Eriocheir sinensis

specie di granchio

Eriocheir sinensis, noto anche come granchio cinese o granchio peloso di Shanghai, è una specie di granchio fossorio della famiglia Varunidae.

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Eriocheir sinensis
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Phylum Arthropoda
Subphylum Crustacea
Classe Malacostraca
Sottoclasse Eumalacostraca
Superordine Eucarida
Ordine Decapoda
Sottordine Pleocyemata
Infraordine Brachyura
Superfamiglia Grapsoidea
Famiglia Varunidae
Genere Eriocheir
Specie Eriocheir sinensis
Nomenclatura binomiale
Eriocheir sinensis
H. Milne-Edwards, 1853
Nomi comuni

granchio cinese
granchio peloso di Shanghai

Superfamiglie
Granchio maschio cinese (guanto) Eriocheir sinensis. Il piastrone ventrale è a forma di V e a forma di U nella femmina. Esemplare fotografato allo Zoo di Colonia (Köln) in Germania.
Granchio cinese (maschio)
Esemplare giovanile di E. sinensis.

È una delle rare specie di granchi che si è adattata sia all'acqua dolce che all'acqua di mare[1][2], ma ciò avviene solo allo stadio adulto: può riprodursi solo in ambiente marino o fortemente salmastro. È catadromo, come l'anguilla.

Durante la migrazione, i granchi cinesi possono aggirare gli ostacoli quando escono dall'acqua, ma tendono a minimizzare il tempo trascorso all'aria aperta, dove sono vulnerabili alla predazione. È spesso in questa occasione che ne viene segnalata la presenza sulle coste.

È stato introdotto al di fuori del suo areale naturale: ha quindi una fase di espansione in Europa a metà del XX secolo, nella quale si spinge almeno fino al Portogallo[3], da allora, sembra essere fortemente regredito[4].

Descrizione modifica

Una caratteristica che lo identifica è che parte delle sue chele sono ricoperte da una specie di "pelliccia" (meno appariscente nelle femmine e negli esemplari giovani). Il carapace è lungo fino a 9x8 centimetri[5], senza differenze di dimensione tra i sessi. La sua larghezza totale (comprese le zampe) può raggiungere i 30 cm. Le pinze anteriori, che sono più robuste nei maschi, hanno quattro grandi punte arrotondate che gli consentono di afferrare o sminuzzare le prede o il cibo. Le quattro paia di zampe sono lunghe e appiattite, foderate di pelo.

L'adulto pesa dai 70 ai 200 grammi (anche eccezionalmente 400g).

Il carapace è di colore variabile, generalmente brunastro, bordato di verde o marrone con una marezzatura scura e olivastra.

Dimorfismo sessuale modifica

I maschi hanno un addome a forma di V, mentre le femmine hanno un addome a forma di U[6].

Durata di vita modifica

La durata di vita dei granchi cinesi sembra molto variabile (da 1-2 anni a 3-5 anni, a seconda delle regioni studiate). I fattori coinvolti sarebbero la temperatura e la qualità dell'acqua, la salinità e forse altri fattori che potrebbero essere ancora scarsamente identificati.

Distribuzione modifica

Il suo areale naturale è costituito dai fiumi costieri temperati e dalle coste dell'Asia orientale, dalla penisola coreana a nord alla provincia cinese del Fujian a sud, lungo il Mar Giallo passando per il Giappone. Ma è stato introdotto anche in altre parti del mondo sulle coste e in alcuni fiumi dell'Europa settentrionale e orientale e degli Stati Uniti, dove può diventare (almeno localmente) invasivo[7][8].

Secondo il naturalista Paul Vivier, non fu tanto via mare quanto attraverso fiumi e canali che l'E. sinensis molto rapidamente colonizzò nuovi habitat terrestri in Europa, dove la sua prima identificazione risale al 26 settembre 1912 nell'Aller, un affluente del Weser. Già durante la prima guerra mondiale si incontrava regolarmente nel basso corso dell'Elba. A partire dai bacini di questi due fiumi (Elba e Weser), si sarebbe diffuso nel resto del continente, passando nell'Ems, e nel 1932 nell'Oder più a est e nel Reno a ovest. Viene poi ritrovato in tutti i fiumi costieri della Germania settentrionale fino a Königsberg e in tutti i canali dei Paesi Bassi, oltre che in Belgio, da dove raggiunge negli anni 1930-36 la costa francese del Mare del Nord[9].

Biologia modifica

Come il gambero di fiume, è una specie dalle abitudini piuttosto troglodite, ma che può nascondersi anche nelle piante acquatiche o nelle sabbie e la ghiaia[10]. Scava gallerie nelle sponde limose, profonde fino a 80 cm, che terminano in una "camera"[11].

I granchi cinesi trascorrono gran parte della loro esistenza in acqua dolce, ma devono tornare in mare per riprodursi, non esitando a percorrere fino a 2500 km per la loro migrazione.

Al momento della maturità sessuale, che raggiunge dopo 2-3 anni[5][6], maschi e femmine combattono e poi si accoppiano. I maschi riconoscono le femmine mature grazie ai feromoni che non vengono più emessi una volta assicurata la fecondazione[12].

Dopo l'accoppiamento, le femmine che hanno ovulato, migrano in acqua salata dove verranno fecondate e dove deporranno le uova dopo almeno 24 ore. Al momento della deposizione, agglomerano le uova fecondate e producono una sostanza collosa che permette alle uova di aderire ad una parte fibrosa dell'addome della femmina, che si prenderà così cura di loro durante l'inverno, spostandosi in acque profonde[6][13]. L'uovo è dapprima blu-viola e poi scolorisce quando l'embrione sostituisce il tuorlo[9]. Una femmina può trasportare da 250 000 a 900 000 uova. La gestazione dura circa quattro mesi. Dopo la schiusa, la femmina conserva a lungo frammenti di involucri di uova saldamente attaccati ai peli dei pleopodi. Sebbene alcune femmine si riproducono senza morire[9], la maggior parte di esse (e anche dei maschi) muoiono rapidamente dopo la riproduzione o non ritornano mai più in acqua dolce[10].

Le uova si schiudono e rilasciano una zoea, che non ha alcuna somiglianza con un granchio adulto: ha una lunga spina dorsale, una spina rostrale e 2 spine laterali. Ai lati della zoea si sviluppano piccole appendici, che si ritiene svolgano un ruolo nell'alimentazione. In questa fase, la larva trascorre da 1 a 3 mesi in acqua salmastra, quindi raggiunge istintivamente zone meno salate.

Dopo cinque mute, le zoee raggiungono lo stadio megalopico, e dopo una nuova muta si trasformano in un giovane granchio di 3 mm circa (che anatomicamente corrisponde ad un adulto in miniatura).

Dopo diverse altre mute, quest'ultimo sarà in grado di resistere all'acqua dolce; migrerà a monte dei fiumi in primavera (aprile/maggio) e crescerà in acqua dolce per una durata fino a due anni. Le megalopa possono probabilmente coprire grandi distanze in mare e nelle foci dei fiumi, sfruttando il flusso e riflusso delle maree, rimanendo fissate al fondo durante il riflusso e poi utilizzando il flusso per risalire verso le sorgenti[9].

Rischi sanitari ed epidemiologici modifica

È una specie che tollera relativamente bene l'acqua inquinata, e che può quindi concentrare alcuni inquinanti nei propri tessuti. Può essere anche portatrice di una parassitosi, la zoonosi dovuta al Paragonimus westermani (o Paragonimus ringeri) un verme piatto che abitualmente parassita i cani, maiali e felini e che procura al'uomo una distomatosi polmonare caratteristica dell'Estremo Oriente[14].

Invasività modifica

È una specie localmente molto invasiva (soprattutto negli estuari) che si è diffusa in Nord America ed Europa, viaggiando nelle zavorre delle navi. Dal 2000 è considerata una fra le cento peggiori specie alloctone invasive al mondo[15].

Nord America modifica

Il granchio cinese è stato incontrato per la prima volta nella baia di San Francisco nel 1992, poi si è diffuso rapidamente nei fiumi Sacramento e San Joaquin[14]. Dagli anni 1990 è presente anche nelle Hawaii[10].

Europa modifica

I primi esemplari furono individuati nel 1912 nel corso dell'Aller, per poi invadere gradualmente i corsi dell'Elba, del Weser, dell'Ems e del Reno. Nel XXI secolo la specie ha risalito il corso dei fiumi fino a Basilea o Praga. Desta preoccupazioni a partire dagli anni 1950, quando la sua distribuzione è oggetto di una prima mappatura[16], per i rischi di concorrenza con altre specie locali (gamberi bianchi in particolare) e per la sua attività di scavo che contribuisce a danneggiare le rive o addirittura intasare alcuni sistemi di drenaggio. Dal 2016 questa specie è stata inclusa nell'elenco delle specie alloctone invasive di interesse per l'Unione Europea[17]. Ciò implica che questa specie non può essere intenzionalmente importata, allevata, trasportata, commercializzata o rilasciata in natura in nessuna parte dell'Unione Europea[18].

In Francia e Belgio, non è stato dimostrato essere così invasivo come inizialmente temuto.
Consumando principalmente uova di salmone, trota e storione, è stato tuttavia rapidamente considerato indesiderabile da pescatori e piscicoltori[19].

È stato segnalato in Belgio negli anni 1930[20][21] e 1940[22] e nella Francia settentrionale dagli anni 1930. Ha sollevato timori di un'invasione della rete idrografica francese[23], che non si è mai verificata a causa della sua eccessiva dipendenza dagli estuari, peraltro molto inquinati nella seconda metà del XX secolo. Si trovava tuttavia nei fiumi francesi occidentali, come la Senna, la Loira e la Garonna[16], e molto più sovente nel sud in zone a priori a lui favorevoli. Non ha però potuto insediarsi nelle lagune costiere della Linguadoca, ad esempio, dove dopo una decina d'anni sembrava faticare a guadagnare terreno[24], tanto che nel 1959, H. Hoestlandt stimava che questa specie fosse artico-boreale:

«il est peu probable qu'elle puisse se reproduire dans les eaux marines plus chaudes de l'Atlantique (à partir de la région de Porto) ou de la Méditerranée[16]»

Predatori modifica

In Europa, secondo Paul Vivier, l'E. sinensis è predato in primis dagli uccelli (airone cenerino, cicogna, Laridae), oltre a mammiferi, tra cui il ratto norvegese che strappa via zampe e chele ai granchi pere svuotare il guscio, aprendolo. Nell'ambiente acquatico sono stati rinvenuti resti di granchi in anguille, rane pescatrici, merluzzi, trote, persici e lucci[9].

Usi culinari modifica

 
Granchi al vapore

Questo granchio è considerato una prelibatezza[25], il cui sapore è stato elogiato da poeti come Li Bai. È considerato dalla medicina cinese un alimento freddo.

È tradizionalmente utilizzato nella cucina di Shanghai e cantonese. La carne dei granchi pelosi è tenera e ricca di sostanze nutritive come proteine, grassi, carboidrati e vitamina A[26]. Le tre parti commestibili dei granchi pelosi sono i muscoli, il fegato e le gonadi, che rappresentavano il 36,72% del peso corporeo, mentre non sono commestibili il guscio, le branchie, lo stomaco e il cuore, che rappresentavano il 53,26% del peso corporeo. A causa della grande proporzione del peso del guscio e del peso corporeo dei granchi maschi, la parte commestibile delle femmine di granchio è dal 5 al 6% superiore a quella dei granchi maschi. La quantità di grasso nei granchi femmine è significativamente più alto che nei maschi. Il contenuto di oligoelementi e amminoacidi nei granchi maschi è, di contro, significativamente superiore a quello dei granchi femmine[27].

Poiché la sovrapesca ha portato a una significativa diminuzione della popolazione nativa dello Yangtze. Gradualmente è stata istituita un'industria di acquacoltura, soprattutto intorno al lago Yangcheng, per soddisfare la domanda e i prezzi elevati[28]. Sebbene i piatti a base di granchio cinese siano disponibili tutto l'anno, le femmine vengono tradizionalmente mangiate in Cina durante il nono mese lunare, i maschi durante il decimo.

I granchi pelosi del lago Yangcheng sono riconosciuti come i più prelibati e noti. Godono della protezione dei "prodotti a indicazione geografica cinese per la protezione di prodotti di alta qualità" da parte del governo cinese[29], e anche il lago Yangcheng è diventato sinonimo di granchi pelosi. Sebbene le specie di granchi pelosi siano le stesse ovunque, quelli del lago Yangcheng differiscono nell'aspetto, nel gusto e persino nel prezzo di vendita a causa delle diverse aree d'acqua e dei metodi di riproduzione[30].

Note modifica

  1. ^ Bricteux-Gregoire, S., Duchåteau-Bosson, G., Jeuniaux, C., & Florkin, M. (1962) Constituants osmotiquement actifs des muscles du crabe chinois Eriocheir sinensis, adapté à l'eau douce ou à l'eau de mer. Archives Of Physiology And Biochemistry, 70(2), 273-286.
  2. ^ Jeuniaux, C., & Florkin, M. (1961). Modification de l’excretion azotée du crabe chinois au cours de l’adaptation osmotique. Archives internationales de physiologie et de biochimie, 69(3), 385.
  3. ^ Cabral HN & Costa MJ (1999) On the occurrence of the Chinese mitten crab Eriocheir sinensis in Portugal (Decapoda, Brachyura). Crustaceana, 72(1), 55-58.
  4. ^ Vigneux, E. (1997). Les introductions de crustacés décapodes d'eau douce en France. Peut-on parler de gestion ?. Bulletin français de la pêche et de la pisciculture, (344-345), 357-370 (résumé)
  5. ^ a b (FR) P. Noël e Breton, G., Eriocheir sinensis H. Milne Edwards, 1853 - Crabe chinois (Le), Crabe chinois à mitaines (Le), Crabe poilu de Shangai (Le), su Inventaire National du Patrimoine Naturel. URL consultato il 7 gennaio 2022.
  6. ^ a b c (EN) Chinese Mitten Crab Life History, su delta.dfg.ca.gov, Dept. of fish and game. URL consultato il 7 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2009).
  7. ^ 2003. "Eriocheir Sinensis (Milne Edwards, 1853)" (ligne)
  8. ^ Gollasch S (2006) "Eriocheir Sinensis (Crustacean)" (En ligne Archiviato il 13 marzo 2016 in Internet Archive.)
  9. ^ a b c d e Vivier P (1938) Un nouvel hôte indésirable de nos eaux douces: le crabe chinois (Eriocheir sinensis H.-M. Edw.). Bulletin Français de Pisciculture, (115), 65-80.
  10. ^ a b c (EN) Andrew N. Cohen e James T. Carlton, Transoceanic Transport Mechanisms: Introduction of the Chinese Mitten Crab, Eriocheir sinensis, to California, in Pacific Science, 1997-01. URL consultato il 7 gennaio 2022.
  11. ^ (FR) Hoestland H., Nouvelles recherches sur l'installation du crabe chinois en France depuis 1940 (PDF), in Bulletin Français de Pisciculture, vol. 126, 1942, p. 20.
  12. ^ Herborg, L., M. Bentley, A. Clare e K. Last, Mating Behaviour and Chemical Communication in the Invasive Chinese Mitten Crab Eriocheir sinensis (PDF), in Journal of Experimental Marine Biology and Ecology, vol. 329, 2006, pp. 1-10.
  13. ^ Rainbow, P., R. Roni e P. Clark., Alien invaders: Chinese mitten crabs in the Thames and spreading, in Biologist, vol. 50, n. 5, 2003, pp. 227-230.
  14. ^ a b Eriocheir sinensis (Chinese mitten crab), su wdfw.wa.gov, Washington Department of Fish and Wildlife. URL consultato il 7 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2016).
  15. ^ (EN) Lowe S., Browne M., Boudjelas S., De Poorter M., 100 of the World’s Worst Invasive Alien Species - A selection from the Global Invasive Species Database (PDF), su issg.org, The Invasive Species Specialist Group (ISSG), a specialist group of the Species Survival Commission (SSC) of the World Conservation Union (IUCN), dicembre 2000 (aggiornato novembre 2004). URL consultato il 21 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2018).
  16. ^ a b c (FR) Répartition actuelle du crabe chinois (Eriocheir sinensis H. Milne Edwards) en France (PDF) (abstract), in Bulletin français de pisciculture, vol. 194, 1959, pp. 5-14.
  17. ^ List of Invasive Alien Species of Union concern - Environment - European Commission, su ec.europa.eu.
  18. ^ RÈGLEMENT (UE) No 1143/2014 du parlement européen et du conseil du 22 octobre 2014 relatif à la prévention et à la gestion de l'introduction et de la propagation des espèces exotiques envahissantes, su eur-lex.europa.eu.
  19. ^ (FR) Vivier P., Un nouvel hôte indésirable de nos eaux douces : le crabe chinois (Eriocheir sinensis H.-M. Edw.), in Bull. Fr. Piscic., vol. 115, 1938, pp. 65-80.
  20. ^ Leloup, E., Contributions à l’étude de la faune belge. VII. La propagation du crabe chinois en Belgique pendant l’année 1936, in Bull. Mus. Hist. Natur. Belg., vol. 13, 1937, pp. 1-7.
  21. ^ (FR) Lestage, J. A., Nouvelles recherches sur l'extension du Crabe chinois (Eriocheir sinensis) en Belgique, in Annales de la Société royale zoologique Belgique, vol. 68, 1937, pp. 199-202.
  22. ^ Leloup, E., Contributions à l’étude de la faune belge. xIII. La propagation du crabe chinois en Belgique pendant des années 1939-42, in Bull. Mus. Roy. Hist. nat. Belgique, vol. 19, 1943, pp. 1-4.
  23. ^ (FR) André, M., L'envahissement du reseau hydrographique français par le crabe chinois (Eriocheir sinensis HM Edw.), in Revue scientifique, Revue rose, vol. 3264, 1947, pp. 33-38.
  24. ^ (FR) Petit, G. e Mizoule, R., En douze ans le crabe Chinois n’a pu réussir son implantation dans les lagunes du Languedoc, in Vie Milieu, vol. 23, 1C, 1974, pp. 181-186.
  25. ^ (ZH) 李伟中, 阳澄湖大闸蟹的经济与文化价值探析, 《扬州大学烹饪学报》杂志, 2006 年 3 期, pp. 6-10.
  26. ^ (ZH) 赵明森, 《特种水产品养殖新技》, 南京, 江苏科学出版社, 1997, p. 127.
  27. ^ (ZH) 李思发, 等, 阳澄湖中华绒螯蟹品质分析, 《中国水产科学》杂志, marzo 2000.
  28. ^ (EN) Paul F. Clark, The Commercial Exploitation of the Chinese Mitten Crab Eriocheir sinensis in the River Thames, London: Damned if We Don’t and Damned if We Do, Springer Netherlands, 2011, pp. 537–580, DOI:10.1007/978-94-007-0591-3_19. URL consultato il 7 gennaio 2022.
  29. ^ (ZH) 中华人民共和国国务院法制办, 苏州市阳澄湖大闸蟹地理标志产品保护办法, su chinalaw.gov.cn, 18 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 5 settembre 2013).
  30. ^ 金可, 北京市场各地大闸蟹大比拼, su news.xinhuanet.com, 新华网 - 北京娱乐信报, 21 settembre 2007 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2014).

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