L'amore si fa così

film del 1939 diretto da Carlo Ludovico Bragaglia

L'amore si fa così è un film del 1939 diretto da Carlo Ludovico Bragaglia.

L'amore si fa così
Enrico Viarisio, Jacqueline Prévot e Paolo Stoppa in una scena del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno1939
Durata77 min
Dati tecniciB/N
Generecommedia, sentimentale
RegiaCarlo Ludovico Bragaglia
SoggettoAchille Campanile
SceneggiaturaCarlo Ludovico Bragaglia, Maria Teresa Ricci, Achille Campanile
ProduttoreGiuseppe Gallia
Casa di produzioneAtlas Film
Distribuzione in italianoI.C.I.
FotografiaMario Albertelli
MontaggioGiuseppe Fatigati
MusicheUlisse Siciliani
ScenografiaGastone Medin
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Trama modifica

Francia. La modellista Margherita è fidanzata con Max Dupont, un giovane disegnatore, considerato poco serio da Margherita e malvisto dal proprietario della sartoria per cui lavora, il signor Merchant. Venendo a sapere da Margherita che la sartoria sta cercando un nuovo direttore generale, Dupont va a colloquio dal signor Merchant e sua moglie per ottenere il posto, ma essendo il suo aspetto giudicato "poco commerciale" dalla coppia, pensa di ripresentarsi una seconda volta, ma, ispirandosi a un giovanotto visto al bar, si traveste con occhiali e una barba posticcia e assume il nome fittizio di Narciso Mimosa. Una volta ottenuto l'impiego, egli aiuta la propria fidanzata a far carriera e migliora gli affari della casa. Frattanto però il signor Merchant è preso di mira dalla sua amante, un'avventuriera in combutta con una banda di malfattori che cercano di truffarlo. Dupont allora, falsificando la firma di Merchant su di un assegno, salva la ditta e mette in fuga i truffatori. Ritenendo ormai superfluo continuare a camuffarsi, rivela la sua vera identità a Margherita e ai coniugi Merchant, i quali lo accettano come socio della ditta e gli danno il permesso di sposare la ragazza.

Produzione modifica

Distribuzione modifica

Critica modifica

«Film basato su situazioni più vecchie dei nostri nonni, che si trascinano a forza di buona volontà del pubblico. Talune sequenze gustose non riescono a salvarlo. E ciò non per imperizia di Bragaglia, che anzi ha imbastito la sua storia e l'ha saputa dirigere con gusto e buona mano. Il difetto qui è tutto negli attori che sono ancora lontani dal cinematografo, dimostrando per l'ennesima volta di essere nati per il teatro e di non saper farne a meno...»

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

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