Isognathus mossi

specie di animali della famiglia Sphingidae

Isognathus mossi Clark, 1919 è un lepidottero appartenente alla famiglia Sphingidae, diffuso in America Meridionale.[1]

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Isognathus mossi
Isognathus mossi fabianae
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Protostomia
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Endopterygota
Superordine Oligoneoptera
Sezione Panorpoidea
Ordine Lepidoptera
Sottordine Glossata
Infraordine Heteroneura
Divisione Ditrysia
Superfamiglia Bombycoidea
Famiglia Sphingidae
Sottofamiglia Macroglossinae
Tribù Dilophonotini
Sottotribù Dilophonotina
Genere Isognathus
Specie I. mossi
Nomenclatura binomiale
Isognathus mossi
Clark, 1919
Sottospecie
  • Isognathus mossi mossi
  • Isognathus mossi fabianae

Descrizione modifica

Adulto modifica

Nell'insieme risulta abbastanza simile a I. menechus, ma con colorazioni in generale più scure e dimensioni più ridotte.[2][3][4]
La pagina superiore dell'ala anteriore è di color grigio intenso, e mostra un paio di linee trasversali più scure che, seppur separate all'altezza della costa, si riavvicinano posteriormente, per poi giungere unitamente al margine posteriore.[3]
La pagina inferiore ricorda quella di I. excelsior e di I. menechus, essendo tinta di un marroncino alquanto uniforme, con lievi striature trasversali di colore più intenso.[3]
L'ala posteriore è gialla per i tre quarti basali, ma mostra una banda marrone che parte dal quarto distale della costa e giunge, con margine interno dentellato, fino all'angolo anale, dove si stempera in una macchia più sbiadita, di un colore che richiama quello dell'ala anteriore, occupando l'intera lunghezza del termen.[2][3][4]
La pagina inferiore, anch'essa simile a quella di I. excelsior e I. menechus, rivela invece una larga banda costale marroncina, che prosegue anche per tutto il margine esterno fino all'angolo anale, via via assottigliandosi; il resto della superficie dell'ala è campito di una tonalità di giallo analoga a quella della superficie dorsale.[3]
L'apice dell'ala anteriore è impercettibilmente falcato. Il termen è solo lievemente dentellato in ambo i sessi, ma soltanto nell'ala anteriore.[3]
Le antenne sono filiformi e uncinate all'estremità, con una lunghezza di poco inferiore alla metà della costa.[2][3]
Il torace è scuro dorsalmente, ma risulta più chiaro sulla superficie ventrale.[3]
L'addome rivela, a livello dei tergiti, bande trasversali appena percettibili, mentre sul ventre assume la stessa tonalità chiara del torace (maggiormente pallida nella femmina).[2][3]
L'apertura alare del maschio è circa 36 mm, mentre quella della femmina arriva a 41 mm.[3]

Larva modifica

Il bruco è cilindrico, con capo piccolo, tondeggiante e giallastro. La colorazione di fondo è bruna e alquanto scura, con due linee biancastre dorso-laterali. Il cornetto caudale sull'ottavo urotergite è affusolato e molto lungo. La colorazione vivace suggerisce che possa essere di sapore sgradevole per i predatori.[2][4][5]

Pupa modifica

La crisalide è adectica ed obtecta, con un cremaster poco sviluppato; si rinviene all'interno di un bozzolo dalle pareti sottili, posto negli strati superficiali della lettiera del sottobosco.[4]

Biologia modifica

Comportamento modifica

La specie, come le sue congeneri, ha abitudini principalmente crepuscolari. Durante l'accoppiamento, le femmine richiamano i maschi grazie ad un feromone rilasciato da una ghiandola posta all'estremità addominale.[4]
L'adulto emerge dal bozzolo da 8 a 24 giorni dopo l'impupamento.[4]

Periodo di volo modifica

La specie è multivoltina, con adulti che sfarfallano in tutti i mesi dell'anno.[4]

Alimentazione modifica

Le piante ospiti sono membri delle Apocynaceae.[4]

 
L'areale di questa specie comprende il Brasile e il Venezuela[4][6]

Distribuzione e habitat modifica

L'areale della specie è esclusivamente neotropicale, comprendendo il Brasile orientale (locus typicus della sottospecie I. m. mossi: Manaus) ed il Venezuela (locus typicus di I. m. fabianae).[1][2][3][4][6][7][8]

L'habitat è rappresentato da foreste tropicali, e sub-tropicali, dal livello del mare fino a modeste altitudini.[4]

Tassonomia modifica

Sottospecie modifica

Sono state distinte due sottospecie.[3][4][7]

Sinonimi modifica

Non sono stati riportati sinonimi.[3][7]

Note modifica

  1. ^ a b c (EN) Benjamin Preston Clark, Some Undescribed Sphingidae, in Proceedings of the New England Zoölogical Club, vol. 6, Cambridge, Massachusetts, 21 marzo 1919, pp. 99-121.
  2. ^ a b c d e f Bernard D'Abrera, Sphingidae Mundi. Hawk Moths of the World. Based on a Checklist by Alan Hayes and the collection he curated in the British Museum (Natural History), 1ª ed., Faringdon, Oxon., SN7 7DR United Kingdom, E.W. Classey Ltd., 1986, pp. 96-97, ISBN 086096 022 6.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m CATE Creating a Taxonomic eScience - Isognathus mossi mossi, su cate-sphingidae.org. URL consultato il 2 novembre 2012 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2012).
  4. ^ a b c d e f g h i j k l Silkmoths - Isognathus mossi mossi, su silkmoths.bizland.com. URL consultato il 2 novembre 2012.
  5. ^ (EN) A. Miles Moss, Sphingidae of Pará. Early stages, food-plants, habits etc., in Novitates Zoologicae, vol. 27, Londra e Aylesbury, Hazell, Watson & Viney Ld., 19, pp. tav. IV, figg. 6a, 6b, 6c. URL consultato il 2 novembre.
  6. ^ a b Silkmoths - Isognathus mossi fabianae, su silkmoths.bizland.com. URL consultato il 2 novembre 2012.
  7. ^ a b c Funet, su ftp.funet.fi. URL consultato il 2 novembre 2012.
  8. ^ a b CATE - Creating a Taxonomic eScience - Isognathus mossi fabianae [collegamento interrotto], su cate-sphingidae.org. URL consultato il 2 novembre 2012.
  9. ^ (ES) René Lichy, Documentos para el estudio de los Sphingidae de Venezuela (Lepidoptera, Heterocera) (15a nota) Baniwa yavitensis gen.n., sp.n. e Isognathus mossi fabianae ssp.n., nuevos Sphingidae de la Region Amazonica de Venezuela, in Boletín de Entomología Venezolana, vol. 1, n. 5, 1981, p. 65.

Bibliografia modifica

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  • Butler, 1876 - Revision of the heterocerous Lepidoptera of the family Sphingidae. Transactions of the Zoological Society of London 9 (19): 511-644, pl. 90-94.
  • Clark, 1920 - Sixteen New Sphingidae. Proceedings of the New England Zoölogical Club 7: 70
  • Cramer, [1780] - Uitlandsche Kapellen (Papillons exotiques) 4 (25-26a): 1-28, pl. 289-304 (1780).
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