Sofonisba Anguissola

pittrice italiana

Sofonisba Anguissola (Cremona, 2 febbraio 1532Palermo, 16 novembre 1625) è stata una pittrice italiana del tardo Rinascimento, una delle prime artiste a raggiungere la fama in Europa[1].

Sofonisba Anguissola
Nobildonna
Stemma
Stemma
NascitaCremona, 2 febbraio 1532
MortePalermo, 16 novembre 1625
SepolturaPalermo
Luogo di sepolturaChiesa di San Giorgio dei Genovesi
DinastiaAnguissola
PadreAmilcare Anguissola
MadreBianca Ponzoni
ConiugiFabrizio Moncada
Orazio Lomellini
Firma
Autoritratto (1554), Vienna, Kunsthistorisches Museum

Biografia modifica

 
Ritratto di famiglia Anguissola, 1557
 
Ritratto di Bianca Ponzoni Anguissola, 1557
 
Partita a scacchi, 1555

Sofonisba nacque a Cremona intorno al 1532 dall'aristocratica famiglia piacentina degli Anguissola ascritta al patriziato veneziano e discendente dal nobile casato di Galvano Sordi, il cui capostipite, nel 717 contribuì a liberare Costantinopoli dai saraceni.[2]

Fu la prima dei sette figli di Amilcare Anguissola e della nobildonna Bianca Ponzoni, sposata nel 1530 in seconde nozze.[3] Quattro delle sorelle di Sofonisba, Elena, Lucia, Europa e Anna Maria divennero anch'esse pittrici. Elena in seguito abbandonò la carriera artistica per diventare una monaca domenicana. La quinta sorella, Minerva, fu insegnante di latino e scrittrice, mentre l'unico fratello, Asdrubale, studiò latino e diventò musicista.[4]

Il padre Amilcare faceva parte del Consiglio dei Decurioni che governava la città di Cremona per conto del re di Spagna Filippo II.[5] Amante dell’arte, frequentava l’"Accademia degli Animosi" e la società colta cremonese, aperta ai nuovi fermenti culturali che percorrevano l’Italia e l’Europa. Avviò le figlie allo studio della letteratura, della pittura e della musica.[6] Diversamente da altre giovani aristocratiche, Sofonisba non si dedicò alla pittura come passatempo o adempimento, ma come professione.[7] Le precarie condizioni economiche della famiglia indussero infatti il padre, nella prospettiva di dover provvedere a sei doti per le figlie, a cercare una fonte di entrata supplementare per la famiglia. Sia quando si trovava alla corte di re Filippo II, che dopo la morte del padre, avvenuta nel 1573, Sofonisba provvide materialmente, con periodici contributi in denaro, al sostentamento del fratello.[8]

Formazione artistica modifica

La prima formazione artistica di Sofonisba si realizzò tra gli undici e i tredici anni. Avendo individuato per loro una carriera in quest'ambito, lei e la sorella Elena vennero affidate dal padre agli insegnamenti del pittore lombardo Bernardino Campi, nella cui casa dimorarono per circa tre anni, come ospiti paganti.[9] Campi, pur non appartenendo alla nota famiglia di pittori cremonesi comprendente i più celebri Vincenzo, Giulio e Antonio Campi, aveva uno stile che si rifaceva agli esponenti di spicco dell'arte manierista in voga nell'Italia settentrionale tra Cinquecento e Seicento.[10] Il suo stile influenzò notevolmente Sofonisba, che ne tradusse i tratti essenziali nell'ambito prediletto, quello della ritrattistica.

Quando nel 1549 Campi lasciò Cremona per Milano, Sofonisba ebbe come secondo maestro Bernardo Gatti, detto il Sojaro.[11]

I primi dipinti modifica

Fra le prime opere note di Sofonisba vengono indicati il Ritratto di Elena Anguissola (1551), dedicato alla sorella fattasi monaca[12], alcuni autoritratti, realizzati fra il 1552 e il 1558 (fra cui Autoritratto, 1554; Autoritratto alla spinetta (Sofonisba Anguissola), 1555; Autoritratto al cavalletto, c. 1556), la Partita a scacchi (1555) in cui si vedono le sorelle Lucia, Minerva ed Europa nel mezzo del gioco, e altri dipinti che hanno per soggetto membri della famiglia (Ritratto di Bianca Ponzoni Anguissola, 1557; Ritratto di famiglia Anguissola, c. 1559).

La fama di Sofonisba come ritrattista si diffuse fin dall'inizio degli anni cinquanta. Nel 1550 Marco Gerolamo Vida, vescovo e poeta cremonese amico della famiglia Anguissola, incluse il nome della giovane pittrice «inter egregios pictores nostri temporis» nel suo Cremonensium Orationes III.[13]

Apprezzamenti sulla sua pittura vennero anche da Michelangelo Buonarroti, che conobbe l'opera della giovane tramite il padre Amilcare Anguissola, che nel 1554 gli aveva inviato alcuni disegni per averne un giudizio. Michelangelo rimase positivamente colpito da un disegno a carboncino e matita, Fanciullo morso da un gambero, in cui Sofonisba aveva ritratto l'espressione del pianto e l’istante di dolore del fratello Asdrubale, morso da un granchio e consolato dalla sorella Europa. Più tardi Caravaggio avrebbe trovato in questo motivo ispirazione per il suo Ragazzo morso da un ramarro.[14]

La giovane pittrice, promossa dal padre presso artisti, umanisti e mecenati[15], partecipò come figura di spicco alla vita artistica delle corti italiane. Il padre la introdusse presso i Gonzaga, dove Sofonisba fece un ritratto alla duchessa Margherita e alla nuora Elena d'Austria, agli Este di Ferrara e ai Farnese.[16] La sua competenza e abilità artistica divennero note dentro e fuori i confini della penisola italiana.

Nella primavera del 1557 Sofonisba si recò a Piacenza, dove Amilcare aveva ricevuto dall’Arcidiacono la richiesta di un ritratto. La ragazza soggiornò per circa un mese nella casa dei parenti Anguissola e seguì lezioni di miniatura dal famoso miniaturista Giulio Clovio.[17][18] Con la sua guida, visitò il Convento di San Sisto, dove era conservata la famosa Madonna Sistina di Raffaello, e la Basilica di Santa Maria di Campagna, per ammirare i dipinti del Pordenone. Sofonisba, riconoscente, rappresentò Clovio in un ritratto.[19]

Quando nel 1557 Ermes Stampa, secondo Marchese di Soncino, una delle famiglie più potenti della Lombardia, si rivolse a Bernardino Campi per far eseguire un ritratto del figlio, questi, molto impegnato a Milano, suggerì di rivolgersi a Sofonisba. In quello stesso anno, alla morte di Ermes, il figlio Massimiliano di soli 9 anni, divenne il terzo Marchese di Soncino.[20] Sofonisba lo ritrasse a figura intera, vestito di nero, con la spada, i guanti, l’anello, simboli del suo rango, ed il cane dormiente, simbolo di fedeltà. Nel ritratto si nota una grande naturalezza nell’espressione del viso e negli occhi smarriti per il futuro.[21]

Sofonisba fu citata nelle Vite di Giorgio Vasari che soggiornò in casa Anguissola a Cremona nel 1568 e lodò il ritratto che ella fece della sua famiglia, databile intorno al 1558, in cui compare al centro il padre, con alla sua destra la figlia Minerva e alla sinistra il figlio Asdrubale.[11] Vasari riportò come Sofonisba fosse allora considerata con ammirazione dalla corte di Filippo II in Spagna.

In Spagna, alla corte di Filippo II modifica

Nel 1559 il Duca d’Alba persuase il re Filippo II di Spagna a chiamare Sofonisba alla corte come dama d'onore della quattordicenne regina Elisabetta di Valois, sua promessa sposa, per darle lezioni di pittura.[6]

Sofonisba, allora conosciuta in Italia come una delle più grandi artiste, lasciò Cremona diretta a Milano all’inizio di settembre e incontrò la regina Elisabetta, figlia di Enrico II di Francia e di Caterina de’ Medici, alla fine di gennaio 1560. Assistette al matrimonio tra la regina Isabella e Filippo II, tornato da Bruxelles dopo cinque anni di assenza. Durante i festeggiamenti conobbe il giovane Ferrante Gonzaga, figlio di Luigi Alessandro e della letterata piacentina Caterina Anguissola.

Durante una lezione di pittura a corte incontrò Don Carlos (1545-1568), il figlio del primo matrimonio di Filippo II con Maria del Portogallo, descritto dagli ambasciatori come piccolo, malinconico e malaticcio. In seguito dipinse un ritratto, andato perduto, in cui il principe era vestito con un abito foderato di lince; come ricompensa ricevette un diamante dal valore di 1.500 scudi.[22]

Sofonisba eseguì ritratti di quasi tutti i membri della famiglia reale, ma nessuno di essi reca la sua firma. Secondo alcuni autori, non rivestendo la carica ufficiale di pittrice di corte, non avrebbe ricevuto una paga in cambio dei suoi servigi, ma solo preziosi tessuti e gioielli;[23] secondo altri il suo salario annuale sarebbe ammontato a cento ducati.[24][25]

Alla morte della regina, nel 1568, rimase alla corte di Spagna ancora per alcuni anni come dama e ritrattista delle due infante Isabella e Caterina.

Paternò, Genova e Palermo modifica

 
Tomba di Sofonisba Anguissola a Palermo

All'età di circa quarant'anni, nel 1573, la pittrice sposò per procura, su intercessione della corte spagnola che le assegnò una cospicua dote[22], il nobile siciliano Fabrizio Moncada, fratello del viceré di Sicilia, e si trasferì a Paternò nel palazzo dei Moncada.[26]

Il matrimonio durò solo cinque anni: il 27 aprile 1578 il marito morì durante un attacco pirata mentre si stava recando su una galera alla corte di Filippo II, come riportato nella relazione di naufragio scritta dal capitano spagnolo Baltasar Gago.[27]

Sofonisba, per omaggiare il marito, dipinse una pala d’altare, Madonna dell’Itria, conservata nell'atrio della chiesa del monastero delle benedettine intitolato a Maria Santissima Annunziata. Nel dipinto, in cui il volto di Maria è un autoritratto, è rappresentata una marina con due piccole navi (due caracche), a ricordare la morte di Moncada sulle coste di Capri.[28]

Rimasta vedova, la pittrice lasciò l'isola per ritornare a Cremona, ma durante il viaggio via mare conobbe un giovane capitano di marina, il nobile genovese Orazio Lomellini[29], vedovo e con figlio, che sposò a Pisa nel 1579, in seconde nozze, andando poi a vivere a Genova.[30] Rimase in questa città per 35 anni, continuando a dipingere ritratti di personaggi di corte spagnoli, in visita nel capoluogo ligure o a Savona.[31]

Intorno al 1580 incontrò il giovane pittore Pier Francesco Piola che la spinse ad assumere come proprio modello di stile i pittori genovesi Luca Cambiaso e Bernardo Castello.[32]

Tornata nel 1615 con il nuovo marito a Palermo, dove egli aveva numerosi interessi, Sofonisba continuò a dipingere nonostante un forte calo della vista. Alla lunga, tuttavia, questo problema le impedì di continuare a esercitare la sua arte, non prima però di aver raggiunto una grandissima fama, tanto che il celebre Antoon van Dyck, succedutole come ritrattista ufficiale della corte spagnola, confessò tutta la sua ammirazione per la sua arte. I due si incontrarono a Palermo nel 1624, presso la corte del viceré di Sicilia Emanuele Filiberto di Savoia; Sofonisba era prossima alla morte, l'artista fiammingo aveva 25 anni, e in occasione di questo incontro le fece un ritratto.[33]

La pittrice morì l'anno dopo, ultranovantenne, il 16 novembre 1625, e fu sepolta nella chiesa palermitana di San Giorgio dei Genovesi appartenente alla Nazione Genovese di Palermo, dove ancora oggi si trova la lapide del sacello, nella navata destra.

Riconoscimenti modifica

  • Alla pittrice sono state intitolate varie strade in Lombardia e una a Genova.
  • A Cremona, sua città natale, un liceo porta il suo nome.[34]

Opere modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Opere di Sofonisba Anguissola.

Note modifica

  1. ^ (EN) Kathlee Kuiper, Sofonisba Anguissola, su britannica.com. URL consultato il 15 dicembre 2021.
  2. ^ Francesco Schroder, Anguissola, in Repertorio genealogico delle famiglie confermate nobili e dei titolati nobili esistenti nelle province venete, Venezia, 1830, pp. 32-33.
  3. ^ Caroli, p. 22.
  4. ^ Maria Catalano Fiore, Le Signore dell’Arte -2 Sofonisba Anguissola, su lavocenews.it, 5 marzo 2021. URL consultato il 16 dicembre 2021.
  5. ^ Pizzagalli, p. 21.
  6. ^ a b Lancetti.
  7. ^ (EN) Sara Gwyneth Ross, Anguissola, Sofonisba, in Diana Maury Robin, Anne R. Larsen, Carole Levin (a cura di), Encyclopedia of Women in the Renaissance: Italy, France, and England, ABC-CLIO, 2007, pp. 14-18, ISBN 9781851097722.
  8. ^ Perlingieri, p. 193.
  9. ^ (EN) Kathleen Kuiper, Sofonisba Anguissola, su britannica.com. URL consultato il 16 dicembre 2021.
  10. ^ Silla Zamboni, Campi Bernardino, su treccani.it, vol. 17, 1974. URL consultato il 16 dicembre 2021.
  11. ^ a b Lancetti.
  12. ^ Controversa risulterebbe invece l'attribuzione a Sofonisba del successivo Ritratto di Elena Anguissola come Beata Osanna Andreasi (1555-1558), ritenuto più probabilmente opera della stessa sorella. Cfr.: Antonio Iommelli, Ritratto di Elena Anguissola come Beata Osanna Andreasi, su galleriaborghese.beniculturali.it. URL consultato il 16 dicembre 2021.
  13. ^ Sofonisba, p. 403.
  14. ^ Giulia Bora, Sofonisba Anguissola e la formazione cremonese: il ruolo del disegno, in Sofonisba Anguissola e le sue sorelle, Leonardo Arte, 1994, pp. 79-88, ISBN 88-7813-512-7.
  15. ^ I suoi primi autoritratti, di piccole dimensioni, sono stati interpretati come una sorta di “lettere di presentazione” che, grazie alla promozione del padre, sarebbero serviti a diffondere la sua immagine negli ambienti di corte del tempo. Cfr.: (EN) The creation of the myth of Sofonisba Anguissola, su museodelprado.es. URL consultato il 16 dicembre 2021.
  16. ^ Pizzagalli, pp. 40-42.
  17. ^ Pizzagalli, p. 51.
  18. ^ Rossana Sacchi data al 1556 l'incontro fra Sofonisba e Clovio, anno in cui entrambi si trovavano e Parma, e durante il quale la pittrice cremonese, che soggiornò presso la corte Farnese, potrebbe aver conosciuto il famoso miniaturista croato. Cfr.: Rossana Sacchi, Sofonisba Anguissola, in Sofonisba Anguissola e le sue sorelle, Milano, Leonardo Arte, 1994, p. 71.
  19. ^ Annemie Leemans, Tra storia e leggenda : indagini sul network artistico tra Sofonisba Anguissola, Giulio Clovio e Levina Teerlinc, in Intrecci d'arte, n. 3, 2014, pp. 35-55.
  20. ^ Pizzagalli, p. 57.
  21. ^ Anguissola Sofonisba, Ritratto di Massimiliano Stampa, su catalogo.fondazionezeri.unibo.it. URL consultato il 16 dicembre 2021.
  22. ^ a b Raffaele Soprani, Vite de' pittori, scultori, ed architetti genovesi, Vol. 1, stamperia Casamara, 1768, p. 414
  23. ^ (EN) Sofonisba Anguissola at the court of Philip II, su museodelprado.es. URL consultato il 16 dicembre 2021.
  24. ^ (EN) Mary D. Garrard, Here's looking at me : Sofonisba Anguissola and the problem of the woman artist, in Renaissance Quarterly, vol. 47, n. 3, 1994, p. 618, n. 107.
  25. ^ In Vite de' pittori, scultori, ed architetti genovesi Raffaele Soprani scrive che "sua maestà, in segno di particolarissima soddisfazione, le presentò generoso dono; e le assegnò dugento scudi d'annua pensione". Cfr.: Raffaele Soprani, Vite de' pittori, scultori, ed architetti genovesi, Vol. 1, stamperia Casamara, 1768, p. 413
  26. ^ Daniela Vullo, Il matrimonio tra Sofonisba Anguissola e Fabrizio Moncada, in Archivio storico per la Sicilia Orientale, n. 2, 2019, pp. 85-93.
  27. ^ B. Gago, Galere perdute (edizione critica di Enrico Lodi), Milano, Medusa, 2020, ISBN 9788876984686.
  28. ^ Fabrizio Rizzo, Sofonisba Anguissola e la Madonna dell’Itria a Paternò in Sicilia, in Gazzetta Rossazzurra, 24 aprile 2010.
  29. ^ Giuseppe Barone, Sofonisba Anguissola ed Orazio Lomellino. Pittura, politica ed economia da Genova a Palermo (1580-1625), in Archivio storico per la Sicilia orientale, 2019, pp. 146-153.
  30. ^ Raffaele Soprani, Vite de' pittori, scultori, ed architetti genovesi, Vol. 1, stamperia Casamara, 1768, p. 415
  31. ^ Anguissola Sofonisba, su sesgenova.it. URL consultato il 16 dicembre 2021.
  32. ^ Piola, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  33. ^ Sergio Troisi, Sofonisba Anguissola palermitana per amore, in La Repubblica, 8 febbraio 2008.
  34. ^ Liceo Sofonisba Anguissola, su liceoanguissola.edu.it. URL consultato il 5 settembre 2022.
  35. ^ (EN) The Artist’s Sister in the Garb of a Nun, su southamptoncityartgallery.com. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  36. ^ Autoritratto di Sofonisba Anguissola, su catalogo.beniculturali.it. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  37. ^ (DEEN) Selbstbildnis, su Kunsthistorisches Museum. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  38. ^ Ritratto di donna, su catalogo.beniculturali.it. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  39. ^ (EN) Self-Portrait, su Museo di Belle Arti di Boston. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  40. ^ Bianca Ponzoni Anguissola
  41. ^ (EN) Portrait of Marquess Massimiliano Stampa, su Walters Art Museum. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  42. ^ (ES) Giovanni Battista Caselli, poeta de Cremona, su Museo del Prado. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  43. ^ (EN) Sofonisba Anguissola - Self-portrait, su Fondazione Custodia. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  44. ^ RITRATTO FEMMINILE, su Museo Poldi Pezzoli. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  45. ^ Sacra Famiglia, su Accademia Carrara. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  46. ^ (EN) Bernardino Campi painting Sofonisba Anguissola, su Web Gallery of Art. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  47. ^ UN DOPPIO RITRATTO DAI MOLTI SEGRETI, su chiaramontani.com. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  48. ^ (DA) Portrætgruppe med kunstnerens fader Amilcare Anguissola og hendes søskende Minerva og Asdrubale, su nivaagaard.dk. URL consultato il 12 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2021).
  49. ^ (ES) RETRATO DE FELIPE II - Autor: Sofonisba Anguissola, S.XVI. Óleo sobre lienzo, 96,5 x 74,3., su Alcázar di Segovia. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  50. ^ (EN) Sofonisba Anguissola (Cremona c. 1535 – 1625 Palermo) - Portrait of Archduchess Johanna of Austria, su dorotheum.com. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  51. ^ (DE) Isabel von Valois (1545-1568), su Kunsthistorisches Museum. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  52. ^ (EN) Portrait of Prince Alessandro Farnese by Sofonisba Anguissola (c.1532-1625), su Galleria nazionale d'Irlanda. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  53. ^ Autoritratto, su Pinacoteca di Brera. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  54. ^ (ES) Isabel de Valois, tercera esposa de Felipe II, su Museo del Prado. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  55. ^ (EN) JUANA OF AUSTRIA AND A YOUNG GIRL, 1561-1562, su Museo del Prado. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  56. ^ (ES) Isabel de Valois sosteniendo un retrato de Felipe II, su Museo del Prado. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  57. ^ The Artist's Sister Minerva Anguissola
  58. ^ (ES) Felipe II, su Museo del Prado. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  59. ^ (ES) Los Príncipes de Asturias gobiernan el Bellas Artes, su afondo.lne.es. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  60. ^ Doppio ritratto delle principesse infanti Isabella Chiara Eugenia e Caterina Micaela (?). Due giovani principesse, su catalogo.beniculturali.it. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  61. ^ (EN) The Picture Collection, su Corsham Court. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  62. ^ (ES) Retrato de la reina Ana de Austria, su Museo del Prado. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  63. ^ (EN) Portrait of a Spanish Prince (probably Philip II), su San Diego Museum of Art. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  64. ^ Ritratto dell'infanta Isabella Clara Eugenia, su Galleria Sabauda. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  65. ^ Pietà, su Pinacoteca di Brera. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  66. ^ (EN) Portrait of Francesco I de Medici, Grand Duke of Tuscany (1541-1587), su Sotheby's. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  67. ^ Retrato de Eleonora de Medici (¿?), su catalogo.museolazarogaldiano.es. URL consultato il 12 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2021).
  68. ^ Portrait de Maximilien II d'Autriche (1527-1576)
  69. ^ Double Portrait of a Boy and Girl of the Attavanti Family
  70. ^ (ES) Desposorios místicos de santa Catalina, su museobilbao.com. URL consultato il 12 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2021).
  71. ^ (EN) The Holy Family with Saints Anne and John the Baptist, su Lowe Art Museum. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  72. ^ (HU) Gyermekét szoptató Mária, su Museo di Belle Arti di Budapest. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  73. ^ (DA) Madonna med barnet, su Statens Museum for Kunst. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  74. ^ Portret mężczyzny z córką
  75. ^ Портрет молодой женщины в профиль
  76. ^ (EN) Young Man, su Detroit Institute of Arts. URL consultato il 12 dicembre 2021.

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