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Filippo Facci

Filippo Facci (Monza, 11 maggio 1967) è un giornalista e scrittore italiano.

Biografia modifica

Iniziò la sua attività di giornalista negli anni ottanta, lavorando per una rivista locale di Monza e scrivendo per L'Unità e la Repubblica. La prima collaborazione fu interrotta a causa delle molte querele ricevute dalla rivista, le altre due non furono rinnovate al suo ritorno dal servizio militare.[1] Approdò dunque all'Avanti!, allora organo ufficiale del Partito Socialista Italiano, per cui seguì l'inchiesta Mani pulite da "abusivo".[1] Con la chiusura del quotidiano, Facci continuò a seguire l'inchiesta e a raccogliere le sue informazioni in un «libro impossibile, una sorta di rivisitazione della carriera di Di Pietro e della sua inchiesta devastante».[2]

Nel dicembre 1992 conobbe Paolo Pillitteri,[3] col quale realizzò il libro-intervista Io li conoscevo bene..., pubblicato circa due anni dopo con la casa editrice Newton Compton.[4] Nell'aprile 1993, Facci fu convocato da un tale "Anthony Holinko", presunto emissario della inesistente casa editrice irlandese Marshall Ltd, che si era dichiarato interessato a pubblicare la sua "inchiesta" su Di Pietro: il giornalista consegnò una copia non rivista del suo lavoro, ricevendo in cambio quattro milioni di lire in contanti.[5] I contenuti del libro vennero prima parzialmente pubblicati in un dossier del settimanale Il Sabato nel luglio 1993[3] e poi integralmente pubblicati col titolo Gli omissis di Mani pulite a firma "Anonimo Giornalista".[4][6]

Diventato giornalista professionista nel febbraio 1994, iniziò a lavorare a un nuovo libro che raccoglieva vari casi di malagiustizia,[4] che fu poi pubblicato nel 1996 col titolo Presunti colpevoli.[7] Nel 1995 iniziò a collaborare con L'Opinione delle libertà, continuando a occuparsi di Mani pulite e di malagiustizia,[8] e più saltuariamente con Il Giornale. Il 24 luglio di quello stesso anno, fu rivelato come autore de Gli omissis di Mani pulite in un articolo de Il Giornale, in seguito al quale Facci fu convocato e interrogato dalla Procura di Brescia.[9]

Nel 1997 Facci stava lavorando a un'inchiesta circa l'appartamento a equo canone in uso ad Antonio Di Pietro negli anni novanta. Fu inoltre oggetto di una conversazione telefonica tra Italia e Hammamet, dove Bettino Craxi dimorava latitante, intercettata dalla Procura di Milano e poi pubblicata sulla stampa: ne scaturirono polemiche anche parlamentari e Facci fu costretto a rinunciare a un contratto Rai per decisione dell'allora presidente Letizia Moratti.[La storia è riassunta in Facci 2009, pp. 473-475. Resta il fatto che sono due cose separate.]

Dal 1998 Facci iniziò a collaborare stabilmente con Il Giornale. Alcuni suoi reportage investigativi (i presunti "prestiti" a Di Pietro, la casa in equo canone, i favori ottenuti da alcuni indagati) originarono due filoni d'inchiesta a Brescia, ai danni dell'ex magistrato molisano, che contribuirono alle dimissioni volontarie dell'attuale leader dell'Italia dei Valori dalla carica di ministro dei lavori pubblici: le richieste di rinvio a giudizio furono comunque respinte dai giudici dell'udienza preliminare.[Verificare anche Facci 2009, pp. 473-476.]

Nel 1999 fu assunto a Mediaset, dove lavorò fino al 2010.[10] Nel corso degli anni novanta e duemila ha inoltre collaborato con Il Foglio,[7] Il Tempo,[11] Il Riformista, Il Domenicale,[12] Donna[13] e Grazia.[10][14]

Nel 2004 si dissociò polemicamente dalla linea editoriale tenuta da Il Giornale sul "caso Sofri" e, in particolare, dagli editoriali in materia dell'allora direttore Mario Giordano, definiti «insufficienti e bambineschi». Sulla questione, Facci rivendicò «un diritto d'astensione» nel dibattito sull'innocenza o colpevolezza di Sofri, ritenendo «più rilevante il dibattito istituzionale che ne è scaturito e che riguarda gli effettivi poteri del Presidente della Repubblica» riguardo la concessione di una grazia.[15] La sua posizione portò molti lettori a protestare contro il suo editoriale.[16]

Nel novembre 2007, in seguito alla pubblicazione dell'articolo «Un'idea: chiudere la Rai», nel quale definiva l'azienda radiotelevisiva di Stato come «una cloaca da ripulire» e «il vero cancro di questo Paese»,[17] gli fu vietato di partecipare a una puntata della trasmissione di Michele Santoro Annozero, su decisione dell'allora direttore generale della Rai Claudio Cappon. La Rai annunciò inoltre di aver sporto querela contro le affermazioni contenute nell'articolo.[18][19][20]

Nell'aprile 2008 pubblicò un'inchiesta in quattro parti su Beppe Grillo.[21][22][23][24]

Nell'agosto 2009 decise di abbandonare Il Giornale, in seguito al ritorno alla direzione di Vittorio Feltri[25] (col quale Facci litigò anni addietro),[26] e passò a lavorare su Libero, su cui curò un'inchiesta su Luigi de Magistris.[27]

Ha un rapporto estremamente duro con il collega Marco Travaglio, da cui è diviso per cifra stilistica e opinioni.[26][28][29][30] Nel gennaio 2013, ammise a La Zanzara su Radio 24 di aver scritto larga parte della lettera letta da Silvio Berlusconi a Marco Travaglio in una puntata di Servizio Pubblico: «l'80% della lettera è farina del mio sacco, composta da pezzi che ho firmato su Libero e dall'elencazione delle condanne di Travaglio che ho scritto su Wikipedia. L'introduzione invece è tutta di Berlusconi, come la parte su Montanelli che è una palese cazzata.»[31][32]

Nel 2012, condusse insieme a Natascha Lusenti l'edizione estiva di In onda su LA7.[33]

Nel 2015, partecipò al reality show Monte Bianco - Sfida verticale, classificandosi al secondo posto insieme alla guida alpina Andrea Perrod.[34][35]

Nel giugno 2017, l'Ordine dei giornalisti della Lombardia lo sospese per due mesi dalla professione per aver offeso l'Islam e il suo «intero sistema di valori» in un suo articolo pubblicato su Libero il 28 luglio 2016, intitolato «Perché l'Islam mi sta sul gozzo».[36][37]

Vita privata modifica

Facci è stato brevemente sposato verso l'inizio degli anni novanta.[1]

Posizioni politiche modifica

Ha dichiarato di essere stato attivista radicale durante l'adolescenza.[38] Nel 2011 ha dichiarato: «Sono perlopiù nel centrodestra, ma va detto che i bacchettonismi di destra e di sinistra, nelle loro diverse dinamiche, sono entrambi insopportabili. Il centrodestra è più cattolico e appunto più ipocrita».[39] Ha più volte espresso posizioni critiche nei confronti di Silvio Berlusconi e degli altri esponenti del centrodestra,[40][41][42][43] così come delle loro politiche nell'ambito dei diritti civili e della famiglia.[44][45]

Più in generale, Facci ha spesso definito l'Italia «il paese più arretrato d'Occidente» in materia di matrimoni fra omosessuali, unioni civili, procreazione assistita, divorzio breve e altri temi relativi ai diritti civili, spesso criticando l'eccessiva vicinanza del mondo politico (anche di centrosinistra)[46] alle posizioni della Chiesa cattolica e uno scollamento dalle posizioni di larga parte dell'elettorato italiano.[44][47][48][49] Nel 2013, aderì alla raccolta firme radicale sulla legalizzazione dell'eutanasia e per l'introduzione del cosiddetto "testamento biologico",[50] a sostegno delle quali si espresse più volte già in passato.[51][52][53][54]

In materia di giustizia, ha più volte ribadito la sua posizione garantista.[55][56][57][58]

Procedimenti giudiziari modifica

Il 20 novembre 2002, Filippo Facci è stato condannato al pagamento di 500.000 lire di multa e 10 milioni di lire di provvisionale per aver diffamato l'avvocato Giuseppe Lucibello nel suo libro Di Pietro – La biografia non autorizzata.[59]

Il 12 luglio 2006, è stato condannato a pagare 10.000 euro, in solido con Maurizio Belpietro e la società editrice de Il Giornale, per aver diffamato Enzo Biagi in un suo articolo del 1º giugno 2002, intitolato «Enzo Biagi, il non giornalismo per tutte le stagioni».[60]

Il 20 maggio 2014, è stato condannato in primo grado al pagamento di 5.000 euro, in solido con la casa editrice Mondadori, per aver nuovamente diffamato l'avvocato Giuseppe Lucibello, stavolta nel libro Di Pietro – La storia vera.[61]

Il 6 febbraio 2018, è stato condannato al pagamento di 8.000 euro (più altri 4.000 in solido con Libero) e delle spese processuali per aver diffamato il rapper Fedez, definito «menestrello» dei NoExpo, con riferimento agli scontri avvenuti durante l'inaugurazione di Expo 2015.[62]

Pubblicazioni modifica

Note modifica

  1. ^ a b c Facci 2009, p. 465
  2. ^ Facci 2009, p. 467
  3. ^ a b Facci 2009, p. 468
  4. ^ a b c Facci 2009, pp. 469-470
  5. ^ Facci 2009, pp. 468, 473
  6. ^ Farinelli, pp. 371-372
  7. ^ a b Facci 2009, p. 476
  8. ^ Facci 2009, p. 471
  9. ^ Facci 2009, p. 472
  10. ^ a b Filippo Facci, su Festival internazionale del giornalismo. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  11. ^ Di Pietro 'in tour' per chiedere i danni, in la Repubblica, 7 febbraio 2007. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  12. ^ Filippo Facci, Problemi di religione, su Blog di Filippo Facci, Il Post, 1º luglio 2017. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  13. ^ Filippo Facci, Conflitto di interessi, in Il Giornale, 13 gennaio 2003. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  14. ^ Libri di Filippo Facci, su lafeltrinelli.it, LaFeltrinelli. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  15. ^ Filippo Facci, Lettera al Giornale, in Il Giornale, 9 aprile 2004. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  16. ^ Filippo Facci, La loro generazione, in Il Giornale, 9 dicembre 2005. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  17. ^ Filippo Facci, Un'idea: chiudere la Rai, in Il Giornale, 7 novembre 2007. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  18. ^ Mazzetti, pp. 27-28
  19. ^ La Rai querela Facci. Che non va in video, in Corriere della Sera, 7 novembre 2009. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  20. ^ Filippo Facci, Sono stato epurato dalla tv degli epurati, in Il Giornale, 9 novembre 2009. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  21. ^ Filippo Facci, Vi raccontiamo la vera storia di Beppe Grillo, in Il Giornale, 24 aprile 2008. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  22. ^ Filippo Facci, Beppe, il «grande ingrato» che rubava battute a tutti, in Il Giornale, 25 aprile 2008. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  23. ^ Filippo Facci, Jeep, ville e guai giudiziari. La vita spericolata di Beppe, in Il Giornale, 26 aprile 2008. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  24. ^ Filippo Facci, L'antipolitica di Beppe, business da 4 milioni, in Il Giornale, 27 aprile 2008. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  25. ^ Facci 2009, p. 478
  26. ^ a b Bruno Giurato, Facci, professione antipatico, Lettera43, 8 settembre 2012. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  27. ^ Roberto Fuccillo, Parlano le vittime dell'ex magistrato, in la Repubblica, 26 maggio 2011. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  28. ^ Michele Brambilla, Facci e Travaglio: telefonatevi, please, in Il Giornale, 27 settembre 2008. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  29. ^ Michele Brambilla, Wanted Travaglio, la destra ha scelto: è lui il super-nemico, in la Stampa, 28 febbraio 2010. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  30. ^ Maurizio Crippa, Encomio di Filippo Facci che combatte contro i sordi alla Travaglio, in Il Foglio, 2 ottobre 2015. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  31. ^ Facci, la confessione: "La lettera di Berlusconi a Travaglio l'ho scritta io", in Libero, 11 gennaio 2013. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  32. ^ Berlusconi a Servizio Pubblico, Facci: “Mia la lettera contro Travaglio”, in Il Fatto Quotidiano, 12 gennaio 2013. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  33. ^ Alessandra Menzani, Intervista doppia Facci-Lusenti, in Libero, 30 giugno 2012. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  34. ^ Francesco Russo, Monte Bianco: vince Gianluca Zambrotta, in Il Giornale, 7 dicembre 2015. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  35. ^ Andrea Chatrian, “Monte Bianco”, protagonisti e critici a confronto: come si racconta la montagna in tv?, in la Stampa, 12 agosto 2016. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  36. ^ Filippo Facci, Ho offeso un sistema culturale, su Blog di Filippo Facci, Il Post, 17 giugno 2017. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  37. ^ Alessandro Sallusti, Facci sospeso perché rivendica il diritto all'odio, in Il Giornale, 17 giugno 2017. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  38. ^ Facci 2009, p. 469
  39. ^ Filippo Facci, Siamo ipocriti, per dirla male, su Blog di Filippo Facci, Il Post, 24 settembre 2011. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  40. ^ Filippo Facci, Facile profeta, su Blog di Filippo Facci, Il Post, 22 gennaio 2011. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  41. ^ Filippo Facci, Forza Italia 0.0, su Blog di Filippo Facci, Il Post, 30 novembre 2012. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  42. ^ Filippo Facci, Il dopo è ora, su Blog di Filippo Facci, Il Post, 12 giugno 2013. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  43. ^ Filippo Facci, Chi ha tradito chi, in Blog di Filippo Facci, Il Post, 3 ottobre 2013. URL consultato il 31 luglio 2020.
  44. ^ a b Filippo Facci, La famiglia a valvole, in Blog di Filippo Facci, Il Post, 9 novembre 2010. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  45. ^ Filippo Facci, La pessima legge sul fine vita, su Blog di Filippo Facci, Il Post, 18 febbraio 2011. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  46. ^ Filippo Facci, Soglio di via, su Blog di Filippo Facci, Il Post, 28 settembre 2011. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  47. ^ Filippo Facci, Lettera a Maurizio Belpietro, in Blog di Filippo Facci, Il Post, 20 agosto 2010. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  48. ^ Filippo Facci, Nobel e Vaticano, in sintesi, in Blog di Filippo Facci, Il Post, 6 ottobre 2010. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  49. ^ Filippo Facci, Gay, di tutto, di più, in Blog di Filippo Facci, Il Post, 12 novembre 2013. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  50. ^ Romana Fabiani, La storia di Piera: video-choc dei radicali pro eutanasia. Che torna ad essere strumento di lotta politica, in Secolo d'Italia, 3 maggio 2013. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  51. ^ Filippo Facci, Morirai con dolore, in Il Giornale, 26 settembre 2006. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  52. ^ Filippo Facci, In un Paese normale, in Blog di Filippo Facci, Il Post, 13 gennaio 2011. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  53. ^ Filippo Facci, Il suicidio come privilegio, in Blog di Filippo Facci, Il Post, 30 novembre 2011. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  54. ^ Filippo Facci a Radio Radicale: «Mio padre morto con eutanasia, meglio la galera che la negazione di libera facoltà», in Radio Radicale, 3 dicembre 2011. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  55. ^ Filippo Facci, Custodia incautelare, in Blog di Filippo Facci, Il Post, 26 luglio 2010. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  56. ^ Filippo Facci, Un volgare garantista, in Blog di Filippo Facci, Il Post, 16 novembre 2010. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  57. ^ Filippo Facci, Diffidate, in Blog di Filippo Facci, Il Post, 18 dicembre 2010. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  58. ^ Filippo Facci, Né libertà né coscienza, in Blog di Filippo Facci, Il Post, 12 gennaio 2012. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  59. ^ Filippo Facci, Il dolo di Travaglio, su Blog di Filippo Facci, Il Post, 19 gennaio 2013. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  60. ^ Mazzetti, pp. 273-274
  61. ^ Filippo Facci, Mondadori vuole far pagare le cause perse ai suoi autori?, su Blog di Filippo Facci, Il Post, 8 luglio 2014. URL consultato il 29 gennaio 2023.
  62. ^ «Fedez menestrello dei Black Bloc», condannato Facci, in Il Tirreno, 6 febbraio 2018. URL consultato il 29 gennaio 2023.

Bibliografia modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica


Cose varie da rivalutare
  1. ^ Marco Travaglio, Filippo Facci-Marco Travaglio: dei processi e delle pene (PDF), in L'Unità, 21 ottobre 2008, p. 29. URL consultato il 31 luglio 2020.
  2. ^ Diffamarono i giudici, giornalisti a giudizio, Il Corriere della Sera, 02-04-1997.
  3. ^ http://www.danielemartinelli.it/2009/05/14/filippo-facci-condannato-per-diffamazione/
  4. ^ https://mauriziomorabito.wordpress.com/2009/05/14/filippo-facci-o-quando-in-italia-si-diffama-anche-non-dicendo-una-parola/