Plebisciti risorgimentali

plebisciti per l'annessione al Regno d'Italia nel corso del Risorgimento

I plebisciti risorgimentali sono i plebisciti tenuti nel corso del XIX secolo per ratificare l'annessione di territori, in particolare in relazione al Regno di Sardegna e al Regno d'Italia, portando così all'Unità d'Italia.

Luigi Riva, Plebiscito romano

Contesto storico modifica

 
Giovanni Pagliarini, La famiglia del Plebiscito (1860)

I plebisciti furono indetti per la legittimazione di annessioni e variazioni territoriali relative al Regno di Sardegna e successivamente al Regno d'Italia.

In particolare la Legge 3 dicembre 1860, n. 4497, del Regno di Sardegna conferì al governo sabaudo la facoltà di accettare per regi decreti l'annessione di quelle Province dell'Italia centrale e meridionale che avessero espresso autonomamente, per suffragio diretto universale (maschile), la volontà delle popolazioni a far parte del Regno.

Plebisciti del 1848 modifica

Ducato di Parma e Piacenza modifica

Il 26 marzo 1848 gli austriaci sgomberarono il castello di Piacenza e lo stesso giorno nella città fu stabilito un governo provvisorio. Con atto del 7 aprile fu stabilito che i cittadini potessero esprimere il proprio voto in registri scegliendo l'aggregazione del territorio di Piacenza ad un altro stato; le votazioni si effettuarono tra il 10 aprile e il 2 maggio.[1]

Risultati Numero %
Aggregazione al Piemonte 37 089 98,84%
Aggregazione allo Stato Pontificio 352 0,94%
Aggregazione al Regno Lombardo Veneto 62 0,17%
Aggregazione a Parma 11 0,03%
Aggregazione alla Toscana 10 0,03%
Iscritti[2] n.d.
↳ Votanti 37 585 n.d.
↳ Voti validi 37 524 99,84%
↳ Voti indeterminati 61 0,16%

Nel territorio di Parma con atto dell'8 maggio il governo provvisorio locale aprì le votazioni per scegliere lo stato a cui unirsi. Tra il 20 e il 24 maggio vennero svolte le operazioni di scrutinio.[3]

Risultati Numero %
Per l'unione agli Stati sardi 37 451 94,09%
Per Carlo II 1 656 4,16%
Per gli Stati Pontifici 530 1,33%
Per la Toscana 158 0,40%
Voti diversi 8 0,02%
Iscritti n.d.
↳ Votanti 39 904 n.d.
↳ Voti validi 39 803 99,75%
↳ Voti indeterminati 101 0,25%

Tra i voti per gli Stati sardi erano inclusi 1.680 voti di militari, 200 voti della colonna mobile parmense e il voto del vescovo di Borgo San Donnino. I voti diversi comprendevano 5 voti per porre lo stato sotto la tutela di Carlo Alberto di Savoia, 2 voti per Milano e un voto per la Repubblica.

Province lombarde modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Plebiscito delle province lombarde del 1848.

Il governo provvisorio della Lombardia con decreto del 12 maggio stabilì le votazioni in registri, con la scelta tra l'unione immediata agli Stati sardi e il rinvio della decisione ad un momento successivo. Fu possibile votare nei registri fino al 29 maggio.

Risultati Numero %
Per la fusione immediata agli Stati sardi 561 002 99,88%
Per la dilazione del voto 681 0,12%
Iscritti 661 626
↳ Votanti n.d. n.d.
↳ Voti validi 561 683 n.d.
↳ Voti nulli n.d. n.d.

Province venete modifica

I comitati dipartimentali di Padova, Vicenza, Rovigo e Treviso stabilirono di seguire l'esempio lombardo e vennero stabiliti decreti per l'apertura di pubblici registri con la stessa formula usata in Lombardia.[4] Fu possibile votare nei registri fino al 29 maggio.[5]

Padova Numero %
Per la fusione immediata agli Stati sardi 62 259 98,42%
Per la dilazione del voto 1 002 1,58%
Iscritti n.d.
↳ Votanti n.d. n.d.
↳ Voti validi 63 261 n.d.
↳ Voti nulli n.d. n.d.
Vicenza Numero %
Per la fusione immediata agli Stati sardi 56 328 99,09%
Per la dilazione del voto 520 0,91%
Iscritti n.d.
↳ Votanti n.d. n.d.
↳ Voti validi 56 848 n.d.
↳ Voti nulli n.d. n.d.
Rovigo Numero %
Per la fusione immediata agli Stati sardi 23 605 94,87%
Per la dilazione del voto 1 276 5,13%
Iscritti n.d.
↳ Votanti n.d. n.d.
↳ Voti validi 24 881 n.d.
↳ Voti nulli n.d. n.d.
Treviso Numero %
Per la fusione immediata agli Stati sardi 2 975 99,43%
Per la dilazione del voto 17 0,57%
Iscritti n.d.
↳ Votanti n.d. n.d.
↳ Voti validi 2 992 n.d.
↳ Voti nulli n.d. n.d.

Plebisciti del 1859 modifica

Plebiscito per l'annessione al   Regno di Sardegna dell'agosto 1859
Territorio Data Iscritti Votanti   Favorevoli   Contrari Astenuti Nulli Esercito
  Ducato di Parma e Piacenza 14 agosto 1859 ?
?%
almeno 63.680
?%
63.176
?%
504
?%
?
?%
?
?%
-

Fonte: Emmanuele Bollati, "Fasti Legislativi e Parlamentari delle Rivoluzioni Italiane del Secolo XIX", Volume 2° "1859-1861", Parte I "Lombardia - Emilia", Giuseppe Civelli, Milano, 1865, pag. 347

Note: non fu riconosciuto valore legale al plebiscito da parte del governatore straordinario Luigi Carlo Farini, che decretò l'istituzione di un'assemblea rappresentativa. Sempre in data 14 agosto si votò a Modena per eleggere un'assemblea, la quale approvò all'unanimità in data 21 agosto l'unione al Regno di Sardegna.


Plebisciti del 1860 modifica

 
Vittorio Emanuele II di Savoia riceve i risultati del plebiscito dell'11-12 marzo 1860 sull'annessione della Toscana al Regno di Sardegna, tempera di Carlo Bossoli
  Lo stesso argomento in dettaglio: Plebiscito delle provincie dell'Emilia del 1860.
Plebisciti per l'annessione al   Regno di Sardegna dell'11/12 marzo 1860
Territorio Data Iscritti Votanti   Favorevoli   Contrari Astenuti Nulli Esercito
  Stato Pontificio
(Legazione delle Romagne)
11/12 marzo 1860 252.727
100%
203.384
80,48%
202.659
80,19%
254
0,10%
49.343
19,52%
471
0,19%
-
  Ducato di Modena e Reggio
(Provincia Estense di Modena)
11/12 marzo 1860 131.527
100%
108.798
82,72%
108.336
82,37%
231
0,18%
22.729
17,28%
231
0,18%
-
  Ducato di Modena e Reggio
(Provincia Estense di Massa e Carrara)
11/12 marzo 1860 36.814
100%
23.584
64,06%
23.492
63,81%
62
0,17%
13.230
35,94%
30
0,08%
-
  Ducato di Parma e Piacenza
(Provincia di Parma)
11/12 marzo 1860 107.435
100%
88.692
82,55%
88.511
82,39%
181
0,17%
18.743
17,45%
0
0%
-
  Ducato di Parma e Piacenza
(Provincia di Borgotaro)
11/12 marzo 1860 7.715
100%
3.054
39,59%
3.008
38,99%
28
0,36%
4.661
60,41%
18
0,23%
-
Quesito: '«Volete l'unione alla monarchia costituzionale di Re Vittorio Emanuele II?»'

Decreto di Annessione: Regio Decreto 18 marzo 1860 n. 4004: «Le province dell'Emilia fanno parte del Regno d'Italia».

Fonte: Statuto Fondamentale del Regno in data 4 marzo 1848 corredato di lettere patenti, decreti, proclami, plebisciti con intestazioni degli atti di governo e formola per la promulgazione delle leggi, Stamperia della Gazzetta del popolo, Torino, 1884
Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienze Giuridiche, Archivio di Diritto e Storia Costituzionali, "Atti Costitutivi dell'Unità d'Italia (1859-1860)", Torino
Camera dei deputati, "Le assemblee del risorgimento. Prefazione generale. Piemonte – Lombardia – Bologna – Modena – Parma", Roma, 1911

Note: Al plebiscito del 1860 al Granducato di Toscana fu esclusa la Romagna toscana (parte delle ex Legazioni pontificie) e l'isola di Capraia (parte del Regno di Sardegna).

Granducato di Toscana modifica

 
Lapide esposta a Campiglia Marittima per celebrare l'esito del referendum del Granducato di Toscana

Il plebiscito per l'annessione al Regno d'Italia dei territori toscani si svolse tra l'11 e il 12 marzo 1860.

Risultati Numero %
Per l'unione 366 571 96,09%
Per il regno separato 14 925 3,91%
Iscritti n.d.
↳ Votanti 386 445 n.d.
↳ Voti validi 381 496 98,72%
↳ Voti nulli 4 949 1,28%

L'annessione fu formalizzata con regio decreto 22 marzo 1860, n. 4014 («Le province della Toscana fanno parte del Regno d'Italia»).

Nizza e Savoia modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Trattato di Torino (1860) e Plebiscito di Nizza del 1860.

I plebisciti per l'annessione al Secondo Impero francese dei territori di Nizza e di Savoia si svolsero rispettivamente il 15-16 aprile e il 22-23 aprile.

In Savoia il quesito era La Savoie veut-elle être réunie à la France ?

Nizza Numero %
25 743 99,38%
No 160 0,62%
Iscritti 30 712
↳ Votanti 25 933 84,44%
↳ Voti validi 25 903 99,88%
↳ Voti nulli 30 0,12%
Savoia Numero %
130 533 99,82%
No 235 0,18%
Iscritti 135 449
↳ Votanti 130 839 96,60%
↳ Voti validi 130 768 99,95%
↳ Voti nulli 71 0,05%

A Nizza era indicato a parte anche il voto di 1409 militari (1200 sì, 186 no e 23 nulli).

Regno delle Due Sicilie modifica

 
Il plebiscito del 1860 a Napoli

I due plebisciti si svolsero il 21 ottobre con il quesito Il popolo vuole l'Italia Una e Indivisibile con Vittorio Emanuele Re costituzionale e i suoi legittimi discendenti?

Province napoletane Numero %
1 302 064 99,21%
No 10 312 0,79%
Iscritti n.d.
↳ Votanti n.d. n.d.
↳ Voti validi 1 312 376 n.d.
↳ Voti nulli n.d. n.d.
Province siciliane Numero %
432 053 99,85%
No 667 0,15%
Iscritti n.d.
↳ Votanti n.d. n.d.
↳ Voti validi 432 720 n.d.
↳ Voti nulli n.d. n.d.

Le annessioni furono formalizzate con regi decreti 17 dicembre 1860, nn. 4498 e 4499 («Le province napoletane fanno parte del Regno d'Italia» e «Le province siciliane fanno parte del Regno d'Italia»).[6]

Sia le province napoletane sia le province siciliane erano parte dal dicembre 1816 del Regno delle Due Sicilie. A questo plebiscito venne concesso di votare alla patriota Marianna De Crescenzo, unica donna ammessa al voto e probabilmente la prima donna votante in una consultazione in Italia.[7]

Legazioni delle Marche e dell'Umbria modifica

I plebisciti per l'annessione al Regno d'Italia delle legazioni delle Marche e dell'Umbria si svolsero il 4 e 5 novembre 1860.[8]

Il quesito del plebiscito era Volete far parte della monarchia costituzionale del Re Vittorio Emanuele II?.

Legazione delle Marche Numero %
133 783 99,10%
No 1 212 0,90%
Iscritti 167 326
↳ Votanti 135 255 80,83%
↳ Voti validi 134 995 99,81%
↳ Voti nulli 260 0,19%
Legazione dell'Umbria Numero %
97 040 99,61%
No 380 0,39%
Iscritti 123 011
↳ Votanti 97 625 79,36%
↳ Voti validi 97 420 99,79%
↳ Voti nulli 205 0,21%

L'annessione delle Marche fu formalizzata con regio decreto 17 dicembre 1860, n. 4500, mentre l'annessione dell'Umbria con regio decreto 17 dicembre 1860, n. 4501.

Le Marche comprendevano l'alta Val Marecchia e il mandamento di Gubbio ora in Umbria, l'Umbria comprendeva il circondario di Rieti ora in Lazio e il mandamento di Visso ora nelle Marche e escluso il mandamento di Gubbio nelle Marche.[senza fonte]

A questo plebiscito venne eccezionalmente concesso il voto alla poetessa e patriota Maria Alinda Bonacci Brunamonti, unica donna a cui fu concesso il voto.

Plebiscito del 1866 modifica

Province venete e provincia di Mantova modifica

 
Scrutinio dei voti a Palazzo Ducale
  Lo stesso argomento in dettaglio: Plebiscito del Veneto del 1866.

Il plebiscito per l'annessione al Regno d'Italia delle province venete e della provincia di Mantova si svolse nei giorni 21 e 22 ottobre 1866 con il quesito: Dichiariamo la nostra unione al Regno d'Italia sotto il Governo monarchico-costituzionale del re Vittorio Emanuele II e de' suoi successori. Tra le Province Venete era compresa la Provincia del Friuli, corrispondente alle attuali Province di Udine e Pordenone.

Risultati Numero %
647 246 99,99%
No 69 0,01%
Iscritti n.d.
↳ Votanti 647 686 n.d.
↳ Voti validi 647 315 99,94%
↳ Voti nulli 371 0,06%

L'annessione fu formalizzata con regio decreto del 4 novembre del 1866, n. 3300, che all'art. 1 stabiliva che «Le provincie Venete e quella di Mantova fanno parte del Regno d'Italia».

Plebiscito del 1870 modifica

Roma modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Plebiscito di Roma del 1870.
 
Proclamazione dalla gran loggia del Campidoglio dei risultati del plebiscito

Il plebiscito per l'annessione al Regno d'Italia dei territori di Roma e provincia e delle province di Civitavecchia, Frosinone, Velletri e Viterbo si svolse il 2 ottobre 1870; il quesito era così formulato: Desideriamo essere uniti al Regno d'Italia, sotto la monarchia costituzionale del re Vittorio Emanuele II e dei suoi successori.[9]

Risultati Numero %
133 681 98,89%
No 1 507 1,11%
Iscritti 167 548
↳ Votanti 135 291 80,75%
↳ Voti validi 135 188 99,92%
↳ Voti nulli 103 0,08%

L'annessione fu formalizzata con regio decreto 9 ottobre 1870, n. 5903, che all'art. 1 stabiliva «Roma e le provincie romane fanno parte del Regno d'Italia».[9]

Note modifica

  1. ^ Atto notarile dello scrutinio [collegamento interrotto], su piacenzaprimogenita150.it.
  2. ^ Nell'atto era indicata una popolazione di 206 566 abitanti.
  3. ^ Tornata del 29 maggio 1848 (PDF), su storia.camera.it.
  4. ^ P.L. Ballini, 1848-49. Costituenti e costituzioni. Daniele Manin e la Repubblica di Venezia, 2002, pp. 177-178.
  5. ^ Decreto del 19 maggio 1848, in Rivista Popolare. Foglio officiale del Polesine, 23 maggio 1848.
  6. ^ Decreto, 26 dicembre 1860. URL consultato il 27 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2016).
  7. ^ Gian Luca Fruci, I plebisciti e le elezioni, in L'Unificazione, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2011.
  8. ^ Cronaca della guerra d'Italia: 1859-1860, vol. 3, Rieti, p. 525.
  9. ^ a b G. D'Ettore e F. E. Giordano (a cura di), Constatazione del plebiscito. 6 ottobre 1870 (PDF), in Atti delle giunte di governo e della luogotenenza per le province romane, Napoli, 1877.

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