Alfonso III d'Aragona

re della Corona d'Aragona
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Alfonso, detto il Liberale (el Liberal), ma anche il Franco (el Franc) (Alfonso anche in spagnolo, Alfons in catalano, Alifonso in aragonese, e Adefonsus o Alfonsus in latino; Valencia, 4 novembre 1265Barcellona, 18 giugno 1291), è stato Re Alfonso III di Aragona, Alfonso I di Valencia, Conte Alfonso II di Barcellona e delle altre contee catalane (1285-1291) e dal 1286 anche re Alfonso I di Maiorca.

Alfonso III d'Aragona
Alfonso III il Liberale o il Franco (Monastero di Santa Maria di Poblet, 1400).
Re della Corona d'Aragona
Stemma
Stemma
In carica11 novembre 1285 -
18 giugno 1291
PredecessorePietro III il Grande
SuccessoreGiacomo II il Giusto
Re di Maiorca
In carica1286 -
18 giugno 1291
PredecessoreGiacomo II di Maiorca
SuccessoreGiacomo II di Aragona
Nome completoAlfonso Perez
Altri titoliRe di Valencia, Conte di Barcellona e di altre contee catalane
NascitaValencia, 4 novembre 1265
MorteBarcellona, 18 giugno 1291 (25 anni)
Luogo di sepolturaConvento dei francescani, Barcellona,
poi Cattedrale di Barcellona
Casa realeCasa d'Aragona
PadrePietro III il Grande
MadreCostanza II di Sicilia
ConsorteEleonora d'Inghilterra
(matrimonio mai celebrato)
ReligioneCattolicesimo

Origine modifica

Figlio primogenito del re d'Aragona, di Valencia e conte di Barcellona e altre contee catalane, Pietro III il Grande e di Costanza di Sicilia[1], figlia del re di Sicilia Manfredi (figlio illegittimo dell'imperatore Federico II di Svevia) e di Beatrice di Savoia (12231259).[2][3][4]

Biografia modifica

 
Alfonso III d'Aragona.
 
Alfonso III d'Aragona.
 
La sua tomba

Secondo la Cronaca piniatense[5], Alfonso era il figlio primogenito dei tre figli maschi ancora in vita (gli altri due erano Giacomo e Federico; mentre l'ultimogenito, Pietro, era morto giovane) di Pietro e di Costanza[2].

Alfonso, il 15 agosto 1290, sposò, per procura[2], Eleonora d'Inghilterra, figlia del re d'Inghilterra Edoardo I e di Eleonora di Castiglia, dopo circa quattro anni di fidanzamento (il contratto era stato stipulato, nel 1286[2]). Il matrimonio non fu mai consumato[2], in quanto Edoardo I rifiutò di mandare la figlia Eleonora in Aragona, finché il re Alfonso III e tutti i suoi parenti erano colpiti dall'interdetto papale, per la mancata restituzione della Sicilia agli angioini.

Nel 1285 ricevette incarico dal padre, Pietro III il Grande, di conquistare il regno di Maiorca, togliendolo allo zio, il re di Maiorca Giacomo II, che aderendo alla crociata indetta da papa Martino IV, nel 1284 e nel giugno-settembre del 1285, aveva dato aiuto, nei suoi possedimenti francesi, all'esercito del re di Francia Filippo l'Ardito.

Alla morte del padre, nel novembre del 1285, in quanto figlio maggiore gli succedette sul trono di Aragona e di Valencia e nelle contee catalane[2], mentre il secondogenito, Giacomo il Giusto gli succedette sul trono di Sicilia, anche se il padre sul letto di morte aveva rinunciato a quel regno (di Sicilia)[2].

Nel corso del 1286, portò a termine l'incarico ricevuto dal padre e oltre a Maiorca conquistò anche l'isola delle Pitiuse, Ibiza. Poi passò all'isola di Minorca e, nel 1287, portò a compimento la conquista dell'isola, tolta all'emiro Abû'Umar, vassallo prima di Giacomo I e poi di Giacomo II, accusato di essersi alleato con gli Angioini e poi coi crociati francesi[2]. Minorca fu ripopolata con popolazioni catalane (secondo il cronista Ramon Muntaner de bona gent de catalans).

In politica interna dovette subire la ribellione a più riprese dell'aristocrazia aragonese, che si sentiva trascurata dalla monarchia che per le sue imprese si poggiava più sulla borghesia mercantile catalana, così dopo le cortes, del 1286, di giugno a Saragozza e di ottobre a Huesca Alfonso, prima dovette concedere dei privilegi all'Unione Aragonese, nel 1287[2]; poi, dovette reprimere delle ribellioni e dopo la riunione delle cortes del 1289, a Monzón, Alfonso riuscì ad ottenere, con l'aiuto di catalani e valenziani, un potere della corona d'Aragona, più rafforzato e centralizzato, a scapito soprattutto della nobiltà aragonese.

Dato che il re di Castiglia, Sancho IV, aveva preso posizioni sempre più filofrancesi, nel settembre del 1288, a Jaca partecipò alla proclamazione di Alfonso de la Cerda (figlio di Ferdinando de la Cerda, primogenito, premorto al padre, nel 1275, del re di Castiglia, Alfonso X il Saggio, a sua volta morto nel 1284, che assieme al fratello Ferdinando erano detti gli infanti de la Cerda, a cui il re di Aragona, suo padre, Pietro III d'Aragona aveva dato asilo) a re di Castiglia, che portò i due regni di Castiglia e di Aragona ad una guerra di frontiera, con battaglie nell'aprile e luglio del 1289, settembre del 1290 e febbraio del 1291.

In politica estera, dato che teneva prigioniero in Aragona il capo della casa angioina, il re di Napoli, Carlo lo Zoppo, Alfonso III ricevette le varie delegazioni (papato, Francia ed Inghilterra) che ne sollecitavano la liberazione (anche la moglie Eleonora lo sollecitava a liberarlo). Dopo che un primo accordo, preso ad Oléron, nel 1287, fu bocciato dal Papa Niccolò IV, il 27 ottobre 1288 a Canfranc, nel nord dell'Aragona, fu trovato l'accordo e Carlo II venne liberato in cambio dei tre figli che rimasero in ostaggio al suo posto. Dato che la guerra in Sicilia riprese Alfonso inviò l'ammiraglio Ruggero di Lauria in aiuto del fratello, il re di Sicilia, Giacomo il Giusto (futuro re d'Aragona). Nel febbraio del 1291, a Tarascona, riuscì a fare la pace col papato (che continuava a sostenere Carlo di Valois come re d'Aragona) e la Francia: disconobbe i diritti del fratello Giacomo sulla Sicilia[2] ed in cambio Carlo di Valois rinunciò ai diritti sul regno d'Aragona, ottenendo le contee d'Angiò e del Maine insieme alla mano di Margherita, figlia di Carlo II lo Zoppo di Napoli, che avrebbe dovuto rientrare in possesso della Sicilia, ora che Giacomo il Giusto non aveva più l'appoggio del regno d'Aragona.

Ancora secondo la Cronaca piniatense[5] Alfonso III morì all'improvviso, a 25 anni, il 18 giugno del 1291 e fu tumulato nel convento dei frati minori di Barcellona[2]
Alfonso, dato che non aveva discendenza, lasciò i regni di Aragona, Valencia e Maiorca al fratello Giacomo, che, nelle disposizioni di Alfonso, avrebbe dovuto lasciare il regno di Sicilia al terzo fratello Federico.

Alfonso III nella Divina Commedia modifica

 
Alfonso III d'Aragona.

Nella Divina Commedia, Dante cita Alfonso III, nel Settimo canto del Purgatorio incontrandolo, come il padre Pietro III il Grande, il fratello Giacomo il Giusto, Carlo I d'Angiò e Filippo III di Francia, fuori dai cancelli del Purgatorio, nella Valletta dei Principi dell'Antipurgatorio, per la continua lotta che li oppose, insieme agli altri monarchi da lui ritenuti colpevoli per la disastrosa situazione politica nell'Europa del XIII secolo; Dante cita ancora Giacomo il Giusto, nel Terzo canto del Purgatorio dove cita anche il fratello Federico, nelle parole di suo nonno Manfredi di Sicilia, che si trova fuori dai cancelli del Purgatorio, nel primo ripiano dell'antipurgatorio.

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Pietro II di Aragona Alfonso II d'Aragona  
 
Sancha di Castiglia  
Giacomo I d'Aragona  
Maria di Montpellier Guglielmo VIII di Montpellier  
 
Eudocia Comnena  
Pietro III d'Aragona  
Andrea II d'Ungheria Béla III d'Ungheria  
 
Agnese d'Antiochia  
Iolanda d'Ungheria  
Iolanda di Courtenay Pietro II di Courtenay  
 
Iolanda di Fiandra  
Alfonso III d'Aragona  
Federico II di Svevia Enrico VI di Svevia  
 
Costanza d'Altavilla  
Manfredi di Sicilia  
Bianca Lancia Bonifacio I d'Agliano  
 
Bianca Lancia  
Costanza di Sicilia  
Amedeo IV di Savoia Tommaso I di Savoia  
 
Margherita di Ginevra  
Beatrice di Savoia  
Anna di Borgogna Ugo III di Borgogna  
 
Beatrice di Albon  
 

Discendenza modifica

Alfonso ed Eleonora non ebbero discendenti,[2][3][6] in quanto il matrimonio non fu mai consumato e, secondo il cronista Ramon Muntaner Alfonso III era ancora vergine, non avendo mai avuto contatti con una donna (il était parfaitement vierge, n´ayant jamais approché de femme)[2].

Note modifica

  1. ^ Costanza di Hohenstaufen anche detta di Sicilia, non deve essere confusa con Costanza d'Altavilla, anch'essa detta di Sicilia, bisnonna di Costanza di Hohenstaufen.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m ARAGON KINGS, su fmg.ac. URL consultato il 17 ottobre 2023.
  3. ^ a b Barcelona 10, su genealogy.euweb.cz. URL consultato il 17 ottobre 2023.
  4. ^ mittelalter-genealogie.de, su www.mittelalter-genealogie.de. URL consultato il 17 ottobre 2023.
  5. ^ a b La Cronaca piniatense è una cronaca storiografica, voluta dal re d'Aragona, Pietro IV, del regno d'Aragona, dalle sue origini comitali sino alla Corona d'Aragona (1336, morte di Alfonso IV di Aragona)
  6. ^ mittelalter-genealogie.de, su www.mittelalter-genealogie.de. URL consultato il 17 ottobre 2023.

Bibliografia modifica

  • C.W. Previté-Orton, Storia del mondo medievale, vol. V, L'Italia nella seconda metà del XIII secolo, 1999, pp. 198–244
  • Hilda Johnstone, Storia del mondo medievale, vol. VI, Francia, gli ultimi capetingi, 1999, pp. 569–607
  • Edward Armstrong, Storia del mondo medievale, vol. VI, L'Italia al tempo di Dante, 1999, pp. 235–296

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN3368648 · ISNI (EN0000 0000 6118 9645 · BAV 495/195605 · CERL cnp00572795 · LCCN (ENnr90002089 · GND (DE123000564 · BNE (ESXX1249265 (data) · J9U (ENHE987007291792605171 · WorldCat Identities (ENlccn-nr90002089