Cucurbita pepo

pianta annuale con fusto erbaceo
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La zucchina[1] o zucchino (Cucurbita pepo L.) è una specie di pianta appartenente alla famiglia Cucurbitaceae[2] i cui frutti sono utilizzati immaturi.

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Zucchina
Stato di conservazione
Rischio minimo
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) Eurosidi I
Ordine Cucurbitales
Famiglia Cucurbitaceae
Genere Cucurbita
Specie C. pepo
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Violales
Famiglia Cucurbitaceae
Genere Cucurbita
Specie C. pepo
Nomenclatura binomiale
Cucurbita pepo
L.

È una pianta annuale con fusto erbaceo flessibile strisciante o rampicante, gracile. Venne importata in Europa intorno al 1500 dopo la scoperta dell'America.

Biologia modifica

 
Fiori di zucca appena raccolti.

È una pianta monoica, cioè pianta che produce fiori unisessuali, uno maschile e uno femminile, portati però dalla stessa pianta. Il fiore maschile porta il polline, e ha lo scopo di impollinare il fiore femminile che porta l'ovario, che una volta impollinato, questo possa diventare il frutto. Il fiore maschile, una volta prodotto il polline che feconderà il fiore femminile, ha finito il suo scopo ed è destinato a seccarsi, mentre il fiore femminile produrrà il frutto. L'impollinazione viene fatta per opera di insetti (impollinazione entomofila), per lo più api e bombi. I frutti hanno numerose forme e colori, a seconda delle varietà e delle coltivazioni prodotte dall'uomo.

Varietà modifica

Appartengono a questa specie differenti cultivar:

  • le zucchine lunghe, le più diffuse nei mercati europei. Il frutto è generalmente cilindrico, più raramente piriforme. Il colore più comune è il verde scuro, anche se esistono varietà verdi chiare (comunemente chiamate "romanesche"), striate, e persino dalla buccia completamente bianca o gialla. Tra le cultivar di questo tipo si possono segnalare lo Zucchino Nero di Milano, a buccia verde assai scura, lo Zucchino Fiorentino, a buccia striata e assai scanalata, lo Zucchino Siciliano, leggermente piriforme e a buccia verde molto pallida.
  • le zucchine tonde, dal frutto sferico. Queste cultivar sono tutte di colore verde eccetto alcuni ibridi F1. Da citare: Tondo di Piacenza, di colore scuro; Tondo di Nizza, più chiaro e appiattito ai poli; Tondo di Firenze. Questo tipo è molto apprezzato in cucina per ricette che richiedano un ripieno, dal momento che la forma si presta in modo ottimale.
  • le zucchine patissone (dette in inglese patty pan o ufo squash), dalla forma lobata e un gusto più deciso di quello delle zucchine comuni, che ricorda vagamente il cuore di carciofo. Le cultivar disponibili sono numerose, ma simili tra loro. Buona parte di esse è di origine francese. Generalmente si distinguono in base ai colori: ci sono cultivar gialle, arancioni, verdi chiare, verdi scure, bianche e variegate (in francese panaché).
  • le zucchine eccentriche, che hanno una forma non riconducibile agli altri tipi. Da segnalare la varietà Crookneck, dal frutto a collo d'oca e buccia gialla, affine alla cultivar detta "rugoso friulano".

Coltivazione modifica

Si sviluppa adeguatamente in clima mite ed in posizione soleggiata ma ben aerata.

È una pianta da rinnovo che apre una rotazione triennale. È consociabile con cipolle, fagioli rampicanti e lattuga.

I semi si interrano direttamente a dimora da aprile a giugno, e comunque quando la temperatura, sia diurna sia notturna, si mantiene sopra i 20 °C. Se ne piantano 2 o 3 per ogni buchetta, in verticale nel terreno e con la parte più stretta rivolta verso il basso: un vaso lungo e profondo può ospitare una sola pianta. Per i giardinieri neofiti si consiglia di acquistare piantine già pronte.

Il suolo deve essere ben lavorato, profondo e di medio impasto, ben drenato per evitare ristagni d'acqua e ricchi di sostanze organiche. Per ottenere rendimenti adeguati e frutti di qualità in coltivazioni biologiche occorre distribuire quattro o cinque quintali di letame maturo per cento metri quadrati. Il letame dovrà essere interrato alla profondità media di quaranta centimetri.

Su terreni ben lavorati, se le piante sono sufficientemente distanziate (densità inferiore a 1,4 piante per metro quadrato) il rendimento può arrivare a 40-45 frutti per pianta anche se valori tipici sono piuttosto di 20-25 frutti per pianta.

I frutti vanno colti quando sono di dimensioni ancora modeste (da otto a dieci settimane dalla semina). In effetti ad accrescimento completo il frutto presenta semi che per quantità e dimensione non lo rendono più commestibile.

Malattie della pianta modifica

Le principali malattie da funghi che colpiscono le piante di zucchina sono: l'oidio, causato da Erysiphe cichoracearum e dal Sphaerotheca fuliginea, la peronospora, causata da Pseudoperonospora cubensis, la "muffa grigia", causata da Botrytis cinerea e il "nerume", causato da Alternaria alternata. Tra gli insetti, il parassita più importante della zucchina è l'afide Aphis gossypii.

Proprietà modifica

  Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Le zucchine hanno un basso valore calorico e sono composte per il 95% d'acqua; contengono vitamina A, C e carotenoidi. Alcune zucchine, se ingerite, possono essere tossiche a causa della presenza di cucurbitacina.[3][4]

Le zucchine in cucina modifica

 
Zucchini affettati in un buffet macedone.

Frutto modifica

Le zucchine entrano da sole o con altre verdure in varie preparazioni alimentari. Tra i primi compaiono a volte come condimento della pasta o come uno dei principali ingredienti del minestrone. Le zucchine finemente affettate possono anche venire cucinate in carpione e servite come antipasto.

I modi di utilizzo sono diversi a seconda delle forme e dimensioni: si possono utilizzare lessate o fritte, dopo averle tagliate a fettine e impanate, o ancora al forno.

Un piatto diffuso nella cucina italiana sono le zucchine ripiene, che dapprima vengono svuotate della parte interna tramite un cucchiaino o un apposito scavino e successivamente riempite con un impasto che può essere a base di carne, di riso o di formaggio e pangrattato. Questa procedura è descritta anche da Pellegrino Artusi nel suo ricettario La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene in riferimento alla ricetta degli zucchini ripieni, preparati con un composto simile a quello delle polpette a base di carne macinata di vitello, e agli zucchini ripieni di magro, ossia con un composto a base di tonno, uova e parmigiano.[5][6] In entrambe le ricette le zucchine ripiene vengono rosolate in padella.

Fiore modifica

Il fiore di zucca o fiore di zucchino (chiamato anche fiorillo), dal colore giallo-arancione, è molto utilizzato in campo culinario; per questo vengono utilizzati prevalentemente i fiori maschili quelli che hanno il gambo, chiamato peduncolo, sottile e che sono destinati, dopo l'impollinazione a seccare. Vengono pertanto colti quando sono ancora turgidi e usati generalmente fritti. Volendo usare i fiori femminili, ma già di maschili ve ne sono a sufficienza, si devono recidere con delicatezza, senza danneggiare l'ovario cui sono portati ove non danneggiarlo e così perderlo. Pertanto, come già detto il fiore si usa solitamente fritto, per ricavarne piatti come gli sciurilli napoletani o i fiori di zucca in pastella "alla romana".

Note modifica

  1. ^ Accademia della Crusca, Alcune varianti di nomi di frutti
  2. ^ (EN) Cucurbita pepo L., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 25 gennaio 2021.
  3. ^ Zucchine fatali, quella volta che ci si avvelenò in Ticino, su tio.ch, 26 agosto 2015. URL consultato il 16 settembre 2020.
  4. ^ Cosa succede a chi mangia la zucchina amara?, su cefalunews.org, 29 maggio 2020. URL consultato il 16 settembre 2020.
  5. ^ Pellegrino Artusi, 377 e 378. Zucchini ripieni, in La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene, p. 87. URL consultato il 6 giugno 2023 (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2023).
  6. ^ Alessandro Molinari Pradelli, La cucina dell'Emilia-Romagna in 450 ricette tradizionali, collana La cucina regionale italiana, Roma, Newton & Compton, 2003 [1998], p. 71, ISBN 88-8289-927-6.

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