Discussione:Noicattaro

Ultimo commento: 3 mesi fa, lasciato da 3knolls in merito all'argomento Modifica dell'accento tonico della parola Noicattaro in Noicàttaro
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Comuni italiani
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Total metal festival modifica

Sarei dell'idea di trasferire gran parte del paragrafo riguardante quest'evento (peraltro inserito da un anonimo) alla apposita voce, sia perché sembra più un articolo di una fanzine che una voce da enciclopedia (e, pertanto, andrebbe fra l'altro depurato dei toni cronistici quando non celebrativi), sia soprattutto perché quanto descritto riguarda l'evento in sé, e non Noicattaro in quanto città. --Tener (msg) 13:59, 13 giu 2008 (CEST)Rispondi

Personalità modifica

In base alle linee-guida del progetto Comuni, sposto qui le seguenti personalità la cui rilevanza enciclopedica non è attestata da una voce propria né da puntuali fonti terze a corredo:

  • Francesco Vitale da Noja (Noja, 1440 - Valencia, 1492), frate dell'Ordine dei Minori. Vescovo di Cefalù, teologo, arcidiacono della cattedrale di Siracusa. Maestro e consigliere del re Ferdinando II di Aragona.
  • Roberto da Noja (1450-1515), dell'Ordine dei Domenicani. Nominato da papa Innocenzo VIII il 23 gennaio 1492 Vescovo di Minervino Murge, da papa Alessandro VI vescovo di Acerra il 15 maggio 1497, confessore del re di Napoli, nominato da papa Alessandro VI arcivescovo di Nasso e Paro (isole della Grecia) il 15 aprile 1503.
  • David Gallo (1594-1650?), letterato
  • Pietro Carocci (1600-1669), letterato figlio di Giambattista de Polisseno e di donna Jacoma Positano (assume il cognome Carrocci quando viene nominato arciprete di Cellamare), percorre la via ecclesiastica e nel 1634 figura al servizio del vescovo di Cortona e chiede alla Curia di Bari di essere promosso agli ordini sacri. Fu letterato di valore, pubblicò la commedia dal titolo "Il Turchetto" Tip. Cavallo Napoli 1644, fu anche canonico della Matrice Chiesa di Noja, accademico selvaggio di Roma, Protonotario Apostolico, e compositore di poesie sacre, come "Serto Fiorito" Tip. Cavallo Napoli 1643.
  • Giovan Battista Gassi (1637-1703), letterato
  • Francesco Carafa, fratello del conte di Noja don Giovanni Carafa II (1661-1671), difese l'onore della nobile casata nel famoso Duello di Norimberga, svoltosi nella città tedesca il 5 novembre 1673, affrontando il futuro conte di Conversano, don Giulio Acquaviva. Il duello si chiuse al primo sangue con la ferita del nobile Carafa, determinando però la pace tra le due famiglie Acquaviva e Carafa. Il duello ebbe una grande risonanza in Europa perché i due nobili combatterono con entrambe le mani, utilizzando spade e pugnali.
  • Giuseppe Maria Positano (1665-1730), domenicano. Vescovo di Acerenza e Matera, Emerito di Acerra, arcivescovo di Salerno. Durante la giuda della Diocesi di Acerra Mons. Positano impartirà il 21 settembre 1722 il sacramento della cresima ad Alfonso Maria de' Liguori (canonizzato del 1839). Un anno dopo, il 15 novembre 1723, viene promosso alla Sede di Acerenza e Matera da Papa Innocenzo XIII. Affabile con tutti e generoso con i poveri, fine politico e religioso, fece parte del Consiglio Vicereale di Napoli sotto il dominio Austriaco. Era stato appena trasferito a Salerno, ma poco dopo, muore ad Ischia il 14 marzo 1730 all’età di 62 anni.
  • Bartolomeo Positano (1667-1738), giurisperito. Con l'appoggio del fratello Giuseppe, vescovo e Consigliere Vicereale, ricoprì la carica di Regio giurisconsulto. Numerose sono le sue pubblicazioni a difesa dei diritti Asburgici sul Regno di Napoli. Nel 1719 ricevette da re Carlo VI di Napoli il titolo di marchese di Marescotti e nel 1722 quello di duca sul cognome.
  • Filippo Maria Positano (1669-1732), domenicano (al secolo Francesco). Vescovo di Calvi, con profonda vocazione religiosa si prodigò per la sua Diocesi e per il Seminario diocesano.
  • Giovanni Battista Vinacci (1707-1791), pittore, nasce in Noja da una nobile e antica famiglia, riferendoci al criterio toponomastico nojano di intestare vicoli e vie a notabili casate in prossimità delle loro dimore, in quella casa che chiude con una terrazza il vico Vinacci, la casa infatti passò a donna Eleonora Positano Vinacci nella quale i Vinacci si estinsero e da lei al figlio il canonico don Vito Sisto. Fu pittore di chiara fama, anche se la Sua produzione raramente venne firmata, esiste quindi una vasta produzione di soggetti religiosi in molte chiese della zona ma non ci risulta una catalogazione delle opere, ad eccezione del quadro esposto nella sagrestia del convento delle Suore Crocifisse di Porta Bari a Rutigliano e che riporta la dicitura "Jo B.a Vinacci ter. Nojae pinx A. 1732"
  • Giuseppe Demattia (nato a Noja il 1803), pittore. Gli agiati genitori del pittore, Francesco Giuseppe Demattia e Domenica Franchini, furono in grado di dare al proprio figlio una buona e sana educazione intellettuale e morale. Il pittore ebbe la fortuna di salvarsi dal terribile flagello della peste del 1815 che colpì la cittadina. Giuseppe ebbe la sua formazione culturale nel seminario di Molfetta e poi in quello di Bari. In seguito frequentò l'Università di Napoli, conseguendo la laurea in giurisprudenza. Per la sua innata passione nei confronti della pittura frequentò l'Accademia delle Belle Arti di Napoli e poi si perfezionò alla scuola di Vincenzo Camuccini a Roma. La maggior parte delle sue opere pittoriche possono essere ammirare soprattutto nella Chiesa di Santa Maria della Lama in Noicàttaro e in altre chiese dello stesso paese; non mancano però opere situate in altre chiese dei paesi limitrofi come Bisceglie, Capurso, Rutigliano, Adelfia e Turi.
  • Ernesto Paolo Abbate (Noicàttaro, 6 settembre 1881 - Martina Franca, 24 aprile 1934). Compositore, direttore d'orchestra. Al Conservatorio di Napoli fu allievo di Nicola D'Arienzo e Camillo De Nardis. Dopo aver svolto l'attività di Direttore di Banda presso varie città dal 1919 diresse la Banda di Squinzano (LE). Molto note sono le sue Marce Sinfoniche, tra cui ricordiamo l"A Tubo", "I Gladiatori" , "Bella Madonna", "Ninì capricciosa" e "La sagra dei fiori", poema sinfonico descrittivo dove è raccontato il rito della benedizione dei fiori in una festa di paese che raccoglie suoni di immagini collettive dell'Italia rurale del primo novecento. Nel 1932 fu colpito da una grave malattia e nel 1934, piegandosi alle insistenze della moglie e del figlio, affidò la "sua" banda di Squinzano alla bacchetta del fratello Gennaro e si trasferì a Martina Franca dove morì il 24 aprile del 1934. La salma, per suo volere, riposa tutt'ora nel cimitero di Squinzano.
  • Franco Biancofiore (Torre Pelosa, 23 agosto 1927 - Roma, 29 settembre 1994). Archeologo. I suoi studi hanno interessato il Mediterraneo, da Oriente ad Occidente, soprattutto Grecia, Turchia, Israele, Egitto e Baleari e, in particolare, la Puglia con gli scavi di Egnatia, Laterza ed Altamura. A partire dagli studi condotti in ambito mediterraneo si è concentrato nel territorio a lui più familiare, Torre Pelosa (odierna Torre a Mare) e dintorni, con i ritrovamenti di Punta Penna, Cala Colombo, Cala Scizze, Grotta della Tartaruga, Scamuso (all'estremo limite sud del Comune di Bari) e Padovano nel comune di Mola.
  • Giuseppe Porcelli (Noicàttaro, 18 giugno 1957 - Spagna, 25 maggio 1997). Frequentò l’Accademia Navale di Livorno. I suoi primi incarichi dal 1980 al 1987 a bordo delle navi della Marina furono: Ufficiale di Rotta e Ufficiale Addetto alle Telecomunicazioni sul caccia Impavido e sull’incrociatore Duilio e Aiutante di Bandiera del Comandante della 2^ Divisione Navale. Nello stesso periodo svolse l’incarico di sottordine agli allievi dell’Accademia Navale, conseguì la specializzazione superiore in Telecomunicazioni e frequentò la Scuola di Comando Navale. Dal 1987 al 1988 fu il Comandante del Cacciamine Sapri con il quale partecipò alle operazioni di sminamento del Golfo Persico. Nel periodo 1988 – 1994 fu assegnato al 2° Reparto Intelligence dello Stato Maggiore della Marina. Nel 1994 tornò a bordo con il grado di Capitano di Fregata, con l’incarico si Sottocapo di Stato Maggiore del Comando della 2^ Divisione Navale a Taranto. Nell’ottobre 1996 assunse il Comando della fregata Scirocco (F 573). Il giorno 25 maggio 1997 è deceduto in seguito ad un incidente di volo nelle acque antistanti la Spagna.

--Nicolabel 16:15, 12 giu 2013 (CEST)Rispondi

Le linee guida non prevedono di elencare le personalità "minori" (ma comunque, come dire, illustri in rapporto a un comune) nella pagina di discussione del comune stesso. Visto che comunque l'elenco è nutrito e le descrizioni accurate per molti di questi personaggi, suggerisco la creazione di una voce "dedicata", Personalità legate a Noicattaro.
Ti faccio inoltre presente che il fatto che non esista (ancora) una "voce propria" non esclude l'eventuale "rilevanza enciclopedica" di una persona. Anzi: a partire dalle note biografiche qui presenti si può creare qualche voce nuova! --Tener (msg) 13:57, 30 ago 2013 (CEST)Rispondi
Tener, leggo solo ora: me ne dispiace. Ho riportato qui l'elenco - anziché cancellare - proprio per stimolare la discussione sull'enciclopedicità dei singoli soggetti. Indubbiamente l'esistenza della voce (se accompagnata da un legame rilevante con la città) è condizione sufficiente ma non necessaria all'inclusione nella lista. In assenza della voce - che si presume abbia almeno implicitamente il consenso dei Wikipedia a restare - possono essere inserite anche le persone per le quali viene riportata una fonte esterna sufficientemente autorevole in grado di attestarne la rilevanza. L'idea di creare voci sui personaggi enciclopedici mi sembra buona (ma ad occhio potenzialmente lo sono solo alcuni degli elencati). --Nicolabel 19:31, 20 feb 2014 (CET)Rispondi

Titolo della voce modifica

La voce attualmente titola Noicàttaro, con un accento che chiarisce la corretta pronuncia (sdrucciola) e che viene attestato in homepage del sito internet del Comune e che inoltre compare nello statuto comunale. La dizione senza accento resta comunque la più diffusa (anche su atti ufficiali emessi da enti diversi dallo stesso comune): propongo perciò di spostare la voce a Noicattaro in modo oltretutto coerente con la grafia usata comunemente per i comuni italiani che non prevedono l'uso di accenti tonici. --Nicolabel 13:36, 6 gen 2016 (CET)Rispondi

L'accento compare anche nelle delibere, praticamente in tutte le pubblicazioni dal Duemila in poi, e quindi l'accento tonico non è più superfluo ma parte integrante del nuovo nome che il comune ha adottato per gli errori di pronuncia continui. Se mi avessi detto che Monòpoli come città scritto così non va bene, potevo capire. Monopoli non ha mai utilizzato questa grafia. Ma qui si parla ormai della denominazione ufficiale del comune. Stessa cosa per San Giorgio Jonico, formula ormai desueta per indicare il comune senza la i lunga----Dryas msg 00:22, 9 feb 2016 (CET)Rispondi
In italiano le parole che hanno "ufficialmente" l'accento nel mezzo non esistono. L'accento si può mettere per chiarezza, e infatti lo facciamo nell'incipit, ma nel titolo della voce non va bene. Come lo scrivono in burocratese non conta. --Bultro (m) 15:18, 11 lug 2016 (CEST)Rispondi

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Titolo della voce /2 modifica

Come attesta il il regio decreto 4 gennaio 1863, n. 1196 il comune prende il nome di Noicattaro. La grafia Noicàttaro, che esplicita l'accento tonico, sebbene usata dalla stessa amministrazione comunale nei suoi atti ufficiali, non è ufficiale, non essendo mai riportata negli atti dell'amministrazione centrale dello Stato. Sulla base di queste considerazioni, ritengo opportuno riportare questa seconda notazione nella voce, ma solo in nota alla prima. --Nicolabel 19:08, 3 set 2020 (CEST)Rispondi

La grafia ufficiale sarebbe rimasta quella del titolo della voce, accentare la prima occorrenza poteva aiutare il lettore, la nota a mio parere nasconde un po' troppo l'informazione. --AVEMVNDI 23:29, 3 set 2020 (CEST)Rispondi

Modifica dell'accento tonico della parola Noicattaro in Noicàttaro modifica

Noicàttaro (/noiˈkattaro/), la pronuncia sdrucciola del toponimo è attestata sul Sito istituzionale del Comune di Noicattaro che abitualmente esplicita la posizione dell' accento tonico allo scopo di evitare errori di pronuncia. --Meniscovic (msg) 19:19, 17 dic 2023 (CET)Rispondi

Le discussioni pregresse affrontano l'argomento proponendo la soluzione attuale. L'utente Meniscovic ha modificato insistentemente la voce in WP:EW senza argomentare, pertanto ho bloccato la sua utenza su Noicattaro. Il nuovo consenso per il cambio nome dev'essere ottenuto in questa sede tramite discussione comunitaria, non per opinione personale. Segnalo al Progetto Comuni, a voi la parola.--Cep 20:08, 17 dic 2023 (CET)Rispondi
Noicàttaro (/noiˈkattaro/), la pronuncia sdrucciola del toponimo è attestata sul Sito istituzionale del Comune di Noicattaro che abitualmente esplicita la posizione dell' accento tonico allo scopo di evitare errori di pronuncia. Il sito istituzionale del Comune di Noicàttaro non l'ho creato io, le modifiche ai cartelli stradali nel comune di Noicáttaro, dove soggiorno, non l'ho create io, quindi Ceppicone dichiara il falso quando afferma che io non ho documentato ed arbitrariamente ho modificato l'accento tonico. A Voi la parola.... --Meniscovic (msg) 22:23, 17 dic 2023 (CET)Rispondi
Come scrivevano sopra altri utenti, manca una fonte del fatto che questo nome, sicuramente usato dal comune anche in documenti ufficiali come lo statuto, sia riconosciuto a livello statale. A giudicare ad esempio dai censimenti Istat si direbbe proprio di no. ----FriniateArengo 22:59, 17 dic 2023 (CET)Rispondi
Il Comune è praticamente l'unico a darsi un nome accentato, persino la Città Metropolitana di Bari non lo fa...basta una veloce ricerca su google e gli esempi sono centinaia--Cep 23:12, 17 dic 2023 (CET)Rispondi
Il fatto che il comune usi l'accento grafico nel sito istituzionale per evitare che qualcuno legga *Noicattàro non c'entra nulla con l'ufficialità del toponimo né con la nomenclatura di Wikipedia, ammesso che coincidano.
Da linee guida l'accento grafico non può stare nel titolo, mentre può stare senz'altro nell'incipit in grassetto, dove per WP:BS anzi è preferibile alla trascrizione IPA, che per i nomi italiani serve a poco e che pochi sanno interpretare. Detto altrimenti, a me pare opportuno scrivere «Noicàttaro è un comune italiano», senza il misterioso (per quasi tutti) [noi'kattaro].
Ma solo lì. Non nel titolo, non nel sinottico, non nelle altre occorrenze in voce.
D'altronde, l'unico scopo è appunto segnalare la pronuncia corretta, e una volta basta e avanza --actor𝄡musicus 𝆓 espr. 23:48, 17 dic 2023 (CET)Rispondi
La soluzione proposta da Actormusicus ci può stare, solo alla prima occorrenza in grassetto, come specificato dalla linea guida QUI. Lascerei la nota a corredo, ma a questo punto mi pare corretto chiedere a Nicolabel se per lui va bene togliere la nota da AFI per lasciarla sul nome accentato.--Cep 15:23, 18 dic 2023 (CET)Rispondi
Grazie del ping, ma non sono il tiranno di questa voce :) Per parte mia, comunque, se c'è incertezza sulla pronuncia, come in questo caso, e come praticamente in tutti: da Genova a Venaria Reale - è meglio impiegare la trascrizione IPA (o aggiungere un audio con la pronuncia: l'ideale sarebbe un sistema in grado di sintetizzare la pronuncia a partire dall'IPA, ma sto volando troppo alto....) che è l'unico sistema IMHO privo di incertezze e di compromessi al ribasso. --Argeste soffia 17:24, 18 dic 2023 (CET)Rispondi
Se posso, una proposta.....perchè non specificarlo nella pagina di Wikipedia? Che si scrive ancora Noicattaro ma si legge Noicàttaro? Tutto qua...grazie per le delucidazioni. --Meniscovic (msg) 18:02, 18 dic 2023 (CET)Rispondi
Ceppicone, ti chiedo formalmente SCUSA, non pensavo di aver alzato un polverone. Io mi sono trovato spiazzato perchè scendendo da mio padre in ferie, più volte durante l'anno, ( 19 anni vissuti a Noicattaro o Noicàttaro :-) e 24 anni su ad Aviano) trovavo documenti, cartelli stradali, siti internet che riportavano l'accento sulla terz'ultima sillaba. Se ufficialmente non è cambiato nulla, non insisto anchè perchè sarebbe inutile. Come ho letto negli ultimi commenti è giusto per far capire come si pronuncia correttamente la parola perchè molti la confondono e la fanno cadere sull'ultima sillaba. Ed è veramente brutto ascoltarla... --Meniscovic. (msg) 17:59, 18 dic 2023 (CET)Rispondi
@Meniscovic Apprezzo il gesto e sono contento che stai cominciando a capire come funziona Wikipedia ;) Ringrazio anche il "tiranno" Argeste ;) e vediamo come va la discussione. Buona serata a tutti.--Cep 18:43, 18 dic 2023 (CET)Rispondi
[@ Argeste], scusami, che incertezza presenta un accento grafico? :-) qui le rimuove tutte: dalle più improbabili come l'apertura o chiusura della vocale o e la natura di dittongo o iato di oi, fino a quella semplicissima per cui è concepito :-)
A me pare molto più incerto soggettivamente l'IPA per la maggioranza dei lettori (e particolarmente ostico interpretare la posizione della sillaba tonica). Oltre a essere decisamente più invasivo di un banale diacritico. Il quale diacritico è una soluzione semplice e comunissima delle enciclopedie, perfino nei nomi propri, al punto che una volta ho dovuto faticare come un matto per spiegarlo ai norvegesi...
Eppure di solito siamo così didascalici che scriviamo XIX secolo (diciannovesimo secolo), non che diciannove come i verbali dei carabinieri :-)
Se i nostri lettori non capiscono i numeri romani e arabi (poverini!), figuriamoci l'IPA...
In realtà l'IPA non si insegna a scuola, né alle elementari né alle medie né alle superiori: è certamente una lacuna del nostro sistema scolastico, ma relativa data la trasparenza di pronuncia dell'italiano. E Wikipedia la leggono tutti, anche i bambini.
Io dico che una bella semplicità, certamente mai vietata dalle linee guida e anzi raccomandata dal principio di concisione dell'incipit, dopo tanti anni ci gioverebbe finalmente; non foss'altro per declinazione del buon senso.
Per quanto riguarda la nota, mi sembra solo la citazione di una fonte incompetente: la pronuncia di una parola italiana non la decide uno statuto né tanto meno un sito istituzionale. Da togliere in tutti i casi sostituendola con il DOP per la policy delle fonti attendibili.
Genova non ha incertezze di pronuncia (perché notorio). Forse non ne ha nemmeno per gli stranieri, ma quand'anche l'avesse per questi ultimi il fatto andrebbe trascurato, altrimenti si potrebbe dire lo stesso di Milano, Torino, Ferrara e perfino Bari --actor𝄡musicus 𝆓 espr. 18:49, 18 dic 2023 (CET)Rispondi
[@ Actormusicus, Argeste, Friniate] Segnalo qui, fresco fresco...inerente alla discussione?--Cep 16:15, 26 dic 2023 (CET)Rispondi
Nei termini in -ico/a in italiano è generalmente prevedibile la pronuncia sdrucciola (Còrsica, Nòrico, Ùstica), quindi semmai andrebbero segnalate le eccezioni piane (Partinìco), al massimo - ma proprio al massimo - compresi gli adattamenti da lingue straniere (Tanganìca).
Detto questo, nulla vieta di segnare l'accento nell'incipit di Placanica.
Per parte mia invece nei giorni scorsi ho tolto questa trascrizione IPA, davvero utilissima, e talmente corretta che si dimentica pure la cogeminazione. Quel nome si pronuncia correttamente in base a tre semplici regole, e chi ha aggiunto l'IPA se ne ricordava solo due. Errori del genere nell'uso dell'alfabeto fonetico li trovo a tappeto e non sempre li tolgo (anche perché già così spesso la trascrizione non ha fonte): se non sa usarlo nemmeno chi lo scrive...
Segnare un accento, per contro, è elementare --actor𝄡musicus 𝆓 espr. 07:53, 27 dic 2023 (CET)Rispondi
Nessuno vieta di segnare l'accento nell'incipit di Placanica (difficile immaginare Placanìca o Placanicà), ma se diamo l'input a inserire gli accenti poi lo fanno dappertutto, tutto qui.--Cep 14:51, 27 dic 2023 (CET)Rispondi
Io scriverei: "Noicattaro (pronuncia: Noicàttaro, Noja fino al 1863)" e farei a meno dell'oscura e superflua trascrizione IPA, oltre a fare a meno del nome dialettale in quanto privo di fonte.--3knolls (msg) 21:19, 2 gen 2024 (CET)Rispondi
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