Casteggio

comune italiano
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Casteggio (Castégiu in dialetto oltrepadano[4], Castés in dialetto pavese) è un comune italiano di 6 439 abitanti della provincia di Pavia in Lombardia. Nel 2016 era il terzo comune lombardo di oltre 5000 abitanti con l'età media più alta (48,4)[5].

Casteggio
città
Casteggio – Stemma
Casteggio – Bandiera
Casteggio – Veduta
Casteggio – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Pavia
Amministrazione
SindacoLorenzo Maria Vigo (centro-destra) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate45°01′N 9°08′E / 45.016667°N 9.133333°E45.016667; 9.133333 (Casteggio)
Altitudine90 m s.l.m.
Superficie17,66 km²
Abitanti6 439[1] (30-11-2023)
Densità364,61 ab./km²
FrazioniCròtesi, Mairano, Pistornile, Rivetta, San Biagio, Tronco Nero
Comuni confinantiBorgo Priolo, Calvignano, Casatisma, Corvino San Quirico, Montebello della Battaglia, Oliva Gessi, Robecco Pavese, Verretto
Altre informazioni
Cod. postale27045
Prefisso0383
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT018037
Cod. catastaleC053
TargaPV
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 619 GG[3]
Nome abitanticasteggiani
Patronosan Pietro Martire
Giorno festivolunedì dopo la terza domenica di settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Casteggio
Casteggio
Casteggio – Mappa
Casteggio – Mappa
Posizione del comune di Casteggio nella provincia di Pavia
Sito istituzionale

Geografia fisica modifica

L'abitato si estende in parte sui primi colli facenti parte dell'Appennino Ligure, in parte nella pianura alla destra del Po. È attraversato dalla ex statale 10 (Padana Inferiore) e dalla ferrovia Alessandria-Piacenza, ed è situato a breve distanza dal casello dell'Autostrada A21 (Torino - Piacenza - Brescia), che si raggiunge percorrendo la ex statale 35 dei Giovi.Tra questa strada e il casello autostradale si trova l'inizio della tangenziale. La parte più antica della cittadina sorge su un colle detto Pistornile e sulle sue pendici. Il centro moderno si trova in pianura, ai piedi del nucleo più antico, e nuovi quartieri si estendono anche nelle vallette vicine.

Il territorio comunale, anch'esso esteso parte in pianura, parte in collina, è interessato dal corso del Coppa, che scorre al confine occidentale nella zona collinare, spostandosi al centro del territorio in pianura; l'asse della parte collinare è invece il piccolo torrente Rile, che nasce nel comune di Calvignano dal Monte Ceresino. La collina casteggiana è quindi divisa dalla valle del Rile in due parti: a ovest, tra Rile e Coppa, la dorsale che termina nel Pistornile, a sua volta incisa dalla valletta del Riazzolo che separa la dorsale principale da una minore, verso ovest, detta Monfirè; a est i colli su cui sorge la frazione Mairano, delimitati sul confine orientale dal torrente Rile San Zeno.

Storia modifica

 
La strada che sale alla parrocchiale

La città di Clastidium[6] ebbe origini liguri, appartenendo a quel popolo che i Greci chiamavano Anamari, e che corrisponde quasi certamente a quelli che i Romani chiamavano Marici, distesi tra l'Appennino e le due sponde del Po attorno a Pavia. I Marici del Po insieme ai Levi del Ticino fondarono presso la confluenza dei due fiumi la città di Pavia, loro comune mercato. Gli Anamari (Marici) e i Levi sono erroneamente detti Celti da Polibio, ma in realtà essi vantano origini anteriori all'invasione celtica e devono essere annoverati tra i popoli liguri. I Marici presero stanza su un modesto rilievo dominante la pianura a sud del Po, nell'attuale Oltrepò Pavese, una collina alquanto scoscesa e impervia nei fianchi, ma dalla sommità pianeggiante; dunque di facile difesa quanto di facile popolamento. Casteggio appare popolata almeno dal VI secolo a.C..

Divenuto uno dei maggiori villaggi della zona, nella forma del castelliere (oppidum, città fortificata, lo dice Livio), conobbe i Romani nel 223 a.C. quando i Marici furono dai primi indotti a un'alleanza contro gli Insubri. Poco dopo, nel 222 a.C., gli Insubri, appoggiati da mercenari celti provenienti dalla valle del Rodano, attaccarono la località, ma furono sconfitti dai Romani prontamente giunti in soccorso al comando del console Marco Claudio Marcello. Egli stesso uccise il comandante avversario Virdumaro, e ne consacrò le ricche vesti (spolia opima) a Giove Feretrio. La battaglia di Casteggio aprì ai Romani la via per la sottomissione degli Insubri e la conquista della loro capitale, Milano. Ebbe una vasta eco, e il poeta latino Nevio la celebrò con una tragedia di argomento storico, Clastidium, uno dei più antichi monumenti della letteratura latina.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Clastidium.

Nel 218 a.C. Annibale, giunto nella pianura padana, dopo aver sconfitto i romani presso il Ticino (ma Cornelio Nepote pone "presso Casteggio" anche questa battaglia), corruppe il comandante del presidio romano di Casteggio, Dasio Brindisino, facendosi consegnare l'ingente quantità di derrate che i Romani vi avevano depositato. Con la momentanea sconfitta dei Romani e la caduta della colonia di Piacenza, Casteggio tornò indipendente, ma già nel 197 a.C. il console Quinto Minucio Rufo costrinse dapprima numerosi oppida liguri alla resa, tra cui Casteggio; poi, in circostanze non chiare, probabilmente per punire una ribellione, diede l'abitato alle fiamme.

Risorta successivamente, non riacquistò più l'antica importanza, ma fu assoggettata alla colonia di Piacenza, nel cui territorio fu un fiorente centro di cui restano numerosi reperti provenienti da tombe e ville. Era attraversata dalla strada tra Piacenza e Tortona, che collegava la via Emilia Lepidi con la via Emilia Scauri, da cui il nome di via Emilia, anche se in origine costituiva un tratto della via Postumia.

Apparteneva al municipio di Piacenza e con essa alla regione VIII (Emilia); caduto l'impero, rimase legata a Piacenza, della cui diocesi costituiva la pieve più occidentale. In epoca comunale cadde sotto l'influenza pavese, e nel 1164 Federico I l'assoggettò, con gran parte dell'attuale Oltrepò, al comune di Pavia. Con Pavia tenne la parte ghibellina, e subì gravi danni nelle lotte che la contrapponevano alla parte guelfa, cui aderivano Tortona e Piacenza. Vi ebbe la preminenza la famiglia pavese dei Beccaria, ma rimase libera da signorie feudali fino al XV secolo. In questo periodo era sede del Capitano da cui dipendeva tutto l'Oltrepò.

Il nome latino Clastidium era mutato, e se dalle persone colte era detto Chiasteggio, seguendo il Petrarca (che così lo chiamò nel Trionfo della Fama), le trascrizioni della dizione popolare ne sottolineano una diversa evoluzione e assumono la forma più svariata (Chiastitium, Chiastezzo, Schiatezzo, per citarne solo qualcuna). Solo verso la fine del XVII secolo dalla semplificazione della forma dotta derivò quella attuale, mentre l'antica forma popolare (che suonava in dialetto S'ciatès) cadde lentamente in disuso. Il passaggio da Chiasteggio a Casteggio sarebbe dovuto in realtà a un errore contenuto nella principale edizione dei Trionfi del Petrarca, pubblicata da Aldo Manuzio nel 1514; la nuova variante fu seguita da quasi tutte le edizioni successive, imitata dalle persone colte e infine diffusasi anche nell'uso comune[7].

Nel 1441 fu infeudata a Cesare Martinengo, ma questa signoria non poté consolidarsi; nel 1466 gli Sforza la diedero al loro ministro Angelo Simonetta, ed essendo il feudo (contea dal 1475) trasmissibile in via femminile, i suoi signori ebbero vari cognomi pur restando in una medesima discendenza: così passò dai Simonetta agli Sforza, ai Bentivoglio, ai Del Carretto marchesi sovrani del Finale; estintisi questi all'inizio del XVII secolo, per testamento passò ai loro cugini Sforza marchesi di Caravaggio; dall'ultima di essi, Bianca Maria, morta giovanissima (1717), passò alla figliola neonata, l'omonima Bianca Maria Sinzendorf, che resse a lungo il feudo, e infine alle sue figlie, che dal padre avevano il cognome Doria.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Feudatari di Casteggio.

Casteggio, ancora fiorente alla fine del Medioevo, subì tali danni dalle guerre tra francesi e spagnoli del XVI secolo da non riaversi più se non due secoli più tardi ("castello assai bello e grande" lo dice Guicciardini nel 1511; "miserrimo loco" lo si dirà vent'anni dopo); in questo periodo fu superato dai centri vicini: Broni, Stradella e soprattutto Voghera. Quest'ultimo centro divenne capoluogo della provincia dell'Oltrepò Pavese, passata ai Savoia nel 1743.

Sotto i Savoia anche Casteggio conobbe una notevole ripresa economica e demografica, culminata nella seconda metà dell'Ottocento, dopo la deviazione del torrente Coppa che limitava l'abitato dalla parte della pianura, con la creazione di un nuovo centro dall'aspetto cittadino, con ampie vie e viali ed una vasta piazza rettangolare circondata da una cortina di distinti palazzi. Elegante e "commerciantissima" appariva verso la fine dell'Ottocento, fiorente per un importante mercato (concesso nel 1532 e forse di origine ancor più remota), coronata di amene ville di signori pavesi, milanesi e genovesi. Una grazia forse un po' offuscata alcuni decenni dopo, con lo sviluppo industriale e l'ulteriore ampliamento dell'abitato con la costruzione di edifici piuttosto discordanti con il contesto. L'ingrandimento del borgo portò anche allo sdoppiamento della parrocchia: all'antica chiesa collegiata di San Pietro Martire, nell'alto paese, si affiancò la nuova parrocchiale del Sacro Cuore, di vaste proporzioni, situata nel piano.

Simboli modifica

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 10 maggio 1956.[8]

«Troncato: nel 1º d'oro all'aquila al naturale, sostenuta dalla linea di partizione, coronata di nero, con corona all'antica di tre punte visibili; nel 2º d'azzurro a due chiavi dorate poste in croce di S. Andrea, con gli ingegni all'ingiù e volti verso i fianchi, la chiave posta in banda attraversante. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo trinciato di giallo e di azzurro.

Onorificenze modifica

«Decreto del Presidente della Repubblica»
— 22 maggio 2002

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

 
Chiesa parrocchiale di San Pietro Martire

Tra gli edifici storici:

 
Chiesa del Sacro Cuore (XX secolo)
  • Chiesa di San Sebastiano, già sede dell'omonima confraternita, progettata da Lorenzo Cassani (XVIII secolo), con magnifico stallo corale;
  • Palazzo della Certosa (1705), che ospita la biblioteca civica, l'auditorium Cantù e il civico museo archeologico, ricco di reperti in gran parte di provenienza locale (Clastidium);
  • Degno di nota anche il Monumento alla Vittoria, un'imponente scultura bronzea alta oltre 18 metri opera di Pier Enrico Astorri situata nel Parco delle Rimembranze. Per la sua fusione furono necessarie oltre 25 tonnellate di bronzo e la costruzione di una speciale fonderia non esistendone al tempo (1926) altre adatte allo scopo;
  • Vicino alla Via Emilia, verso Fumo, si trova la famosa Fontana d'Annibale, dove secondo una leggenda questi fece abbeverare gli elefanti.

Nella frazione Mairano sorge l'ottocentesca Villa Marina, nella quale dimorò anche Giuseppe Mazzini. Sulla strada per Calvignano, da segnalare Villa Pegazzera, edificata per volere del Collegio Borromeo di Pavia come convitto estivo, risalente nelle sue forme originarie al primo Settecento; sempre nei dintorni di Casteggio c'è la neoclassica Villa Frecciarossa, progettata per i marchesi Botta Adorno alla fine dell'Ottocento.

Società modifica

Evoluzione demografica modifica

Abitanti censiti[9]

Cultura modifica

 
Scorcio dell'abitato alto

Istruzione modifica

Scuole modifica

Hanno sede nel Comune una scuola primaria e una scuola secondaria di primo grado.

Economia modifica

Casteggio è un importante centro vinicolo (rassegna dei vini pregiati dell'Oltrepò Oltrevini[10]), commerciale (importanti mercati il mercoledì e la domenica, fiere in aprile e settembre) e industriale (industria alimentare, meccanica, calzaturiera).

Infrastrutture e trasporti modifica

Strade modifica

Casteggio è attraversata dalla Strada statale 10 Padana Inferiore ed è origine del tratto pavese della Strada statale 35 dei Giovi. A Nord si trova il casello autostradale di Casteggio-Casatisma, sull'Autostrada A21 Torino-Piacenza.

Ferrovie e tranvie modifica

Il comune è servito dalla stazione di Casteggio ubicata sulla ferrovia Alessandria-Piacenza. Vi fermano unicamente i treni regionali.

Tra il 1883 e il 1931 Casteggio fu servita dalla tranvia Voghera-Stradella.

Amministrazione modifica

Sport modifica

Il 15 giugno 1991 la 20ª tappa del Giro d'Italia 1991, una cronometro individuale, si è conclusa a Casteggio con la vittoria di Franco Chioccioli.

Ha sede nel comune la società di calcio Foot Ball Club Casteggio 1898, una delle prime storiche società calcistiche italiane. Nei primi anni del '900 aveva luogo nella località la Coppa Casteggio o Coppa Negrotto, che vedeva solitamente affrontarsi una selezione locale contro una "grande" del calcio italiano[11].

Note modifica

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 novemre 2023.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 2006, p. 188.
  5. ^ Statistiche Casteggio, su www.comuni-italiani.it. URL consultato il 15 luglio 2022.
  6. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, XXI, 48; XXIX,11; XXXII, 29 e 31. Varrone, De lingua latina, VII, 6, 1; IX, 46, 4; Cornelio Nepote, Hannibal, 4, 1. Cicerone, Tuscolane, IV, 22, 49. Valerio Massimo, Factorum et dictorum memorabilium, I, 1,8.
  7. ^ Alessandro Fortunati, Chiasteggio e Casteggio, tra Petrarca e Manuzio, in Bollettino della Società Pavese di Storia Patria, vol. CXVI, Milano, Cisalpino, 2016, p. 109 e ss..
  8. ^ Casteggio [collegamento interrotto], su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 28 dicembre 2022.
  9. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  10. ^ Oltrevini, su oltrevini.it. URL consultato il 6 agosto 2007 (archiviato dall'url originale il 17 agosto 2007).
  11. ^ Stagione 1905-06 (PDF), su magliarossonera.it. URL consultato il 3 ottobre 2014. (PDF)

Bibliografia modifica

  • Carlo Giulietti, Casteggio - Notizie Storiche (1890 e sgg.; vedi la voce dell'autore per la bibliografia completa).
  • Antonio Cavagna Sangiuliani, L'agro vogherese: memorie sparse di storia patria, Casorate Primo, 1890-1891.
  • Mario Baratta, Clastidium, Pavia, 1932.
  • Giuseppe Cavazzana, Il Borgo di Casteggio, Casteggio, 1944.
  • Giuseppe Saporiti, Carlo Ghia, Da Clastidium a Casteggio, Casteggio, 1978.
  • Luciano Musselli, Casteggio, ventitré secoli di storia, Casteggio, 1987.
  • Fabrizio Bernini, "Napoleone in Oltrepò", Edizioni Oltrepò, 2000.
  • Fabrizio Bernini, "Il guerriero", Edizioni collana Italiani in guerra, 2009.
  • Fabrizio Bernini, "Dizionario garibaldino dell'Oltrepò Pavese", Iuculano, 2007

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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