Utente:Scipione3/Stadio Francesco Baracca 1

Stadio Francesco Baracca
Informazioni generali
StatoBandiera dell'Italia Italia
UbicazioneVia F. Baracca, 19
File:Stemma CSSM OK.jpg 30173 Venezia-Mestre
Inizio lavori1896 (Ippodromo)
Inaugurazione1919 (Coppa Beccari)
Ristrutturazione1925 (ingresso ed edifici), anni '50 (Tribune), 1982 (Curve e tribuna-laterali)
ProprietarioFam Zajotti
(1896-1923),
Società PRO Mestre
(1923-1933),
Comune di Venezia
(1933- )
Informazioni tecniche
Posti a sedere6.500 (2012)
StrutturaPianta rettangolare
CoperturaTribuna centrale e Distinti (est)
Pista d’atleticaAssente
Mat. del terrenoErba
Dim. del terreno105 x 65 m
Uso e beneficiari
CalcioMestre
Equitazionedismessa (1919)

Lo stadio Francesco Baracca è l'impianto calcistico della città di Mestre, è uno dei primi e più antichi impianti tuttora in uso per il calcio, inaugurazione e primo evento calcistico ufficiale" nel 1919 (Coppa "Luigi Beccari", vinta dal Mestre FC 1909), con edificio di accesso e servizio costruito nel ventennio fascista (1925) nell'area precedentemente ad ippodromo (dal 1896), ed intitolato all'aviatore scomparso Francesco Baracca. Ha ospitato, anche se in maniera minore, alcuni concerti musicali ed altri eventi.

Presenta una semplice ma particolare "facciata angolare" con ingresso a 45° (dall'omonima via Baracca, ingresso che grazie all'astanteria, serve sia l'ingresso alla tribuna che alla Curva "Baracca"), "facciata angolare" poiché si voleva render visibile lo Stadio dal vicino "viale Garibaldi".

Di base rettangolare è composto dai seguenti settori:

  • Curva "Oberdan" (Nord);
  • Curva "Baracca" (Sud);
  • Distinti (Est), coperti;
  • Tribuna (Ovest), questa coperta sola nella parte centrale.

Storia modifica

Dalla nascita al secondo conflitto mondiale modifica

Situato in centro, più precisamente tra Viale Garibaldi e Via Cà Rossa, è da sempre lo stadio del Mestre.

Lo stadio prende il posto sull'area sportiva recintata con destinazione "ad ippodromo" istituita nel 1896 dalla Società Veneta di Sport (area di proprietà della famiglia Zajotti) ed usata dal "Mestre F.C. 1909" (l'area interna al circuito) sin da prima della guerra.

Nel 1919, anno di iscrizione del Mestre F.C. 1909 alla Federazione, la prima "partita ufficiale" su tale area, col derby mestrino tra Mestre F.C. e SPES Mestre (Spes che giocava nel campo "dietro il cinema Concordia", a fianco il giardino di Villa Erizzo), evento con in palio la "Coppa Luigi Beccari" (atleta mestrino deceduto in guerra), partita vinta dal Mestre 2-0.

Pertanto, come per lo stadio Luigi Ferraris di Genova (scelta la data simbolica del 1910 per realizzare il campo da calcio all'interno del galoppatoio della Villa Centurione Musso Piantelli, ed il 1911 in occasione della partita tra Genoa ed Internazionale avvenne l'inaugurazione ufficiale), in mancanza di notizie precise antecedenti, si deve quantomeno attribuire la nascita dello stadio Francesco Baracca a tale prima partita ufficiale e Coppa vinta, quindi al 1919, in quanto l'area organizzata come "campo di calcio" e recintata, sin dal 1896, anche se inizialmente (e poi "contemporaneamente") dedicata ad ippodromo per la parte del circuito esterno. Il Pubblico accedeva dala via Baracca e si sistemava nell'area ora dedicata all'androne d'ingresso ed alla "curva Baracca".

L'inaugurazione successiva del 1925 sarà quella "degli edifici", come recita infatti la dicitura del progetto "CAMPO POLISPORTIVO della Società PRO MESTRE - PROGETTO DEL FABBRICATO D'INGRESSO - PROSPETTO".

Il "derby mestrino" del 1919 era evento talmente sentito nell'allora piccola città, che prima della partita il Viale Garibaldi e le strade adiacenti furono tappezzate di "volantini-epigrafe" da parte dei tifosi del Mestre FC che preannunciavano la "sicura" dipartita dell'avversario SPES, come poi effettivamente avvenne. Indi sui manifesti fu scritto il punteggio finale.

 
Stadio Francesco Baracca, 1931: immagini di gioco. Sullo sfondo a sinistra si vede il campanile della Chiesa di Carpenedo.

Alla ripresa dei campionati nel 1919-20 L'AC Mestre (nuova denominazione del Mestre FC 1909) gioca in Promozione, ovvero il secondo livello del XX° campionato italiano di calcio (classificandosi 7^, ultimo posto, ma non erano previste retrocessioni).

Il poter giocare l'AC Mestre in II^ divisione avviene proprio per i requisiti dello Stadio Baracca che presentava il campo di dimensioni regolari (e molto grande) nonchè la completa recinzione frangivista (L'alta muragliata di seguito anche descritta, e visibile nelle foto), ovvero la possibilità "del biglietto d'ingresso".

La stagione successiva 1920-21 il Baracca vedrà un Mestre trionfante che sfiorerà la Prima Categoria vincendo dapprima il Girone A (13 pt su 16) ed accedendo alla fase finale vinta a parimerito col US Legnaghese. Mestre allo Spareggio del 12 giugno a Vicenza, perderà (1-0).

In quegli anni, proprio per raccogliere fondi per la costruzione degli edifici di servizio allo Stadio, la "Società Ciclistica Audace" di Carpenedo (presieduta da Giuseppe Caprioglio) aveva realizzato una pista per il ciclismo, con curve sopraelevate. Ed aveva organizzato corse podistiche e ciclistiche sul percorso, anche del Viale Garibaldi, richiedendo il pagamento di una "tassa d'ingresso" alla zona recintata (rimaneva per il pubblico lo spazio del'attuale astanteria e parte di quello ora occupato dalla "curva Baracca" ), pista ciclistica che fu successivamente rimossa per fare spazio alle curve e tribune per il pubblico calcistico.

Nel 1923 il 12 ottobre l'ing. Antonio Gardin presenta il progetto per lo stabile di ingresso allo stadio, ed il 3 novembre la Società Anonima Pro Mestre acquista il terreno.

La Facciata, progettata per esser vista dal vicino Viale Garibaldi, è semplice (architetture mestrine ed italiane del tempo) ma particolare in quanto "facciata angolare", con ingresso dal piccolo "nucleo centrale" di due livelli posto a 45° rispetto alla strada, e con le due ali laterali che proseguono ad un solo livello. L'ingresso-astanteria serve sia lo spazio delle tribune che della "curva Baracca".

La struttura è in mattoni intonacati e pilastri, travi e solai in latero cemento (e tetti piani "a terrazza ed ingresso ai locali superiori), è tra le prime nella zona, all'epoca.

La facciata d'ingresso a 45° presenta una simmetria centrale con il grande portone (per l'epoca) al P.T. (ingresso persone ed eventualmente veicoli) che al primo piano nello stesso spazio mette le due finestre (pieno su un vuoto) contemporaneamente quindi sia "fermando" che "allargando" la vista ("simmetria centrale" al P.T. che diventa "laterale" al I°.P.), vista nuovamente "racchiusa" dalle "insegne laterali" sempre al primo livello. La cornice sormontata dal parapetto (poco più alto nella parte centrale a 45°) lega le 3 ali in un complesso piccolo e razionale.

Le 3 finestre delle ali laterali al P.T. (che definiscono i piccoli locali di servizio) e delle quali la prima è replicata al I°P., erano previste legate da una fascia continua all'altezza d'imposta fino ai lati, chiusi entrambi dai piccoli pennoni delle bandiere previste agli angoli, a magnificare la semplice eloquenza voluta esprimere con la funzionalità dell'edificio sportivo.

 
Mestre, 1931, Stadio Francesco Baracca - Guido Pittarello. Foto dal palo della Porta a sud, inquadra verso nord-est, il pubblico del settore "distinti".

Il restante recinto dello stadio era (ed è rimasto) un semplice "muro doppio" intonacato (con intervallate lesene-pilastini di rinforzo e coronamento sui pilastrini) alto poco più di 3 metri sulla Via Baracca, e circa 2,20-50 sugli altri lati (ma lasciato non intonacato), dove nel dopoguerra è stato poi sopraelevato a 3 (togliendo i cornamenti dei pilastini) e creando poi anche l'accesso da Via Oberdan a fianco la Caserma dei Carabinieri, semplicemente abbattendo circa 10 metri del muro.

Interessante architettonicamente l'ingresso al settore est (e/o anche "Curva Baracca"), sull'angolo sud-est: si snoda in maniera sinuosa su un teorico rettangolo di 12 metri di lunghezza per una profondità di 3 metri, in arretramento alla strada. La porta di ingresso di 3 metri è al centro, da questa si dipanano simmetriche ai 2 lati 3 diverse forme, ognuna per la lunghezza di circa 1,5 metri: partendo dalla porta abbiamo dapprima 2 archi di cerchio che sporgono all'esterno per circa 40 cm., poi il muro si fa a 45° e poi ancora a quarto di cerchio fino a congiungersi al restante muro tramite un pilastrino coronato, sempre su entrambi i lati. Un Andito esterno che come gioco delle forme ricorda "le facciate barocche" però su un andito con recinzione semplice in mattoni intonacati, ricavato in arretramento alla strada. Un "muro facciata", senza edifici e fori.

Gli edifici dello stadio furono inaugurati il 14 giugno 1925 con a presenza delle autorità cittadine dell'allora ancora "libero comune" della città di Mestre (poi assoggettato "a tradimento" al vicino "comune di Venezia" con "Decreto Regio" fascista del 1926).

Nel 1929 presso la sede del CONI nacque l' "U.S. Mestrina" dalla fusione delle quattro principali rappresentative calcistiche di Mestre, che ebbe come primo Presidente Giseppe Pea, già socio di riferimento della "Pro Mestre". Fu quindi allestita anche una prima tribuna coperta in legno, e per sovvenzionare il progetto si era pensato anche affitttare lo stadio per altre manifestazioni, ma la perdita dell'autonomia comunale di Mestre, annessa a Venezia che la considerava e iniziava a trattare "peggio che una colonia africana" (Samonà, 1978, seguirà poi negli anni '50 e '60 il purtroppo famoso "sacco di Mestre" che trasformerà la piccola trimillenaria cittadina chiamata dal '700 "la piccola Versailles" [1] [2]. in brutta città di periferia ...) contribuì ad allontanare gli imprenditori interessati e la Società PRO Mestre fu messa in liquidazione il 7 marzo 1931 (Assemblea azionisti svoltasi in una sala "Da Geremia", in via Cesare Battisti).

Il 11 marzo 1933 lo Stadio mestrino veniva ceduto al Comune di Venezia in cambio di un'area a Porto Marghera.

dal dopoguerra al 1987 modifica

Nell'immediato "primo dopoguerra" il Calcio Mestre (la "grande Mestrina", biancoarancione) nella stagione 1945-46 vince il campionato e viene promosso in serie B (dopo un inizio campionato entusiasmante, primo in classifica, la stagione si concluderà con una finale "disfatta" e la clamorosa retrocessione in C) ed in quella stagione si registrerà il "record di pubblico" nel derby col Padova.

Negli anni '50 , su commissione del "Prosindaco di Mestre" dott. L. Morino (dal 1951 al 1958) viene realizzata dal comm. Casimiro Guarise la tribuna centrale in c.a., tribuna "a gradoni" (con sottostanti spogliatoi e corridoio per l'accesso diretto al campo di gioco) con copertura "a sbalzo" composta sempre negli stessi materiali e forme tipici di tale epoca.

Negli anni successivi verranno realizzate le gradonate in c.a. delle curve e del settore "distinti" (est) che verrà coperto con strutture in semplice telaio di leggeri pali sorreggenti travetti reticolari in ferro, con sovrastante copertura in "eternit" (poi rimossa negli anni '90 e sostituita dalle attuali coperture in lamiera).

Nel 1982 il Calcio Mestre fu promosso in serie C1 e, anche grazie all'impulso dell'allenatore di allora Giorgio Rumignani, venivano demolite le strutture a gradoni in c.a. delle curve e realizzate attraverso strutture in "tubi innocenti" le 2 "curve" Oberdan e Barracca (nonché i bagni sull'angolo nord-est).

dal 1987 ai giorni nostri modifica

Con l'avvento di Maurizio Zamparini alla presidenza del Calcio Venezia e in conseguenza alla "fusione" con il calcio Mestre, il Baracca per un quadriennio ha ospitato le partite casalinghe del calcio Venezia Mestre, dalla stagione di Serie C2 1987-1988 alla stagione di Serie C1 1990-1991. Conquistata la serie cadetta, questa struttura per motivi di ampliamento, essendo a ridosso delle abitazioni, risultò inadatta a disputare tale categoria e quindi la squadra di Maurizio Zamparini vi disputò solo la prima partita, trasferendosi poi definitivamente a Venezia.

Nel maggio del 1991 si è svolta una partita benefica della Nazionale Italiana Cantanti.

Nel 1995 viene presentata la nuova "Variante al Piano Regolatore di Mestre" che, su idea del prosindaco Gaetano Zorzetto (1993-95), vista la carenza (in quel periodo) di aree edificabili a Mestre (Variante PRG "alla casa") proponeva di rendere edificabile l'area "del Baracca" per venderla e con i proventi realizzare il nuovo stadio del Comune di Venezia (a Mestre - Tessera, in utilizzo delle squadre comunali veneziane).

Tale operazione verrà ampiamente ostracizzata dalla cittadinanza e dal rinato Calcio Mestre che partecipano in massa e nel Consiglio Comunale dedicato all'accoglimento delle "osservazioni" ottengono il voto di soppressione del progetto ed il mantenimento della previsione urbanistica precedente "a stadio" dell'area.

Al principio degli anni '90 il rifondato Calcio Mestre (dal Malcontenta 1974) vi ha giocato vincendo i Dilettanti nel 1995-96 e quindi raggiungendo la serie C2 dal 1996-97 e sfiorando poi la promozione in C1 nel 2000-2001 (6000 spettatori allo spareggio con la Triestina, ma successivamente la "nuova gestione subentrata" portò la squadra al fallimento nel 2003.

Talvolta la struttura è stata utilizzata anche per concerti o spettacoli.

Lo stadio Baracca ha anche ospitato alcune partite dell'ACFD Venezia Jesolo (Calcio Femminle A1) nonché eventi di beneficenza.

Dal 2004 pertanto giocò poi al Baracca l'FC Edo Mestre ("il Mestre EDO che porta la fiaccola della Mestrina", Sergio Barzizza, Panathlon, cit).

Dal 2006 anche la gestione dell'impianto è passata alla squadra gialloblù del F.C. Edo Mestre RSM militante nel campionato di Eccellenza Veneto.

Nel 2008, poiché era stato nuovamente proposta la "vecchia idea Zorzetto del 1995" (speculazione edilizia sostitutiva dello stadio),

si è svolta una petizione popolare a sua difesa (oltre 3000 firme in pochissimi giorni), allo scopo di impedirne l'abbattimento per l'importanza storica, sportiva, sociale e culturale dell'impianto.

Nonostante ciò, l'amministrazione comunale veneziana (sindaco Massimo Cacciari) portò avanti la pratica che fu definita nel 2011, successivamente lo stadio assegnato "in proprietà" ad un fondo immobiliare (Nordest Capital) per la messa in vendita (e demolizione con realizzazione edifici abitativi (di "speculazione pubblica", continua il "sacco di Mestre") al fine di rimpinguare le casse del Comune di Venezia. Il fondo immobiliare fu successivamente messo in liquidazione, e nacquero varie diatribe e contese tra Comune di Venezia, Fondo immobiliare, gestori telefonici (antenne telefoniche situate al Baracca) e società calcistiche. L'Edo Mestre riesce "fortunosamente" a mantenere l'uso "momentaneo" delle strutture.

Nell'estate del 2014 l'EDO Mestre (dal '62, fondazione, ininterrottamente della famiglia Luppari) viene rilevato da un gruppo di mestrini (tra i quali anche titolari anche del titolo registrato del AC Mestre fallito nel 2003 ed un "rappresentante Lupari") che rifondano la squadra come "Mestrina FC 1929" cambiando anche i colori sociali da gialloblù ad arancioneri;

nel Campionato di Eccellenza 2014-15 la Mestrina sfiora i playoff e registra il primo "nuovo derby" con i veneziani del Laguna Venazia neroverde, in un clima di simpatica e sana rivalità. I tifosi Veneziani esporranno ai mestrini lo striscione "BENTORNATO MIGLIOR NEMICO".

File:Brugnaro firma per Stadio Baracca.jpg
Il candidato sindaco Luigi Brugnaro (poi eletto Sindaco il 14 giugno) firma il documento di Mestrina FC 1929 e AC Mestre per la salvaguardia dello Stadio.

Nel 2014 e 2015 nuovamente i cittadini mestrini (ed associazioni), nonchè le società calcistiche Mestrina 1929 e AC Mestre 2003, si sono mossi a ribadire la difesa dello stadio dalla prevista vendita e demolizione e, approfittando anche del periodo elettorale primaverile, ottenendo un impegno da tutti i "candidati sindaco" che sottoscrivono un appello ed impegno per "preservare lo Stadio Francesco Baracca valutandone un possibile vincolo storico o almeno di garantirne la disponibilità alle maggiori società di calcio mestrine almeno fino a quando non sarà realizzato un nuovo impianto per Mestre, con uguale o superiore capienza".

L'undici giugno (il 14 era la domenica "del ballottaggio") sono stati festeggiati i 90 anni dello stadio, cerimonia con grande affluenza e con la partecipazione (e nuovo impegno ribadito) dei candidati sindaco Felice Casson e Luigi Brugnaro.

Ad ottobre 2015 le associazioni e gruppi mestrini appartenenti al "Presidio Permanente Mestre Terraferma" hanno presentato la "pratica di vincolo storico architettonico" come inizialmente proposto dall'Associazione "Città di Mestre" (costituente anch'essa il "Presidio permanente") ai fini di recupero e tutela di detta struttura, contro la inutile e dannosa demolizione prevista.

Nell'estate 2015 all'udienza in tribunale (Azione legale tra gestori Telefonici-Fondo Immobiliare e Comune di Venezia e compartecipazione AC Mestre 1909-1929) biene trovato un "accordo momentaneo tra le parti" e lo Stadio viene assegnato in gestione all'AC Mestre per un biennio. La firma dell'accordo avviene in ottobre.

Dal settembre cominciano i lavori di adeguamento dello Stadio, onde poter ospitare l'AC Mestre in Serie D 2015-2016 che comincia le sue partite di campionato (in attesa della fine lavori) allo stadio di Mogliano Veneto.

I lavori principali consistono nella creazione di "uno spogliatoio arbitri donne" e l'adeguamento del campo che viene ridotto dai 108 ai 105 metri, l'ampliamento delle Panchine bordocampo, ed altro. Si attende "l'ok" della Commissione.

Il nome dello Stadio modifica

Lo stadio di Mestre prende il nome della strada dalla quale vi sono i principali accessi (ed unici, al tempo), tra l'altro strada intitolata ad un eroe della prima guerra mondiale, Francesco Baracca, aviatore decorato della medaglia d'oro al valor militare e deceduto sul Montello il 19 giugno 1918.

Tuttavia, negli anni, alcuni trovavano riduttivo un nome corrispondente a quello della strada, venuto quindi "dal nulla", senza decisione solenne (e nome che talvolta, scherzandoci, se paragonato ai "grandi stadi italiani", diventa "una baracca", che è la storia del divenire dal poco e senza soldi perenne di Mestre, relegata a frazione periferia e trattata "peggio delle colonie africane", come già detto ...), nel progetto dello Stadio, denominato "Centro Polisportivo", viene data la via, non il nome.

Avvenne quindi che lo stadio ebbe altre 2 denominazioni: dapprima fu intitolato alla memoria di un Giocatore, Roberto Furlan, e successivamente a quella di un suo Presidente, Erminio Maccatrozzo.

Tali nomi però sono stati dimenticati, e sono stati cancellati entrambi dalla memoria comune. Cosicchè lo stadio "è come i nobili", 3 nomi, il principale ed i due "minori".

Nel parlare e sentire della gente, è rimasto "Stadio Baracca".

Lo stadio di Mestre, nato col poco della piccola trimillenaria cittadina formata da un centro e dalle tante piccole anime attorno, in un grande territorio, città già smembrata a fine ottocento in piccoli comuni (Chirignago], Trivignano, Favaro, ecc., Spinea, Martellago, Peseggia, Mogliano - questo sotto addirittura altra provincia ...) e poi espropriata a tradimento durante la guerra del suo futuro, ovvero del suo Porto industriale "ai Bottenighi" nel 1917 che divenivano Marghera (esproprio per più di 1/4 del territorio mestrino, 1190 ettari sui 4350 del Comune di Mestre, già frazionato ...), che nel 1926 col decreto fascista 1317 diveniva "frazione di Venezia"; Mestre, cittadina già povera ma orgogliosa che diventava "la periferia" della "grande nobile decaduta amata da tutti", Venezia, che l'ha poi trattata peggio "di una colonia africana" (cit.),

lo stadio di Mestre rappresenta nel suo insieme la storia della città nel '900 in tutto, anche "nel suo essere Baracca". Ovvero il minimo utile (e senza soldi) dove "chi comanda" ha perisno l'interesse (o comunque si comporta in tal modo) a cancellare e sopprimere ogni identità ed azione diversa dal nome veneziano. Tant'è che il "comune di Venezia" l'ha persino "reso edificabile" per pagare i debiti Veneziani.

Per lo stadio, l'esser rimasto "autentico", paradossalmente è stata una fortuna, in quanto lo stesso è stato modificato per molto poco rispetto all'origine (di tantissimi antichi stadi italiani, invece, ormai non resta "più nulla" o quasi, tutti ricostruiti e ristrutturati dal dopoguerra, se non demoliti) registrando aggiunte "utili ed indispensabili" che hanno di poco modificato le strutture originarie dei primi '900, e che quindi si presta ad un vincolo per tali motivi.

Identico il nome: ne ha 3, ma il primo, semplice, anche paradossalmente rappresentativo di molte situazioni mestrine, è rimasto.

Particolarità, eventi, "record" modifica

Hanno calcato il terreno di gioco del "Francesco Baracca" grandi giocatori, tra i quali ricordiamo Valentino Mazzola, Benito Lorenzi, Gianni Rivera, Paulo Roberto Falcao e molti altri, oltreché le centinaia di altri giocatori che hanno indossato la maglia delle squadre di casa: Mestrina-Mestre anche in serie B (1946-47) (nonchè Promozione - II^ serie dal 1919-20 al 1921-22), EDO Mestre, VeneziaMestre-Venezia 1907 in serie C2 e C1 (1987-91), VeneziaJesolo femminile (e quelli "ospiti"). Tra questi ricordiamo Edi Bivi, Roberto Furlan, Mario Liberalato, Michele Serena, Cristian Arrieta, Sergio Floccari, Giuliano ("Pippo") Groppi. Stadio gremitissimo e strapieno anche nei numerosi incontri con le grandi e grandissime ospiti, tra le quali ricordiamo (partite amichevoli) il Milan della stella e la Roma del secondo scudetto.

L'affluenza record del Baracca ci è riferita da Augusto Berton che riporta "una parteccipazione coinvolgente ed entusiasmante del pubblico. Così si spiegano i 12.000 spettatori presenti allo storico derby di serie B al "Baracca" contro i biancorossi del Padova", fatto avvenuto nel primo dopoguerra quando la città di Mestre aveva "solo" 70.000 abitanti.

Una delle più grandi mezzali mai viste al Baracca, Ostelio Tommasi, pur avendo calcato i palcoscenici di serie A, ricordava: "Quando giocavo a Mestre il Baracca era sempre pieno all'inverosimile e il pubblico andava in delirio. Difficilmente ho visto in giro un pubblico caldo e appassionato come quello mestrino..."

Note modifica

Bibliografia modifica

  • Claudio De Min (a cura di) Cinquantanove anni di storia del Calcio Mestre, Mestre 1990
  • Augusto Berton, Vito Caon, presentazione di Teddy Staffuzza, Mestre 1999
  • Andrea Checconi Sbaraglini, Gianni Ferruzzi - Storia dello stadio di Mestre - appunti al Gazzettino, maggio 2015
  • Sergio Barizza (a cura di) Panathlon International Club Mestre 1984-2004 - Treviso 2004
  • Sergio Barizza Storia di Mestre, III^ edizione, Padova, edizioni II Poligrafo, 2014


Voci correlate modifica

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