combattenti e periodo Qin e Han in poi). Le versioni originali permettono di capire meglio la loro composizione, il disegno originario, come si sono evoluti e, in alcuni casi, la pronuncia originaria. Pertanto il cinese antico è il periodo da cui si parte a fare la filologia dei sinogrammi (perlomeno quelli più antichi, come i radicali Kangxi), un'attività direttamente collegata alla paleografia, che a sua volta non è una disciplina isolata da altre, come l'archeologia.

Quanto al periodo del Primo Cinese Medio, in questo periodo i sinogrammi assumono grossomodo l'aspetto dei caratteri tradizionali odierni. Questa grafia deriva dall’evoluzione della prima standardizzazione dei caratteri avvenuta durante il periodo Qin: Xu Shen, usando una grafia detta “Piccolo Sigillo”/Xiaozhuan, li descrive nello Shuowen Jiezi. Durante il periodo Tang, le ossa oracolari forse erano state dissotterrate per la prima volta, ma i contadini, non capendo cosa fossero e come mai avessero dei segnetti misteriosi incisi sopra, le reinterravano. In un secondo momento, sono state dissotterrate e polverizzate per creare preparati di medicina tradizionale cinese, come avveniva per esempio nel periodo Qing. Il riconoscimento dei caratteri sarebbe avvenuto nel fine Ottocento. L’osservazione delle prime versioni (ossa e bronzi), dell’evoluzione nello stile del Piccolo Sigillo e dell’ulteriore evoluzione nella versione tradizionale (poi eventualmente semplificata alla metà del Novecento) permette di capire meglio i caratteri e i loro componenti.

Un'opera da cui si parte per analizzare i caratteri è proprio lo Shuowen Jiezi 说文解字 di Xu Shen 许慎 (100 d.C., scritto in epoca Han, durante il periodo in cui si parlava il Cinese degli Han Orientali, una varietà intermedia tra il tardo Old Chinese/tardo cinese antico e il Primo Cinese Medio, fermo restando che il cinese parlato durante la Dinastia Jin, che precede il Primo Cinese Medio, è ancora in via di discussione). L'opera va letta con spirito critico poiché Xu Shen descrive perlopiù i sinogrammi secondo lo stile del Piccolo Sigillo (Xiaozhuan 小篆) e secondo la prima standardizzazione avvenuta nel periodo Qin. Non ha mai consultato le ossa oracolari del periodo Shang e Zhou (cioè le piastre di tartaruga e le scapole di bue incise e trapanate e messe sul fuoco a crepare per effettuare le piromanzie, dette anche plastromanzie e scapulomanzie) e non ha nemmeno consultato i bronzi Shang e Zhou (vasi, bacinelle, piccoli contenitori, specchi, pettini, bracieri...): entrambi non erano stati ancora diseppelliti, quindi i relativi corpora di caratteri (甲骨文 e 金文), di cui oggi esistono i dizionari, erano inaccessibili. Pertanto i caratteri analizzati non sono le proto-forme/versioni originali, ma sono una standardizzazione che contiene già delle stilizzazioni fuorvianti, dei componenti aggiunti o delle disposizioni dei componenti alterate rispetto alla disposizione originale. Xu Shen in alcuni punti commette degli errori nell'interpretazione o nella suddivisione del carattere per indicare il carattere e la chiave di lettura per la pronuncia, che riflette la sua varietà di cinese (alcune varianti dei caratteri sono varianti popolari o dei rimaneggiamenti delle chiavi di lettura per riflettere cambiamenti nella pronuncia tra la prima fase del cinese antico/Old Chinese e il Cinese degli Han Orientali o le varietà del periodo Qin, periodi nei quali peraltro si sono coniati nuovi caratteri).

L'opera di Xu Shen è stata arricchita con degli ottimi commentari che glossano il testo. Il più famoso è quello di Duan Yucai, scritto nell'arco di oltre 30 anni e pubblicato nel 1815 (periodo Qing) e di ottima qualità nonostante nemmeno lui abbia consultato le ossa e i bronzi. Alcune glosse correggono delle informazioni di Xu Shen o le arricchiscono. In generale, si evince che lo Shuowen Jiezi va letto e consultato con un sano spirito critico, nonostante i suoi pregi indiscussi. Per esempio, va affiancato alle versioni sulle ossa e sui bronzi, ai commentari, alle varianti dei caratteri (in cui abbastanza spesso restano cristallizzati degli elementi antichi o la disposizione originale dei componenti) e a studi paleografici e filologici (non etimologia folk o mnemotecnica) che si intrecciano con storia, archeologia e conoscenze basilari per esempio di tecniche di agronomia, se si pensa ad esempio alla coltivazione del grano, del riso e alla loro lavorazione (la derivazione etimologica delle parole a partire dai suffissi e prefissi morfologici del cinese antico è un altro tipo di ricostruzione che a volte si può intrecciare con quella di stampo paleografico, cioè incentrata sulla grafia). Altre stilizzazioni trasformano dei componenti dei caratteri in falsi amici. A questo si aggiunge il fatto non secondario che i caratteri cinesi hanno subito una semplificazione nella metà Novecento, ragion per cui partire ad analizzare i caratteri dalla versione semplificata è un errore in partenza, come anche analizzarli basandosi sulla grafia riportata da Xu Shen laddove il carattere è attestato da secoli prima ed è dotato di una proto-forma. Quest’ultimo comunque riporta i significati originali di ogni carattere, e come si sono evoluti: per esempio, miao4 秒 oggi indica il secondo (unità di tempo), il che rende la presenza del radicale del cereale criptica e insensata. In realtà, in origine il carattere indicava l’arista, cioè un lungo filamento sulla “buccia” dei chicchi di grano sulle spighe, il che rende il radicale subito comprensibile.

Da tutte queste premesse si può ricavare una lista di 7 errori da evitare:

  • non praticare una distinzione tra da un lato paleografia/filologia con conoscenze storico-letterarie, archeologiche e di tecniche antiche in alcuni campi (e.g. agricoltura, allevamento, metallurgia, produzione di vasellame, settore tessile) e dall’altro l’etimologia folk con mnemotecnica peraltro avulse dalle utili conoscenze di supporto elencate in precedenza;
  • analizzare i caratteri superficialmente (in base cioè alla loro apparenza immediata, a volte ingannevole per le stilizzazioni, amputazioni o aggiunte e disposizioni delle componenti);
  • analizzare solo la versione semplificata laddove hanno una versione tradizionale;
  • non prendere mai in considerazione alcune utili varianti arcaizzanti dei caratteri laddove presenti (esistono dizionari appositi);
  • non consultare mai le versioni sulle ossa oracolari e i bronzi Shang e Zhou laddove il carattere è attestato;
  • partire ad analizzare sempre e solo dal significato moderno, laddove sono presenti significati arcaici poi evoluti e/o perduti ma recuperabili da dizionari antichi (tra cui lo stesso Shuowen Jiezi);
  • copiare l’interpretazione integralmente da Xu Shen, che già commette degli errori nell’interpretazione e suddivisione corrette dalla paleografia e da alcune glosse e commentari ben scritti (non tutti i commentari sono uguali. Quelli di Xu Xuan e di Duan Yucai sono tra i migliori in assoluto e le loro glosse sono direttamente affiancate alla definizione originale di Xu Shen). L’opera va quindi affiancata ad altri materiali e conoscenze. L’errore di non leggere Xu Shen con un sano spirito critico si intuisce fin dagli esordi del paragrafo.

Alcune interpretazioni sono incerte o in fase di discussione ma, se non cadono in nessuno dei 7 errori, semplicemente sono indicatori di un dibattito ancora aperto che può essere chiuso con l’avanzare delle scoperte in paleografia, in linguistica storica (es. la derivazione morfologica in Cinese Antico), in storia e in archeologia (le ossa e i bronzi sono infatti reperti archeologici. Più se ne trovano, più caratteri attestati e/o varianti antiche emergono, con tutto ciò che ne deriva).

Un ultimo errore diffuso sarebbe da includere come l'ottavo errore se non fosse limitato ai soli radicali Kangxi. Tuttavia, il fatto che i radicali Kangxi come grafia, nome e ricostruzione filologica siano il migliore punto di partenza per l'apprendimento dei sinogrammi, lo rende un errore dalle conseguenze pesanti. L'errore, riportato in disparte, è il seguente:

  • partire a ricostruire e studiare i radicali Kangxi a partire dal nome proprio in cinese, laddove presente.

Si prenda come esempio lampante卩 jie2: è universalmente noto come "il sigillo", in più come radicale ha il nome proprio in cinese traducibile come "l'orecchio singolo". Non solo i nomi propri in cinese indicano perlopiù l'apparenza grafica del carattere, ma non danno informazioni per la filologia. Jie2 non rappresenta in nessun modo un orecchio, ragion per cui questi nomi sono utili per richiamare alla mente il radicale in lingua cinese ma sono fuorvianti per la ricostruzione filologica. Quanto al suo significato, anch'esso è fuorviante perché a livello di origine non rappresenta in nessun modo un sigillo: è un uomo inginocchiato ritratto di profilo. Anche i radicali Kangxi non sono esenti dai 7 errori elencati in precedenza: per esempio, 彐 ji4 è universalmente noto come "muso di maiale" in base alla definizione di Xu Shen, ma in nessun carattere raffigura il muso del maiale, bensì stilizza una mano solitamente impegnata ad afferrare qualcosa.

Nomi dei principali stili calligrafici cinesi modifica

I nomi dei principali stili calligrafici cinesi sono decisamente utili per dare un nome a una particolare grafia e/o nel momento in cui ci si imbatte nel loro nome in un dizionario di calligrafie o in un libro di filologia dei sinogrammi. I primi due nomi non sono stili, ma un'etichetta alle versioni sulle piastre di tartaruga, scapole di bue e sugli oggetti in bronzo. Anche gli ultimi due non sono nomi di stili calligrafici, ma sono importanti da elencare e tenere distinti quando si vede la scrittura di un carattere e/o si fa filologia. Da questi nomi e una loro successione, si può impostare lo studio della calligrafia base cinese per capire le loro caratteristiche, origini e periodizzazioni (gli stili sono evoluzioni che non partono dall'invenzione di un singolo calligrafo e più stili e proto-stili possono sovrapporsi).

Nome Pinyin Cantonese Traduzione/significato
甲骨文 jia3gu3wen2 gaap3 gwat1 man4 Versione sulle ossa oracolari ("Oracle Bones Script")
金文 jin1wen2 gam1 man4 Versione sui bronzi ("Bronze Inscriptions")
战国, 简牍 Zhan4guo2, jian3du2 Zin3 gwok3, gaan2 duk6 Versione degli Stati Combattenti ("Warring States"),

Versione sui listelli di bambù ("Bamboo Slips")

大篆,

籀文

da4zhuan4,

zhou4wen2

daai6 syun6,

zau6 man4

Grande Sigillo ("Great Seal"),

Stile Zhòu ("Zhòu Script")

小篆 xiao3zhuan4 siu2 syun6 Piccolo Sigillo ("Small Seal")
隶书 li4shu1 dai6 syu1 Stile degli Scrivani ("Clerical Script")
行书 xing2shu1 hang4 syu1 Scrittura Semi-corsiva ("Semi-cursive Script; Running Script")
楷书, 楷体 kai3shu1, kai3ti3 kaai2 syu1,

kaai2 tai2

Stile Regolare ("Regular Script")

["KaTi" è pure il nome del font su Microsoft Word]

草书 cao3shu1 cou2 syu1 Grafia a filo d'erba; Stile corsivo ("Grass Script; Cursive Script")
繁体() jian3ti3(zi4), faan4 tai2 (zi6) Carattere tradizionale ("Traditional Character")
简体 () fan3ti3(zi4) gaan2 tai2 (zi6) Carattere semplificato ("Simplified Character")

Ricostruzione filologica degli hanzi HSK1 modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ricostruzione filologica dei sinogrammi HSK1.

L'HSK1 corrisponde a un livello A1 secondo il quadro di riferimento CEFR e contiene i sinogrammi più diffusi in assoluto in cinese moderno standard. Molti di essi sono reperibili pure in giapponese e coreano.

Ricostruzione filologica degli hanzi HSK2 modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ricostruzione filologica dei sinogrammi HSK2.

L'HSK2 corrisponde a un livello A2 secondo il quadro di riferimento CEFR e contiene i sinogrammi più diffusi in assoluto in cinese moderno standard insieme all'HSK1: di fatto sono i primi due livelli di HSK. Molti di questi caratteri sono reperibili pure in giapponese e coreano.

Ricostruzione filologica degli hanzi HSK3 modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ricostruzione filologica dei sinogrammi HSK3.

L'HSK3 corrisponde a un livello B1 secondo il quadro di riferimento CEFR e contiene i sinogrammi più diffusi in assoluto in cinese moderno, tale per cui le abilità dell'apprendente arrivano al livello intermedio.

Ricostruzione filologica degli hanzi HSK4 modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ricostruzione filologica dei sinogrammi HSK4.

L'HSK4 corrisponde a un livello B2 secondo il quadro di riferimento CEFR e contiene i sinogrammi più diffusi in assoluto in cinese moderno standard tale per cui formalmente si raggiunge il livello intermedio in lingua cinese.

Sinogrammi diffusi tra i kanji C1 ma non presenti nell'HSK4 completo e caratteri nazionali in giapponese (kokuji) modifica

Nella tabella sottostante sono accorpati in appendice tutti i sinogrammi diffusi in giapponese moderno fino al livello C1 che non compaiono nella lista dei vocaboli HSK4: rappresentano uno "scarto" della lista principale che però è composto da sinogrammi diffusi in giapponese (e in buona parte anche in cinese, semplicemente non si trovano nella lista HSK4/B2). Sono anche presenti due kokuji/caratteri nazionali coniati dai giapponesi. Di tutti i caratteri si offre il livello JLPT (il "2" indica qui il livello A2 circa), la pronuncia in cinese (pinyin), in dialetto cantonese e la ricostruzione filologica con significati, varianti e qualche informazione sulla pronuncia arcaica in Primo Cinese Medio.

Hanzi/kanji Livello Pinyin Cantonese Significato moderno e arcaico; spiegazione
姉 < 姊 [姐] 2 zi3, jie3 zi2 Indica la sorella maggiore ed è formato dal radicale della donna inginocchiata con accanto la chiave di lettura 𠂔 zi3, che come già accennato indicava 木, una pianta, con un tratto orizzontale 一 in mezzo per indicare il concetto di crescita interrotta (forse perché si taglia). La chiave di lettura indica la sola pronuncia, a meno che indichi qualcosa che si ferma/interrompe in relazione allo status e età di sorella maggiore o indichi il desiderio di non fare altre figlie femmine, dal momento che i maschi nell'antica Cina erano visti come superiori. Nella variante arcaizzante 𡛷 si riconosce meglio la piantina. Oggi la chiave di lettura, a partire da una variante, è sostituita con quella del mercato/città, forse sempre come prestito fonetico o come corruzione della chiave di lettura originale se si osserva bene la variante 𡛷 (a meno che, in senso cinico, il mercato si riferisca al concetto di mercanteggiare per indicare il matrimonio combinato con il miglior offerente). In cinese si usa un diverso carattere per indicare la sorella maggiore.
昼 < 晝 2 zhou4 zau3 Indica il giorno e la luce del giorno (in opposizione alla notte) ed è composto da una contrazione del carattere 畫 (disegnare, in cui si nota la mano stilizzata a grugno che regge in verticale il pennello di peli 聿 con sotto un disegno 画 casuale o di un campo suddiviso. Il campo viene suddiviso con il pittogramma del sole 日, che appare schiacciato. Apparentemente, il carattere indica la suddivisione della luce del giorno in più momenti (ma per questo scopo venivano impiegate le meridiane e le scansioni date dai Tronchi Celesti e Rami Terrestri) o forse una generica suddivisione tra luce del giorno e notte.
2 yao4 jiu6 Indica la luce del giorno e i sette pianeti noti nell'astronomia tradizionale della sinosfera (oggi questa tassonomia è errata): il sole (è una stella), la luna (è un satellite), Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno (mancano Urano e Nettuno insieme a parecchi satelliti) e si usa in coreano e giapponese per indicare la settimana. Si nota il radicale del sole con accanto la chiave di lettura 翟 di2, il fagiano (野鸡, letteralmente "il pollo selvatico". Indicava anche la prostituta di basso rango), ovvero le piume sotto all'uccello con la coda corta (in realtà, anche secondo Xu Shen, il fagiano ha la coda lunga).
2 ting13 ting2 Indica il confine tra i campi e si nota il radicale del campo coltivato con accanto la chiave di lettura per la sola pronuncia del chiodo con la capocchia, a meno che si collega il carattere a 顶, che indica la cima di qualcosa, ragion per cui sta a indicare un cumulo di terra o simili che separa i campi. In giapponese è stato riciclato per indicare un'unità amministrativa (si trova, per esempio, nel nome di Muromachi, una città che dà anche il nome a un periodo storico giapponese corrispondente a uno shogunato, il Periodo Muromachi, successivo al Periodo Kamakura).
2 ye3 je5 Indica il concetto di selvaggio e la versione originale è 埜: è un paio di alberi con in mezzo (in questa variante arcaizzante si vede in basso) la terra, forse per indicare un posto selvaggio attraverso l'idea di terreno boschivo (la foresta già nella suddivisione arcaica dei territori richiamava la natura selvaggia, siccome veniva appena prima del jiong1, "la natura più selvaggia"). Il carattere è poi evoluto in 𡐨: si nota il carattere "dare" 予 yu3 (due mani che si passano un oggetto in mezzo; indica la sola pronuncia) in mezzo agli alberi, tale per cui la terra si è spostata in basso diventando il radicale. Il carattere oggi si suddivide correttamente se si pensa come 㙒 (è uno dei casi di caratteri la cui disposizione dei componenti è fuorviante): è il campo coltivato accanto a "dare" e con sotto la terra. L'apparenza è quella di un terreno in mezzo alla natura, in cui per esempio si trovano i campi coltivati dai contadini e/o le loro risaie, ma la carica più forte di "terreno boschivo" si è persa.
駅 < 驛 [驿] 2 yi4 jik6 Indicava la stazione di relé (dall'inglese "relay"), ovvero la stazione di staffetta: era un posto in cui i messaggeri a cavallo si fermavano. Si notano il radicale del cavallo accanto alla chiave di lettura 睪 yi4 ovvero 目 + 㚔, "spiare" (l'occhio ribaltato in orizzontale, secondo il pittogramma originale, con sotto le due mani racchiuse da una manetta con una catena in alto e una in basso), presumibilmente solo per indicare la pronuncia. Le stazioni di relé chiamate 驿站 nella Cina antica servivano a passare i messaggi che avevano a che fare con l'esercito e le manovre militari. Lì i messaggeri a cavallo potevano fermarsi a mangiare e potevano pure cambiare i cavalli stanchi con i cavalli freschi e riposati, già predisposti in una zona apposita. Esistevano già dalla Dinastia Zhou. Un'altra tipologia di stazione di relé del periodo Song si chiama 驿牌. In Cina e Giappone, la parte accanto si semplifica diventando quasi totalmente irriconoscibile. Anticamente finiva in *-k.
(kokuji) 3 dong4 dung6 Questo carattere nazionale è stato coniato dai giapponesi per indicare il lavoro. Successivamente è entrato in cinese come variante, ma oggi è in disuso e soppiantato da 动, l'originale (il carattere è già stato spiegato: è una persona con un sacco rilegato in alto e in basso disegnata sotto di lui e in origine sulle spalle, 重, accanto al radicale della forza). La pronuncia si può ricostruire anche solo osservando la chiave di lettura. I giapponesi hanno coniato il kokuji prendendo l'atto di trasportare un sacco rilegato pesante sulla schiena e aggiungendogli il radicale della persona, che è una modifica molto marginale.
3 ju4 geoi6 Indica il mobile e l'utensile ed è composto da 貝, la conchiglia (ma nella primissima versione si nota il tripode 鼎, che talvolta finisce per essere stilizzato come una conchiglia fuorviante), con sotto due mani che la sorreggono 廾, di cui nella versione odierna non si vedono i due trattini sporgenti in alto. I due tratti che indicano la conchiglia aperta sono spariti. Una variante semi-arcaica è 𥃲, da cui si ricava che i due componenti (il corpo del tripode e le mani) si sono incollati. Anticamente aveva la consonante non palatalizzata.
勝 [胜] 3 sheng4 sing1, sing3 Indica il concetto di sopportare e sconfiggere ed è composto dalla chiave di lettura 朕 zhen4 con sotto il radicale della forza 力. La sua scomposizione originale, individuata correttamente da Xu Shen (任也。从力朕聲), è oggi irriconoscibile per la stilizzazione e per la distribuzione fuorviante dei componenti. 朕 zhen4 era usato come prestito fonetico dall'Imperatore a partire dalla Dinastia Qin per dire "io" ed è formato dalla barca 舟 (oggi stilizzata come una falce di luna, fenomeno che succede anche in qualche altro carattere) con accanto un oggetto disegnato come un bastone o simili丨tenuto tra due mani 廾. In origine indicava l'atto di riparare una barca, come spiega una glossa alla voce nello Shuowen Jiezi (按朕在舟部,其解當曰舟縫也。从舟,灷聲。何以知爲舟縫也). L'oggetto in alto poi è mutato nel radicale della terra, poi stilizzato come quello del fuoco: da questa versione si ottiene la variante arcaizzante 𦩎. 灷 zhuan4 in isolamento indica lo stoppaccio, cioè un batuffolo di qualcosa che serve per accendere un fuoco (può essere di cotone ma, nell'antichità, una manciata di erba secca, foglioline secche, rametti secchi e/o trucioli di legno per esempio si poteva usare per accendere un fuoco con il bastoncino sfregato o la pietra focaia). Quindi, nel carattere in esame, alla barca/luna con il fuoco e le mani (stilizzati e fusi in 龹) con sotto la potenza indica la sopportazione e la vittoria tramite la riparazione della barca (forse come sola pronuncia, a meno che una barca riparata e che non ha falle ha un qualche legame) e la forza. Quanto a 龹 juan4, un carattere di un certo interesse, deriva da 𠔉 che a sua volta deriva dalla stilizzazione della forma originale 𢍏 e variante 𨤑: juan4 in origine indicava l'atto di modellare il riso in palline. Si nota in alto il riso (con l'aggiunta di un tratto ricurvo non è originale: forma 釆 bian4, che però rende parte della pronuncia) con in basso due mani intente ad afferrarlo e modellarlo. Il riso poi è mutato in 小, con i due chicchi ancora riconoscibili in cima, mentre le mani sono mutate grossomodo in 夫. Questo componente compare nel carattere 劵 quan4/juan4, che indica il ticket e il certificato e storicamente indicava un documento che attestava il proprio titolo nobiliare. Simili certificati, compilati anche in caso di particolari acquisti, si potevano mettere per iscritto sui listelli di bambù. Questo certificato veniva poi diviso in due parti: una veniva conservata dal venditore e l'altra dall'acquirente. La versione attuale di questo carattere deriva da una modifica (forse una corruzione) di 券, in cui si vede il radicale originale del coltello, che indica in modo chiaro la divisione di questo documento in due parti. In cima, per la sola pronuncia, si vede il riso modellato in palline (a meno che indichi un cambiamento di forma in riferimento al documento maneggiato e tagliato; in più in un paio di stilizzazioni in cima si nota 釆, che indica anche il concetto antico di differenziare/discriminare a partire dal disegno dell'impronta di animale). Lo stesso componente in cima si ritrova in 拳 quan2, che indica il pugno (riso modellato a palline + radicale della mano). In 卷 juan3 indica il concetto di arrotolare e di rotolo/oggetto arrotolato anche come classificatore ed è formato dal riso modellato a palline con sotto il radicale dell'uomo inginocchiato, quindi in una forma già in parte ricurva (una variante semi-arcaica è 巻, mentre due varianti arcaizzanti sono 𠨟 e 𨤖). In questo carattere converge la semplificazione di 捲 juan3, "arrotolare" (radicale della mano a lato). In 圈 juan1, che indicava in origine il recinto, si vede il radicale del recinto con tutto il concetto di "arrotolare" al suo interno (e che quindi rimanda in generale a una forma chiusa). In 倦 juan4 si indica invece la stanchezza e si nota un uomo con accanto il concetto di arrotolare per indicare una persona ricurva dalla stanchezza.
労 < 勞 [劳] 3 lao2 lou4 Indica il concetto di lavorare ed è la contrazione di 熒 ying2 con sotto il radicale della forza o l'aratro in legno 力. Riguardo alla chiave di lettura, in origine era un paio di torce accese intrecciate a croce 乂 per indicare la luce emessa dalle torce. I fuochi accesi, nelle versioni del periodo Qin e Han, si sono poi separati (炏) dall'impugnatura delle due torce, che si è appiattita e squadrata in 冂, ottenendo 𤇾. La chiave di lettura si è completata con l'aggiunta del radicale del fuoco in basso, da cui si ottiene 熒. Secondo un'altra suddivisione, è la contrazione del carattere 焱 yan4, cioè la versione originale di 焰 yan4 (variante parzialmente conservativa 燄), che indica la fiamma. Sotto si è aggiunta una forma per accennare a un tetto con il contorno di una casa o stanza e in basso il radicale della forza. 勞 secondo Xu Shen (che propone la prima suddivisione) è 劇也。从力,熒省。熒,火燒冂,用力者勞, cioè indicava in origine l'atto di estinguere un fuoco in una casa. Secondo un'altra interpretazione, indica semplicemente una stanza illuminata mentre si lavora. Le due fiamme in alto in Cina sono semplificate come il radicale dell'erba, piuttosto fuorviante, mentre nella versione kanji si riducono in dei trattini irriconoscibili.
3 qin2 kan4 Indica il concetto di diligente e produttivo/industrioso ed è formato dalla chiave di lettura 堇 qin2 (Xu Shen spiega che indica l'argilla 黏土: è la stilizzazione di 黄, "giallo", con sotto la terra, oggi fusa con la parte superiore del carattere, quasi a indicare la terra rossiccia o limacciosa, se si pensa al loess trasportato dal Fiume Giallo) accanto al radicale della forza, per indicare o la produzione di vasi di argilla o per indicare un terreno fertile a causa del loess o del terriccio argilloso buono per coltivare che viene arato e lavorato. Il carattere può essere confuso con l'uomo che brucia sul rogo nella versione tradizionale di 汉. Forse come prestito fonetico, aveva iniziato a indicare la Viola Verecunda (oggi 蓳, con il radicale dei ciuffi d'erba in cima) e il concetto di "poco; soltanto, solamente", oggi distinto con il radicale della persona (仅 < 僅). Un altro riferimento al fango si trova nel carattere 墐 jin4, che indica l'atto di tappare/ostruire con il fango, mentre in 瑾 jin3 indica la giada fine e splendente, forse con un riferimento al colorito acceso. Anticamente aveva la consonante non palatalizzata.
寝 < 寢 3 qin3 cam2 Indica il concetto di stanza e di dormire (e, unendo i due, il concetto di camera da letto) ed è composto dal radicale del tetto con sotto il letto ritratto in verticale 爿 e la chiave di lettura 𠬶 jin4 (è simile a 帚 zhou3, cioè una scopa con il pagliericcio in alto e il manico a Y stilizzato in basso (un'altra ipotesi, che però non tiene conto della versione nelle ossa oracolari, sostiene che in alto ci sia una mano stilizzata a grugno che regge una scopa, il cui pagliericcio è visibile in basso). La variante è 寑. Xu Shen, nello Shuowen Jiezi descrive un carattere molto simile, , spiegando che è il letto del malato: secondo la sua interpretazione, è la contrazione di 㝱 (tetto + letto + sognare) con dentro una scopa. Anticamente finiva con la codina nasale *-m.
3 yi4 jik6 In origine indicava il soldato e l'atto di sorvegliare il confine e si nota una persona (poi mutata in un incrocio a T) con accanto l'alabarda di bambù per indicare una persona attaccata o un soldato con l'arma. La versione originale è 伇, ancora reperibile tra le varianti. Oggi indica il lavoratore. Anticamente finiva in *-k.
3 bi3 bei2 Indica in cinese moderno il concetto di reciproco e, in cinese classico, era un deittico distale (quello/a) e un pronome di terza persona (lui, lei). In origine, secondo Xu Shen, significava "avanzare" (往,有所加也). Si nota l'incrocio a T con accanto la chiave di lettura della carcassa scuoiata per indicare la pelle. I significati in cinese classico derivano da prestiti fonetici, a meno che nella deissi distale si vede un qualche riferimento con il significato originale, siccome coinvolge una distanza percorsa e un luogo abbandonato per raggiungerne un altro.
3 tu2 tou4 Indica il concetto di andare a piedi e di disciplina tramite forse il significato intermedio di soldato che si sposta a piedi e la versione originale mostra il radicale del cammino 辵 (un incrocio a T con un piede in movimento) con accanto la terra per indicare la fonetica 土, a meno che rimarchi l'idea del cammino. La versione originale si nota nella variante 𨑡 e nella sua semplificazione 𨑒, a cui si aggiunge la variante arcaizzante 𣥲 che mostra una fusione parziale della terra con il piede, tale per cui sembra di vedere il radicale dell'incrocio a T con accanto il concetto di "marciare, correre", che pure sembra molto calzante.
3 yu4 jyu6 Indica il concetto di imperiale e di governare e in origine indicava il cocchiere: si nota il radicale dell'incrocio a T con accanto 卸 xie4, ovvero 午 (in origine il radicale del filo per indicare la frusta o le briglie), in basso l'impronta del piede 止 per indicare il movimento (se si pensa come l'impronta sul terreno del cavallo, comunque bisogna tenere in conto che il piede raffigurato è umano; comunque è un'aggiunta successiva) e accanto la persona inginocchiata, in questo caso un cocchiere. Riguardo alla chiave di lettura, Xu Shen scrive 卸,舍车解马也: la chiave di lettura, secondo il significato che riporta, indicava il carro fermo e il cavallo che dunque veniva slegato. Quanto a tutto il carattere yu4, Xu Shen riporta la variante arcaica 馭, che è chiarissima (è un cavallo con accanto la mano destra) e spiega che significava "guidare i cavalli" (使馬也。从彳从卸。馭,古文御从又从馬).
3 nu4 nou6 Indica la rabbia ed è composto dal radicale del cuore/mente con sopra la chiave di lettura 奴 n4, che indica lo schiavo (è una donna inginocchiata con una mano destra accanto, quindi una schiava catturata; in caratteri simili, la mano solitamente tiene ferma la persona per la testa tenuta china verso il basso o, secondo interpretazioni simili, la tiene ferma per esempio per i capelli. In delle versioni della chiave di lettura, non si vedono le braccia della donna perché probabilmente non si vedono in quanto sono legate dietro alla schiena). Quindi tutto il carattere indica la rabbia covata dentro dagli schiavi.
恥 [耻] 3 chi3 ci2 Indica il concetto di vergogna e umiliare e la versione originale del carattere mostra la chiave di lettura dell'orecchio 耳 (indica alla lontana la pronuncia) accanto al radicale del cuore/mente, a indicare l'atto di ascoltare un'umiliazione e reagire fisicamente e/o emotivamente provando vergogna (non si vedono lame e simili che accennano all'orecchio sinistro dei prigionieri di guerra, che comunque gli veniva tagliato non tanto per umiliarli, ma per marchiarli a vita come schiavi; in altri casi, come già accennato, i caratteri mostrano come venivano accecati sempre con un coltello per marchiare i prigionieri). In cinese si usa un diverso carattere, in cui la chiave di lettura forse deriva da una stilizzazione fuorviante.
3 ya1 aat3 Indica il concetto di firmare, arrestare e accompagnare ed è composto dal radicale della mano accanto alla chiave di lettura del guscio di tartaruga (il tratto lungo verticale è un'aggiunta successiva; oggi indica anche l'armatura e il primo Tronco Celeste). Pertanto, la firma è un qualcosa che fa da scudo/garanzia in un patto messo nero su bianco su un documento pubblico. Anticamente finiva in *-t.
3 heng2 waang4 Indica il concetto di orizzontale ed è il radicale dell'albero con accanto la chiave di lettura del colore giallo forse per indicare alla lontana il concetto di terreno. In origine indicava la soglia della porta (cioè la striscia di legno per terra in un ingresso), il che spiega da cosa derivi il significato moderno e come mai si trovi un riferimento al legno accanto al terreno.
3 fan4 faan6 Indica il concetto di commettere un crimine e di criminale ed è composto dal radicale del cane a lato con accanto 巳, ma in alcune suddivisioni la chiave di lettura viene indicata come 𢎘 han4 (< *-m), che si nota bene nella versione arcaica 𤜛. Il disegno originale mostra un cane che aggredisce una persona inginocchiata, forse un criminale catturato. Se si prende la chiave di lettura han4 come carattere a sé (indica molto bene la pronuncia, ma potrebbe essere una sostituzione a partire da un carattere precedente, magari il frutto di una stilizzazione o una modifica per riadattare la pronuncia evoluta), ci si allontana dal disegno originale: han4 è il pittogramma della gemma di un fiore (嘾也。艸木之華未發圅然。象形). Il disegno originale della gemma è simile alla parte superiore di 卫 (basta togliere il tratto orizzontale) e, a un primo sguardo, parrebbe un ramo leggermente curvo con una gemma in cima, una forma che comunque non è completamente chiusa. Una variante interessante è 𤝑, che a destra mostra la stilizzazione del pittogramma della pianta ( in 乏 fa2, varianti arcaiche 𠂜 e 𣥄, si vede 之): sembra di trovare la prova definitiva che il componente a destra era una gemma, ma questo collegamento è ingannevole siccome fa2 non deriva in nessun modo dalla pianta (vedi avanti, in cui "fa2" viene smascherato con l'origine filologica). Ma la gemma, se si osservano le prime versioni del carattere 犯, è molto simile alla forma molto stilizzata dell'uomo in ginocchio (in questo carattere, appariva molto stilizzato e simile a 弓, a sua volta simile a 𢎘 < 卫 e al pittogramma del feto; poi è mutato in 巳, oggi aperto in cima). Questa spiegazione dovrebbe delucidare meglio la scomposizione talvolta proposta, che coinvolge 𢎘. Xu Shen spiega 侵也。本謂犬。叚借之謂人。从犬巳聲, quindi dice di individuare 巳 e sostiene che in origine il carattere indicava il cane, esattamente come 犬 (oggi 狗). Quanto invece a 乏, indica il concetto di stanchezza e di carenza ("mancare di; essere carente di") e deriva dal ribaltamento di 正, ben visibile nelle due varianti arcaiche (in più, la linea orizzontale in alto più avanti si è incurvata). Indicava il concetto di "non per il verso giusto", forse in legame a una situazione con un imprevisto, come la mancanza/carenza di qualcosa di importante. L'origine filologica viene ripresa da Xu Shen dalle Primavere e Autunni, in cui viene esplicata in modo lapidario e plateale: 《春秋傳》曰:“反正爲乏。”.
3 pi2 pei4 Indica il concetto di debolezza (non va confuso con la malattia, 病) ed è formato dal radicale del letto del malato 疒 con sotto la chiave di lettura 皮 pi2. Indica la sola pronuncia, a meno che indichi come la stanchezza si manifesti concretamente in superficie se si prende la pelle come concetto astratto. Quanto al radicale, indica un letto, ma è il letto del malato, il che indica che la stanchezza è causata dalla malattia o viene paragonata ad essa o causa essa (il legame è palese, ma non è completamente chiaro). Xu Shen si limita a indicare il concetto di lavoro e stanchezza, indicati dallo stesso carattere (勞也。从疒皮聲). Una glossa aggiunge 經傳多假罷爲之.
盗 < 盜 3 dao4 dou6 Indica il concetto di rubare e, nella versione originale, è formata da 㳄 sopra un contenitore con sostegno 皿. Indica o un uomo che si lava sopra una bacinella (con un qualche lontano riferimento alla merce rubata e nascosta e/o alle prove nascoste di un furto avvenuto) o, se si collega all'origine del carattere 次, è un uomo che sputa in un vaso forse per alludere a un patto tra criminali. La terza interpretazione molto suggestiva è data da Xu Shen: 私利物也。从㳄,㳄欲皿者. Quindi, la saliva indica in modo molto fisico il desiderio provato di fronte a un vaso interessante (次 peraltro significava anticamente l'atto delle truppe di stazionare in un posto (è attestato nello Zuo Zhuan). Se il significato non deriva dal fatto che un gruppo di persone di basso rango devono eseguire gli ordini e/o non era attestato durante il periodo Han, si può collegare all'atto di stare fermi impalati in un posto). Lo stesso uomo inginocchiato che sbuffa è presente pure in 欲 yu4, che indica il desiderio molto forte e fisico. L'interpretazione del carattere è incerta e molte teorie suggestive si inseguono a vicenda. 欲 infine è composto dalla chiave di lettura della valle con accanto l'uomo in origine in ginocchio che sbuffa con la bocca spalancata. La chiave di lettura presumibilmente indica la sola pronuncia, a meno che si lega a ipotesi suggestive che coinvolgono il significato del carattere e il radicale. Secondo una glossa allo Shuowen Jiezi, 非欲之外有理也, ovvero tutto ciò che è al di fuori del desiderio è razionale, a indicare come il desiderio sia collegato all'irrazionalità e alla perdizione. In più discrimina tra il volere del Cielo e il volere dell'uomo: 欲而當於理。則爲天理。欲而不當於理。則爲人欲. Il volere, se riferito al Cielo, è razionale; il volere dell'uomo è irrazionale. Sempre stando a questa glossa, la variante 慾 (radicale del cuore/mente) è successiva e introduce una distinzione tra un carattere senza cuore/mente e un altro carattere nuovo, di cui si accenna a una spiegazione che rimanda a un concetto del Lunyu: 古有欲字、無慾字。後人分別之、製慾字。殊乖古義。論語申棖之欲、克伐怨欲之欲。一从心、一不从心。Infine, la glossa offre una prima ipotesi sulla presenza della valle: 欲从欠者、取慕液之意。从谷者、取虛受之意. Sarebbe dunque la persona che sbava (ma non si vedono tracce grafiche dello sputo) con accanto la valle per indicare una sensazione di vuoto che deve essere colmata. Una seconda ipotesi invece rimanda a una zona impervia da attraversare. Una variante del carattere, 𡟔, è molto espressiva: indica una donna affascinante inginocchiata, la persona in ginocchio che saliva e sotto la bocca spalancata.
3 mian2 min4 Indica il sonno con un riferimento agli occhi chiusi che non vedono ed è formato dal radicale dell'occhio con accanto la chiave di lettura del popolo, che in origine è il disegno di un occhio accecato da una lama in basso per indicare che non si vede nulla.
緒 [绪] 3 xu4 seoi5 In origine indicava la fine/punta di un filo (oggi indica il concetto generico di inizio) ed è formato dal radicale della seta/filo con accanto la chiave di lettura della canna da zucchero per la sola pronuncia, a meno che si immagina come la contrazione del carattere 诸 zhu1, che di fatto indica molto meglio la pronuncia e significa "molti", forse a indicare alla lontana più punte di più fili messe insieme. Lo stesso radicale del filo, cioè il pendaglio di bozzoli di baco da seta (o, secondo un'altra interpretazione, due gruppi di fili intrecciati a spirale che danno la falsa impressione di disegnare dei pallini) mostra un pendaglio di fili in basso (se è un intreccio a spirale, sono proprio le punte di queste due spirali di fili).
3 zui4 zeoi6 Indica il concetto di crimine e la versione originale è 辠 (variante 𦤖): è il naso in forma arcaica con sotto il coltello per marchiare i prigionieri. In origine indicava l'atto di tagliare il naso come punizione. Xu Shen nella definizione scrive 犯法也。从辛从自,言辠人蹙鼻苦辛之憂。秦以辠似皇字,改爲罪, a cui una glossa aggiunge 此志改字之始也。古有叚借而無改字。罪本訓捕魚竹网。从网、非聲. Quanto invece alla versione attuale, scrive 捕魚竹网。从网、非。秦以罪爲辠字, a cui si aggiunge la glossa 竹字葢衍。小徐無竹网二字。聲字舊缺,今補。本形聲之字,始皇改爲會意字也。文字音義云:始皇以辠字似皇,乃改爲罪。按經典多出秦後,故皆作罪。罪之本義少見於竹帛。小雅:畏此罪罟。大雅:天降罪罟。亦辠罟也。In sintesi, si spiega che durante il periodo Qin, in cui governava il primo Imperatore cinese, Qin Shi Huangdi, il carattere si è modificato in 罪 (varianti 𡈚 e 𦋛). Secondo l'apparenza immediata, si nota la rete in alto con in basso le ali spiegate per indicare il concetto di errore, colpa, sbaglio, quindi si accenna alla cattura di qualcuno che ha commesso un crimine. Xu Shen invece lo interpreta come la cattura di un pesce con una rete fatta di fibre di bambù e in origine indicava proprio l'atto di pescare con questa rete particolare. Senza stare a pontificare sul significato di 罪 al tempo della dinastia Han, questo carattere dal punto di vista grafico (è attestato nella grafia del Piccolo Sigillo) non indica un pesce ma le ali di un uccello, il che sembra più indicare la cattura di un uccello. Comunque, questo carattere è stato sostituito a 辠 dall'Imperatore Qin. Secondo l'affermazione di Xu Shen, 秦以辠似皇字, cioè l'ideogramma di "Imperatore" (huang2) è stato preso come quasi-sinonimo dall'Imperatore Qin in "taglio del naso", forse a indicare che l'Imperatore era colui che amministrava le pene (ma uno studio del sistema di governance imperiale del periodo può smentire o sostenere quest'ipotesi) o indica che Qin è passato alla storia come un folle sanguinario: lui stesso aveva fatto seppellire vivi 300 studiosi confuciani e aveva fatto bruciare le opere di filosofie non confuciane siccome era avverso al confucianesimo e preferiva il legismo di Han Feizi (che aveva pure ospitato alla sua corte fino alla sua disgrazia e suicidio in carcere). L'Imperatore Qin era poi morto per avvelenamento da mercurio perché cercava un elisir alchemico per ottenere l'immortalità. La sua tomba, piena di soldati e cavalli di terracotta perché Qin voleva portarseli come armata nell'Aldilà, è stata scoperta a Xi'an nel 1974 ed è diventata Patrimonio UNESCO (vicino a Xi'an si trova Xianyang 咸阳, la capitale durante il periodo Qin. Quando Liu Bang fondò la Dinastia Han, la capitale venne spostata in una città costruita da zero, Chang'an 长安). L'apparenza del mausoleo di Qin, le cui dimensioni sono impressionanti, combacia in parte con la descrizione di Sima Qian. I soldati sono vestiti nello stile degli Stati Combattenti, di cui Qin fu il vincitore: sono vestiti con armatura a squame di pesce fatta di scaglie di ferro e sono armati di spade, lance, archi e balestre (si notano perfino alcuni cavalli). Le statue sono i primi esemplari di statue a grandezza d'uomo in cima e questa peculiarità deriva forse dall'ingresso di statue ellenistiche in Asia al tempo delle conquiste di Alessandro Magno. In cima alla tomba di Qin si trova una piramide a gradoni. Il luogo del suo sepolcro non è stato ancora raggiunto dagli archeologi ed è infestato dal mercurio, che si poteva trovare nelle tombe dei nobili cinesi, ma i livelli nel sepolcro di Qin sono pericolosamente alti.
3 fu4 fuk1 Indica la pancia/addome e si nota nel vocabolo giapponese "seppuku", che indica il suicidio tramite taglio dell'addome (assomiglia alla lontana all'harakiri, che coinvolge una decapitazione dopo che ci si pugnala alla pancia) ed era tipico dei generali che perdono una battaglia. Da questo vocabolo si ricostruisce anche un suono bilabiale e uno stop senza rilascio udibile di suono *-k in Primo Cinese Medio. In senso lato, indicava la propria mente e interiorità, cioè un posto che contiene i propri pensieri (oggi invece questo senso figurato è dato al cuore: 心里), e perfino la pancia di un vaso, giara, bottiglia e oggetti di forma simile. Il carattere è composto dal radicale della carne con accanto la chiave di lettura 复 fu2, "ritornare", cioè in origine una zona recintata con una torre in alto e in basso e un piede in basso, che indica il groviglio dell'intestino e del cibo che lo attraversa. Anticamente finiva in *-k.
3 ruo4 joek6 Indicava il concetto di essere obbediente ed è un carattere fuorviante, siccome in origine mostrava una persona in ginocchio in visione quasi frontale con i capelli in aria e le mani sollevate verso i capelli. Indicava dunque una persona che si pettinava e/o che si scioglieva i capelli lunghi. Poi in basso si è aggiunta una bocca spalancata. Tutta la stilizzazione rende la forma originale quasi irriconoscibile: i capelli sono mutati in ciuffi d'erba, in basso si vede una mano (poi stilizzata come la mano sinistra) e la bocca è rimasta. Forse da questa apparenza ha iniziato a significare pure "tagliare le verdure" (Xu Shen illustra proprio questo significato: 擇菜也。从艸右。右,手也. Ma sbaglia a interpretare il carattere non avendo consultato le ossa oracolari e i bronzi). Le varianti collegate a questo carattere 𦱡, 𦱢, 𧁇 e 𦱶 sono piene di germogli e sarebbero collegate a quest'altro significato (ma almeno l'ultima corrispondenza può attaccare: in basso contiene 冉 ran3, una variante di 冄 ran3, il pittogramma dei baffi. Quindi indicherebbe la capigliatura o simili. Ma il carattere ran3 ha poi iniziato a significare "tenero, debole"). Il significato di "obbediente" contiene il carattere 顺 shun4, che significa anche fluente, che si può di fatto riferire anche ai capelli. Altri significati in cinese classico, come "se; tu" derivano da prestiti fonetici. Questo carattere compare come chiave di lettura in 诺 nuo4, che indica la promessa e da cui si può ricostruire un suono nasale in Primo Cinese Medio. Il carattere tradizionale è 諾 ed è composto dal radicale della parola con accanto "obbediente", si dà la parola a qualcuno e si mantiene la parola obbedendo. In origine significava "dare l'assenso", il che non cambia nulla dell'interpretazione della composizione: indica l'obbedienza alle parole di qualcuno o un segnale verbale di obbedienza. Anticamente finiva in *-k.
(kokuji) 3 - - -

(~ru4)

- - -

(~jap6)

Anche questo è un carattere nazionale giapponese che però è assente in cinese. Si nota il radicale del cammino con accanto la chiave di lettura "entrare", in origine la punta di una freccia o di un arnese appuntito. Non ha una pronuncia nelle lingue diverse dal giapponese, ma si può perlomeno approssimare leggendo la sola chiave di lettura. In giapponese si legge a prescindere "ko" /ko/, senza che la consonante si sonorizzi (in alcune parole, per esempio nelle sillabe raddoppiate, può avvenire questa mutazione fonetica che si riflette anche nella scrittura). Riguardo al significato, il vocabolo più diffuso in cui compare è 込む "komu", che indica il concetto di "affollato". Dunque sembra indicare il cammino che porta a un luogo in cui sono entrate/arrivate molte persone, ognuna giunta compiendo il suo cammino. Se fosse stato letto da un cinese che parlava il Primo Cinese Medio, l'avrebbe letto con *-p.
3 tao2 tou4 Indica il concetto di scappare e evadere ed è formato dal radicale del cammino con accanto la chiave di lettura 兆 zhao4 (variante 𡉵), che indica il presagio. La chiave deriva dal pittogramma di quattro screpolature che si formavano sulle piastre di tartaruga e sulle scapole di bue per effettuare le piromanzie. Il pittogramma alla lontana ricorda il radicale della divinazione. I due tratti in mezzo si sono allungati e incurvati, mentre i due tratti più grossi e esterni si sono rimpiccioliti e stilizzati. Il carattere tao2, con variante arcaizzante 𨓱, indica quindi il cammino con un presagio tale per cui si scappa fisicamente o metaforicamente. La chiave di lettura ritorna nel carattere 跳 tiao4, che significa "saltare". La chiave di lettura in apparenza indica la pronuncia, ma ha dei legami con 逃 siccome i due anticamente erano intercambiabili. 桃 tao2 infine indica il pesco ed è composto dal radicale dell'albero con accanto la chiave di lettura del presagio avente il solo valore fonetico (per fare le divinazioni con i trigrammi si usavano i rami di achillea millefoglie), a meno che i suoi fiori o simili in qualche modo danno per esempio il presagio dell'avvicinamento della primavera. L'ipotesi del solo valore fonetico è supportata dall'ipotesi di Schuessler (2007) che la parola derivi dalla parola del substrato linguistico che precede il proto-Hmong-Mien *glaau³ᴬ. Quando una parola è un prestito da una lingua che non è sino-tibetana o che è sino-tibetana ma tale per cui la parola non è stata ereditata dal cinese antico direttamente dal proto-sino-tibetano, bisogna prendere in considerazione l'idea che la chiave di lettura indichi la sola pronuncia (i casi più eclatanti sono per esempio i vocaboli buddisti presi a prestito dal sanscrito. Nelle singole sillabe, decisamente elusive a prima vista, bisogna fare affidamento sui dizionari etimologici, tale per cui si potrebbe ipotizzare che la chiave di lettura può avere la sola funzione di accomodare il suono in cinese antico, se il vocabolo è già attestato in cinese antico. Ma a volte l'etimologia cade in una discussione aperta e, nel caso più problematico, non c'è accordo sul fatto che il vocabolo derivi direttamente dal proto-sino-tibetano o meno).
3 tu2 tou4 Indica il concetto di cammino, metodo e prospettive e la sua versione originale è 𣥳: è il radicale del piede, poi modificato in quello del cammino, con sopra la chiave di lettura della casetta modesta sull'albero. Quindi o indica un cammino verso una casetta, o la chiave è una contrazione del carattere 涂 tu2, la semplificazione di 塗, che indica il fango (la semplificazione esisteva già come carattere ed era usato come variante di 途; siccome è presente il radicale dell'acqua, il percorso forse attraversava una distesa idrica. Xu Shen indica che indicava il nome di un fiume, che rinforza il concetto di percorso attraversato in barca, zattera o simili e di fango depositato da un fiume: 水。出益州牧靡南山,西北入澠. Il fiume Tu2 oggi si chiama 牛栏江 Niulan Jiang e si trova nello Yunnan e confluisce in quello che anticamente si chiamava Fiume Mian3, che oggi si chiama 金沙江 e si trova nello Shandong. Se il nome di quest'ultimo fiume non deriva da un prestito fonetico, indica che era un habitat di rane).
4 fo2 fat6 Oggi si usa per indicare il buddismo tramite l'abbreviazione del vocabolo 佛陀 (che grossomodo in Primo Cinese Medio doveva essere *bjut-da), che trascrive in qualità di prestito fonetico la parola Buddha बुद्ध dal Sanscrito o Pali ("il Risvegliato, l'Illuminato"). In origine, questa sillaba secondo Xu Shen significava 見不審也, cioè "guardare ma non riuscire a scorgere nulla", non riuscire a vedere (una negazione è già presente nella chiave di lettura, che in origine disegnava due pali messi in verticale o oggetti simili legati da una corda per indicare la posizione verticale e l'assenza di separazione o parti sbilanciate in modo indiretto; in origine secondo Xu Shen indicava il concetto di 撟 > 矯 jiao3, cioè "corretto, rettificato; raddrizzare", poi ha iniziato a significare "non"). Quindi è un uomo che non riesce a scorgere qualcosa. Anticamente finiva in *-t.
4 ru3 jyu5 Indica il concetto di allattare ed è formato dalla chiave di lettura 孚 fu1 con accanto il radicale del tratto ricurvo a destra. La chiave di lettura comunque rischia di fuorviare perché non ha nulla a che fare con l'allattamento: fu1 indica una mano stilizzata ad artiglio di un soldato con sotto un giovane prigioniero di guerra inginocchiato ritratto frontalmente e con le mani in aria, stilizzato dunque come un bambino in fasce (anch'esso rischia di fuorviare). Indicava l'atto di catturare un prigioniero di guerra e lo stesso prigioniero di guerra, significato che resta nel carattere 俘, in cui oggi si vede il radicale della persona (nella prima versione, a destra si notava l'incrocio a T). Quanto a 乳, nella versione originale si vede un bambino in fasce e con l bocca spalancata tenuto in braccio dalla madre inginocchiata e intenta ad allattarlo. Nella semplificazione nei bronzi, la madre diventa un tratto verticale in parte sinuoso e resta una sola mano stilizzata ad artiglio sopra il bambino. 孵 lfu1, "covare (uova); incubare" è pure fuorviante siccome si basa nuovamente sullo schiavo: si vede luan3 卵, due uova l'una accanto all'altra (variante 卝, che a sua volta è anche variante del pittogramma dei due codini sulla testa dei bambini piccoli 丱 guan4), con accanto quello che sembra lo schiavo catturato (anche la pronuncia indica questo carattere), ma che dal punto di vista del significato si può immaginare come la contrazione di 乳. Altrimenti, o indica la sola pronuncia o il carattere resta senza spiegazione. La spiegazione si fa ingarbugliata se si vede la spiegazione della chiave di lettura 孚 fu1 di Xu Shen: 卵孚也。从爪从子。一曰信也 ("in passato indicava il concetto di fiducia": la glossa di Xu Xuan spiega 鸟之孚卵,皆如其期不失信也, forse intende dire che covano le uova perché hanno fiducia che nasceranno gli uccellini). Pertanto, secondo la definizione di Xu Shen (100 d.C. circa), il significato di "schiavo" non c'entra nulla. In realtà nello Xiao Yu ding (小盂鼎), un tripode in bronzo del periodo Zhou il cui interno ha incisi dei caratteri, si nota questo carattere con il significato di "catturare": 孚人万三千八十一人. Nelle ossa oracolari, è già attestato l'ideogramma dello schiavo catturato e non ci sono riferimenti a uova covate: https://en.wiktionary.org/wiki/%E5%AD%9A#/media/File:%E5%AD%9A-oracle.svg. Pertanto, la spiegazione di Xu Shen è errata. Quanto a 孵, la chiave di lettura o indica la pronuncia o deriva da una confusione con il carattere che indica l'allattamento (è attestato nella grafia del Piccolo Sigillo e in alcune varianti antiche riportate da Xu Shen). Questo carattere è in parte problematico.
4 zhong4 zung6 Indica il concetto di centro/mezzo e di secondario riferito a una persona (Xu Shen indica il primo significato, 中也。从人从中) ed è composto dal radicale della persona accanto al carattere che indica il concetto di centro/mezzo (cioè un vessillo in una zona delimitata).
4 shen1 san1 Indica il concetto di estendere ed è formato dal radicale della persona (è un'azione riferita al corpo umano, e.g. estendere le braccia) con accanto la chiave di lettura del tuono ramificato (oggi fortemente stilizzato e squadrato; varianti arcaizzante 𢑚 e 𦥔) per indicare una forma sinuosa e/o allungata. Da sola, la chiave di lettura significava già "estendere".
4 ci4 zi6 Indica il concetto di aspettare, spiare e esaminare (Xu Shen indica un significato simile ai primi due: 伺,候望也 ovvero 伺,观望并随时侍奉, cioè osservare qualcuno e nel mentre servirlo, ascoltare gli ordini che poi vengono eseguiti) ed è una persona accanto a un'altra con la bocca spalancata perché intenta a dare ordini ascoltati. Da qui, si possono fare derivare almeno i primi due significati.
4 yi1 ji1 Indica il concetto di "dipendere da" e di "obbedire" ed è il radicale della persona dentro al colletto della tunica tradizionale; oggi si sposta fuori dal vestito, a lato. Il vestito forse indica la sola pronuncia.
傾 [倾] 4 qing1 king1 Indica l'atto di inclinare la testa ed è formato dal radicale della persona accanto alla chiave di lettura 頃 qing3, che era la forma originale dell'intero carattere: è 匕 (una persona 人 scritta al contrario) con accanto la persona inginocchiata e con la testa in evidenza 頁. 傾 in cinese moderno ha comunque molti più significati, tra cui "collassare". Anticamente aveva la consonante non palatalizzata.
4 ta3 taap3 Indica il concetto di torre e pagoda e ha due varianti 墖 e 𩫊 molto chiare ma in disuso. Si nota il radicale della terra, per indicare un materiale di costruzione, con accanto la chiave di lettura 荅 da2, che indica un piccolo fagiolo e il concetto di "denso": se non è riferito alla morfologia di una torre, indica la sola pronuncia (è il radicale dell'erba con sotto la chiave di lettura del contenitore aperto). L'adozione di questa sillaba deriva स्तूप stūpa, “stupa”, un prestito dal sanscrito). Oggi questa sillaba in cinese si usa molto per trascrivere i prestiti. Anticamente finiva in *-p.
4 zeng1 zang1 Indica il concetto di odiare/detestare ed è composto dal radicale del cuore/mente a lato con accanto la chiave di lettura dell'utensile per cuocere al vapore, forse a indicare in modo espressivo l'atto di "cuocere" al proprio interno per l'odio (i cinesi antichi non avevano l'immagine stereotipata del fumo che esce dalle orecchie per la rabbia, ma in cinese moderno esiste il vocabolo 生气 sheng1qi4, "arrabbiarsi", cioè fare fumo o innescare un aumento di qi. Il vocabolo è attestato nel Sogno della camera rossa di Cao Xueqin. Un altro vocabolo è 发火 fa1 huo3, che in senso letterale è riferito a infiammazioni e herpes, ma che in senso figurato indica la rabbia. Il terzo, 发脾气, si può immaginare alla lontana come la bile che sale, siccome contiene un riferimento alla medicina tradizionale cinese, al qi di del pancreas. Quest'ultima espressione è attestata nel Wenming Xiaoshi 文明小史 di Li Baojia 李宝嘉, 1905).
昇 [升] 4 sheng1 sing1 Indica il concetto di sorgere (riferito in primis al sole) ed è il radicale del sole con sotto il pittogramma del mestolo con cui si misurava una quantità di grano pari a uno sheng1, cioè un decimo di dòu/decalitro, cioè un litro di grano (il pittogramma, per stessa ammissione di Xu Shen, assomiglia a 斗). Secondo lo Xiao Erya 小尔雅, un litro di grano era due ju41: 两匊谓之升. Un ju1 era una quantità di qualcosa che poteva essere raccolta con entrambe le mani. Almeno un misurino sheng1 reperito dagli archeologi aveva la forma quadrata ed era in bronzo. In più, questo carattere veniva già usato forse come prestito fonetico per indicare il concetto di ascendere, poi differenziato con l'aggiunta del sole. Nel cinese moderno, i due caratteri sono tornati a convergere siccome il sole è stato tolto dalla variante. Quanto a 匊, si nota il radicale della placenta/ricurvo che avvolge il riso, ma nella primissima versione si nota un braccio piegato all'altezza del gomito di forma simile alla placenta stilizzata che avvolge il riso, come a indicare una grossa quantità di riso afferrata. Da questo carattere deriva direttamente 掬 ju1, che ha lo stesso significato. Se si prende la definizione dello Xiao Erya, il litro di grano era pari a due manciate con entrambe le mani di grano o simili cereali (si pensi al riso). Il riso afferrato è presente oggi come chiave di lettura nell'ideogramma che indica il crisantemo, ju2 菊 (radicale dell'erba), da cui si ottiene il tè di crisantemo. La chiave di lettura forse si riferisce alla grossa dimensione dei fiori, che sbocciano in autunno. Il genere di fiori che appartiene al crisantemo è nativo della Cina, ma il nome è greco e significa "fiore giallo". Il crisantemo fu poi esportato in Giappone, dove era coltivato durante il periodo Nara (奈良, in cui si parlava l'Old Japanese). Venne poi ritratto nel sigillo imperiale. Il trono stesso dell'Imperatore del Giappone si chiama "Trono di Crisantemo". Si usa come pianta ornamentale (in Giappone si usa pure per produrre i bonsai) o pianta culinaria siccome vi si estrae il tè; in più, in Corea, si usa come pianta aromatizzante nel vino di riso. Le foglie del crisantemo si possono bollire, come se fossero verdura, e si possono mettere nei noodles Mixian in brodo o come contorno al sashimi giapponese (刺身; la parola risale al Periodo Muromachi, durante lo shogunato Ashikaga, successivo allo shogunato inaugurato da Minamoto no Yoritomo). Infine, dai fiori ridotti in polvere si ottiene una sostanza insetticida non dannoso verso l'ambiente (già i persiani lo producevano. Viene chiamato "polvere persiana", Persian powder).
4 zhen1 zan1 Indica il tesoro e il concetto di prezioso/di valore ed è il radicale della giada con accanto la chiave di lettura 㐱 zhen3, ovvero una persona con sotto la ciocca di capelli/ornamento. Veniva usato come alternativa a 鬒 zhen3 e entrambi indicano i capelli folti. Quindi un tesoro sembra essere un insieme corposo di cose preziose. La chiave di lettura dei capelli fronti (in 参 è un falso amico) ritorna in 诊 zhen3 (versione tradizionale 診), "esaminare (un paziente), diagnosticare"; forse la chiave di lettura indica la sola pronuncia (anche se la forma indica già in partenza un uomo, un possibile paziente, ma la chiave indica in particolare i capelli folti). Xu Shen indica come significato originale 視也, "osservare". Infine la chiave ritorna nel carattere 疹 zhen3, che indica il morbillo (radicale della malattia). La chiave forse indica la sola pronuncia, a meno che le bolle sul corpo vengono considerate in senso estremamente lontano come un "ornamento" del corpo, qualcosa che si è aggiunto al corpo e lo ha modificato. Se il carattere si vede in questo modo, in 诊 si può immaginare di vedere la contrazione del carattere che indica il morbillo ("measles, rash").
4 chu4 cuk1 Indica il concetto di nutrire (riferito agli animali allevati) e di coltivare (Xu Shen scrive 田畜也) ed è formato dalla corda di arco 玄 e sotto il radicale del campo coltivato 田 (nella prima versione ogni quadrante aveva un punto). Se si lega il tutto al significato dato da Xu Shen, il campo è chiaro, mentre la parte in alto indicherebbe la sola pronuncia. Se si lega al significato di "nutrire" la parte in alto di contro si può collegare a un possibile riferimento alla nutrizione dei bachi da seta nella sericoltura. Altre interpretazioni vedono il campo in basso come il falso amico di un sacco rilegato con una corda (ma 東 non è rilegato con un pendaglio di bozzoli o una spirale di fili: l'apparenza è diversa) o come un recinto (ma 囗, il pittogramma di una zona delimitata e/o recintata non è suddivisa in più parti), ma sono parzialmente problematiche. Tutto il carattere si trova come chiave di lettura in 蓄 xu4, che significa "accumulare; crescere (animali domestici)". Il primo significato è quello attestato da Xu Shen: 積也. Indica quindi l'erba o simili (e.g. la paglia come sottoprodotto agricolo) che viene accumulata dopo che si lavora nei campi o per nutrire gli animali d'allevamento. Anticamente finiva in *-k.
療 [疗] 4 liao2 liu4 Indica il concetto di terapia e, come già accennato, nella versione originale si nota il radicale del letto del malato con la chiave di lettura 尞 liao2 (variante arcaizzante più chiara 𡼷), cioè l'albero 木 (stilizzato come un fuorviante 大) con dei punti intorno per indicare le fiamme e dunque il legno o combustibile usato per il fuoco sacrificale. Successivamente è stato aggiunto il fuoco in basso 火 come enfasi e, in mezzo ai due o sotto i due, nelle iscrizioni nei bronzi è stato aggiunto 吕 lǚ per indicare la pronuncia. Questo componente si è poi stilizzato in 日, tale per cui in basso sembra di vedere 炅 jiong3, che significa "brillante" (sole + fuoco). In 燎 liao2, che indica il concetto di bruciare, la continuità di significato è evidente, mentre in "terapia" indica forse l'arsura interna per la malattia, altrimenti indica un sacrificio col fuoco fatto per fare guarire un malato. Oggi la chiave di lettura in Cina viene sostituita con il bambino completamente fasciato, quasi a indicare che il malato è un bambino in fasce nel letto.
県 [縣 > 县] 4 xian4 jyun6 Indica la contea (in Cina, si usa perlopiù nelle aree rurali in contrasto con i quartieri urbani 区 qu1) e, in origine, il disegno mostrava un albero con una corda a cui era appesa una testa stilizzata come un occhio enorme, a cui poi si sono aggiunti dei peli per indicare le ciglia o i capelli. Siccome l'aggiunta è successiva, il primo carattere indicava un'impiccagione. Dopo l'aggiunta, forse derivata dalla semplice coniazione di una variante, sembra di vedere una testa decapitata appesa rivolta verso il basso a un ramo di albero con una corda, interpretazione che comunque è supportata: come già accennato, la testa decapitata e appesa come punizione è 𥄉 jiao1 ed è 首, variante antica 𩠐, messa sottosopra. Poi le componenti si sono modificate come disposizione: in 縣 si nota che la testa si è semplificata in un occhio con un tratto in basso per stilizzare i peli, in basso si vede un alberello totalmente stilizzato (si ottiene dunque 県) e accanto si vede il radicale del filo con un tratto ricurvo aggiunto in alto (系). Siccome la parte a sinistra del carattere tradizionale è molto laconica e stilizzata, è quasi completamente fuorviante. Il significato originale di "appendere" resta in 懸 xuan2 (versione semplificata 悬, variante 𢝝, non attestato nello Shuowen Jiezi), che significa anche "ansioso" perché c'è una situazione sospesa, il che si lega bene al radicale del cuore/mente. Il carattere originale è stato preso come prestito fonetico per indicare la contea. Questa spiegazione si ritrova già nella glossa di Xu Xuan in 縣: 臣鉉等曰:此本是縣挂之縣,借爲州縣之縣。今俗加心,别作懸,義無所取。文二. Un'altra glossa aggiunge: 古懸挂字皆如此作. Siccome ne parla Xu Xuan, il carattere era attestato durante la Dinastia Tang. Si ritrova pure nel Dizionario Kangxi, che riporta proprio 本作縣. Nella semplificazione 县, si nota ancora in minima parte la testa con sotto un accenno all'albero: sparisce il filo/corda a destra.
4 sha1 saa1 Indica la sabbia ed è una variante di 沙, usato in Cina. In entrambi, si vede la chiave di lettura dei quattro granelli di sabbia stilizzati. Nella versione cinese, attestata nello Shuowen Jiezi, si nota poi il radicale dell'acqua per indicare una distesa idrica accanto alla sabbia. La seconda versione, non attestata nello Shuowen Jiezi ma attestata nel Dizionario Kangxi, ha il radicale della pietra, per indicare come la sabbia si ottenga dalla pietra distrutta dall'azione dell'acqua e delle intemperie.
4 mo2 mo4 Indica il concetto di macinare e, in origine, indicava una macina in pietra (Xu Shen spiega 石磑也). Si nota il radicale della pietra sormontato dalla chiave di lettura dei fasci di canapa stipati sotto un riparo per indicare forse il concetto di ruvido, siccome le foglie di canapa sono ruvide e irregolari. Pertanto, indica o la superficie ruvida della pietra o alla lontana rimanda al concetto di sfregare (può venire in mente il concetto di macinare per esempio la canapa, ma in realtà qualunque cosa si può macinare, in particolare i cereali per creare la farina. Quanto alla buccia dei gambi di canapa e alla pelle delle canne di bambù bollite, di solito si macinavano prendendole a sassate e strofinandoci sopra un sasso).
4 qi2 kei4 Indica il concetto di pregare ed è composto dal radicale dell'altare sacrificale con accanto un'ascia, il che sembra rimandare a un sacrificio. In realtà la versione originale è 𣄨 qi2: si nota un'asta (in origine mancante) con un vessillo nel vento, il bastone a Y con le due pietre montate in cima (un'arma per andare a caccia o in guerra) e a destra l'ascia. La semplificazione deriva dalla sostituzione di un carattere già esistente, che Xu Shen descrive come 求福也 ("cercare la prosperità", con un qualche riferimento agli spiriti degli antenati ingraziati con rituali sacrificali). Quanto al carattere originale, il Dizionario Kangxi spiega 音義同祈, cioè che il suono/pronuncia e il significato sono uguali a祈, quindi la ricerca della prosperità nel carattere originale non rimandava alle cerimonie sacrificali ma alla guerra di conquista.
4 yi2 ji4 Indica l'atto di migrare e di trapiantare (significato originale) ed è composto dal radicale del cereale accanto alla chiave di lettura "molto", a indicare un gran numero di piantine trapiantate e accorpate nello stesso terreno coltivato. Xu Shen spiega 禾相倚移也, il che sembra annullare ogni dubbio sull'interpretazione. Tuttavia più avanti aggiunge 一曰禾名, cioè il fatto che in passato indicava il nome di un cereale (l'interpretazione è corretta se si postula che in passato aveva entrambi i significati o che questo cereale avesse un qualche collegamento con il significato "trapiantare". Xu Shen non dà informazioni su questo cereale). Duan Yucai in una glossa in merito si limita a aggiungere 別一義. Una glossa di Xu Xuan riporta 臣鉉等曰:多與移聲不相近,蓋古有此音, cioè spiega che la chiave di lettura duo1 indicava una pronuncia antica che in Primo Cinese Medio e nelle lingue sino-xeniche si è stravolta (per ricostruirla, bisogna fare fede a una buona ricostruzione dell'Old Chinese, es. Baxter-Sagart, 2014).
4 tong3 tung4, tung2 Indica il cestino e, in origine, una sezione di una canna di bambù spessa ed è composto dal radicale delle canne di bambù con in basso la contrazione del carattere 洞, che indica la cavità. Una sua variante è 筩.
純 [纯] 4 chun2 seon4 Indica l'orlo di un tessuto e il concetto di purezza e semplicità ed è formato dal radicale della seta con accanto il virgulto che indicava in origine la primavera. In origine, secondo Xu Shen, indicava la seta: 絲也. Il colore è collegabile ai bozzoli di baco da seta recenti, la cui tonalità è pura e intensa (in 青 invece si indica il verde germoglio), e ai germogli, siccome il colore è puro. Più avanti possono riempirsi di chiazze o cambiare colore quando le piante o le foglie ingialliscono.
4 jian1 gin1 Indica la spalla e l'apparenza è fuorviante siccome in cima era disegnata una spalla muscolosa con braccio di un uomo inquadrato in visione frontale. Già in partenza era stilizzata in modo simile a una porta a un battente, che comunque ha una pronuncia molto diversa (hu4). In basso si vede il radicale della carne. Due varianti arcaizzanti sono 𦙪 e 𦚑. Anticamente aveva la consonante non palatalizzata.
4 wan4 wun2 Indica i polsi ed è composto dal radicale della carne accanto alla chiave di lettura 宛 wan3, che significa "ricurvo": è un tetto con sotto la falce di luna e una persona inginocchiata (in origine era 夘; forse intende dire che è piegata a dormire sul letto o ricurva come una falce di luna). Xu Shen spiega che indicava l'erba che cresce ricurva, incurvandosi su se stessa (屈草自覆也), ma nel disegno non ci sono elementi che indicano che in origine si usava per riferirsi alla morfologia dell'erba o simili. 夘 yuan4 in dialetto Teochew indica l'atto di dormire, quindi si può ipotizzare che si riferisce a una posizione del corpo umano (tutto il carattere stesso suggerisce che si dorme in piena notte in una casa).
4 zheng1 zing1 Indica il concetto di cuocere al vapore e, in origine, indicava una torcia fatta da fibre di canapa o bambù date alle fiamme. In cima si nota il radicale dell'erba, mentre in basso si vede la chiave di lettura 烝 zheng1, che era la forma originale dell'intero carattere. Pertanto, in origine, era il radicale del fuoco in basso con in alto 丞 cheng2, cioè una persona inginocchiata in mezzo (stilizzata come 了, fuorviante) con accanto due mani e in origine circondata dal radicale della buca (oggi resta solo un tratto orizzontale in basso, fuorviante). In origine indicava una persona tirata fuori da una buca e significava "aiutare". Il significato originale si nota pure in 拯 zheng3, "salvare" (radicale della mano a lato). Da questa chiave di lettura deriva il carattere 承 cheng2, ancora in uso: semplicemente, la mano è stata aggiunta come 手 in basso. Poi si è semplificata in tre tratti (le dita) fuse con il corpo dell'uomo in ginocchio ormai stilizzato. In 烝 (variante 𤇶) dunque si indica la torcia e in più, secondo Xu Shen, le lingue di fuoco che si sollevano in aria (火气上行也) con il fuoco in basso, mentre in alto si indica forse il concetto di sollevare, con un parallelismo all'uomo sollevato e tirato fuori dalla buca. In 蒸 dunque si indica sempre la torcia di canapa e il concetto di cuocere al vapore con le lingue di fuoco sotto al radicale dell'erba per indicare la canapa (Xu Shen già spiega che il carattere indica questo tipo di torcia: 折麻中榦也。从艸烝聲。䒱,蒸或省火).
補 [补] 4 bu3 bou2 Indica il concetto di rammendare/riparare e compensare ed è composto dal radicale del vestito accanto al germoglio che spunta nel campo fu3, che è passato a indicare il giardino e il concetto di lussureggiante; è stato usato pure per indicare il concetto di "grande, esteso". Dalla pronuncia dell'intero carattere si ricostruisce un suono bilabiale della chiave di Primo Cinese Medio. Quanto al carattere, sembra indicare un concetto di prendersi cura di qualcosa accanto alla seta per rimandare ai vestiti.
触 < 觸 4 chu4 zuk1 Indica il concetto di toccare e la sua semplificazione 触 era già attestata nel periodo Ming e nel Dizionario Kangxi. La semplificazione anticamente, come carattere a sé indicava un pesce bianco con la coda rossa, forse perché confuso con 𩶥 (oggi 魧) ed è composta dal pittogramma del corno accanto all'insetto (in origine, il pesce accanto all'insetto). Quanto al carattere tradizionale, è il pittogramma del corno con accanto 蜀 shu3, che indicava lo Stato di Shu (dove oggi c'è il Sichuan, che infatti come abbreviazione usa il suo nome storico) e che in origine secondo Xu Shen indicava il bozzolo di baco da seta: 葵中蠶也。从虫,上目象蜀頭形,中象其身蜎蜎, ma la descrizione è errata. Si vede una forma simile a un occhio in cima (è la testa del baco) con sotto un tratto ricurvo, che è il suo corpo. Successivamente si è allargato per ospitare al suo interno una forma simile a un vermiciattolo sinuoso in piedi con la testa a forma di freccia, cioè il radicale del serpente/animale senza le zampe. Dalla stilizzazione e squadratura di tutti i componenti si ottiene proprio 蜀. Quindi "toccare" è il corno con accanto il baco da seta per indicare la sola pronuncia. Il corno deriva dal fatto che il significato originale dell'intero carattere è "cozzare, urtare; resistere; controllare un animale per le corna": 抵也, a cui una glossa aggiunge 牴也。牛部曰。牴、觸也. In 牴, Xu Shen spiega proprio 觸也. La stessa chiave di lettura ritorna nel carattere 獨 du2 (versione semplificata 独) per indicare il figlio unico e la solitudine e isolamento. Il cane, secondo Xu Shen, è presente come radicale perché è contrapposto alle capre, che tendono a mettersi in branco. Il cane, di contro, può stare da solo (犬相得而鬬也。从犬蜀聲。羊爲羣,犬爲獨也). La chiave di lettura del baco da seta spiega in modo espressivo che il baco si isola da solo nel bozzolo, prodotto da due ghiandole nel suo corpo e tessuto di solito sui rami secchi, per trasformarsi in una falena bianca detta "bombice del gelso", Bombyx mori (il nome deriva dal fatto che i bachi da seta si nutrono di foglie di gelso). Nella sericoltura, questo processo e controllato e il bozzolo viene sfilacciato per ottenere un unico e lunghissimo filo di seta. I bozzoli vengono bolliti per uccidere il baco ancora allo stato di crisalide perché, se porta a termine la muta e perfora il bozzolo per uscire, lo rende inutilizzabile. I corpi dei bachi vengono buttati o, in alcune culture, mangiati. Alcuni bozzoli sono risparmiati per permettere al bombice di riprodursi deponendo le uova da cui nasceranno nuovi bachi. La seta, diventata materia prima nel settore tessile, ha fatto la fortuna dell'Impero Cinese, viaggiando attraverso quella che nell'Ottocento è stata battezzata "la Via della Seta" (丝绸之路). Attraverso i saraceni dell'Impero Islamico, è approdata in Europa quando quest'ultimo conquistò la Sicilia. Il crisalide morto calcificato per contaminazione di un fungo veniva usato nella medicina tradizionale cinese contro i problemi digestivi. Il baco da seta compare pure in 屬 shu3, oggi 属, che significa "tipologia; appartenere; collegare": è una coda 尾 wei3 stilizzata con sotto il baco, per indicare il collegamento tra corpo e coda e il filo rilegato che forma il bozzolo. Ritorna pure in 濁 zhuo2, oggi 浊, per indicare il concetto di torbido, con un qualche riferimento all'acqua sporca. Ma in origine indicava il nome di un fiume: secondo Xu Shen, 水。出齊郡厲嬀山,東北入鉅定, oggi chiamato 北阳水 (si origina nello Shandong). Nella semplificazione, si usa come chiave il serpente velenoso/animale senza le zampe/insetto. Infine in 燭 zhu2, oggi semplificato in 烛, indica la candela e lo stoppino. La chiave di lettura forse indica gli stoppini realizzati con il tessuto. La chiave di lettura dell'insetto è fuorviante e dà l'impressione di vedere dei moscerini intorno a una fonte luminosa. Per finire, il carattere 绸 chou2 (versione tradizionale 綢) indica la seta è ha il radicale della seta accanto alla chiave di lettura 周 zhou1 (versione arcaizzante 𠱬), che indica il nome della terza dinastia pre-imperiale conosciuta nella storia della Cina e, secondo Xu Shen, significava "meticoloso" (密也。从用口). Indica pure la circonferenza. Lo stesso carattere indicava la settimana come variante semplificata (lo Zhengzitong spiega 週,俗周字). La versione originale è distinta siccome ha il radicale del cammino, 週, e accenna a un periodo di tempo ciclico. La chiave di lettura sarebbe il disegno di un campo coltivato e pieno di piante inquadrato dall'alto e poi stilizzatosi fin dai tempi molti antichi. In basso si è poi aggiunta una bocca spalancata per indicare che era diventato un nome di dinastia. Nel carattere che indica la seta, si rimanda alla seta dei bozzoli e al fatto che è arrotolata fino a formare un bozzolo tondeggiante (comunque il baco avvolge il filo con dei movimenti a forma di "8"). Anticamente finiva in *-k.
詰 [诘] 4 jie2 kit3 Indica il concetto di interrogare, fare domande ed è composto dal radicale della parola con accanto un piedistallo con la lapide dedicata agli antenati. In alternativa, è la contrazione del carattere 结 jie2, che indicava l'atto di legare e oggi indica anche la conclusione. Se non indica la sola pronuncia, indica l'atto di chiedere agli spiriti degli antenati o di fare domande serrate e volere andare fino in fondo. Anticamente aveva la consonante non palatalizzata e finiva in *-t.
誌 [志] 4 zhi4 zi3 Indica il concetto di memorizzare e di annali e, in cinese moderno, è in disuso perché converge in 志. Si nota il radicale della parola accanto a quello che in origine era 𢗍, cioè una piantina (之 zhi1 forse per la sola pronuncia) con sotto il cuore/mente per indicare l'ambizione, determinazione e l'obiettivo/goal, cioè verso cui si procede . A sua volta 志 in passato era intercambiabile con 識 (oggi 识), che indica "mettere un segno; ricordare". Se si interpreta la chiave di lettura come 識, il carattere è immediatamente chiaro: è la parola per indicare che si racconta qualcosa o si ascolta qualcosa di raccontato con accanto il concetto di "mettere un segno, ricordare" per indicare la scrittura degli annali e di documenti che registrano un evento.
貯 [贮] 4 zhu4 cyu5 Indica il concetto di accumulare/immagazzinare ed è composto dal radicale della conchiglia accanto al carattere 㝉, che a sua volta deriva da un'amuputazione in basso del carattere nella versione originale 宁 zhu4. La chiave di lettura esisteva già come carattere a sé e oggi viene usata anche per semplificare 寧 ning2, già spiegato. La semplificazione non porta a confusioni. 宁 viene descritto da Xu Shen come 辨積物也。象形, cioè differenziare/separare ciò che è stato accumulato ed è la forma originale del carattere in esame. Il disegno originale assomiglia a 中 ma non ha il trattino verticale dentro alla forma chiusa (tutto il resto del tratto verticale si conserva). Non spiega cosa rappresenti, ma una glossa avanza un'interpretazione: 其旁有禦,其下有阯,其上有顚,辦積之形也. Sembra una scansia di mensola dalla forma quadrata o. più probabilmente, una cassetta di legno di forma quadrata e inquadrata dall'alto, fatta per ospitare oggetti all'interno. La stilizzazione 宁, tale per cui le due componenti già in partenza si scollano, è fuorviante. Il carattere odierno deriva dall'inserimento, in una delle varianti, di una conchiglia nella scatola. Poi è stata disegnata sotto la scatola inquadrata dall'alto e infine si è spostata accanto al carattere. 寧 invece indica il concetto di "sereno, pacifico" ed è un tetto accogliente con sotto il cuore/mente, un contenitore forse con del cibo e sotto un tavolino (a meno che si intenda come un vaso sacrificale sopra un altare a T). Indica il concetto di sicurezza come accoglienza e possibilità di soddisfare i bisogni primari, oppure la sicurezza come il risultato degli spiriti degli antenati ingraziati con i rituali sacrificali. Il cuore non era presente nella prima versione (una versione in cui è quasi assente è 寕). In alcune varianti, è stato tolto in tavolino o altare per fare spazio al cuore: 寍.
贈 [赠] 4 zeng4 zang6 Indica il concetto di regalare ed è il radicale della conchiglia con accanto la contrazione del carattere 增, cioè aggiungere, per indicare dunque qualcosa di prezioso che è dato a qualcuno.
跡 [迹, 蹟] 4 ji4 zik1 Indica il concetto di traccia/impronta e di resto (e.g. resti archeologici), ha una variante arcaica 蹟 ed era intercambiabile con una seconda variante, 迹 (variante arcaizzante 𨒏 e versione originale 𨒪). Xu Shen parla di 蹟 e 迹. In Cina si usa 迹, mentre in Giappone si usa 跡, coniato successivamente (è attestato nel Dizionario Kangxi; a sua volta cita la sua presenza nel Guangyun 广韵). In 跡, coniato dopo, si osserva il radicale del piede, che indica un'impronta umana o simili, con accanto la chiave di lettura 亦 yi4 (versione originale 𡗕), cioè un uomo con le braccia distese e inquadrato frontalmente 大 con due tratti sotto le ascelle, forse due gocce di sudore o due tratti per focalizzare l'attenzione sulle ascelle. La chiave di lettura, che in cinese classico significa "anche; già", in origine indicava le ascelle, oggi 腋; in alternativa indica i fluidi corporei, incluso il sudore, oggi 液. Non confondere con 赤. La chiave degli ultimi due caratteri, 夜 ye4, indica la notte ed è composta da 亦 per la sola pronuncia con accanto una luna 夕. La stilizzazione rende i componenti irriconoscibili, ma la variante arcaizzante 𡖍 rende il disegno più chiaro e permette di evitare le etimologie folk (la parte in cima simile a un coperchio viene spesso scambiata per un tetto). Una variante di questo carattere è 亱, in cui la luna muta in un sole che sorge, l'alba. 跡 ha la chiave di lettura che indica la sola pronuncia. In 迹, che lega le tracce a un cammino compiuto da qualcuno, funziona allo stesso modo. Anche 蹟 dovrebbe funzionare allo stesso modo, ma in cima ha 朿, oggi irriconoscibile (si veda la versione originale 𧵩). Quanto alla vera origine di tutti questi caratteri, 𨒪 mostra il radicale del cammino accanto alla spina: il riferimento è alle tracce lasciate per terra che formano una pista e al fatto che la spina può ferire e lasciare delle tracce in forma di cicatrice. Anticamente finiva in *-k.
踊 [踴] 4 yong3 jung2 Indica il concetto di saltare ed è formato dal radicale del piede/gamba con accanto la chiave di lettura del coraggio (campana e forza) o la sola campana, che sarebbe una contrazione di 涌 yong3, che indica un piccolo fiume (radicale dei flutti d'acqua). La versione 踊 è attestata nello Shuowen Jiezi, mentre 踴 non è attestata nello Shuowen Jiezi ma è attestata nel Dizionario Kangxi, quindi è posteriore. La prima sembra indicare un salto oltre un piccolo fiume, mentre la seconda preserva la pronuncia e in più sembra indicare il coraggio nel fare un salto che in un modo o nell'altro è pericoloso.
軒 [轩] 4 xuan1 hin1 In origine indicava un carro particolare (Xu Shen spiega 曲輈藩車 ovvero 有隆曲顶盖的车), con le tende e un tetto di forma ricurva. Nel lessico letterario, indica una finestra o una porta. Si nota a sinistra il radicale della ruota del carro, mentre a destra si nota gan1 come chiave di lettura per indicare la sola pronuncia, a meno che abbia un qualche riferimento alle caratteristiche del carro (ha moltissimi significati: scudo, banchina, secco... questi significati sembrano puntare al fatto che ha le tende che in primis fanno da scudo al sole).
鈍 [钝] 4 dun4 deon6 Indica il concetto di smussato/non affilato ed è il radicale del metallo, forse per indicare un attrezzo con la punta in metallo non affilata, con accanto la chiave di lettura del germoglio che in origine indicava la primavera (in più, Xu Shen indica che spunta con qualche difficoltà dal terreno. Nella sua definizione, aggiunge una citazione dall'Yijing a supporto di ciò: 難也。象艸木之初生。屯然而難。从屮貫一。一,地也。尾曲。《易》曰:“屯,剛柔始交而難生。”). Quindi indica alla lontana una difficoltà a tagliare una pianta perché la lama dell'attrezzo non è affilata. La sfumatura di significato della chiave di lettura aiuta a comprendere meglio tutto il carattere.
陸 [陆] 4 lu4 luk6 Indica il concetto di continente e di terra continentale in contrapposizione alle isole ed è formato dal radicale della collina con accanto quella che oggi è la chiave di lettura 坴 lu4, che indica una grossa zolla di terra (in alto si vede la chiave di lettura 圥 lu4 < *-k, mentre in basso il radicale della terra. Il componente in alto indica i funghi, siccome nel Dizionario Kangxi si spiega 地蕈曰菌圥, e in origine era una persona inginocchiata ritratta di profilo con qualcosa in testa poi ritratta come 二, forse un contenitore con dentro degli oggetti o delle forme ovali vuote che sembrano cumuli di terra, il che rende il carattere simile a 堯). Ma se si guarda la versione più arcaica sulle ossa oracolari di 陸, come chiave di lettura si notano due forme spioventi, forse due case o due cumuli di terra (infatti sono due forme insolitamente sinuose) con sotto il radicale della terra: indica quindi la terraferma. La versione sulle ossa chiarifica il carattere. Nella versione semplificata come chiave di lettura si nota 击 ji1, che oggi si usa come semplificazione di 擊 (手 con sopra 毄 ji1, "colpire", ovvero 軎 wei4 > 轊 con 殳. Il primo carattere a sinistra indica la punta dell'asse delle ruote del carro, che si poteva colpire, "axle tip"). La semplificazione è talmente laconica che è molto difficile capire a che parti del carattere corrisponda, un carattere peraltro ricco di elementi. 坴 non va confuso con 堯 yao2, anche se i due caratteri sembrano avere qualche collegamento nelle versioni antiche (ma nelle ossa oracolari si nota bene che sono diversi), e con 夌 ling2 (come in 冰激凌). Quest'ultimo significa "sorpassare; alto" (Xu Shen annota 越也 [...], 高也) ed è un albero 木 con sotto una persona 人, poi stilizzata come un piede. Mostra quindi come un albero sorpassi in altezza una persona. Si trova in 凌 ling2, che indica il ghiaccio e il concetto di innalzarsi e trasgredire (radicale dei due cumuli di ghiaccio a lato) forse per indicare come una distesa di acqua ghiacciata può strabordare. Si ritrova pure in 陵 ling2 che indica il rilievo/collina (una glossa spiega 大阜曰陵, "una grossa collina è un ling2") e il tumulo sulla tomba di un imperatore (si nota il radicale della collina accanto alla chiave di lettura "sorpassare; alto"). Infine, questa chiave non va confusa con 夋 qun1. Anche il radicale Kangxi semplificato 麦, la cui parte superiore è uguale a 青, può fuorviare. Dunque: 坴, 堯, 夌, 夋, 麦, 青. Anticamente finiva in *-k.
4 yu2 jyu4 Indica il concetto di angolo, bordo e posto remoto e si nota il radicale della collina accanto alla chiave di lettura della faccia mostruosa di scimmia con gli occhi rossi e la coda lunga, yu2, che come significato secondario indicava anche il concetto di "area, distretto". Dunque indica o una forma ad angolo legato a un elemento naturale geografico (un collegamento con la scimmia o tra la scimmia e il rilievo è abbastanza complesso; l'ipotesi di un qualche riferimento alla coda della scimmia può sembrare blando).
雇 < 僱 4 gu4 gu3 Indica il concetto di impiegare/assumere ed è composto dal radicale della persona, sparito nella semplificazione, con accanto una porta a un battente sopra l'uccello dalla coda corta. 雇 hu4 esisteva già come carattere a sé e indicava gli uccelli migratori (la porta forse indica la sola pronuncia, a meno che si riferisce alla lontana all'ingresso in un posto/habitat nuovo). Quindi, nella semplificazione, il carattere che indica gli uccelli migratori e l'assunzione di lavoratori convergono insieme. I due concetti si legano bene se l'impiego si immagina come stagionale (ma altri impieghi erano ereditati e si svolgevano lungo tutta la vita e si tramandavano di generazione in generazione; altri ancora erano posti fissi ben retribuiti nell'apparato burocratico imperiale ed erano ottenuti da chi passava gli Esami Imperiali. Ma già nelle poesie Tang e Song si nota come gli stessi burocrati erano costretti a lunghi viaggi nel caso in cui venivano cambiati di posto e mandati a lavorare in posti lontani. In questo contesto si può ripescare un paragone con gli uccelli migratori, pure se il posto è fisso). Una variante della chiave di lettura è 𩿇, alla quale si aggiunge il carattere arcaico 𪄮, con 雩 yu2 (variante 𩁹 e 𦏻) a sinistra, un carattere in disuso ma interessante: indica un sacrificio per invocare la pioggia; è la pioggia o le piume con sotto 于 che, oltre alla pronuncia, può indicare anche le preghiere. Xu Shen vi scrive 雩,夏祭乐于赤帝,以祈甘雨也 e aggiunge 𦏻,或从羽[𦏲]。雩,羽舞也. Le piume forse stanno a indicare un vestito fatto di piume che si indossava durante il rituale (lo Zuo Zhuan spiega poi che le persone con la colonna vertebrale deforme e quindi con la pancia sporgente potevano essere arse vive in un rituale proprio per invocare la pioggia; non si sa se è proprio questo). Xu Shen nell'indicare la danza usa poi il carattere che mostra la donna con due grossi rami in mano mentre effettua una danza rituale. Infine, una traccia di un vestito fatto di piume si ritrova nel titolo di una famosissima composizione musicale del periodo Tang, 霓裳羽衣曲 Níchángyǔyīqǔ (Song of rainbow skirts and feather robes, "la Canzone delle gonne di arcobaleno e dei vestiti di piume"), il che attesta l'esistenza di vestiti di piume. La canzone parla dell'incontro nel Palazzo Lunare (月宫) dell'Imperatore Tang Xuanzong con 女儿山 Nv'ershan, la Fata delle Montagne, un essere soprannaturale che desiderava incontrare. La canzone è stata composta proprio da Xuanzong tra il 718 e il 720 e ne andava particolarmente orgoglioso. La canzone era eseguita durante i sacrifici dei taoisti a Laozi nel palazzo 太清宫 Taiqing Gong (un palazzo con questo nome si trova a Laoshan 崂山 nello Shandong). Il carattere "impiegare" non è attestato nel Dizionario Kangxi.
4 zhen4 zan3 Indica oggi il terremoto e, in origine, indicava i tuoni e i tuoni che colpiscono. Si vede il radicale della pioggia con sotto la contrazione di 振, scuotere. A sua volta, la chiave di lettura in isolamento ritraeva quello che in origine era un attrezzo per zappare e tagliare l'erba ritratto in piedi, un bastone con una conchiglia (simile a quelle che contengono le perle) affilata come lama. 辰 mostra in alto la punta della conchiglia, in basso si vede la rilegatura irriconoscibile e i due trattini in basso a destra sono il manico, ridotto in un tratto ricurvo. Come prestito, questo coltello di conchiglia (è uno dei radicali Kangxi) ha iniziato a indicare l'alba e il terzo mese lunare, in cui secondo Xu Shen il soffio vitale Yang (cioè il principio maschile, di calore, luce e attività) inizia a mettersi in moto. Da questo significato deriverebbe il carattere "scuotere".

Note modifica


Bibliografia modifica

  • (ZH) Dizionario filologico, su qiyuan.chaziwang.com. URL consultato il 14 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2020).
  • Multi-function Chinese Character Database, su humanum.arts.cuhk.edu.hk.
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  • Shuowen Jiezi con la riscrittura in lingua moderna, su cidianwang.com.
  • Baxter, Guangyun (9000 caratteri) con pronuncia in Primo Cinese Medio, su lodel.ehess.fr, 2011.
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  • Dizionario di vietnamita (include le varietà arcaiche di caratteri)
  • Chinese Etimology (per visualizzare i caratteri nelle numerose versioni antiche)
  • Dizionario di dialetto cantonese CC-Canto (romanizzazione Jyutping)
  • Dizionario in cinese di dialetti wu (incluso lo shanghainese. Romanizzazione MinDict)
  • Dizionario di hanja coreani (in coreano) Hanjanaver.com
  • Dizionario di coreano (include la visualizzazione in hanja e l'allungamento vocalico)
  • Dizionario di giapponese (inclusi i kanji) Jisho.org
  • Howell, Lawrence J.; Hikaru, Morimoto. Etymological Dictionary of Han/Chinese Characters, 2016 [PDF], (per le ricostruzioni della grafia e senso e go-on)
  • Schuessler, Alex. ABC Etymological Dictionary of Old Chinese, University of Hawaii Press, Hololulu: 2007, (per le ricostruzioni etimologiche)
  • Sagar, Laurent. The Roots of Old Chinese, John Benjamins Publishing Company, Amsterdam/Philadelphia: 1999. (per le ricostruzioni etimologiche)
  • Baxter, William H.; Sagart, Laurent. Old Chinese. A New Reconstruction, Oxford University Press, USA: 2014. (per informazioni base e aggiornate sull'antico cinese collegabili all'etimologia. Esistono varie ricostruzioni dell'antico cinese, ma quella di Karlgren, la prima, non ha fatto uso dei dialetti cinesi conservativi, molto utili. Matisoff ha fatto uso sia della ricostruzione di Karlgren, sia di una versione della Baxter-Sagart)
  • Matisoff, James A. Handbook of Proto-Tibeto-Burman: System and Philosophy of Sino-Tibetan Reconstruction. University of California Press, USA: 2003.
  • Dizionario etimologico STEDT del Dipartimento di Linguistica dell'Università di Berkley, curato da James A. Matisoff, (nel 2019, Laurent Sagart con un paper ha corretto degli errori etimologici). Contiene anche il Primo Cinese Medio (Baxter, 2011) e una vecchia versione dell'antico cinese ricostruito da Baxter-Sagart (2011). Per cercare, andare su Search the STEDT Database, scrivere il vocabolo e impostare la lingua scrivendo nella stringa a lato.

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