Bruno di Montegnacco

aviatore italiano

Bruno di Montegnacco (Tricesimo, 30 luglio 1910Ronchi dei Legionari, 13 aprile 1938) è stato un aviatore italiano. Asso dell'aviazione dell'Aviazione Legionaria durante la guerra civile spagnola, conseguì 14 vittorie aeree accertate e una non confermata, più un velivolo distrutto al suolo[2]

Bruno di Montegnacco
Soprannome"Antonio Romualdi"
NascitaTricesimo, 30 luglio 1910
MorteRonchi dei Legionari, 13 aprile 1938
Cause della morteincidente aereo
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
CorpoAviazione Legionaria
SpecialitàCaccia
Reparto26ª Squadriglia
XVI Gruppo Caccia
GradoSottotenente
GuerreGuerra civile spagnola
Decorazionivedi qui
dati tratti da Fiat CR.32 Aces of the Spanish Civil War[1]
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Biografia modifica

Nacque a Tricesimo (provincia di Udine) il 30 luglio 1910,[3] da una famiglia di nobili origini.[1] Arruolatosi volontario nella Regia Aeronautica come sottufficiale, ottiene la qualifica di pilota militare dimostrando grande attitudine al volo ed eccellendo nel suo corso.[1] Per questo fu assegnato al 1º Stormo Caccia Terrestre[N 1] basato sull'aeroporto di Campoformido,[1] considerato un reparto di élite dell'aeronautica militare italiana e primo a ricevere i nuovi caccia Fiat C.R.32.[1] Nel luglio 1936[4] scoppiò la guerra civile spagnola ed il governo italiano decise di appoggiare i nazionalisti, inviando in terra iberica aiuti militari di tutti i generi. Dietro sua domanda partì per la Spagna nell'agosto successivo con il nome di copertura di "Antonio Romualdi",[1] imbarcandosi sul piroscafo Aniene[N 2] scortato dai cacciatorpediniere Luca Tarigo, Antonio da Noli, e dagli incrociatori leggeri Giovanni dalle Bande Nere e Muzio Attendolo della Regia Marina, insieme ai primi dodici caccia C.R.32[N 3] e relativi supporti tecnici.[5] Sbarcato a Vigo,[6] in Galizia, il 27 agosto insieme ad altri piloti sotto falsa identità, tra i quali il tenente Dante Olivero[N 4] il sottotenente Adriano Mantelli[6] ("Arrighi") e i sergenti Gianlino Baschirotto[6] ("Edoardo Giri") e Raffaele Chianese.[5] Con il treno uomini e velivoli raggiunsero Siviglia, dove gli aerei furono riassemblati andando a costituire la 2ª Escuadrilla de Caza del Tercio,[5] iniziando ad operare dal campo d'aviazione di Tablada il 30 dello stesso mese.[5] Colse la sua prima vittoria aerea il 22 settembre abbattendo un caccia repubblicano Loire 46C1[N 5] sopra Maqueda,[7] e la seconda il 25 dello stesso mese abbattendo un altro Loire 46C1[N 6] su Villamiel de Toledo.[7] Il 21 ottobre abbatte uno dei due Blériot-SPAD S.510C1 dell'aviazione repubblicana, armato di cannoncino Hispano-Suiza da 20 mm.[8] L'11 novembre la 2ª Escuadrilla de Caza del Tercio fu ridenominata 2ª Squadriglia entrando a far parte del Gruppo Caccia di Torrijos,[9] che il 28 dicembre passò alle dipendenze della neocostituita Aviazione Legionaria[10] Nel febbraio 1937 la sua squadriglia entrò a far parte del I Gruppo,[11] e in quello stesso mese conseguì altre tre vittorie. Nel mese di aprile l'Aviazione Legionaria venne riorganizzata, ed egli entrò a far parte della 26ª Squadriglia del XVI Gruppo Caccia.[12]

Rimase in Spagna fino all'agosto 1937[N 7] conseguendo complessivamente 14 vittorie[N 8] oltre a un aereo distrutto al suolo e venendo decorato con una Medaglia d'argento al valor militare, con la Medaglia di benemerenza per i volontari della campagna di Spagna, una onorificenza del governo spagnolo e la promozione a sergente maggiore[13] per meriti di guerra.

Rientrato in Italia riprese servizio presso il 1º Stormo C.T., entrando a far parte della Pattuglia Acrobatica composta da sette elementi. In vista della visita del cancelliere tedesco Adolf Hitler in Italia, prevista per il mese di maggio 1938, il tenente colonnello Rino Corso Fougier costituì un “Super Pattuglione”, composto da 28 elementi,[N 9] che avrebbe dovuto esibirsi a Furbara durante una apposita manifestazione aerea. Il 13 aprile[2] partecipò come primo gregario di sinistra a una esercitazione aerea sul cielo di Ronchi dei Legionari[3] che vide coinvolti 28 velivoli Fiat C.R.32. Mentre la compatta formazione aerea stava eseguendo un looping il suo velivolo entrò in collisione con quello del capitano Brambilla, ed entrambi gli aerei, incastrati, precipitarono al suolo. Mentre Brambilla riuscì a lanciarsi aprendo il paracadute a pochi metri dal suolo, egli rimase incastrato nell'abitacolo dell'aereo che toccò terra incendiandosi, non lasciandogli alcun scampo. Aveva ricevuto la promozione a sottotenente[3] qualche ora prima dell'incidente, e in sua memoria fu decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor aeronautico.[3] La sezione di Udine dell'Associazione Arma Aeronautica porta il suo nome.

Onorificenze modifica

«Pilota audacissimo e ardimentoso, fece parte più volte di formazioni acrobatiche che in Italia ed all'estero suscitarono entusiasmo ed ammirazione per l'Aviazione Italiana. Già encomiato per la perizia e l'alto senso del dovere, manifestato in circostanze difficili in tempo di pace, si rese meritevole di altissime ricompense in guerra, da lui volontariamente intrapresa per l'affermazione di alti ideali. Gregario di una squadriglia acrobatica, venuto a collisione con un compagno di volo durante un difficile esercizio collettivo, pur avendo la possibilità di salvarsi col paracadute, sacrificava la sua giovane vita nell'estremo tentativo di salvare l'apparecchio, governandolo fino all'ultimo, anche allo scopo di evitare il pericolo di collisione con camerati della squadriglia. Chiudeva così la sua generosa esistenza offrendo la vita in un estremo tentativo che sintetizzava l'ardire e la perizia. Cielo di Ronchi dei Legionari, 13 aprile 1938
— Regio Decreto 20 marzo 1939.[14]
«Volontario in una missione di guerra combattuta per un supremo ideale, affrontava ardimentosamente le più ardue prove, dando costante esempio di sereno sprezzo del pericolo e di alto valore. Cielo di Spagna, 12 aprile 1937

Note modifica

Annotazioni modifica

  1. ^ Presso questo reparto volò anche sui caccia Fiat C.R.20 Asso.
  2. ^ In realtà si trattava del piroscafo spagnolo Ebro appositamente arrivato da Melilla.
  3. ^ Di questi tre vennero sbarcati a Palma di Maiorca e i restanti 9 a Vigo, in Galizia.
  4. ^ Comandante della squadriglia, proveniente dal 6º Stormo Caccia Terrestre.
  5. ^ Si trattava di un velivolo della Escuadra Internacional ai cui comandi vi era il pilota britannico Edward Downes Martin, rimasto ucciso nell'azione.
  6. ^ Si trattava di un aereo della Escuadra España al comando del pilota francese Hantz, rimasto ucciso nel corso del combattimento. Hnatz era un alsaziano che aveva servito nella Luftstreitkräfte durante la prima guerra mondiale.
  7. ^ Conseguì le ultime due vittorie il 18 luglio abbattendo due caccia I-16 su El Valdemorillo.
  8. ^ Si trattava di due Loire 46C1, uno SPAD S.510C1, un Potez 540, cinque Polikarpov I-15, cinque Polikarpov I-16 e uno di tipo sconosciuto.
  9. ^ Tratti anche dal 3º, 4º e 6º Stormo Caccia Terrestre.

Fonti modifica

  1. ^ a b c d e f Logoluso 2010, p. 15.
  2. ^ a b Logoluso 2010, p. 89.
  3. ^ a b c d Trotta 1978, p. 95.
  4. ^ Logoluso 2010, p. 6.
  5. ^ a b c d Logoluso 2010, p. 11.
  6. ^ a b c Bonomi 1941, p. 100.
  7. ^ a b Logoluso 2010, p. 17.
  8. ^ Logoluso 2010, p. 18.
  9. ^ Logoluso 2010, p. 39 10.
  10. ^ Logoluso 2010, p. 32.
  11. ^ Logoluso 2010, p. 33.
  12. ^ Logoluso 2010, p. 40.
  13. ^ Logoluso 2010, p. 90.
  14. ^ Bollettino Ufficiale 1939, disp.21, pag.658.

Bibliografia modifica

  • Ruggero Bonomi, Viva la Muerte. Diario dell'"Aviacion del El Tercio", Roma, Ufficio Editoriale Aeronautico, 1941.
  • I reparti dell'Aeronautica Militare, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica, 1977.
  • (EN) Alfredo Logoluso, Fiat CR.32 Aces of the Spanish Civil War, Oxford, Osprey Publishing, 2010, ISBN 978-1-84603-983-6.
  • Annunziato Trotta, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Aeronautico, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1978.