Chiesa di Santa Teresa
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegionePuglia
LocalitàBrindisi
IndirizzoPiazza Santa Teresa - Brindisi
Religionecattolica
TitolareSanta Teresa
DiocesiArcidiocesi di Brindisi-Ostuni
Inizio costruzioneSeconda metà del XVII secolo

La Chiesa di Santa Teresa, che prospetta sull'omonima piazza a Brindisi, è una struttura che rivela riferimenti all’architettura barocca di tipo leccese.

Fu costruita nella seconda metà del XVII secolo nel quartiere degli Spagnoli per beneficenza del sacerdote Francesco Monetta, appartenente ad una nobile famiglia brindisina, e fu sede del convento dei teresiani (carmelitani Scalzi) con l'intitolazione a San Gioacchino. Venne costruito dapprima un piccolo oratorio già nel 1672, mentre avevano ormai preso avvio i lavori per l’edificazione della chiesa ultimata nel 1697. Nel 1701 fu possibile già organizzarvi la grande festa per il compleanno del re Filippo V. Il monumento, opera di Giuseppe Zimbalo, è uno dei pochi esempi di architettura ecclesiale barocca di tipo leccese che esista in provincia di Brindisi. La tecnica di costruzione con le paraste in carparo ed il resto in tufo grigio, ripete quella usata nella fiancata della chiesa degli Angeli. La facciata risulta arricchita da paraste, capitelli, volute e pinnacoli. Il portale architravato è affiancato da quattro nicchie con cornici in rilievo ornate da motivi floreali.

Il convento adiacente, dedicato ai Santi Gioacchino ed Andrea, caratterizzato dall'ampio chiostro, ospita attualmente l'Archivio di Stato, i carmelitani scalzi furono costretti ad abbandonarlo una prima volta in conseguenza del regio decreto del 5 novembre 1807. Vi poterono rientrare poi per le disposizioni del 20 aprile 1820 e infine lasciarlo definitivamente il 29 novembre 1863 in conseguenza del provvedimento di soppressione del 17 febbraio 1861[1].

Fra il 1820 e il 1821 qui si riuniva la brindisina setta carbonara della Concordia e dopo il 1866 il Demanio utilizzò il convento quale caserma, intitolata a Gabriele Manthonè, protagonista nelle vicende napoletane del 1799, ricordato da un'epigrafe murata nell'androne[2].

La chiesa seicentesca già adibita a Museo Diocesano “G. Tarantini” dal giugno 2012, è stata sottoposta nel 2021 ad un intervento per il recupero e la funzionalizzazione di infrastrutture materiali grazie al finanziamento del bando Regione Puglia “Interventi per valorizzazione e fruizione patrimonio culturale appartenente agli Enti ecclesiastici”, con il potenziamento dell’offerta di servizi culturali, attraverso la realizzazione di laboratori e l’adeguamento tecnologico del patrimonio culturale. I lavori e la finalità del progetto “Officina del Restauro” sono stati presentati il 21 marzo 2024.

Esterno

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Chiesa di Santa Teresa a Brindisi

La facciata ha le forme barocche con pochi inserti in pietra (nicchie, pinnacoli e volute) su un paramento in tufo carparo ed ètripartita verticalmente da paraste in carparo. Risulta impostata su tre ordini evidenziati da cornicioni marcapiano e raccordati da volute che si risolvono nel secondo in snelli pinnacoli[3].

La pianta presenta una navata centrale con transetto: le laterali sono ridotte a semplici cappelle. Queste ultime presentano i segni delle devozioni proprie di questa chiesa ove ha operato una confraternita sotto il titolo dei Santi Medici dal 1971.

Interno

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L’interno ha pianta a croce latina e si sviluppa in un’unica navata con transetto. Le profonde cappelle laterali contengono altari con marmi policromi, stucchi e ornamenti a festoni, testine alate e volute di impostazione tardo-barocca. Di rilievo si presenta l’altare maggiore, ornato con motivi a girali e due testine alate per capoaltare.

Tra gli arredi della fine del ‘600 figurano il coro ligneo del presbiterio ascrivibile forse, ad intagliatori dell’ultimo quarto del secolo. Di fronte al coro è posta l’elaborata lastra in marmo che ricopre la “Sepoltura religiosorum carmelitarum excalceatorum” – Anno Domini 1741.

All’interno delle cappelle sono ben visibili tele e i segni delle devozioni proprie come quella già citata per i Santi Medici. Nellaseconda cappella di destra sono infatti conservate cinque statue dei santi in cartapesta e una significativa raccolta di ex voto.

 
Chiesa Santa Teresa Brindisi - Interno

Nella prima cappella di sinistra è presente il riferimento alla confraternita dei marinai e dei pescatori di Brindisi che aveva in origine sede presso la chiesa di Sant'Eufemia indicata anche come Sant'Andrea piccinno. Di pertinenza dell'abbazia concistoriale di Sant'Andrea dell'Isola, fu richiesta dai carmelitani scalzi all'abate commendatario cardinal Alessandro Caprara perché fosse incorporata nella loro clausura, risultando da molti anni abbandonata. La richiesta fu soddisfatta, in cambio, i teresiani si obbligarono a dedicare una cappella nella loro chiesa a sant'Andrea. La tela qui ospitata è quella di S. Andrea dell’Isola, di bottega locale, vicina a Jacopo de Vanis, eseguita nel tardo cinquecento per essere collocata in Sant’Eufemia e quindi adattata, con aggiunte, per essere inserita nell’altare voluto in Santa Teresa. Infatti, l’icona raffigurante S. Andrea ha subito un allargamento di dimensione. Si ipotizzano due momenti differenziati storicamente. Si tratta di una apposizione di tele, più precisamente l’unione di due dipinti ricollegati tra loro. Il dipinto anteriore al 1606, fu trasferito in S. Teresa dopo il 1708 e collocato nell’attuale cappella e, quindi, un ignoto pittore settecentesco, forse il mandurino Diego Oronzo Bianco, eseguì un riadattamento della tela, ne aumentò le dimensioni e vi dipinse in alto il coro degli angeli, a sinistra del santo, il castello che si aggiungeva all’originaria immagine dell’abbazia, e a destra la raffigurazione della pesca miracolosa.

Nel 1789 il patrizio napoletano Sergio Sersale, abate commendatario di Sant’Andrea dell’Isola, commise lavori che portarono a una sostanziale ridefinizione di tutta l’area cultuale.

Nella cappella poi della Madonna del Rosario sono presenti tele del pittore barese Umberto Colonna (1913-1993) aventi a soggetto proprio la Madonna del Rosario. Nella adiacente cappella di Santa Teresa si conservano tele del pittore leccese Serafino Elmo (1696-1777), autografa è la Gloria di Santa Teresa rappresentata inginocchiata su una nuvola bianca e la figura del Cristo alle sue spalle, la copre con il mantello fiorito. In basso a sinistra, una suora teresiana assiste all’evento. Un angelo raffigurato innanzi alla Santa, reca un libro aperto dove è scritto: “Aut Pati Aut Mori” (o patire o morire). In alto al centro, la colomba dello Spirito Santo. Intorno alle due santità puttini festosi. Nella cappella è presente, inoltre, una tela raffigurante S. Teresa scrivente, della Bottega di S. Elmo, databile al XVIII secolo. Qui la Santa è raffigurata al centro della tela, inginocchiata innanzi ad un tavolo su cui poggia una tovaglia rossa ed un grosso libro aperto. In alto a sinistra vi è l’immagine di Dio che suona l’arpa, dietro alla Santa due puttini e sulla destra una balaustra con un vaso rosso fiorito.

 
Chiesa Santa Teresa Brindisi - Dettaglio Interno

Sempre della Bottega S. Elmo, dello stesso periodo è la tela che rappresenta S. Teresa e Angeli scriventi. Il quadro rappresenta l’immagine di S. Teresa seduta, affiancata da due puttini scriventi davanti a un tavolo ricoperto da libri e pergamene. Nella mano destra ha una penna ed allarga le braccia. Dietro la Santa una colonna e una balaustra che si apre verso un paesaggio.

Nell’ultima cappella della Madonna del Carmine è presente la tela sempre attribuibile allo stesso maestro Serafino Elmo della Madonna del Carmine col Bambino che consegna lo scapolare ai santi Simone Stock e Teresa d’Avila. Tra le nubi e coppie di puttini e angeli adulti compare, in alto a destra, l’immagine del Padre Eterno. Nell’angolo alto di sinistra, angioletti con i simbolici scapolari sollevano una cortina rossa. Come ricorda una memoria epigrafica, apposta accanto all’altare il 3 ottobre 1724, la cappella fu costruita alla munificenza di Luigi Ferreyra, castellano delle fortezze sull’isola di Sant’Andrea dal 1690 al 1710.

Le altre tele presenti nella cappella sono sempre attribuite a Serafino Elmo e rappresentano S. Antonio di Padova con in braccio il Bambino Gesù, La sacra famiglia, Le tentazioni di S. Antonio Abate e S. Michele Arcangelo in volo che scaccia tra gli inferi Lucifero incatenato[4].

  1. ^ Archivio di Stato di Brindisi,, Il Convento di S. Teresa dei Carmelitani Scalzi sede dell’Archivio di Stato di Brindisi, Brindisi, Alfeo, 1992, pp. 55-57.
  2. ^ Nicola Vacca, Brindisi Ignorata, Trani, Vecchi, 1954, p. 152.
  3. ^ Giacomo Carito, Nuova Guida Brindisi, Oria, Italgrafica, 1993, p. 68.
  4. ^ Giacomo Carito, Nuova Guida Brindisi, Oria, Italgrafica, 1993, p. 69.

Bibliografia

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  • A. Del Sordo, I Carmelitani Scalzi a Brindisi, in XXV della benedizione del Santuario di S. Maria Madre della chiesa di Jaddico Brindisi, Grafischena, Fasano, s.d., pp. 12-13.
  • A. De Leo, Dell’antichissima città di Brindisi e suo celebre porto. Seguita da un articolo storico de’ vescovi di quella chiesa a cura di Vito Guerriero, Stamperia della Società Filomatica, Napoli 1846.
  • F. Ascoli, Storia di Brindisi scritta da un marino, tip. Malvolti, Rimini 1886.
  • P. Camassa, Guida di Brindisi, stab. D. Mealli, Brindisi 1897.
  • P. Coco, L’abadia di Sant’Andrea dell’Isola di Brindisi, Stab. Giurdignano, Lecce 1919.
  • N. Vacca, Brindisi ignorata, Vecchi  & c., Trani 1954.
  • A. Della Monaca, Memoria historica dell’antichissima e fedelissima città di Brindisi, (ristampa anastatica di Pietro Micheli, Lecce 1674) Forni Editore, Bologna 1967.
  • P. Cagnes-N. Scalese, Cronaca dei Sindaci di Brindisi, (a cura di) R. Jurlaro, Edizione Amici della Biblioteca De Leo, Brindisi 1978.
  • G. Carito, La famiglia Monetta e la devozione per San Carlo nella prima metà del sec. XVII in Brindisi, in San Carlo Borromeo. Studi offerti in onore di Carlo Marcora, Edizioni Amici della Biblioteca De Leo, Brindisi 1986.
  • E. Novi Chavarria, Insediamento e consistenza patrimoniale dei Carmelitani in Calabria e Puglia attraverso l’inchiesta innocenziana, in (a cura di) B. Pellegrino – F. Gaudioso, Ordini religiosi e società nel Mezzogiorno moderno. Atti del Seminario di studi. Lecce, 29-31 gennaio 1986, Congedo, Galatina 1986, Vol. I, pp. 203-230.
  • Archivio di Stato di Brindisi, Il Convento di S. Teresa dei Carmelitani Scalzi sede dell’Archivio di Stato di Brindisi, Brindisi 1992.
  • G. Carito, Brindisi. Nuova Guida, Il Quotidiano, Brindisi 1994.
  • O. Mazzotta, Il naufragio dei chiostri. Conventi di Terra d'Otranto tra restaurazione borbonica e soppressione sabauda,Besa, Nardò 2021.

Collegamenti esterni

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