SIAI-Marchetti

ex-azienda aeronautica italiana
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La SIAI-Marchetti, (famosa tra gli anni venti e quaranta come Savoia-Marchetti) era una delle principali ditte aeronautiche italiane. Alla fine degli anni sessanta passò sotto il controllo dell'Agusta, e nel 1997 venne acquisita dalla Aermacchi, poi diventata Alenia Aermacchi e in seguito confluita in Finmeccanica, oggi Leonardo.

SIAI-Marchetti
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione12 agosto 1915 a Milano
Fondata daLaurent-Dominique Santoni
Chiusura1997
Sede principaleSesto Calende
Persone chiave
  • Luigi Capè, fondatore e direttore generale 1915-1945
  • Domenico Santoni, fondatore
  • Raffaele Conflenti, progettista 1915-1921
  • Alessandro Marchetti, progettista 1922-1949 e direttore generale 1945-1960
  • Fredmano Spairani, direttore generale 1974-1983
SettoreAeronautico
Prodotti
Savoia-Marchetti famiglia di aerei

Storia modifica

Il 12 agosto 1915 venne fondata a Milano la Società Idrovolanti Alta Italia (SIAI) dagli imprenditori Domenico Lorenzo Santoni, già fondatore nel 1913 della Società Anonima Costruzioni Aeronautiche Savoia, e Luigi Capè. L'azienda si occupava della produzione su licenza e commercializzazione degli idrovolanti della ditta francese FBA (Franco-British Aviation Company). La direzione tecnica venne affidata all'ingegnere Raffaele Conflenti; fu lui a sviluppare durante la prima guerra mondiale i primi progetti di idrovolanti SIAI, basandosi al principio sui modelli francesi.[1] In quegli anni venne assunto il pilota collaudatore svizzero Émile Taddéoli che partecipò allo sviluppo dei modelli.

Nel 1915 la SIAI acquisì la Società Anonima Costruzioni Aeronautiche Savoia e negli anni immediatamente seguenti i velivoli prodotti furono conosciuti come "SIAI", "SIAI-Savoia" o "Savoia", e continuavano ad essere designati con la sigla S..

Nel 1921 Raffaele Conflenti accettò l'invito a diventare direttore tecnico della Chantiers Aéro-Maritimes de la Seine (CAMS), ditta francese fondata nel 1920 che aveva avviato l'attività proprio con la produzione su licenza dei SIAI S.9 e S.13. A consolidare l'attività della ditta fu comunque il successo di vendite del S.16.

Fondamentale per la ditta fu l'arrivo, nel 1922 dell'ingegnere Alessandro Marchetti. Con Marchetti come capo progettista la ditta realizzò negli anni seguenti i velivoli più significativi, tra questi il Savoia-Marchetti S.55 delle crociere atlantiche e l'S.M.79 Sparviero, forse il più famoso aereo italiano della seconda guerra mondiale.

L'ing. Marchetti, mentre lavorava alla Vickers-Terni della Spezia aveva sviluppato un prototipo di caccia biplano designato Marchetti MVT (Marchetti Vickers-Terni). Il progetto di questo biplano, con alcune modifiche, seguì il suo progettista alla SIAI, dove venne riproposto con la designazione di SIAI S.50, diventando il primo aereo terrestre della ditta.

In questo periodo iniziò a diffondersi per la ditta la denominazione Savoia-Marchetti, mentre la sigla dei velivoli continuava ad essere la S.. La S.M. venne introdotta successivamente, nel 1937, sia perché anche in Italia si era affermato l'uso, come già in Germania e altre nazioni, di associare il nome del progettista a quello del velivolo, sia per indicare la partecipazione di Marchetti alla proprietà della ditta.

Il periodo tra gli anni venti e trenta rappresentò probabilmente l'apice della ditta che vedeva i suoi idrovolanti protagonisti di diverse imprese aeronautiche, commercializzati in tutto il mondo: USA, dove operava una sua filiale, la American Aeronautical Association, URSS, Romania, Brasile, Belgio, Spagna, Svezia, Turchia e Francia.

A metà degli anni trenta inizia l'affermazione della ditta come costruttrice di aerei terrestri, dopo una prima produzione dedicata agli idrovolanti. Merito della fama certamente l'S.M.79 Sparviero che volò per la prima volta nel 1934, concepito originariamente come trasporto veloce, e poi sviluppato come bombardiere/aerosilurante. In quel periodo il numero di commesse per l'S.M.79 e gli altri trimotori della ditta, erano tali che questi aerei vennero realizzati anche da altre ditte, in particolare la Officine Meccaniche Reggiane (gruppo Caproni) e l'Aeronautica Umbra S.A. (gruppo Macchi).

Prima della fine della seconda guerra mondiale, nel 1944, la ditta abbandonò il nome monarchico Savoia nel marchio, tornando alla vecchia denominazione di SIAI, con il nuovo significato di Società Italiana Aeroplani Idrovolanti (anziché Società Idrovolanti Alta Italia). La designazione venne mantenuta fino agli anni ottanta.

Gli anni del dopoguerra non furono facili per la SIAI-Marchetti, così come per molte altre ditte aeronautiche italiane. Nel 1946, parimenti alla Caproni, anche la Marchetti tentò di inserirsi nel settore del trasporto terrestre, progettando e realizzando alcuni prototipi di motoleggera che utilizzavano come propulsore il motore a due tempi con distribuzione a disco rotante dell'Aviocompressore Garelli, all'uopo modificato. La richiesta per la fornitura dei propulsori non fu però accolta dalla Garelli, totalmente impegnata nella produzione del "Mosquito". Tali prototipi di motoleggera - che non giunsero alla fase produttiva e furono poi utilizzati per la locomozione all'interno dell'azienda - rivestono particolare importanza nella storia del motorismo, essendo le prime motociclette dotate di motore con alimentazione a disco rotante. Nel 1951 la compagnia si trovò sull'orlo della bancarotta e solo nel 1953 riuscì a ritirarsi dalla procedura di liquidazione, riprendendo l'attività.

La svolta arrivò a metà degli anni sessanta con lo SF-260, un addestratore leggero; infatti l'attività della ditta si era ormai concentrata sugli aerei leggeri, dopo lo scarso successo del bimotore S.M.102. Questo piccolo aereo venne costruito dalla SIAI in più di ottocento esemplari, commercializzato in 39 paesi ed è tuttora in produzione.

Nel 1968 il 30% della SIAI veniva acquisito dalla Agusta che passava al 60% nel 1973. Nello stabilimento SIAI-Marchetti di Vergiate si costruirono dunque, per conto di quest'ultima, buona parte degli elicotteri A109, oltre ai Bell, CH-47 e HH-3F dei quali l'Agusta deteneva la licenza.

Pochi anni dopo, nel 1981, compiva il primo volo l'S.211, addestratore basico con motore turbofan, che diventerà l'ultimo progetto della ditta. Nonostante le caratteristiche, rivelatesi in futuro avanti coi tempi, e le buone prospettive iniziali, con un lotto di aerei acquistato dall'aeronautica di Singapore ed Haiti, il velivolo non riuscì ad imporsi sul mercato.

Nel 1983 l'Agusta acquisisce il 100% della SIAI-Marchetti, facendola diventare l'azienda leader del settore aeroplani all'interno del Gruppo e nel 1997, in seguito a programmi governativi di unificazione delle aziende aeronautiche, venne chiusa. Gli stabilimenti rimasero ad Agusta, mentre le attività e i progetti furono rilevate dalla Aermacchi, che ancora produce l'SF-260 e continua lo sviluppo dell'S.211, con la nuova designazione M-311 / M-345.

Nel 2006 lo storico stabilimento di Sesto Calende è stato riaperto da AgustaWestland come sede della tecnologica Training Academy, dove svolge attività di scuola di volo con modernissimi simulatori.

Il 23 Dicembre 2020 Leonardo ha consegnato all'Aeronautica Militare Italiana i primi due aerei addestratori M-345, la cui sigla identificativa di Forza Armata è T-345A. L'Aeronautica Militare Italiana ha ordinato ad oggi 18 M-345 nell'ambito di un fabbisogno complessivo di 45 aeroplani che dovranno progressivamente sostituire i 137 MB-339 entrati in linea a partire dal 1982. Il nuovo M-345 sarà anche il futuro aereo della Frecce Tricolori. Il nuovo M-345, progettato per soddisfare i requisiti di addestramento basico e basico-avanzato, andrà a integrare gli M-346 impiegati per la fase avanzata dell’addestramento dei piloti supportando il consolidamento del processo di crescita delle capacità formative dell’Aeronautica Militare Italiana. L’M-345 è un velivolo altamente performante e capace di rendere più agevole il passaggio dei piloti provenienti dagli addestratori basici ai caccia di ultima generazione, per l’esecuzione della seconda e terza fase del percorso di addestramento di un pilota militare e come nuova piattaforma della Pattuglia acrobatica nazionale (Pan).

Velivoli prodotti modifica

SIAI modifica

Sigla Nome completo
Tipo
Primo Volo Note
S.8 SIAI S.8
Idrovolante biplano monomotore da ricognizione
1917  
S.9 SIAI S.9.
Idrovolante biplano monomotore da ricognizione
1918  
S.12 SIAI S.12
Idrovolante biplano monomotore da ricognizione
1918  
S.13 SIAI S.13
Idrovolante biplano monomotore da caccia/ricognizione.
1919 Sviluppato anche come idrocorsa
S.16 SIAI S.16
Idrovolante biplano monomotore per trasporto civile di 2/3 passeggeri
1919  
S.17 SIAI S.17
Idrovolante da competizione
1920  
S.19 SIAI S.19
Idrovolante da competizione
1920  
S.21 SIAI S.21
Idrovolante sesquiplano da competizione
1921  
S.22 SIAI S.22
Idrovolante da competizione bimotore
1920 Idrocorsa con motori in tandem
S.23 SIAI S.23
Variante da addestramento del S.16
   

Savoia-Marchetti modifica

I primi velivoli prodotti a partire dal S.50 si possono trovare spesso anche con altre designazioni, (SIAI-Marchetti). In generale, per evitare confusione con i velivoli realizzati nel dopoguerra, si preferisce indicarli comunque come Savoia-Marchetti.

Sigla Nome completo
Tipo
Primo Volo Note
S.50 Savoia-Marchetti S.50
Caccia biplano monomotore, sviluppato dal MVT (1917)
1922  
S.51 Savoia-Marchetti S.51
Idrovolante sesquiplano monomotore da competizione
1922  
S.52 Savoia-Marchetti S.52
Caccia biplano monomotore, sviluppato poi anche come idrocorsa
1924  
S.53 Savoia-Marchetti S.53
Idrovolante civile biplano sviluppato dal S.16
1922  
S.55 Savoia-Marchetti S.55
Idrovolante bimotore da siluramento/ricognizione/trasporto
1922  
S.56 Savoia-Marchetti S.56
Idrovolante monomotore biplano da turismo,
poi sviluppato come anfibio
1924  
S.57 Savoia-Marchetti S.57
Idrovolante da ricognizione monomotore
1923  
S.58 Savoia-Marchetti S.58
Idrocaccia biplano monomotore
1924  
S.59 Savoia-Marchetti S.59
Idrovolante biplano monomotore per ricognizione/bombardamento derivato dal S.16
1925  
S.62 Savoia-Marchetti S.62
Idrovolante biplano monomotore per ricognizione/bombardamento/trasporto civile, derivato dal S.59
1926  
S.63 Savoia-Marchetti S.63
Prototipo di idrovolante bimotore sviluppato come versione a scafo singolo del S.55
1927  
S.64 Savoia-Marchetti S.64
Monoplano monomotore da primato
Venne utilizzato da Ferrarin, Del Prete, Maddalena e Cecconi
1928  
S.65 Savoia-Marchetti S.65
Idrocorsa monoplano bimotore
1929  
S.66 Savoia-Marchetti S.66
Idrovolante da trasporto trimotore che riprendeva la configurazione del S.55
1931  
S.67 Savoia-Marchetti S.67
Idrovolante da caccia monomotore, destinato all'impiego imbarcato
1930  
S.71 Savoia-Marchetti S.71
Trimotore da trasporto per 8 passeggeri
1930  
S.72 Savoia-Marchetti S.72
Trimotore da bombardamento, poi trasporto sviluppato a partire dal S.71
1934  
S.M.73 Savoia-Marchetti S.M.73
Trasporto civile trimotore sviluppato parallelamente al S.M.81
1934  
S.74 Savoia-Marchetti S.74
Trasporto civile quadrimotore, sviluppato dal S.72
1934  
S.M.75 Savoia-Marchetti S.M.75
Trimotore da trasporto civile
1937  
S.M.76 Savoia-Marchetti S.M.76
Evoluzione del S.M.75
1940  
S.M.77 Savoia-Marchetti S.M.77
Idrovolante trimotore evoluzione del S.66 ultima evoluzione del S.55
   
S.78 Savoia-Marchetti S.78
Idrovolante biplano monomotore derivato dal S.62
1932  
S.M.79 Savoia-Marchetti S.M.79 Sparviero
Trimotore trasporto civile da competizione, poi bombardiere/aerosilurante
1934  
S.80 Savoia-Marchetti S.80
Monomotore anfibio da turismo
1933  
S.80 bis Savoia-Marchetti S.80 bis
Bimotore anfibio da turismo
1934  
S.M.81 Savoia-Marchetti S.M.81 Pipistrello
Trimotore da bombardamento, poi trasporto, sviluppato parallelamente al S.73
1934  
S.M.82 Savoia-Marchetti S.M.82
Bombardiere/trasporto trimotore, evoluzione ingrandita del S.M.75
1939  
S.M.83 Savoia-Marchetti S.M.83
Versione civile S.M.79
1937  
S.84 Savoia-Marchetti S.84
Prototipo di bimotore civile da trasporto per 18 passeggeri
(designazione poi trasferita al S.M.84, i due progetti non erano correlati)
1935  
S.M.84 Savoia-Marchetti S.M.84
Trimotore da bombardamento/aerosilurante
1940  
S.M.85 Savoia-Marchetti S.M.85
Bombardiere in picchiata bimotore
1936  
S.M.86 Savoia-Marchetti S.M.86
Evoluzione del bombardiere in picchiata S.M.85
1940  
S.M.87 Savoia-Marchetti S.M.87
Versione idrovolante del S.M.75
1939  
S.M.88 Savoia-Marchetti S.M.88
Bombardiere leggero triposto
  Il progetto venne modificato nel caccia pesante S.M.91 prima della realizzazione del prototipo
S.M.89 Savoia-Marchetti S.M.89
Assaltatore bimotore derivato dal S.M.84
1941  
S.M.90 Savoia-Marchetti S.M.90
Prototipo sviluppato dal S.M.75
   
S.M.91, Savoia-Marchetti S.M.91
Caccia pesante bimotore
1943  
S.M.92 Savoia-Marchetti S.M.92
Caccia pesante bimotore sviluppato parallelamente al S.M.91
1943  
S.M.93 Savoia-Marchetti S.M.93
Bombardiere in picchiata monomotore
1944  
S.M.95 Savoia-Marchetti S.M.95
Trasporto quadrimotore
1943  

SIAI-Marchetti modifica

Sigla Nome completo
Tipo
Primo Volo Note
SM-101 SIAI-Marchetti SM-101
Monomotore da trasporto per 6 passeggeri
1947  
SM-102 SIAI-Marchetti SM-102
Bimotore da trasporto leggero per 9 passeggeri
1949  
SM-1019 SIAI-Marchetti SM-1019
Monomotore turboelica da collegamento,
sviluppato dal Cessna Model 305A/O-1 Bird Dog
1969  
SF-260 SIAI-Marchetti SF-260
Monoplano mono-triposto multiruolo, sviluppato dall'Aviamilano F 250
1964  
SF-600 SIAI–Marchetti SF-600 Canguro
Bimotore turboelica da trasporto leggero, sviluppato dal Generalavia F 600 canguro
1981  
S-205 SIAI-Marchetti S-205
Monomotore quadriposto da turismo
1965  
S-208 SIAI-Marchetti S-208
Monomotore a 5 posti da turismo, sviluppo del S 205
1967  
SA-202 Bravo SIAI-Marchetti SA-202 Bravo
Monomotore a 2 posti da turismo, prodotto su licenza FFA
1969  
S-210 SIAI-Marchetti S-210
Bimotore per trasporto executive di 6 passeggeri, sviluppato dal S 205
1970  
S-211 SIAI-Marchetti S-211
addestratore basico propulso da turboventola
1981  
S-700 SIAI–Marchetti S-700 Cormorano
Progetto per una versione anfibia del bimotore SF 600 Canguro
  Versione proposta nel 1982, lo sviluppo venne abbandonato due anni dopo prima della realizzazione di un prototipo

Sport modifica

Negli anni Trenta la ditta acquisì tramite l’Opera Nazionale Dopolavoro il club di calcio locale, la Sestese, che divenne la squadra aziendale col nome di Dopolavoro SIAI Marchetti, e grazie ai cospicui finanziamenti industriali partecipò a diversi campionati di Serie C.

Note modifica

  1. ^ C'era una volta... la SIAI, su GRUPPO LAVORATORI ANZIANI SIAI MARCHETTI, http://www.siai-marchetti.com.ar/. URL consultato il 3 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 18 agosto 2013).

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

  • Alenia-Aermacchi, su aermacchi.it. URL consultato il 24 settembre 2006 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2006).