Historia Augusta
Storia Augusta | |
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Titolo originale | Historia Augusta |
Adriano, il primo imperatore della raccolta delle vite | |
Autore | sconosciuto |
1ª ed. originale | IV secolo; età costantiniana oppure età teodosiana |
Editio princeps | Milano, Filippo Cavagni, 1475 |
Genere | raccolta biografica |
Lingua originale | latino |
La Historia Augusta ("Storia Augusta") è una raccolta di biografie di imperatori e usurpatori romani comprendente l'arco di tempo che va da Adriano a Numeriano. Sia pur con qualche considerevole lacuna, fra le quali si segnala per estensione quella relativa agli anni 244-253, essa è l'unica fonte letteraria continua per questo periodo, il cui contenuto coincide a volte con quello di epigrafi e di altro materiale documentario pervenutoci e quindi, pur con tutti i suoi limiti, è di interesse considerevole.
Autori, destinatari, datazioneModifica
Pur sembrando che la Historia Augusta sia un insieme di vite redatta da sei scrittori differenti - rispondenti ai nomi di "Aelius Spartianus", "Iulius Capitolinus", "Vulcacius Gallicanus", "Aelius Lampridius", "Trebellius Pollio" e "Flavius Vopiscus" - indirizzata a cesari e imperatori dell'età dioclezianeo-costantiniana, come si evince dalle dediche, tuttavia una serie di incongruenze, anacronismi, falsificazione di dati, termini tecnico-amministrativi e nomi di personaggi riconducibili e in auge in epoche più tarde, dà adito a una serie di perplessità e forti dubbi non soltanto sulla paternità dell'opera stessa, ma anche sull'attendibilità del suo contenuto, sui destinatari dell'opera e conseguentemente sulla data di composizione.
A smontare le certezze su cui si reggeva il tradizionale impianto basato sulla convinzione che la H.A. fosse opera di sei autori vissuti nel sopraddetto periodo fu uno studio del 1889 di Hermann Dessau nel quale, per la prima volta, fu avanzata l'ipotesi che i nomi dei sei Scriptores fossero tutti fittizi e che il lavoro fosse stato composto da un singolo autore, all'epoca di Teodosio I; a supporto di questa intuizione, H. Dessau addusse come prova il fatto che la vita di Settimio Severo è copiata da Aurelio Vittore e che quella di Marco Aurelio è intrisa di elementi che fanno pensare a Eutropio: fonti entrambe, com'è noto, riconducibili alla fine del IV secolo. La tesi del Dessau, che metteva a nudo le varie incongruenze sopra dette, fu condivisa, fra gli altri, da Otto Seeck, ma trovò fieri oppositori in altri storici "conservatori" del calibro di Elemir Klebs, Heinrich Wölfflin e H. Peter che collocavano, invece, la composizione della Historia Augusta all'epoca dioclezianea-costantiniana, attribuendola ai sei citati autori.
Una posizione intermedia veniva assunta da Theodor Mommsen che faceva risalire le varie incongruenze, presenti nella H.A., all'opera di interpolatori che avrebbero modificato, nel V secolo, il contenuto della prima redazione dell'opera, risalente, a suo modo di vedere, al 330. Il XX secolo fu caratterizzato dalle prese di posizioni pro o contro le opposte tesi, e mentre per l'arco di tempo della composizione dell'opera le congetture oscillano tra il 392 il 423 (per quest'ultima datazione propende Johannes Straub, per il 420 Santo Mazzarino). Per quanto riguarda l'autore o gli autori, si è sempre più diffusa fra gli studiosi la convinzione che a comporla fosse stato soltanto un biografo. Rimette tutto in discussione Arnaldo Momigliano con un invito alla comunità scientifica a riconsiderare l'insieme della problematica venutasi sempre più a stratificarsi attorno a ipotesi che, per quanto suggestive, privilegiano più spesso soluzioni di fantasia discostandosi dai dati reali dei singoli problemi.
Per ciò che riguarda il problema della paternità dell'opera e l'epoca di composizione, studi recenti mostrano, uniformità di stile in buona parte dell'opera, orientando la quasi totalità degli eruditi contemporanei verso l'accettazione della teoria che a comporre l'opera sia stato un singolo autore, tardo e di identità sconosciuta, anche se l'analisi stilistica del lavoro, effettuata con l'ausilio del computer ha dato risultati incerti: alcuni elementi di stile, infatti, sono abbastanza uniformi in tutta l'opera, rendendo legittima l'ipotesi di un unico biografo, mentre altri variano in una direzione che ne suggerisce la molteplicità. In merito alla individuazione degli obbiettivi della Historia c'è da dire che le opinioni, fino al XX secolo, sono, nella loro non univocità, settoriali: per alcuni si tratta di un lavoro di pura evasione o di satira, concepito al solo scopo di intrattenere, per altri, invece, esso è un attacco di parte pagana contro il Cristianesimo che induce l'autore a celare la sua identità per motivi di sicurezza personale. Una lettura più attenta ha indirizzato però gli studiosi su una tematica decisiva, in quanto presente e costantemente portata avanti in ogni biografia.
ModelliModifica
Che nell'opera si riscontrino queste caratteristiche è cosa abbastanza evidente. Costretta a subire, la classe senatoria trovò modo di sfogare tutto il suo risentimento in opere pseudostoriche, quale quella di Mario Massimo che, prendendo le mosse da Svetonio, ma solo per ciò che riguardava l'aspetto della vita privata degli imperatori, ridicolizzava e colpevolizzava gli imperatori per i mali dai quali era affetto l'Impero, nell'approssimarsi del proprio declino.
E a Mario Massimo molto deve la Historia Augusta soprattutto per ciò che di infamante, di ridicolo, di falso e anche di tragicamente vero nei confronti di taluni imperatori si potesse dire. Essa, nel complesso, si presenta come cronaca della vita, soprattutto privata, degli imperatori, aderendo, ma in modo esagerato, dichiaratamente, al modello svetoniano, a cui si era già ispirato Mario Massimo, discostandosene, però, quest'ultimo , per aver dato netta preminenza, rispetto al dato storico a cui invece si atteneva Svetonio, al lato privato e domestico, il pettegolezzo di corte, fine a sé stesso, sino alla calunnia: si veda, ad esempio, il trattamento, per aver tolto ai senatori il comando delle legioni affidandolo al ceto equestre, riservato a Gallieno, buon imperatore secondo altre fonti.
Pertanto l'autore (o gli autori) della Historia Augusta, pur prendendo le mosse da Svetonio, nello sviluppo delle argomentazioni fa riferimento, si basa e segue Mario Massimo, citato come fonte ben 18 volte e della cui opera non ci rimane altro. Di fondamentale importanza è la testimonianza dello storico Ammiano Marcellino, fra altre, che sostiene che l'opera di Mario Massimo dilettasse parecchio i suoi lettori: all'epoca in cui fu scritta la Historia Augusta, e ancor prima, a tenere banco, tra gli aristocratici era proprio l'opera storica, o per meglio dire, romanzesca di Massimo, unitamente alle satire di Giovenale, autore, quest'ultimo, quasi dimenticato, prima di questo periodo, e ritornato di moda in seguito, probabilmente, ai commenti che ne fece il grammatico Servio.
StrutturaModifica
Dinastia degli AntoniniModifica
Ritratto | Nome | Nascita | Regno | Morte | Note | |
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Inizio | Fine | |||||
Adriano Publio Elio Adriano Publio Elio Traiano Adriano |
24 gennaio 76 | 11 agosto 117 | 10 luglio 138 | morte naturale | Non è chiaro se fu mai adottato ufficialmente da Traiano (forse fu scelto dall'augusta Plotina, vedova di Traiano) | |
Antonino Pio Tito Aurelio Fulvo Boionio Arrio Antonino Tito Elio Adriano Antonino |
19 settembre 86 | 10 luglio 138 | 7 marzo 161 | morte naturale | Figlio adottivo di Adriano; primo della dinastia degli Antonini | |
Marco Aurelio Marco Annio Catilio Severo Marco Annio Vero Marco Aurelio Antonino |
26 aprile 121 | 7 marzo 161 | 17 marzo 180 | malattia | Figlio adottivo di Antonino Pio, nonché suo genero e nipote; regnò assieme a Lucio Vero sino al 169, e insieme a Commodo a partire dal 177; secondo della dinastia degli antonini. Gaio Avidio Cassio usurpatore in Siria nel 175 | |
Lucio Vero Lucio Ceionio Commodo Vero |
15 dicembre 130 | gennaio 169 | ictus oppure peste | Figlio adottivo di Antonino Pio; regnò assieme a Marco Aurelio | ||
Commodo Marco Aurelio Commodo Antonino |
31 agosto 161 | 17 marzo 180 | 31 dicembre 192 | assassinato | Figlio di Marco Aurelio; regnò insieme al padre dal 177 al 180. Terzo e ultimo degli antonini. |
Guerra civile romana (193)Modifica
Ritratto | Nome | Nascita | Regno | Morte | Note | |
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Inizio | Fine | |||||
Pertinace Publio Elvio Pertinace |
1º agosto 126 | 1º gennaio 193 | 28 marzo 193 | assassinato dai pretoriani | Comandante militare, scelto dal Senato e dalle legioni. | |
Didio Giuliano Marco Didio Severo Giuliano |
30 gennaio 133 | 28 marzo 193 | 1º giugno 193 | assassinato da un sicario del Senato | Acquistò il titolo dai pretoriani e fu riconosciuto inizialmente anche dal Senato, ma non dalle legioni |
Declino del Principato (193-284)Modifica
Dinastia dei Severi (193-235)Modifica
Ritratto | Nome | Nascita | Regno | Morte | Note | ||
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Inizio | Fine | ||||||
Settimio Severo Lucio Settimio Severo |
11 aprile 146 | 9 aprile 193 | 4 febbraio 211 | morte naturale | Conquistò il potere in lotta con Pescennio Nigro (193-194) e con Clodio Albino (193-197), quest'ultimo inizialmente associato al potere come Cesare | ||
Caracalla Lucio Settimio Bassiano Marco Aurelio Severo Antonino |
4 aprile 188 | 4 febbraio 211 | 8 aprile 217 | assassinato durante una spedizione in Partia | Figlio di Settimio Severo; fu associato al trono dal padre nel 209 | ||
Geta Publio Settimio Geta |
7 marzo 189 | 19 dicembre 211 | assassinato dal fratello Caracalla | Figlio di Settimio Severo; fu associato al trono dal padre nel 209 | |||
Macrino Marco Opellio Macrino |
164 circa | 8 aprile 217 | giugno 218 | assassinato | Non dinastico, era prefetto del pretorio | ||
Associato al trono Diadumeniano Marco Opellio Antonino Diadumeniano |
200 circa | 218 | giugno 218 | assassinato | Figlio e co-augusto di Macrino | ||
Eliogabalo Sesto Vario Avito Bassiano Marco Aurelio Antonino |
20 marzo 204 | 16 maggio 218 | 11 marzo 222 | assassinato a Roma insieme alla madre Giulia Soemia | Regnò sotto la tutela della nonna Giulia Mesa e della madre Giulia Soemia | ||
Alessandro Severo Marco Bassiano Alessiano Marco Aurelio Severo Alessandro |
1º ottobre 208 | 13 marzo 222 | 18/19 marzo 235 | assassinato a Magonza insieme alla madre Giulia Mamea | Cugino di Eliogabalo, da questi adottato. Regnò con la madre Giulia Mamea |
Anarchia militare fino a Gallieno (235-268)Modifica
Ritratto | Nome | Nascita | Regno | Morte | Note | |
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Inizio | Fine | |||||
Massimino Trace Gaio Giulio Vero Massimino |
173 circa | 20 marzo 235 | 10 maggio 238 | assassinato | Primo imperatore di origine barbarica e che non venne mai a Roma, essendo impegnato in guerra. Nel 238 fu dichiarato dal Senato "nemico pubblico" | |
Gordiano I Marco Antonio Gordiano Semproniano Romano Africano |
159 circa | 22 marzo 238 | fine aprile 238 | suicida | Regnò insieme al figlio, Gordiano II | |
Gordiano II Marco Antonio Gordiano Semproniano Romano Africano |
192 circa | 12 aprile 238 | caduto in battaglia | Regnò insieme al padre, Gordiano I | ||
Pupieno Marco Clodio Pupieno Massimo |
170 circa | 1º febbraio 238 | 11 maggio 238 | assassinati dai pretoriani | Pupieno e Balbino furono eletti dal Senato e regnarono insieme | |
Balbino Decimo Celio Calvino Balbino |
178 circa | |||||
Gordiano III Marco Antonio Gordiano Pio |
20 gennaio 225 | 29 luglio 238 | 11 febbraio 244 | caduto in battaglia oppure assassinato dal prefetto del pretorio Filippo | Figlio di Antonia Gordiana, figlia di Gordiano I | |
Filippo l'Arabo Marco Giulio Filippo |
204 circa | febbraio 244 | primavera 249 | caduto in battaglia | Marco Silbannaco usurpatore in Germania nel 248; Tiberio Claudio Marino Pacaziano usurpatore in Mesia e Pannonia nel 248-249; Marco Fulvio Rufo Iotapiano usurpatore in Siria nel 249 | |
Associato al trono Filippo II Marco Giulio Severo Filippo |
238 circa | 247 | primavera 249 | assassinato dai pretoriani | Figlio e co-augusto di Filippo l'Arabo | |
Decio Gaio Messio Quinto Traiano Decio |
201 circa | primavera 249 | 1º luglio 251 | caduto in battaglia | Tito Giulio Prisco usurpatore in Macedonia nel 250; Giulio Valente Liciniano usurpatore a Roma nel 250 | |
Associato al trono Erennio Etrusco Quinto Erennio Etrusco Messio Decio |
220 circa | 251 | 1º luglio 251 | caduto in battaglia | Figlio e co-augusto di Decio | |
Treboniano Gallo Gaio Vibio Treboniano Gallo |
206 circa | 1º luglio 251 | agosto 253 | assassinato dai pretoriani | Lucio Giulio Sulpicio Uranio Antonino usurpatore in Siria nel 253-254 | |
Associato al trono Ostiliano Gaio Valente Ostiliano Messio Quinto |
230 circa | 1º luglio 251 | novembre 251 | peste | Figlio di Decio e co-augusto di Treboniano | |
Associato al trono Volusiano Gaio Vibio Afinio Gallo Veldumniano Volusiano |
? | novembre 251 | agosto 253 | assassinato dai pretoriani | Figlio e co-augusto di Treboniano | |
Emiliano Marco Emilio Emiliano |
207 circa | luglio 253 | settembre 253 | assassinato dai suoi soldati | ||
Valeriano Publio Licinio Valeriano |
200 circa | settembre 253 | aprile o maggio 260 | morto in circostanze mai verificate, prigioniero dal re sasanide Sapore I | Usurpatori: In Pannonia: Ingenuo (258-260) e Regaliano (263) In Egitto: Mussio Emiliano (258-259) In Siria: Macriano Maggiore, Macriano Minore e Quieto (260-261) In Rezia: Aureolo (268) Nelle Gallie: Postumo (259-268), Leliano (268), Aurelio Mario (268) e Vittorino (268-271) | |
Gallieno Publio Licinio Egnazio Gallieno |
218 | fine 253 | 268 | ucciso a tradimento | Figlio di Valeriano, regnò insieme al padre fino alla sua cattura; nominò correctior totius Orientis Settimio Odenato di Palmira (260-267) | |
Associato al trono Cornelio Valeriano Publio Licinio Cornelio Valeriano |
? | 258 circa | ucciso a tradimento | Figlio di Gallieno, non è chiaro se sia stato o meno co-augusto di suo padre e di suo nonno | ||
Associato al trono Cornelio Salonino Publio Licinio Cornelio Valeriano Salonino |
243 circa | 260 circa | assassinato | Figlio di Gallieno e co-augusto di suo padre e di suo nonno |
Imperatori illirici (268-284)Modifica
Ritratto | Nome | Nascita | Regno | Morte | Note | |
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Inizio | Fine | |||||
Claudio il Gotico Marco Aurelio Claudio |
10 maggio 213 o 214 | settembre o ottobre 268 | luglio 270 | peste | Marco Piavonio Vittorino usurpatore nelle Gallie (268-271) | |
Quintillo Marco Aurelio Claudio Quintillo |
220 circa | 270 | forse suicida | Fratello di Claudio; fu deposto | ||
Aureliano Lucio Domizio Aureliano |
9 settembre 214 | 270 | 25 settembre 275 | assassinato | Dopo la morte, vi fu un interregno di due mesi in cui l'impero venne probabilmente governato dalla vedova, l'augusta Ulpia Severina[1] Usurpatori: Nelle Gallie: Vittorino (268-271), Domiziano II (271 ?), Tetrico I (271-274), Tetrico II (271-274) e Faustino (273-274) In Dalmazia: Settimio (271-272) In Siria e in Oriente: Vaballato, figlio di Zenobia di Palmira (271-274) | |
Tacito Marco Claudio Tacito |
200 circa | novembre 275 | giugno 276 | forse avvelenato o soffocato | ||
Floriano Marco Annio Floriano |
? | giugno 276 | agosto 276 | assassinato dai suoi soldati | Probabilmente fratellastro di Tacito | |
Probo Marco Aurelio Probo |
9 agosto 232 | agosto 276 | settembre o ottobre 282 | ucciso in una rivolta militare | Usurpatori in Gallia: Tito Ilio Proculo (280) e Gaio Quinto Bonoso (280); usurpatore in Asia: Gaio Giulio Saturnino (280) | |
Caro Marco Aurelio Caro |
230 circa | settembre o ottobre 282 | luglio o agosto 283 | malattia oppure incidente | ||
Carino Marco Aurelio Carino |
250 circa | luglio o agosto 283 | luglio 285 | caduto in battaglia | Figlio di Caro; regnò in Occidente; Giuliano usurpatore in Pannonia (284/285) | |
Numeriano Marco Aurelio Numerio Numeriano |
254 circa | novembre 284 | assassinato da Arrio Apro | Figlio di Caro; regnò in Oriente |
AnalisiModifica
Dall'incertezza generale, che tuttavia caratterizza l'intera opera, emerge un unico dato sicuro: essa è, senz'ombra di dubbio, espressione dell'opposizione senatoria all'istituto imperiale del quale si dà una rappresentazione ora banalizzata, con l'indugiare su particolari a volte esageratamente falsi e in ogni caso tendenziosi, che riguardano la vita privata dei singoli imperatori, ora un resoconto a fosche tinte con descrizioni aventi per oggetto la crudelitas, l'ebrietas e tutta la sequela delle umane aberrazioni: e ogni qual volta qualche notizia era estremamente esagerata fino all'inverosimile, se ne attribuiva la paternità a un certo Cordus, storico non altrimenti noto, sicuramente inventato ad hoc .
La controprova che il filo conduttore dell'opera sia da ricercare nell'avversione all'istituto imperiale sta nel fatto che pochi imperatori, come Settimio Severo e Marco Aurelio Probo sono oggetto di lodi, lodi che danno agli autori (o all'autore) occasione di parlare di un ritorno dei vecchi tempi, sotto forma di laudatio temporis acti (rimpianto del tempo passato), di quella res publica romana dei tempi d'oro, quando a decidere delle sorti dello stato era la prestigiosa classe senatoria e non il capriccio o l'estrosità, come spesso è dato leggere in quest'opera, degli odiati imperatori: persino i rigidi appartenenti alla gens Catoniana, dice l'autore della Historia Augusta, sarebbero stati lieti di vivere sotto i suddetti imperatori, lodati per il loro comportamento deferente nei confronti del senato.
E, a ben considerare, l'atteggiamento ostile della classe senatoria nei confronti dell'istituto imperiale trovava una sua motivazione precisa, dovuta al fatto che in epoca repubblicana il ruolo di guida dello stato era esclusivamente nelle mani dell'aristocrazia senatoriale, e con esso tutta una serie di interessi che vedeva cointeressati alcuni clan di una ristretta oligarchia nella spartizione di incarichi, altamente remunerativi, sia in patria che soprattutto in territorio provinciale.
I sudditi, paragonati a pecore da tosare a zero, erano spesso sottoposti a gravami e soprusi di ogni genere tali da generare malcontenti e da alimentare movimenti di ribellione: nella migliore delle ipotesi i provinciali avevano la possibilità di denunciare i governatori di province corrotti che, appartenendo alla classe aristocratica, venivano sistematicamente assolti da tribunali le cui giurie, se si eccettua qualche decennio, erano rigorosamente di estrazione aristocratica. Ma questo era solo uno degli aspetti: l'oligarchia senatoria dei tempi d'oro della repubblica aveva un potere illimitato e distribuiva cariche onori e incarichi avendo il delicato compito di condurre la direzione della politica sia interna che estera.
NoteModifica
- ^ Watson, Alaric (1999). Aurelian and the Third Century. London: Routledge. ISBN 0-415-07248-4.
BibliografiaModifica
- Historia Augusta – Römische Herrschergestalten, übersetzt von Ernst Hohl, 2 Bde., Zürich-München 1976.
- Scrittori della storia augusta, a cura di Paolo Soverini, voll.2, Torino, Utet, 1983.
- Holger Sonnabend, Geschichte der antiken Biographie, Stuttgart 2002.
Voci correlateModifica
Altri progettiModifica
- Wikisource contiene il testo completo dell'Historia Augusta
Collegamenti esterniModifica
- Historia Augusta, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Historia Augusta / Historia Augusta (altra versione), in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Historia Augusta, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Historia Augusta, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Historia Augusta, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Historia Augusta (latino con concordanze e lista di frequenza) nella Biblioteca Digitale IntraText
- Historia Augusta (latino e traduzione inglese) su LacusCurtius
- Historia Augusta (latino) nella Latin Library, su thelatinlibrary.com.
- Introduzione su Livius.Org
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