1969 Nebula Award Weekend

La 4ª edizione del Nebula Award Weekend per l'assegnazione dei premi Nebula si è tenuta il 14 e 15 marzo 1969 in tre eventi differenti organizzati dalla Science Fiction and Fantasy Writers of America (SFWA), rispettivamente sulla East Coast, presso Les Champs di New York e sulla West Coast, Club 33, Disneyland, Anaheim in California e a sud presso il Fontainebleau Motor Hotel a New Orleans in Louisiana.[1] l'organizzazione di tre eventi distinti venne pensata per far fronte all'impossibilita da parte di alcuni autori di spostarsi per grosse distanze, non ci furono cerimonieri per l'occasione.

Ingresso del Club 33 a Disneyland, Anaheim in California

Storia modifica

Sin dalla sua costituzione i premi Nebula sono rimasti pressoché invariati, la categorizzazione originale prevedeva il miglior romanzo, miglior romanzo breve, miglior racconto e miglior racconto breve.

Al tempo non erano ancora state istituite regole vincolanti sulla nomination per le opere, ne tantomeno vi era una struttura organizzata come oggi, infatti se ad oggi nelle categorie vi è un numero limitato di possibili candidati (6 per categoria), nell'edizione per il miglior romanzo avrebbe visto cinque candidati.[1]

Per la categoria miglior romanzo, il verdetto finale vedrà trionfare Alexei Panshin, con Rito di passaggio, romanzo pubblicato per la prima volta nel luglio del 1968, si tratta di un ampliamemto di una versione precedentemente pubblicata sulla rivista If nel luglio del 1963, quest'ultima è una parte del capitolo III A Universal Education ed appare in forma sostanzialmente diversa con il titolo Down to the Worlds of Men[2][3][4][5] nello stesso anno si è posizionato anche al secondo posto nella classifica per il Premio Hugo per il miglior romanzo.[6]

Per la categoria miglior romanzo breve, il verdetto finale vedrà trionfare Anne McCaffrey, con Cavaliere del drago, l’opera pubblicata originariamente sulla rivista di fantascienza Analog Science Fiction nel dicembre 1967 con il titolo originale di Dragonraider è la seconda parte[7] di una pubblicazione antecedente, La cerca del Weyr (Weyr Search) apparsa sulla stessa rivista il mese precedente,[8] l’unione dei due brevi romanzi ha dato origine al romanzo Il volo del drago pubblicato per la prima volta dalla casa editrice Ballantine Books nel luglio 1968.[9] Si tratta di una correzione di romanzi, tra cui due che hanno reso McCaffrey la prima scrittrice a vincere un premio Hugo e Nebula.[10] se infatti Cavaliere del drago le ha consentito di ricevere il premio Nebula, primo capitolo della serie dei Dragonieri di Pern, La cerca del Weyr ha permesso di ottenere il Premio Hugo per il miglior romanzo breve,[11] primo premio Hugo assegnato a una donna per la narrativa.[12]

Per la categoria miglior racconto, l’autore Richard Wilson, si aggiudica il premio surclassando altri otto nomi in lizza, con il suo racconto Madre del mondo (Mother to the World), opera originariamente pubblicata da Damon Knight nella sua antologia Orbit 3 nel giugno del 1968 dalla casa editrice G. P. Putnam's Sons.[13] Oltre al premio Nebula, l’opera di Wilson si è trovata in lizza anche per il premio Hugo per il miglior racconto, non aggiudicandosi però il premio, che verrà conferito a Poul Anderson per la sua opera La comunione della carne (The Sharing of Flesh).[11] In quest’opera l’autore riscrive a suo modo la storia di Adamo ed Eva.[14]

Per la categoria miglior racconto breve il premio e assegnato a Kate Wilhelm, per la sua opera I pianificatori (The Planners), anche quest’opera vede la sua prima pubblicazione sull’antologia Orbit 3.[15] Il racconto della Wilhelm, H&C descrive in maniera piuttosto confusa l’autrice e l’opera correlata ponendo la Wilhelm come una dei pochi scrittori di sf che hanno costantemente tentato (e spesso sono riusciti) di incorporare la fantascienza nelle forme non di genere dei racconti e dei romanzi contemporanei, di cui ha sicuramente un elogio, l'uso audace e surreale dell'allucinazione e della fantasia in tutta la storia lo rendono molto più vicino allo slipstream che al duro SF e più adatto per un'antologia come Feeling Very Strange, l’opera si sonda attorno a uno scienziato comportamentale assorbe la stessa sostanza che stimola l'intelligenza che viene nutrita dai suoi scimpanzé, soffrendo sogni ad occhi aperti di autorità e potere.[16]

Categorie modifica

Le categorie ammesse per l'edizione 1967 sono state:

Regolamemto modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Premio Nebula § Regolamento prima del 2010.

La classifica avviene tramite votazione di una giuria di esperti nel settore per opere pubblicate l'anno precedente l'edizione[17]. Pur non avendo collegamenti con essi il premio Nebula viene influenzato dal premio Locus e a sua volta influenza sin dalla sua prima edizione la giuria del premio Hugo dando indicazioni circa le opere maggiormente meritorie da premiare.[17] le opere ammesse al ballottaggio per le nomination sono frutto di segnalazioni dei membri della SFWA nel corso di un intero anno, senza limite per il numero di opere raccomandabili, e raggiunto un numero di raccomandazioni sufficiente (10) vengono sottoposte a una votazione preliminare.[18]

Vincitori e candidati modifica

Vengono di seguito indicati in grassetto i vincitori.
Dove ricorrente e disponibile, viene indicato il titolo in lingua italiana e quello in lingua originale tra parentesi.

Miglior romanzo modifica

Miglior romanzo breve modifica

Miglior racconto modifica

Miglior racconto breve modifica

Note modifica

Annotazioni modifica

  1. ^ Pubblicato per la prima volta in una versione più breve serializzata in tre parti come Faust Aleph-Null nella rivista If, tra agosto e ottobre del 1967, l'edizione del libro mantiene la frase come sottotitolo.[19][20] e successivamente nel 1968 dalla Doubleday, ha avuto un sequel, The Day After Judgment pubblicato nell'agosto del 1970 sulla rivista Galaxy Science Fiction[21] e successivamente nel marzo del 1971 dalla casa editrice Doubleday.[22] Insieme, queste due romanzi brevi formano la terza parte della trilogia tematica After Such Knowledge (il titolo è tratto da una linea di Gerontion di T. S. Eliot: "Dopo tale conoscenza, quale perdono?") assieme ai romanzi Guerra al grande nulla e Doctor Mirabilis (romanzo).[23][24] Blish ha dichiarato che solo dopo aver completato la Pasqua Nera si è reso conto che le opere formavano una trilogia.[25] Pasqua Nera e il suo sequel furono successivamente pubblicati in un unico volume con il titolo Black Easter e The Day After Judgment nel 1980; un'edizione del 1990 della Baen Books è stata ribattezzata The Devil's Day dando il nome alla serie.[26][27]
  2. ^ Pubblicato nel 1968,[28] dal romanzo è stato tratto il celebre film Blade Runner di Ridley Scott (1982).[29] In Italia il libro è stato pubblicato con tre differenti titoli, a seconda dell'anno di uscita. Intitolato dapprima Il cacciatore di androidi, è stato poi edito con lo stesso titolo del film che ne è stato tratto, Blade Runner, per essere successivamente ritradotto e ripubblicato con un titolo più aderente all'originale, Ma gli androidi sognano pecore elettriche? edito dalla Fanucci Editore.[30] Infarcito dei temi tipici dello scrittore statunitense (cos'è reale e cosa non lo è, cosa è umano e cosa no, le droghe, la repressione poliziesca, le difficili relazioni con le donne, i simulacri), è ritenuto da alcuni[31] inferiore a capolavori quali Ubik o La svastica sul sole, mentre altri critici[32] lo ritengono da inserire a pieno titolo nel novero delle opere maggiori.[33][34]
  3. ^ Pubblicato in lingua originale anche col titolo di Vornan-19, dal nome dell'omonimo viaggiatore del tempo che, dal futuro, torna a visitare la Terra del 1999, l’opera viene originariamente pubblicata nel maggio del 1968 dalla casa editrice Ballantine Books,[35]Si tratta di uno dei romanzi più lunghi di Silverberg di quel tempo, con circa 90.000 parole.[36] In una delle sue introduzioni postume alla prima uscita del libro, Silverberg inizia chiedendo scusa per i suoi precedenti lavori ritenuti dall’autore mediocri e ispirati unicamente alle richieste del mercato, definendo i lavori precedenti "claptrap prodotto in serie" negli anni '50. Silverberg era stato scoraggiato dagli atteggiamenti e dalle reazioni del mercato della fantascienza e si era chinato a dare al mercato ciò che richiedeva. Quindi, dice Silverberg, ha deciso di scrivere delle belle storie, per rivendicare la sua reputazione imbronciata. Così ha scritto Thorns e The Masks of Time. Sono stati fantastici, i recensori li hanno adorati, permettendo a Silverberg di recuperare la sua reputazione.[37] Nel 1970 il romanzo è stato ristampato nel Regno Unito con il titolo di Vornan-19;[38] è stato tradotto in italiano per la prima volta nel 1977.[39][40] L’opera è stata descritta come "una performance brillante e quasi impeccabile", ed è stato paragonata a Straniero in terra straniera di Robert A. Heinlein. La storia di Vornan-19 è stata descritta come una parodia realistica e ironica delle avventure romantiche e sovrumane di Valentine Michael Smith.[41] Algis Budrys ha citato "problemi gratuiti", ma ha raccomandato ai lettori di "andare a comprarlo. È abbastanza interessante".[42]

Note modifica

  1. ^ a b (EN) 1969 Nebula Awards, su nebulas.sfwa.org. URL consultato il 6 maggio 2020.
  2. ^ (EN) Isfdb - Rite of Passage, su isfdb.org. URL consultato il 25 aprile 2019.
  3. ^ (EN) Sf - Encyclopedia - Panshin, Alexei, su sf-encyclopedia.com. URL consultato il 25 aprile 2019.
  4. ^ (EN) [JULY 2, 1963] A NEW POINT OF VIEW (MAKING DOWN TO THE WORLDS OF MEN), su galacticjourney.org. URL consultato il 25 aprile 2019.
  5. ^ (EN) Alexei Panshin, RITE OF PASSAGE (PDF), su epdf.tips. URL consultato il 25 aprile 2019.
    «A portion of Part III appeared in substantially different form in the July 1963 issue of If under the title Down to the Worlds of Men and is copyright, 1963, by Galaxy Publishing Co., Inc.»
  6. ^ (EN) Hugo Awards 1969, su thehugoawards.org. URL consultato il 25 aprile 2019.
  7. ^ (EN) Isfdb - Dragonrider, su isfdb.org. URL consultato il 15 maggio 2020.
  8. ^ (EN) Isfdb - Weyr Search, su isfdb.org. URL consultato il 15 maggio 2020.
  9. ^ (EN) Isfdb - Dragonfly, su isfdb.org. URL consultato il 15 maggio 2020.
  10. ^ (EN) Robin Roberts, Publishers Weekly - Anne McCaffrey: A life with dragons, su amazon.com, 2007. URL consultato il 15 maggio 2020.
  11. ^ a b (EN) The Hugo Awards 1968, su thehugoawards.org. URL consultato il 15 maggio 2020.
  12. ^ (EN) SFWA - Anne McCaffrey, su nebulas.sfwa.org. URL consultato il 15 maggio 2020.
  13. ^ (EN) Isfdb - Mother to the World, su isfdb.org. URL consultato il 15 maggio 2020.
  14. ^ N. 21], su Robot - Rivista di fantascienza, fantascienza.net, dicembre 1977. URL consultato il 15 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2020).
    «Ma le donne non si arrendono, e sono destinate a una missione fondamentale per il nostro futuro: ce la descrive Richard Wilson nel suo bellissimo Madre del mondo (Mother of the World, premio Nebula 1968) che a suo modo riscrive la storia di Adamo ed Eva»
  15. ^ (EN) Isfdb - The Planners, su isfdb.org. URL consultato il 15 maggio 2020.
  16. ^ (EN) Scott Bradfield, Kate Wilhelm: An appreciation, Los Angeles Times, 13 marzo 2018.
  17. ^ a b (EN) Nebula Award, Overview thread, su Science Fiction Awards Database. URL consultato il 5 aprile 2019.
  18. ^ (EN) Michael A. Burstein, An Introductory Guide to the Nebula Awards by Michael A. Burstein on Apr 18, 2011 in Nonfiction, su apex-magazine.com. URL consultato il 7 aprile 2019.
  19. ^ (EN) Isfdb - Black Easter, su isfdb.org. URL consultato il 26 aprile 2019.
  20. ^ (EN) Britannica - Faust Aleph-Null, su britannica.com. URL consultato il 26 aprile 2019.
  21. ^ (EN) Galaxy Science Fiction - The Day After Judgment, su archive.org. URL consultato il 26 aprile 2019.
  22. ^ (EN) The Day After Judgment, su isfdb.org. URL consultato il 26 aprile 2019.
  23. ^ (EN) Britannica - After Such Knowledge, su britannica.com. URL consultato il 26 aprile 2019.
  24. ^ (EN) Sf reviews - James Blish - Black Easter, su sfreviews.com. URL consultato il 26 aprile 2019.
  25. ^ (EN) David Ketterer, Imprisoned in a Tesseract: The Life and Work of James Blish, Kent State University Press, 1987, ISBN 978-0-87338-334-9.
  26. ^ (EN) Isfdb - The Devil's Day, su isfdb.org. URL consultato il 26 aprile 2019.
  27. ^ (EN) James Blish, The Devil's Day, Baen Pub. Enterprises, 1990, ISBN 978-0-671-69860-7. URL consultato il 26 aprile 2019.
  28. ^ (EN) Isfdb - Do Androids Dream of Electric Sheep?, su isfdb.org. URL consultato il 28 aprile 2019.
  29. ^ Michele Magno, Psichedelico Dick, su ilfoglio.it. URL consultato il 28 aprile 2019.
  30. ^ Fanucci Editore - Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, su fanucci.it. URL consultato il 28 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2019).
  31. ^ Recensioni opere di Philip K. Dick, su intercom.publinet.it. URL consultato il 28 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 7 dicembre 2008).
  32. ^ Ibidem
  33. ^ Marta Merigo, P. K. Dick e gli androidi sognatori di pecore elettriche di “Blade Runner”, su artspecialday.com. URL consultato il 28 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2019).
  34. ^ (EN) James Van Hise, PHILIP K. DICK ON ‘BLADE RUNNER’, su scrapsfromtheloft.com, 9 novembre 2016. URL consultato il 28 aprile 2019.
  35. ^ (EN) Isfdb - The Masks of Time, su isfdb.org. URL consultato il 14 maggio 2020.
  36. ^ (EN) Gary Couzens, Infinity Plus - The Masks of Time by Robert Silverberg, su infinityplus.co.uk, 12 aprile 2003. URL consultato il 14 maggio 2020.
  37. ^ (EN) Robert Silverberg, Stranger than SF - The Masks of Time, su strangerthansf.com. URL consultato il 14 maggio 2020.
    «This edition of The Masks of Time begins with a short introduction from the author. I've never read something so arrogant, self-aggrandizing, and completely lacking in self-awareness. Silverberg begins by apologizing for churning out "mass-produced claptrap" in the 1950s. He'd been discouraged, you see, by the attitudes and reaction of the science fiction marketplace, and had stooped to giving the market what it demanded.»
  38. ^ (EN) John Clute, David Langford e Peter Nicholls (a cura di), Robert Silverberg, in The Encyclopedia of Science Fiction, IV edizione online, 2021.
  39. ^ Silverberg (1977)
  40. ^ Catalogo Vegetti della letteratura fantastica
  41. ^ (EN) Edgar L. Chapman, The road to Castle Mount: the science fiction of Robert Silverberg, Westport, Greenwood Press, 1999, p. 45, ISBN 0-313-26145-8. URL consultato il 14 maggio 2020.
  42. ^ (EN) Budrys Algis, Galaxy Bookshelf, Galaxy Science Fiction, December 1968, pp. 149–155. URL consultato il 14 maggio 2020.
  43. ^ Noto anche con il nome di Dove portano tutte le strade Fuso con Nel collegio dei ricordatori (Perrys Way) e La strada per Jorslem (To Jorslem) nel romanzo Ali della notte (Nightwings)

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica