Il massaro vescovile era un funzionario, inserito nella struttura amministrativa del principato vescovile di Trento

Stemma del principato vescovile di Trento

Contesto storico

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Tra le cariche che assistevano il principe vescovo nella cura temporale del principato tridentino, quella dei massari, assieme ai luogotenenti e agli assessori, formava l'ufficio del governo delle valli di Non e di Sole. Al massaro spettava oltre la riscossione delle imposte anche il potere giurisdizionale, nelle cause civili e criminali.

I massari appartenevano, specialmente fino al Cinquecento, alle famiglie più cospicue del luogo.

Con la fine del potere temporale dei vescovi di Trento, vennero meno anche le cariche dell'amministrazione del principato.

Cronotassi dei massari vescovili delle Valli di Non e di Sole

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La successione dei massari vescovili conosciuti è la seguente[1]:

  • Bonaventura (1329), quando era vicario Merlino di Caldaro (Inama).
  • Francesco de Merchadantis (1339), notaio.
  • Adelpreto teutonico (1350), massaro di Lodovico di Brandeburgo.
  • Xandro di Rallo (1376)[2] . Era feudatario a Rallo; prese parte alle lotte dei nobili nella val di Non del 1372 e sigillò anch'egli il trattato di pace (Ausserer, p. 110).
  • Manfredo di Cles (1391), (1393), (1400), (1401).[3]. Era dei signori di Castel Cles.
  • Federico de Ceris di Pergine (1401),[4]. Antica famiglia di Pergine furono fatti nobili nel 1380 dai conti del Tirolo.
  • Manfredo di Cles (1403) - (1407)
  • Nicolò Stanchina (1435) - (1440). La famiglia ebbe dal principe vescovo Alessandro di Masovia (1424 - 1444) la rocca di Mastozolo in feudo.
  • Antonio di Coredo (1441), figlio di Nicolò di Castel Coredo
  • Nicolò Stanchina (1442).
  • Luca de Lipis (1444).
  • Antonio di Coredo (1446), (1447), (1450), (1462), (1464).
  • Giacomo del fu Cristoforo Roccabruna (1467). La famiglia aveva in possesso i feudi di castel Bosco e castel Fornace [5].
  • Antonio di castel Nano (1469 - 1472), figlio di Nicolò della famiglia Nano-Madruzzo.
  • Pietro Tomeo del fu Vito dei Rolandini (1474 - 1476) signore del castello di Precellario [6].
  • Antonio Bonaventura Migazzi (1476 - 1477) [7].
  • Giacomo di Roccabruna (1477 - 1478)
  • Pietro fu Egidio de Ziliis di Quetta (1481), notaio, in quest'anno fu incaricato di riformare il libro dei gaffori e delle imposte [8]. Ebbe diploma di nobiltà assieme ai fratelli Matteo e Cristoforo nel 1483.
  • Giacomo Roccabruna (1480 - 1482).
  • Pietro de Ziliis (1483), (1489 - 1490).
  • Michele di Coredo, (1493 - 1498).
  • Nicolò Moremberg (de Moris) (1499 - 1503) [9] Nel 1510 rinnovò il libro dei redditi e degli affitti vescovili precedentemente redatto da Pietro de Ziliis.
  • Giorgio del fu Michele di Coredo (1505) [10] .
  • Nicolò di Moremberg (1506 - 1533).
  • Baldassarre Oliva notaio (1546).
  • Giorgio Malpaga notaio (1557).
  • Pietro Busetti (1573 - 1583). La famiglia ebbe il primo diploma di nobiltà nel 1566.
  • Giambattista Busetti (1603).
  • Giovanni Panizza (1613). La famiglia ebbe diploma di nobiltà nel 1646.
  • Nicolò Pilati (1642). Famiglia nobilitata dal principe vescovo Carlo Emanuele Madruzzo.
  • Giulio Bonaventura Sardagna (1658) (1672 - 1677).
  • Michele Moggio (1698).
  • Giovanni Battista de Giuliani (1771).
  • Agostino Torresani (1778 - 1801).
  1. ^ Desiderio Reich: I luogotenenti, assessori e massari delle Valli di Non e Sole. Trento 1902
  2. ^ Codice clesiano in Libri feudali, archivio di Stato di Trento, 44 volumi(1307-1796), (Codex Cles. II, 110)
  3. ^ Codice Clesiano, Op. cit., (Codex Cles. III, 75, 98, 208, 225)
  4. ^ Codice Clesiano, Op. cit., (Codex Cles. III, 225)
  5. ^ Codice Clesiano, Op. cit., (Codex Cles. VII, 64 a)
  6. ^ Codice Clesiano, Op. cit., (Codex Cles. VI, 161 e 165)
  7. ^ Codice Clesiano, Op. cit., (Codex Cles. VI 161)
  8. ^ Codice Clesiano, Op. cit., (Codex Cles. VII, 169 a)
  9. ^ Codice Clesiano, Op. cit., (Codex Cles. IX 154, 157e 201)
  10. ^ Codice Clesiano, Op. cit., (Codex Cles. IX, 213)

Bibliografia

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Voci correlate

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Collegamenti esterni

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