Il Rovigo, con 11 titoli nazionali, affiancò così il Petrarca al secondo posto nella classifica di scudetti vinti, guidata dall'Amatori Milano all'epoca con 14.
Fu, quello, anche il campionato che chiuse un ventennio dominato dal Veneto, con 11 scudetti del citato Petrarca, 4 del Rovigo e 3 del Treviso (prima e dopo l'era-Benetton) in 21 edizioni; la prima metà degli anni novanta fu dominata dall'Amatori Milano che vinse 4 titoli e che, dopo l'uscita dall'orbita Fininvest, lasciò di fatto al solo Benetton, tra le venete, la supremazia nel rugby italiano, con otto titoli tra fine anni novanta e inizio millennio.
Ai playoff accedettero 8 squadre, le prime sei classificate di A1 e le prime due di A2, le quali, nel ranking dei quarti di finale, vennero immediatamente dopo le sei prime classificate; alla squadra con la posizione più alta in classifica fu assegnata quella con il ranking più basso, quindi le prime due di A1 avrebbero avuto in accoppiamento ai quarti rispettivamente la seconda e la prima di A2; a seguire, la terza di A1 contro la sesta, e la quarta contro la quinta.
Gli accoppiamenti dei quarti e delle semifinali furono al meglio delle tre gare, con la prima (e la eventuale terza) in casa della squadra meglio classificata durante la stagione regolare.
La finale fu invece disputata in gara unica, con eventuali tempi supplementari in caso di parità.
La vincitrice della finale era campione d'Italia; le ultime due squadre classificate durante la stagione regolare retrocedevano in serie A2, mentre la terzultima doveva spareggiare contro la terza classificata di A2.