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Animazione

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Yoshiyuki Tomino

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Yoshiyuki Tomino, regista di Gundam e Ideon

Uno degli autori maggiormente influenti per Hideaki Anno e Neon Genesis Evangelion in particolare è Yoshiyuki Tomino. Lo scrittore Timothy Hornyak, in particolar modo, ha descritto Mobile Suit Gundam e Densetsu kyojin Ideon, due opere entrambe ideate e dirette da Tomino, come due precursori di Evangelion[1]. Entrambe le opere sono state citate dallo stesso Anno fra i propri anime preferiti[2][3]. Nell'originale giapponese, ad esempio, i piloti di Eva vengono chiamati Children, anche al singolare; anche la scelta del plurale costituisce un omaggio a Ideon[4]. L'ultimo episodio di Evangelion si conclude inoltre con le didascalie "E a tutti i Children", "Congratulazioni!". La frase è in realtà un riferimento a Ideon: Be Invoked, uscito nel 1982 come conclusione cinematografica della serie omonima, nel quale in seguito allo sterminio della razza umana delle anime fluttuano nello spazio con in sottofondo la canzone Happy Birthday Dear Children[5]. In entrambe le opere c'è la tematica dell'incomunicabilità e dell'incapacità di accettarsi a vicenda. Come in Evangelion, inoltre, c'è un protagonista maschile, Cosmo, con affianco una ragazza dolce con i capelli blu, Kitty Kitten, e un impetuosa e aggressiva ragazza bionda, Kash, mentre Doba Ajiba e Gindoro Jinma hanno delle analogie con i personaggi di Gendō Ikari e Kōzō Fuyutsuki[6].

In particolare la critica ha paragonato Be Invoked a The End of Evangelion[7][8]. In Be Invoked viene proposto lo sterminio della razza umana e uno scenario simile a quello del finale di Eva[9]: tutti i personaggi muoiono, e prima di morire intravedono o raggiungono la persona che amano di più[6]. Il massacro del personale della Nerv, in particolare, è stato collegato dalla critica alla strage della Nave Solo[10], l'albero della vita all'Ide e il Third Impact all'Armageddon finale perpetrato dall'Ideon[11]. L'Ide trasporta le anime dei protagonisti, con delle riprese dal vivo[12] dell'oceano e un allineamento planeatrio[6]. Timothy Donohoo di Comic Book Resources invece ha paragonato gli Evangelion all'Ideon; Donohoo ha infatti notato come entrambi i mecha abbiano una natura «apparentemente divina», delle fonti di energia apparentemente illimitate e la capacità di leggere le emozioni dei propri piloti, cercando di proteggerli[13]. Anche Yoshiyuki Sadamoto, character designer della serie, ha paragonato la Nerv alla Nave Solo; l'equipaggio della Nave Solo infatti si ritrova ad affrontare gli alieni ostili del Buff Clan e altri esseri umani, con mecha che vanno fuori controllo e comunicano soltanto con dei ragazzini[14].

Evangelion e Gundam invece sono stati paragonati fra di loro su più fronti fin dagli anni novanta[15]. La trama di base di Evangelion è un chiaro omaggio all'opera di Tomino[16]. Anno stesso disse che Evangelion avrebbe potuto essere descritto semplicemente come un mecha alla Gundam[17]. All'inizio della produzione della serie uno degli intenti del regista era quello di superare qualitativamente i prodotti della sua infanzia, incluso lo stesso Gundam[18]. Riguardando il primo episodio di Evangelion però Anno rimase insoddisfatto del risultato ottenuto, ritenuto da lui stesso inferiore a quello del primo episodio della serie originale di Gundam[19][20]. Yūichirō Oguro, curatore di alcuni contenuti extra delle edizioni domestiche giapponesi di Evangelion, ha notato delle somiglianze fra i personaggi di Kaworu Nagisa e Lalah Sune[21]. Nel sedicesimo episodio della serie, inoltre, è visibile una sequenza di Shinji in un mare di luce e di sua madre all'interno dell'Eva-01, simile a una sequenza di Gundam in cui Lalah e il protagonista maschile della serie, Amuro Ray, fluttuano in un mare di luce[22][23].

 
Per l'artista e scrittore Takashi Murakami Evangelion seguirebbe la scia di Gundam e altre opere precedenti, in cui le figure degli eroi si interrogano sempre di più sulle loro missioni di difesa della Terra

I critici d'animazione hanno rintracciato l'influenza di Gundam soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi e di Shinji in particolare, da loro paragonata a quella del tormentato e ribelle protagonista della prima serie del franchise di Tomino, Amuro[24][25]. Secondo lo scrittore Andrea Fontana in Evangelion si può ritrovare in maniera ancora più accentuata «l'edipicità» tipica delle opere di Tomino[26]. Per l'artista Takashi Murakami il dramma interiore vissuto da Shinji potrebbe essere visto come il punto d'arrivo dei prodotti favoriti dagli otaku usciti dopo il dopoguerra, fra le quali lo stesso Gundam, in cui le figure degli eroi si interrogano sempre di più sulle loro missioni di difesa della Terra[27]. Secondo Toshio Okada, ex presidente della Gainax e conoscente di Hideaki Anno, Evangelion e Gundam sarebbero però completamente differenti, perché in Evangelion «nessuno può salvare il mondo», complicando il genere e facendo sorgere nuovi interrogativi[28]. Nel personale di Evangelion ha collaborato inoltre Jun'ichi Satō, che aveva in precedenza già lavorato a Gundam e Mobile Suit Gundam 0080[29]. L'ingegnere Masaki Miyakawa ha paragonato inoltre una colonna sonora della serie, Angel Attack, al brano Kyūchi ni tatsu Gandamu (?, 窮地に立つガンダム, lett. "Gundam nei guai"), un pezzo della colonna sonora originale della prima serie di Gundam[30].

A differenza di Gundam, però, Evangelion conclude chiaramente la sua narrazione nel finale senza bisogno di seguiti[31] e concentra la sua attenzione più sui personaggi che sulla narrazione e l'esplorazione di un singolo universo fittizio lineare[32][33]. Mentre in Gundam inoltre Amuro Rey ha un nemico chiaramente definito e una struttura politica che incoraggia la sua crescita personale, in Evangelion tutto questo è assente. In un'intervista Anno collegò tale differenza a una questione generazionale; il regista infatti disse di non provare fiducia nella politica e nella società, concetti praticamente assenti nella propria generazione, dunque per lui risulta impossibile includere questi concetti come nelle opere di Tomino[34]. In un'altra intervista gli fu fatto notare come Evangelion sia considerato una fusione di Gundam, Ideon e altre opere. Il regista rispose che anche in questo caso vi è una questione generazionale, visto che la sua generazione non è originale; l'unico linguaggio comprensibile da tutta la sua generazione è quello proveniente dalla televisione, e «molti modelli narrativi in realtà possono essere ritrovati nella Bibbia»[35]. Anno prese spunto proprio dal franchise di Tomino nella sua decisione di produrre un rifacimento della serie dieci anni dopo The End of Evangelion, il Rebuild of Evangelion. Il suo intento con il Rebuild era quello di «Gundamizzare» Evangelion[36]. Lo scrittore Thomas Lamarre però ha notato come il Rebuild, a differenza dei vari prodotti dell'universo espanso di Gundam, non espande l'universo narrativo di Eva[37].

Hayao Miyazaki e lo studio Ghibli

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Hiroki Azuma ha paragonato il percorso artistico di Hideaki Anno a quello di Hayao Miyazaki e di Mamoru Oshii

Hideaki Anno collaborò con il regista Hayao Miyazaki[38], suo conoscente[39] e amico di lunga data[40], nella produzione del lungometraggio Nausicaä della Valle del vento[41][42], prodotto dallo studio Ghibli. Anno, specializzato nel design dei mecha e degli effetti speciali[43], si occupò in particolare di uno dei punti salienti della pellicola[44][45], la scena dell'attacco del Dio Guerriero[46][47], che nessun membro del personale prima di lui voleva animare[48]. Anno si è dichiarato in diverse interviste un appassionato di Miyazaki[2], da lui stesso descritto come un «genio»[49] e un «mentore»[50]. Il regista inoltre prima di Evangelion lavorò a Nadia - Il mistero della pietra azzurra, una serie basata su un'idea di Miyazaki[51] e Laputa - Castello nel cielo[52][53]. Fu proprio Miyazaki a consigliare ad Anno di prendersi una pausa dopo la fine della serie televisiva, dicendogli di «fuggire» e di non rimanere ingabbiato da Evangelion[47]. In un'occasione Anno dichiarò inoltre che la sua carriera registica non è altro che un tentativo di «aggrapparsi» alle cose che ha imparato da Miyazaki stesso e da Ichirō Itano, suo altro mentore[54][55].

Alla fine del lavoro sulla scena del Dio Guerriero Anno rimase insoddisfatto del risultato[56][57]. Secondo Andrew Osmond di Manga UK la sua insoddisfazione lascerebbe intendere molte cose su Anno e sulla sua ossessione «di inserire figure titaniche negli anime»[58]; nelle sue opere infatti compaiono spesso dei giganti simili al Dio Guerriero di Miyazaki[59]. Negli anni Anno chiese diverte volte a Miyazaki di poter realizzare un seguito di Nausicaä[60]. Lo scrittore Motoko Tanaka ha paragonato in particolar modo l'idea di fondo del Progetto per il perfezionamento dell'uomo all'opera di Miyazaki, in cui si viene a scoprire che in una cripta sono custodite delle uova contenenti degli esseri umani saggi e civili da usare per fare estinguere gli umani attuali, giudicati barbari, e far emergere una nuova progenie umana più saggia ed evoluta[61]. Nelle prime fasi progettuali di Evangelion inoltre gli Evangelion furono concepiti come delle armi che distrussero i propri creatori, degli esseri di una razza chiamata prima razza ancestrale, uno scenario simile a quello di Nadia e di Nausicaä[62].

 
La scrittrice Susan J. Napier ha collegato la visione apocalittica di Evangelion e Nausicaä ai tragici eventi della storia del Giappone del ventesimo secolo

Anno in un'altra intervista sostenne di essere stato influenzato molto dalla versione cartacea di Nausicaä della Valle del Vento, e in particolare dal settimo volume del fumetto[63]. Lui stesso dichiarò che a livello ideologico pervenne alle stesse conclusioni di Miyazaki, definendo Evangelion un ibrido fra Nausicaä e Devilman[64]. La ricercatrice americana Susan J. Napier ha notato come Evangelion e Nausicaä presentino entrambi delle ambientazioni distopiche e «profondamente apocalittiche»; Napier ha collegato quest'ansia verso il futuro agli eventi drammatici che hanno sconvolto il Giappone nel ventesimo secolo[65]. La scrittrice Virginie Nebbia inoltre ha tracciato una possibile influenza di Nausicaä sull'emblema della Seele visibile sulla maschera dell'angelo Lilith. Il blasone potrebbe essere ispirato alla maschera di Miralupa di Nausicaä[66]. La storia di Asuka e di sua madre ricorda inoltre quella della madre di Kushana di Nausicaä; come Kyōko, madre di Asuka, la madre di Kushana perde l'uso della ragione, al punto da diventare incapace di riconoscere Kushana stessa e di scambiare una bambola per la propria figlia[67].

 
Hideaki Anno ha lavorato, oltre a Nausicaä, anche a Una tomba per le lucciole di Isao Takahata

L'architetto e accademico Kaichiro Morikawa, studiando il character design di Rei Ayanami, che viene spesso presentata ferita e ricoperta di bende[68], ha notato come negli anime prima di Evangelion era raro vedere personaggi con dei difetti fisici evidenti[69]. Egli ha in particolare paragonato Misato Katsuragi di Evangelion, che ha una cicatrice sul busto come risultato del Second Impact, a Kushana, che ha un braccio monco con una protesi artificiale[70]. Morikawa ha sottolineato come, oltre allo scenario «post-Armageddon», Evangelion e Nausicaä presentano come motivo ricorrente dei personaggi feriti[71]. Anche in un'altra opera dello studio Ghibli a cui Anno ha collaborato come animatore, Una tomba per le lucciole di Isao Takahata, vengono rappresentati personaggi bendati e l'eczema della piccola Setsuko con grande realismo[72].

Secondo Hiroki Azuma, Anno e la seconda metà della serie, nella loro critica alla tendenza escapistica degli otaku, avrebbero dei punti in comune con la storia personale e intellettuale di Miyazaki e un altro regista di animazione giapponese, Mamoru Oshii[73]. Anche Miyazaki si distanziò dagli anime e dagli otaku dopo aver raggiunto il successo fra gli stessi otaku. Miyazaki infatti mutò direzione a cavallo fra la produzione di Lupin III - Il castello di Cagliostro, uscito nel 1979, e Il mio vicino Totoro, del 1986[73]. Le opere di Miyazaki, inoltre, hanno quasi tutte per protagonista una donna, e prima della produzione della serie Anno chiese di poter scrivere una storia con Kushana come personaggio principale[74], e nelle prime fasi progettuali di Evangelion suggerì di inserire una ragazza simile ad Asuka nel ruolo di protagonista[14]. Yoshiyuki Sadamoto si oppose all'idea e propose di inserire un protagonista maschile, poi diventato Shinji Ikari, per non ricalcare troppo le opere della Ghibli[75]. Anche lo stesso Sadamoto dichiarò di essere stato influenzato da Miyazaki e le sue opere[76]. Lo studio Ghibli lavorò allo stesso Evangelion, in particolare per quanto riguarda l'undicesimo episodio, Nell'oscurità immobile[77][78]. L'ingegnere Masaki Miyakawa in particolare ha paragonato il brano Rei I alla colonna sonora dei titoli di testa di Nausicaä[79]. Anche il character design dell'undicesima puntata risente dell'influsso di quello tipico delle produzioni della Ghibli[80][81].

Leiji Matsumoto

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Leiji Matsumoto, autore di Galaxy Express 999 e La corazzata Yamato

La gioventù di Hideaki Anno è stata profondamente segnata dalle opere di Leiji Matsumoto, e in particolare dall'esordio televisivo della serie La corazzata Yamato. In diverse interviste Anno ha raccontato di conoscere praticamente tutti i dialoghi dell'anime di Matsumoto a memoria, e di essere stato colpito in particolar modo dalle musiche della serie. Il regista cerca di colpire e di indurre lo spettatore di Evangelion a riflettere, come Yamato ha fatto a sua tempo con lui[82]. Anche Yoshiyuki Sadamoto ha dichiarato di essere stato influenzato a suo modo da Matsumoto. La critica ha individuato diversi riferimenti all'opera di Matsumoto in Evangelion. L'uniforme di Gendō, per esempio, costituisce un omaggio a Yamato. Anche le opere precedenti di Anno, come Nadia, contengono citazioni a Yamato e altre serie d'animazione precedenti; tale tendenza ha attirato verso il regista l'accusa di plagio e poca originalità[83].

Masaki Miyakawa e diversi appassionati hanno inoltre notato delle somiglianze fra l'opera di Shirō Sagisu, compositore della colonna sonora di Evangelion, e le musiche di Yamato[84], con le quali condivide la strumentazione di archi, fiati, sezione ritmica e percussioni; Eva-01 in particolare evoca il brano The Birth e il tema della corazzata Andromeda, Background Music II ha un suono simile a The Original Space Battleship Yamato, mentre Background Music III potrebbe essere ispirata a Hero's Hill, udibile nella pellicola Addio Yamato[85].

Secondo Susan J. Napier la narrazione di base di Evangelion, con al centro un ristretto gruppo di persone che cercano di salvare l'intero genere umano ricorrendo alla tecnologia, riecheggerebbe infatti quella di Yamato[86]; per Napier però l'opera di Anno sfrutterebbe questo schema per decostruire il genere mecha, in particolare nella seconda metà della serie[87], mettendo in discussione le tipiche motivazioni eroistiche dei personaggi delle opere precedenti, inclusa la stessa serie di Yamato[88]. Secondo la ricercatrice infatti Evangelion userebbe uno scenario narrativo convenzionale con dei giovani coraggiosi che difendono la Terra contro degli attacchi alieni per creare «un avvincente psicodramma di una società in crisi»[89]. A differenza di Yamato, però, il concetto di tradizione è visto sotto una luce negativa, come esemplificato da Gendo, distante e freddo padre del protagonista Shinji, mentre la figura materna è problematica, spesso incapace di assolvere ai suoi compiti di genitrice, come nel caso della madre di Asuka o di Rei Ayanami[90]. Anche se il tema dei genitori assenti era in qualche modo presente nello stesso Yamato, in quest'ultima serie era presente una «pseudo ide», cioè una sorta di legame familiare che non si basa sul mero legame di sangue, ma su legami di lavoro ed emotivi. In Evangelion, invece, la tecnologia è vista come una minaccia verso la famiglia, e la Nerv è rappresentata come «un luogo di dispearata alienazione»[91].

Macross

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Iczer One

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Precedenti opere dello studio Gainax

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Televisione

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Ultraman

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Letteratura e teatro

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Secondo Kaichiro Morikawa il design di Rei Ayanami, dai capelli blu, pelle pallida e occhi rossi, simile a un albino, somiglia a quello di Amaterasu di The Five Star Stories di Mamoru Nagano[92].

Go Nagai

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Religione

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Filosofia

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Psicologia

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Sigmund Freud e la psicoanalisi

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Carl Gustav Jung

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Contesto culturale giapponese

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Secondo Morio Watanabe invece Evangelion, nel rappresentare dei quattordicenni che combattono contro dei nemici sconosciuti, sarebbe un riflesso della particolare situazione giapponese. I ragazzi appena entrati nell'adolescenza tipici delle opere di fantasia nipponiche sarebbero un riflesso dell'immagine nazionale che il Giappone ha di sé stesso; sia Evangelion e sia Nausicaä, comunque, sembrano tentare di presentare un modello alternativo che vada oltre «lo sterile tentativo di diventare soggetto della storia», con protagonisti che non sono né un mero oggetto né un soggetto, ma quello che nell'epistemologia occidentale è definito «abiezione»[93].

Anni Novanta

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Aum Shinrikyō

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Esperienza personale

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Conflitto generazionale

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Depressione e disturbi mentali

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Bibliografia

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