Giacomo Metellini

generale italiano

Giacomo Metellini (Trieste, 2 luglio 1912Vittorio Veneto, 24 giugno 2012) è stato un generale e aviatore italiano, che partecipò alla guerra civile spagnola e alla seconda guerra mondiale, venendo decorato numerose volte per il valore dimostrato in combattimento. Dopo la fine della guerra militò nelle file dell'Aeronautica Militare Italiana dove fu comandante del 20º Gruppo e poi del Reparto Volo della 51ª Aerobrigata..

Giacomo Metellini
NascitaTrieste, 2 luglio 1912
MorteVittorio Veneto, 24 giugno 2012
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
Aeronautica Militare
Specialitàcaccia
Reparto102ª Squadriglia
Anni di servizio1929-1967
GradoGenerale di brigata aerea
GuerreGuerra civile spagnola
Seconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia di mezzo giugno
Battaglia di mezzo agosto
Comandante di152ª Squadriglia, 2º Gruppo Autonomo Intercettori, Brigata Intercettori "Leone"
20º Gruppo
Decorazioniqui
Studi militariRegia Accademia Aeronautica di Caserta
Pubblicazioniqui
dati tratti da Giacomo Metellini[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Biografia modifica

Nacque a Trieste il 2 luglio 1912,[1] figlio di Carlo Metliclovetz[N 1] e di Anna De Simon.[N 2] La sua famiglia assunse la cittadinanza italiana con la fine della prima guerra mondiale, e l'annessione di Trieste al Regno d'Italia. Nel 1929 entrò nella Regia Aeronautica a Firenze come Allievo sergente pilota. Nel 1930 conseguì il brevetto di sergente pilota sull'aeroporto di Aviano. Studiò duramente per prepararsi all'ingresso alla Regia Accademia Aeronautica di Caserta da cui uscì sottotenente nel 1938.[1] Assegnato alla specialità caccia prese parte alla guerra civile spagnola[2] assegnato alla 102ª Squadriglia del X Grupo de Caza dell'Aviazione delle Baleari, di stanza all'aeroporto di Palma di Maiorca, nel marzo 1939, poco prima della fine delle ostilità.[3]

L'entrata in guerra del Regno d'Italia, il 10 giugno 1940, lo vide nelle file del 2º Gruppo del 6º Stormo Caccia Terrestre, equipaggiato con i Fiat C.R.32 sulle basi di Brindisi e Taranto-Grottaglie. Combatté in Africa settentrionale e su Malta, volando a bordo di numerosi tipi di velivoli tra cui: Fiat G.50 Saetta, Fiat C.R.42 Falco, Reggiane Re.2001. Nel gennaio 1941, con il grado di tenente, era in servizio nella 152ª Squadriglia equipaggiata con i Fiat G.50 Saetta.

Nel 1942 partecipò alla battaglia di mezzo giugno[4] ed alla battaglia aeronavale di mezzo agosto nel Mediterraneo centrale, lanciata dalle forze italo-tedesche nel tentativo di fermare un convoglio alleato che doveva portare vitali rifornimenti all'isola di Malta. Per il coraggio dimostrato in combattimento venne insignito della medaglia d'argento al valor militare[5] sul campo.[4] Il 1º gennaio 1943 il 2º Gruppo C.T. fu posto in posizione quadro per essere ricostituito nella primavera come 2º Gruppo Autonomo Intercettori, assegnato al Comando Caccia Intercettori "Leone". Durante la primavera-estate del 1943 comandò, come capitano, la 152ª Squadriglia dotata di caccia Fiat C.R.42CN e Reggiane Re.2001CN di stanza sull'aeroporto di Luni-Sarzana.

Nel corso di quell'anno sposò la signorina Corinna Geromel,[2][N 3] e richiamato in servizio dalla Repubblica Sociale Italiana, scelse di espatriare in Svizzera dove venne internato. Nel maggio 1945, dopo la fine della guerra, rientrò in Italia. Nel 1949[N 4] rientrò nei ranghi dell'Aeronautica Militare Italiana, dove prestò servizio nel 51º Stormo (poi 51ª Aerobrigata) diventando prima comandante del 22º Gruppo e poi del Reparto Volo (51º Stormo, 20º e 22º Gruppo). In questo reparto ebbe modo di pilotare alcuni tipi di velivoli a reazione tra cui Republic F-84G Thunderjet, Republic F-84F Thunderstreak e North American F-86K Sabre.[6] Con il grado di colonnello fu comandante della base di Rivolto, che divenne sede della pattuglia acrobatica nazionale.[4] Nel corso del 1960 fu trasferito a Vittorio Veneto come ufficiale di collegamento del V Corpo d'Armata.[5] Lasciò il servizio attivo nel 1967, transitando nei ruoli della riserva con il grado di generale di brigata aerea[1] e, dieci anni dopo, venne collocato in congedo assoluto. Iscrittosi alla sezione dell'Associazione Arma Aeronautica di Pordenone continuò a volare fino a tarda età su un ultraleggero presso l'aeroclub della Comina insieme al proprio figlio Alessandro.

Si spense il 24 giugno 2012 presso l'Ospedale Civile di Vittorio Veneto. Durante la sua carriera di pilota volò su cinquanta tipi diversi[N 5] di aeroplani[1] compiendo in totale 2558 ore di volo, delle quali 382 di guerra.[1][6]

Onorificenze modifica

«Partecipava quale pilota da caccia, alla luminosa vittoria dell'Ala d'Italia, nei giorni 14 e 15 giugno 1942 nel Mediterraneo. In aspri combattimenti contro caccia nemici incrocianti nel cielo della battaglia, ne abbatteva uno e concorreva all'abbattimento di parecchi altri. Cielo del Mediterraneo, 14-15 giugno 1942
— Regio Decreto 28 gennaio 1943
«Pilota da caccia, compiva numerose azioni belliche dimostrando in ogni circostanza, aggressività e valore. Incurante di ogni rischio, portava sempre a termine brillantemente le missioni. Cielo dell'Africa Settentrionale, novembre 1940-luglio 1941
«Comandante di squadriglia da caccia, durante le azioni svoltesi il 12-13-14 agosto 1942 contro un convoglio nemico fortemente scortato navigante nel Mediterraneo Occidentale, conseguiva con la sua formazione brillanti vittorie su forze aeree avversarie, superiori di numero. Trovatosi con pochi gregari a scortare una formazione di aerosiluranti attaccata da numerosi caccia avversari non esitava a impegnare combattimento, riuscendo ai suoi gregari ad abbattere due velivoli nemici ed a volgere in fuga gli altri, consentendo in tal modo agli apparecchi scortati di portare a compimento la loro missione. Cielo dell'Africa Settentrionale, 12-13-14 agosto 1942
  • Distintivo d'oro per oltre 60 missioni di guerra compiute nella specialità della caccia.

Onorificenze straniere modifica

Pubblicazioni modifica

  • Un pilota racconta, Ugo Mursia editore, Milano, 2011

Note modifica

Annotazioni modifica

  1. ^ Timoniere sulle navi della k.u.k. Kriegsmarine, e poi sulle navi mercantili. Il nome della famiglia fu mutato poi da Giacomo in Metellini.
  2. ^ Che gli diede cinque figli.
  3. ^ Da cui ebbe quattro figli: Ariella, Annalisa, Roberto e Alessandro.
  4. ^ In quell'anno conseguì l'abilitazione al pilotaggio dei caccia Aermacchi C.202 Folgore, Aermacchi C.205 Veltro, Supermarine Spitfire e North American P-51 Mustang.
  5. ^ Anche su idrovolanti come i Savoia-Marchetti S.55 e S.59.

Fonti modifica

  1. ^ a b c d e f Aeronautica n.7, luglio 2012, p. 41.
  2. ^ a b Tommaso Bisagno, Un pilota gentiluomo, Il Gazzettino di Treviso, 27 luglio 2011, pag.2.
  3. ^ Emiliani 2012, p. 64 , andò in Spagna sotto il falso nome di Giacomo Metel.
  4. ^ a b c Cristina Savi, Editoria, Il Messaggero Veneto, 27 marzo 2008, pag.5.
  5. ^ a b Francesca Gallo, Eroe di guerra muore alla vigilia del suo centenario, La Tribuna di Treviso, 26 giugno 2012.
  6. ^ a b Aeronautica n.12, dicembre 2011, p. 42.

Bibliografia modifica

  • Massimo Ferrari, Le ali del ventennio: l'aviazione italiana dal 1923 al 1945. Bilanci storiografici e prospettive di giudizio, Milano, Franco Angeli Storia, 2005, ISBN 88-464-5109-0.
  • Mirko Molteni, L'aviazione italiana 1940-1945 – Azioni belliche e scelte operative, Bologna, Odoya, 2012, ISBN 978-88-6288-144-9.
  • Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
  • Gianni Rocca, I disperati - La tragedia dell'aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, Milano, 1993, ISBN 88-04-44940-3.

Periodici modifica

  • Giacomo Metellini, un pilota racconta, in Aeronautica, n. 12, Roma, Associazione Arma Aeronautica, dicembre 2011, pp. 42.
  • Giacomo Metellini, in Aeronautica, n. 7, Roma, Associazione Arma Aeronautica, luglio 2012, pp. 41.
  • (ES) Angelo Emiliani, Fuentes para la guerra aérea en España: memorias de los aviadores de la aviación legionaria, in Aeroplano- Revista de Historia Aeronáutica, n. 30, Madrid, Instituto de Historia y Cultura Aeronáuticas, 2012, pp. 64.
Controllo di autoritàVIAF (EN182196956 · ISNI (EN0000 0001 4038 3761 · LCCN (ENno2011181764 · GND (DE1015614191 · WorldCat Identities (ENlccn-no2011181764