Guido Pozzo

arcivescovo cattolico italiano (1951-)

Guido Pozzo (Trieste, 26 dicembre 1951) è un arcivescovo cattolico italiano, dal 17 gennaio 2019 sovrintendente all'economia della Cappella musicale pontificia sistina.

Guido Pozzo
arcivescovo della Chiesa cattolica
Servite Domino in laetitia
 
TitoloBagnoregio
(titolo personale di arcivescovo)
Incarichi attualiSovrintendente all'economia della Cappella musicale pontificia sistina (dal 2019)
Incarichi ricoperti
 
Nato26 dicembre 1951 (72 anni) a Trieste
Ordinato presbitero24 settembre 1977 dall'arcivescovo Pietro Cocolin
Nominato arcivescovo3 novembre 2012 da papa Benedetto XVI
Consacrato arcivescovo18 novembre 2012 dal cardinale Tarcisio Bertone, S.D.B.
 

Biografia modifica

Nasce a Trieste, città capoluogo di provincia e sede vescovile, il 26 dicembre 1951.

Formazione e ministero sacerdotale modifica

Dopo aver frequentato il liceo classico «Petrarca» a Trieste, nel 1970 entra come alunno nell'Almo collegio Capranica; compie gli studi presso la Pontificia Università Gregoriana conseguendo il baccellierato in filosofia, la licenza in teologia dogmatica e il dottorato in teologia.

Il 24 settembre 1977 è ordinato presbitero, nella cattedrale di Trieste, dall'arcivescovo Pietro Cocolin.

Dopo l'ordinazione collabora con la parrocchia cittadina di Santa Teresa di Gesù Bambino ed è insegnante nel seminario vescovile.

Il 4 maggio 1987 inizia il servizio come officiale presso la Congregazione per la dottrina della fede; contemporaneamente è insegnante alla Pontificia Università Lateranense. Nel 2003 è nominato segretario aggiunto della Commissione teologica internazionale.

Il 21 novembre 2004 riceve il titolo onorifico di prelato d'onore di Sua Santità da papa Giovanni Paolo II.

L'8 luglio 2009 papa Benedetto XVI lo nomina segretario della Pontificia commissione "Ecclesia Dei";[1] succede a Mario Marini, deceduto il 24 maggio precedente.

Ministero episcopale modifica

Il 3 novembre 2012 papa Benedetto XVI lo nomina arcivescovo titolare di Bagnoregio ed elemosiniere di Sua Santità;[2] succede a Félix del Blanco Prieto, dimessosi per raggiunti limiti di età. Il 17 novembre seguente riceve l'ordinazione episcopale, nella basilica di San Lorenzo in Damaso a Roma, dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato della Santa Sede, co-consacranti gli arcivescovi Gerhard Ludwig Müller (poi cardinale), prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e Giampaolo Crepaldi, arcivescovo-vescovo di Trieste.

Il 30 aprile 2013 è nominato consultore della Congregazione per la dottrina della fede.[3]

Il 3 agosto dello stesso anno papa Francesco lo nomina nuovamente segretario della Pontificia commissione "Ecclesia Dei";[4] lascia l'incarico di elemosiniere di Sua Santità all'arcivescovo Konrad Krajewski.

Il 17 gennaio 2019 papa Francesco sopprime la Pontificia commissione "Ecclesia Dei"[5] e lo nomina sovrintendente all'economia della Cappella musicale pontificia sistina.[6]

Genealogia episcopale modifica

La genealogia episcopale è:

Note modifica

  1. ^ Rinunce e nomine. Nomina del Segretario della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei", su press.vatican.va, 8 luglio 2009. URL consultato il 20 gennaio 2019.
  2. ^ Rinunce e nomine. Rinuncia dell'Elemosiniere di Sua Santità e nomina del nuovo Elemosiniere, su press.vatican.va, 3 novembre 2012. URL consultato il 20 gennaio 2019.
  3. ^ Rinunce e nomine. Nomina di Consultori della Congregazione per la Dottrina della Fede, su press.vatican.va, 30 aprile 2013. URL consultato il 20 gennaio 2019.
  4. ^ Rinunce e nomine. Nomina del Segretario della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei", su press.vatican.va, 3 agosto 2013. URL consultato il 20 gennaio 2019.
  5. ^ Lettera Apostolica in forma di Motu proprio circa la Pontificia Commissione "Ecclesia Dei", su press.vatican.va, Sala stampa della Santa Sede, 19 gennaio 2019. URL consultato il 20 gennaio 2019.
  6. ^ Lettera Apostolica in forma di Motu proprio circa la Cappella Musicale Pontificia, su press.vatican.va, Sala stampa della Santa Sede, 19 gennaio 2019. URL consultato il 20 gennaio 2019.

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Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN85177897 · ISNI (EN0000 0000 5668 9573 · SBN CFIV027553 · LCCN (ENn82234379 · GND (DE1030161895 · WorldCat Identities (ENviaf-85177897